FRANCIA: 3 MESI DI CARCERE PER AVER GRIDATO “ACAB”

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Repressione giudiziaria in Francia

Lunedì 5 maggio si è svolto il processo a uno studente tedesco, arrestato durante un’azione di blocco in solidarietà a Georges Ibrahim Abdallah e del popolo palestinese presso l’Università Lumière Lyon il 2 dicembre 2024.

Arrivata sul posto, la polizia ha rapidamente e violentemente caricato e posto in stato di fermo diversi studenti. Durante questo scontro, Rima ha gridato ACAB. L’intero processo ruota attorno alle sue idee politiche, che il procuratore considera “di ultra-sinistra”, accusando Rima di “essere venuto in Francia per provocare disordini”, quando forse trova semplicemente i gattini troppo carini.

Per aver insultato la polizia e per essersi rifiutato di fornire le sue impronte digitali durante il fermo, è stato condannato a 3 mesi di prigione con la condizionale, a una multa di 2.000 euro e al divieto di recarsi a Lione per 5 anni.

DA BOLOGNA A MESSINA: L’UNICO PONTE CHE VOGLIAMO È LA SOLIDARIETÀ TRA INSORTX

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Colate di cemento, cantieri, speculazione edilizia, disboscamento, grandi opere, repressione… da nord a sud, continuano spietati i piani di dominio e distruzione del vivente, che intendono sacrificare corpi, comunità e territori sull’altare del “progresso”. A questo ricatto del progresso noi non ci stiamo: la lotta contro il ponte sullo stretto riguarda tuttx noi, perché significa lottare contro un modello di sviluppo che non è altro che devastazione delle nostre città e delle nostre vite.

Da Bologna a Messina e alla Sicilia tutta, intrecciamo le lotte e rilanciamo la solidarietà!

«Se invece fossimo il vento e la sabbia che si incontrano e si fanno bufera? Se fossimo le onde che stanno per rompersi? Siamo la forza delle nostre montagne e i nostri sogni sono radici di ginestra che cresce nel fuoco. Siamo pazienze stanche pronte a vendicarsi. […] Nelle vene ci scorre il sangue brigante delle lotte passate. La nostra vita non è in vendita!»

BOLOGNA: SENTENZA PRIMO GRADO OPERAZIONE RITROVO

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Nel maggio del 2020, con l’Op. Ritrovo, sono statx arrestatx 7 compagnx di Bologna e ad altrx 5 sono state date misure minori (obbligo di dimora e firme). Con l’udienza di riesame è caduto l’impianto accusatorio del 270 bis e sono rimaste in vigore quelle più lievi di danneggiamento mezzo incendio, danneggiamento, imbrattamento e istigazione a delinquere, tutte legate a differenti episodi solidali verso detenuti e compagnx sottopostx a misure repressive. Questo esito ha portato all’annullamento delle misure cautelari per qualcuno e all’obbligo di dimora con rientro notturno per qualcun altro, misure poi protratte per 6 mesi. È stata successivamente chiesta la sorveglianza speciale per 8 compagnx coinvolti nell’Op. Ritrovo, poi affibbiata ad un solo compagno per la durata di 2 anni.
L’Op Ritrovo ha preso il via nel periodo del lockdown, anche a seguito della forte solidarietà espressa dallx compagnx allx detenutx del carcere bolognese della Dozza. Il PM Dambruoso in conferenza stampa aveva ammesso senza pudore la natura  preventiva degli arresti nel quadro delle strette adottate con il lockdown e a seguito delle rivolte nelle carceri, durante le quali erano state uccise 14 persone.

Dopo 5 anni dall’inizio di quella vicenda siamo arrivatx alla sentenza di primo grado con una sola condanna ad 1 mese (pena sospesa) per imbrattamento, per una scritta. Per il resto è stata una sentenza di assoluzione piena per tuttx.

Proviamo rabbia per la libertà che ci è stata strappata, per le menzogne del tritacarne della giustizia italiana, per la violazione delle nostre vite avvenuta con anni di intercettazioni e pedinamenti. Ma soprattutto proviamo rabbia perché i responsabili delle morti avvenute nelle carceri in quei mesi del 2020, a partire dalla strage di Modena fino al massacro di Santamaria Capua Vetere, non hanno mai pagato.
Le carceri sono luoghi di privazione e morte e non ci stancheremo mai di ripeterlo.
Contro tutte le galere!

