BOLOGNA: IN PIAZZA CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLA BOLOGNINA

I controlli ad “alto impatto” inaugurati a gennaio dell’anno scorso con la visita in città del ministro Piantedosi in queste settimane hanno trovato nuovo slancio in Bolognina: blitz, vere e proprie retate interforze con ampio dispiegamento di uomini e mezzi, quotidiani e sistematici, con chiara impronta razziale. Sono stati setacciati bar, attività, associazioni, è stato violato un intero quartiere.

Fermiamo le politiche securitarie in quartiere!

Martedì 23 gennaio alle 18:30 tuttx in Piazza dell’Unità!

BOLOGNA: SPECULAZIONE, PROFITTO, CEMENTO, IN LOTTA CONTRO OGNI ABBATTIMENTO

Parco Don Bosco

Diffondiamo:

Ieri al Parco Don Bosco si è tenuto un partecipatissimo presidio contro la riqualificazione delle Scuole Besta e la distruzione del parco. C’è stato un aggiornamento del comitato Besta, sono stati distribuiti volantini e materiale informativo, oltre che vin brulè caldo per sostenere la solidarietà e le prossime iniziative. È stato un momento di libera convivialità contro il deserto sociale imperante, dove molte abitanti del quartiere che non si riconoscono in questo modello di città hanno condiviso la loro determinazione a non farsi portare via dalla speculazione e dal cemento l’ennesimo luogo di incontro e libertà.

Siamo tuttx invitatx a presidiare il parco, a farlo vivere con idee e iniziative!

Con il Parco Don Bosco e le Scuole Besta in lotta, contro la città vetrina!

HAIKU SENZA HAIKU E VERSI SCATENATI

Diffondiamo:

Juan Sorroche, la persona che ha ispirato questo appello, è un compagno anarchico che da vent’anni partecipa alle lotte contro lo Stato e il capitalismo, subendo per questo diversi periodi di detenzione. […]
In un mondo che ha sempre più bisogno di gabbie e recinzioni in cui rinchiudere ogni forma di vita, ci piacerebbe non dividere più i nostri percorsi di lotta per la liberazione: integrare la trasformazione intima, esistenziale, individuale a quella per l’abbattimento di ogni forma di sfruttamento, oppressione o privilegio. […]

Questa è una chiamata per non smettere di sognare, immaginare e realizzare infiniti mondi nuovi.

Ti invitiamo a contribuire alla realizzazione di una raccolta di brevi scritti (dalla parola singola a massimo una ventina/trentina di versi) che abbiano appunto come sfondo la “dicotomia lotta interiore – lotta esteriore”.
Gli scritti possono essere corredati di o incastonati in disegni (max 3 colori) e andrebbero inviati entro e non oltre metà marzo.

[Altre info qui sotto ]

UN APPELLO DA JUAN IN VISTA DELL’UDIENZA IN CASSAZIONE DEL 26 GENNAIO

Diffondiamo un appello di Juan in vista dell’udienza in Cassazione del 26 gennaio:

Chiamata a tutti i compagni per una presenza energica al processo di Cassazione del 26 gennaio 2024 a Roma per l’azione alla Lega di Treviso.
Oppure quello che ogni individualità si sente con la creatività come unico limite.