CPR MACOMER: TRASFERIMENTI IN ALBANIA, SCIOPERO DELLA FAME, PRIGIONIERI ISOLATI E ABBANDONATI A LORO STESSI

Diffondiamo da rifiuti.noblogs.org

La macchina razzista dello Stato continua il suo vile lavoro, adesso ancora più forte grazie all’apertura del lager in Albania: i due ragazzi algerini che hanno iniziato la protesta del cibo a Macomer, innescando una potenziale rivolta, sono stati immediatamente trasferiti, prima a Roma, poi a Bari e sabato scorso in Albania. Chi non abbassa la testa dentro i cpr, viene subito portato via, per evitare possibili rivolte.

Questo non ha fermato i reclusi dentro Macomer, alcuni di loro (l’intero blocco c) rifiuta il cibo da sei giorni. Il blocco sinistro ha riiniziato a mangiare domenica, perché la gestione li ha convinti che il cibo sarebbe migliorato, invece ieri è arrivato di nuovo marcio e puzzolente, quindi l’hanno rifiutato. Questo è uno dei tanti motivi della loro protesta, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ci sono anche altri problemi con cui devono lottare ogni giorno: tre ragazzi hanno delle fratture, due alla gamba e uno allo schiena, non hanno neanche le stampelle. L’acqua è poca, l’assistenza medica è praticamente assente. Chi è stato in altri cpr e carceri dice che un posto del genere non l’ ha mai visto. Alcuni dovrebbero essere posti in libertà perché la loro compagna è italiana, in altri cpr per questo fatto sono stati liberati; a Macomer, invece, esiste una prassi di udienze ritardate (di competenza dei giudici di pace del tribunale di Oristano), la macchina burocratica, complice del razzismo di Stato, allunga la loro tortura. Ieri due ragazzi che hanno ricevuto la notizia dell’ennesimo rinvio dell’udienza, si sono lesionati con un taglierino, uno di loro si è cucito la bocca con del filo di ferro. Non è il cibo, non è l’acqua, non è l’assistenza quello che vogliono più di ogni altra cosa, ma essere liberi: “non c’è possibilità di libertà, condanna senza motivo”.

Elizabeth Rijo, la direttrice del centro, per conto di Officine Sociali, aveva fatto la sua bella comparsa in televisione, dicendo che voleva cambiare questo posto, organizzando attività coinvolgenti come dei balli di gruppo (Leggi qui). I prigionieri dicono che non si presenta neanche ai colloqui che loro chiedono di avere con lei, con la speranza che possa aiutarli in qualche modo. La cosa peggiore forse è questa: cercano di illuderli che la loro situazione potrà migliorare, ma in realtà sono abbandonati a loro stessi. Li hanno privati della loro libertà, gli danno cibo avariato, li fanno stare coattamente assieme dentro una gabbia, alcuni di loro hanno problemi di dipendenza e fisici, e poi gli promettono dei miglioramenti, senza mantenere alcuna promessa. La garante dei detenuti, Irene Testa, avrebbe detto di essere informata di questa situazione ma non fa un bel niente, oltre a partecipare a convegni e assemblee. Forse anche lei legge i post del nostro blog perché altrove non se ne parla.

Dentro il CPR i prigionieri sono isolati e buttati come spazzatura, ma i veri rifiuti sono quelli che sostengono e collaborano, e sono tanti, con questo sistema di merda. Chi è privato della libertà e sta dentro quel lager, lo sa.

PERQUISIZIONI A COMO

Riceviamo a diffondiamo da Como con tutta la nostra solidarietà per lx compagnx colpitx. No, la repressione non romperà i nostri legami di solidarietà, amicizia, complicità e amore 🔥

Alle 7:45 del mattino di giovedì 8 maggio DIGOS e agenti della polizia hanno fatto irruzione nell’abitazione di una compagnx a Como, con un mandato di perquisizione per un presunto imbrattamento commesso a Como il 7 gennaio scorso, finalizzato alla ricerca di materiale utilizzato per imbrattare. L’abitazione è stata completamente ribaltata, dunque, per cercare delle bombolette spray. Assieme a tutti gli ambienti della casa, anche lx compagnx ha subito una perquisizione personale; si è dovuta spogliare nudx e fare tre squat davanti ad un agente donna -alle sette del mattino!!!!-. Gli sbirri, seppur alla ricerca di materiale utile all’imbrattamento, hanno perquisito tutta l’abitazione, anche il frigorifero e gli scaffali della cucina, buttando per terra il cibo nelle mensole. Inoltre, con il loro mandato avrebbero dovuto limitarsi ad entrare soltanto alla stanza della compagna e negli ambienti comuni della casa; nonostante ciò hanno fatto finta di niente, perquisendo tutta l’abitazione, persuadendo il coinquilino ad essere collaborativo con chiacchiere e discorsi da “sbirri buoni”. Lx compagnx si è fatta la colazione mentre gli infami cercavano prove del grande delitto, gettando a terra il cibo, ribaltando i divani, svuotando tutte le mensole e buttando le cose talmente senza cura che alla fine nessuno riusciva più a muoversi negli spazi dell’abitazione.
Come siano arrivati a sapere l’indirizzo dell’abitazione dellx compagnx, rimane un mistero. Probabilmente appostandosi nei giorni precedenti al di fuori dell’abitazione, controllando chi entrava e usciva.
Dopo aver ribaltato la casa, alle 10 il convoglio di polizia digos e compagnx si è spostato alla seconda location, la casa dei genitori della compagnx, dove aveva ancora la residenza. Qui ha trovato poco o nulla: solo vestiti da bambinx e peluche. Inoltre, la polizia ha più volte ritirato il telefono, dicendo che non c’era bisogno di comunicare con l’avvocato ogni tre minuti (diritto invece legittissimo), e lo ha riconsegnato solo alla fine di tutto il teatrino.
Una volta arrivatx in questura, la persona è stata identificata dalla p. scientifica e portata negli uffici ad attendere dalle 10:30 circa alle 15:30 del pomeriggio per il verbale della perquisizione. Le ore sono passate lentamente, con lx compagnx in balia della voglia di scherzare, provocare, estorcere informazioni e minacciare di ogni digossino. Dato che non si sedeva compostx sulla sedia, è statx fatto alzare e stare in piedi per alcune ore. La digos ha offerto acqua e cibo, dicendosi gentile e pronta a soddisfare ogni bisogno; si è però offesa quando non ha ricevuto neanche un “grazie”.
Atteggiamenti di aggressiva prepotenza come questi, che il sistema e i suoi organi repressivi vorrebbero normalizzare, sono di per sè violenti ed inaccettabili. La rabbia e il senso di sopraffazione sono sentimenti comuni quando si vivono queste situazioni; è importante rimanere lucidx, mantenere la calma e ricordarci di chi ci aspetta fuori dalle mura nemiche della Questura, per un abbraccio o un aiuto a rimettere a posto tutta la casa distrutta dalla polizia.

La repressione non romperà i nostri legami di solidarietà, amicizia, complicità e amore.

PALERMO: ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO IL DECRETO SICUREZZA. VERSO IL CORTEO DEL 17 MAGGIO A CATANIA

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Contro uno Stato che tumula, affossa ed uccide le detenutx dentro le carceri e i CPR cosa possiamo fare?

Contro uno Stato che ha in mente di devastare il territorio costruendo il Ponte sullo Stretto sulle case delle persone cosa possiamo fare?

Contro uno Stato che si impegna per una costante militarizzazione dei quartieri cosa possiamo fare?

Cosa fare per opporci al Genocidio del popolo Palestinese?

Il governo ha le idee chiare: non possiamo fare niente.

Il 12 Aprile, dopo un colpo di mano, Mattarella firma il DL in materia di sicurezza.

Un decreto legge liberticida che aumenterà le pene per chi occupa case, per chi fa un picchetto fuori da lavoro, per chi si oppone alle grandi opere, per chi possiede materiale di controinformazione ed inserisce nuovi reati che permettono di incarcerare sempre più persone.