Il 26 gennaio a Roma si terrà il processo di Cassazione a mio carico per l’azione alla Lega di Treviso.
– In primo grado, anche togliendo il PM l’accusa di strage politica, mi condannarono a 28 anni di carcere più 3 anni di libertà vigilata.
– In Appello mi hanno condannato a 14 anni e 7 mesi, ridimensionando quasi a metà.
I PM hanno fatto appello in Cassazione per riqualificare peggiorativamente, così da tornare alla condanna precedente di 28 anni e 3 di libertà vigilata, oppure peggio. Anche il mio avvocato ha fatto appello, vista la condanna a 14 anni e 7 mesi, che non sono bruscolini.
Ora io non sarò presente per protesta contro la videoconferenza, a nessuna udienza del processo per l’azione alla Lega di Treviso, come dichiarai già durante il primo grado. E così ho fatto fino ad oggi.
Perchè nella mia dichiarazione che ho letto l’11/06/2022 a Treviso di fronte al tribunale dichiarai:
“ E’ per questo motivo che questo processo e qualsiasi Stato non mi rappresentano, viste le continue stragi della classe degli oppressi di cui io faccio parte, e le continue falsificazioni e manipolazioni di cui lo Stato è responsabile. Per questo oggi rivendico la mia identità di anarchico, che ha motivazioni ben profonde, politiche e sociali da un secolo e mezzo di lotta contro lo Stato stragista. Un anarchismo ribelle di prassi e di lotta, un anarchismo individuale che va al di là delle vostre falsità e ipocrisie.
La mia consapevolezza di quello che è lo Stato stragista non può essere manipolata perché da anni la mia individualità non si rispecchia in quella di nessuna Autorità, tanto meno quella dello Stato.
Ho rinnegato, rifiutato lo Stato da anni. Da quando ho consapevolezza del mio anarchismo non nutro fiducia su quello che si pona al di sopra di me.
L’unico rapporto che ho con lo Stato è con la sua forza che mi imprigiona qui. Non ho fede in nessuno dei vostri fantasmi rappresentati dal Diritto e dalla ipocrita frase che la legge è uguale per tutti. Non sono stupido.
Oggi, in modo assoluto, rifiuto questa farsa statale, rifiuto questo tribunale e qualsiasi verdetto, sia esso di colpevolezza che di innocenza.
Oggi dichiaro che per me questo processo è finito e non vedrete più la mia immagine”.
E perciò faccio una chiamata a tutti i compagni che vorranno fare presenza energica per il mio processo e far sentire la solidarietà. Oppure quello che ogni individualità si senta, con la creatività come unico limite.
Comunque vorrei fare una piccola precisazione del contesto della mia ultima condanna in Appello di 14 anni e 7 mesi. Io credo che il ridimensionamento della mia condanna è anche grazie al clima di lotta che abbiamo creato insieme, tutti noi, anarchici e non, nel periodo di lotta di solidarietà ad Alfredo, e ciò secondo me si è articolato e collegato alla mia condanna. Questo ridimensionamento è anche grazie alla lotta che abbiamo creato e al clima generale di tensione e attenzione che c’era in
Italia sui nostri processi, e dunque durante il mio Appello a Venezia. “Bisogna lottare e lottare perché la sproporzione sia stroncata”

Per la propagazione delle pratiche di solidarietà rivoluzionarie!
E, qualsiasi via stiamo percorrendo, sempre col cuore e per l’Anarchia!

– Juan Sorroche –
c.c. Terni – AS2 – 04/01/2024


Qui il file dell’appello in PDF

UNA LETTERA DA STECCO

 

Da Il Rovescio una lettera di Stecco:

25/12/2023

Carcere di Sanremo

Questo scritto non è un comunicato. Qui non vi leggerete riflessioni sul mio arresto o riguardo a questa nuova esperienza carceraria, o su altre questioni politiche. Esse arriveranno al momento opportuno, cioè quando riterrò sedimentate alcune faccende personali, e alcune riflessioni che stanno maturando in questi primi mesi di detenzione.

Questo umile scritto ha il semplice scopo – per me doveroso – di ringraziare, salutare, e di portare solidarietà anche da dentro queste mura.

Ho atteso un poco prima di decidermi nel mettere giù queste mie parole, anche se la decisione di metterle su carta era già stata presa la sera del 4 dicembre, giorno dell’udienza al Tribunale di Imperia, per il documento falso trovatomi addosso il giorno cui la mia esperienza di latitante è stata fermata da un gruppo operativo dei Nocs.

Quel giorno al tribunale, mentre ero nel gabbione, l’avvocato mi ha annunciato della scomparsa di mia madre. Non è mio interesse raccontare questioni diciamo personali, bensì voglio raccontare – questo sì – della presenza dei compagni e compagne in aula, della loro vicinanza, della loro forza, e dell’ennesima prova di solidarietà. Ma anche dei compagni e compagne che al suo funerale hanno deposto dei fiori, facendomi così partecipe, con questo gesto, ad un momento importante della mia vita, a cui, per mia pregressa decisione, avevo deciso di non partecipare. Questi gesti, assieme alla mole di parole di vicinanza che mi arrivano per lettera, ad alcune azioni di solidarietà, è qualcosa di difficile descrizione riguardo a quello che provo, sono fatti che mi riempiono di orgoglio e di determinazione. È una consapevolezza che mi accompagna da anni, l’esistenza della solidarietà tra compagni e compagne, tra sfruttati e sfruttate, esiste, è palpabile, essa va al di là del singolo, della mia situazione specifica, questa ha poca importanza davanti alle responsabilità nel continuare la lotta, davanti alle necessità storiche di innescare la rivoluzione sociale.

Io sono solo un umile compagno che prova a mettere tutto quello che ha a disposizione per raggiungere i più alti fini di libertà ed emancipazione per tutti e tutte. Per questo non sono abbattuto nel trovarmi in questo luogo, perché sono in mezzo agli ultimi, agli esclusi, a chi appartiene a questa classe sfruttata. In mezzo a loro, indipendentemente dalle differenze e contraddizioni, continuo a portare il mio contributo alla lotta, alla presa di coscienza. Lo Stato un’altra volta sta fallendo nel provare a spezzare la nostra solidarietà, i nostri legami politici, affettivi amicali, e in primis quelli di affinità. Un’unione su cui non ho dubbi riguardo alla tenuta, nella sua consistenza e presenza, in cui ripongo tutta la mia fiducia ed energie. Un’unione che so che tutti assieme terremo salda nel prossimo futuro, visto che siamo consapevoli che qui in Italia molti di noi finiranno nelle maglie repressive per la conclusione di vari processi.

Anni che affronteremo con dignità, dove ognuno di noi sarà sostegno l’uno dell’altro, dove questo tempo non sarà vissuto passivamente, ma attivamente, per continuare la nostra battaglia per i nostri ideali, per un’idea di giustizia e libertà, un’idea che si chiama Anarchia.

Tutte queste certezze ho percepito in aula. Tutte le nostre difficoltà, tutti gli ostacoli che abbiamo attorno in questa fase storica possono essere superati con la forza di volontà, nello studio, nell’unione.

Purtroppo quattro giorni dopo ho saputo della scomparsa del compagno anarchico Alfredo Maria Bonanno. È stato un altro momento per confrontarmi con il dolore, perché assieme a tanti altri compagni e compagne abbiamo avuto modo di leggere le sue parole, confrontarsi con la sua personalità, per alcuni e alcune l’aver potuto agire assieme a lui nel corso della sua vita dedicata alla lotta, a un ideale.

Un compagno verso il quale ho un senso di gratitudine per la mia formazione ideale e politica.

Mi ritengo fortunato di aver potuto, assieme ad altri, organizzare con lui i comizi anarchici nell’inverno 2021 a Trieste. Comizi in cui aveva voluto presenti dei grandi drappi neri, simbolo della nostra rivolta anarchica, drappi che oggi innalziamo per la sua dipartita.

Ho fresche nella memoria le discussioni con lui prima di partire latitante, davanti ad un piatto di pasta in un’osteria, e potermi stupire ancora della sua forza, determinazione, lucidità.

Colgo quest’occasione per portare il mio cordoglio alla sua famiglia, ai suoi affetti, e ai compagni e compagne delle edizioni Anarchismo.

Concludo dicendo che:

– Saluto con viva forza il coraggio e la determinazione dei compagni Francisco Solar e Monica Caballero, che il 7 dicembre sono stati condannati dallo Stato cileno;

– Porto la mia vicinanza ai comuneri mapuche della CAM condannati recentemente dallo Stato cileno, e a quelli che nei prossimi mesi subiranno la repressione dei tribunali per la loro giusta resistenza;

– Saluto Gabriele, Tobias, e Ilaria, arrestati dallo Stato ungherese. Buona fuga a chi si sta sottraendo dalla morsa delle manette, così facendo dimostrano che le strade della libertà sono sempre aperte;

– Ringrazio i compagni e le compagne greci, sia per la loro dignità nell’affrontare la repressione, sia per tener viva la memoria rivoluzionaria, ma soprattutto per il loro continuo contributo analitico utile a tutto il movimento rivoluzionario;

– Ringrazio i compagni bielorussi nel loro trasmettere parole coraggiose dalle galere del regime di Lukaschenko in questi anni di guerra. Solidarietà a tutti i disertori di ogni guerra e di ogni nazione;

– Mando forza al compagno francese Boris per un suo miglioramento di salute;

– Libertà immediata per i prigionieri Giannis Michailidis e Nikos Maziotis in Grecia, a Marcelo Villaroel in Cile, a Claudio Lavazza in Francia;

– Auguro buona libertà e ritorno dai propri affetti dopo tanti anni di galera a Pola Roupa, Thomas Meyer Falk, Gabriel Pombo da Silva e a Davide Delogu, anche se ancora ristretto agli arresti domiciliari;

– Saluto Anna, Poza, Nasci, Rupert, Dayvid, Zac, Saverio, Paska, Stefano, Juan, rinchiusi assieme a me nelle patrie galere di questo Stato. A Sasha ristretta agli arresti domiciliari;

– Mi unisco a voi fuori con quello slogan che in tanti e tante avete urlato negli scorsi mesi: “Fuori Alfredo dal 41bis”. Un abbraccio particolare a lui. Fuori tutti e tutte da quel regime detentivo;

– Per ultimo, con il dolore nel cuore, mando un saluto a pugno chiuso al compagno palestinese Georges Abdallah, contro cui ad aprile si terrà al tribunale di Trieste un processo per la storia della sua resistenza al regime sionista di Israele. Per una Palestina libera da Stati, padroni e da qualsiasi autorità.

Sempre per l’anarchia e la rivoluzione sociale!

Libertà per tutti e tutte!

Luca Dolce detto Stecco

VITERBO: DETENUTO MUORE IN OSPEDALE DOPO GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME

Un detenuto di 65 anni è morto all’ospedale Belcolle di Viterbo, dopo giorni di sciopero della fame.

L’uomo era stato ricoverato coattivamente presso il reparto di medicina protetta su disposizione del magistrato in seguito allo sciopero della fame che aveva intrapreso per protesta.

https://www.corrierediviterbo.it/cronaca/detenuto-65enne-muore-in-ospedale-dopo-giorni-di-sciopero-della-fame/

ANCONA: IL CARCERE UCCIDE

Un giovane di 25 anni si è tolto la vita nel carcere di Montacuto di Ancona. Nonostante avesse minacciato il suicidio e le sue fragilità fossero state segnalate dai familiari, l’isolamento è stata l’unica risposta. La madre del giovane solleva dubbi anche sulla dinamica del suicidio.

Link: https://www.radiondadurto.org/2024/01/08/carcere-matteo-concetti-e-il-primo-detenuto-suicida-del-2024-nel-2023-erano-stati-68-uno-ogni-5-giorni/

ROMA: UDIENZA DI CASSAZIONE PER JUAN [26 GENNAIO]

Da: Il Rovescio

Venerdì 26 gennaio alle ore 10, a Roma, si terrà l’udienza di Cassazione contro il nostro compagno Juan per l’attacco alla sede della Lega di Villorba (TV)

Ritirata già durante il dibattimento l’accusa di strage, la procura chiede alla Cassazione di riconoscere nuovamente la messa in pericolo della vita delle persone come era accaduto in primo grado. In appello l’attacco era stato considerato potenzialmente pericoloso per “l’incolumità” ma non per la vita delle persone, cosa che ha portato ad una sensibile riduzione della pena (da 28 anni a 14 anni e 10 mesi di carcere).

Solidarietà a Juan e a tutti i compagni e le compagne imprigionati! Tutti liberi, tutte libere!