Un DL che fornisce nuovi strumenti, soldi e impunità a sbirri e guardiani vari per abusare, uccidere, e provare a imporre così la violenza sistemica che questo Stato di Polizia non ha mai sdegnato.

Il 17 Maggio a Catania è previsto un corteo che possa riportare in strada le grida dellx ultimx e la rabbia di chi non si piega al potere ed alla violenza del capitale.

Lo presenteremo a Palermo giorno 11 Maggio 2025 in Piazzetta S. Agata alla Giulia h. 16.30

SCIOPERO DELLA FAME DEI RECLUSI NEL CPR DI MACOMER

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Martedì scorso i reclusi nel blocco destro del lager (CPR) di Macomer sono stati male dopo aver mangiato il cibo datogli dall’amministrazione. In particolare un ragazzo ha accusato un forte malore e perciò è stato portato in ospedale. I medici hanno confermato che il malore era causato dall’ingestione di cibo avariato. Ieri i suoi compagni del blocco hanno iniziato uno sciopero, rifiutando il cibo e protestando contro l’amministrazione di Officine Sociali, diretta, in Sardegna, da Elizabeth Rijo, già candidata alle scorse elezioni regionali con la lista di Soru e alle comunali di Cagliari con una lista per Massimo Zedda . Sono intervenuti gli antisommossa e qualcuno dei loro dirigenti di polizia ha odorato il cibo dicendo che era immangiabile. La protesta comunque è stata temporaneamente bloccata, ma non lo sciopero del cibo.

Infatti stamattina la rivolta si è riaccesa quando il ragazzo è rientrato dall’ospedale. Per placare tutto è stato forzatamente trasferito a Roma (non sappiamo se per un rimpatrio o per la reclusione in un altro cpr). Oggi anche gli altri due blocchi si sono uniti allo sciopero, i reclusi stanno rifiutando il cibo.

Inoltre nel blocco destro hanno tutti un problema alla pelle: sono comparse delle macchie rosse, che irritano e bruciano. L’amministrazione gli ha somministrato una crema che ha solo peggiorato la situazione.

Solidali con le persone private della libertà, vicini alla loro lotta, facciamo uscire la loro voce aldilà delle mura di quel lager.

I CPR SI CHIUDONO CON IL FUOCO DEI RECLUSI, A LORO LA NOSTRA SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ

Anarchicx contro carcere e repressione

https://rifiuti.noblogs.org/post/2025/05/08/sciopero-della-fame-dei-reclusi-nel-cpr-di-macomer/

TORINO: PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR

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SABATO 10 MAGGIO ORE 18:30
appuntamento in Corso Brunelleschi angolo Via Monginevro

Ora più che mai sentiamo l’esigenza di essere presenti e numerosx sotto le mura del CPR di Torino.

Dal giorno della sua riapertura, i reclusi hanno continuato senza tregua a resistere e lottare contro questo lager di stato. Nella serata di Mercoledì 30 Aprile, il fuoco della rivolta ha divampato portando all’attuale chiusura dell’area Viola.
Nonostante la repentina e brutale repressione di questi momenti, nei giorni a seguire non sono mancati atti – anche consistenti – di insubordinazione.

Sappiamo che l’unica forma di lotta possibile contro questi centri è quella che i detenuti continuano a mettere in campo con coraggio, attraverso proteste quotidiane: dagli scioperi della fame alle rivolte che infiammano le aree.
L’unica soluzione possibile è che questi lager vengano chiusi da dentro e con il fuoco della rivolta, come è successo nel Febbraio 2023.
Dinanzi a questo, il minimo – ma necessario e irrinunciabile – che possiamo fare noi è essere presenti da fuori per trasmettere tutta la forza della solidarietà ai reclusi.

Sappiamo che ci sentono, teniamoci strettx a loro. Non lasciamo nessunx indietro.

Perchè chi lotta non è, e non sarà mai, solx.

FUOCO AI CPR

BARI: JAPR L’EKK – APRI GLI OCCHI CONTRO LA REPRESSIONE

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Siamo una rete di collettivi e singole soggettività che si riunisce a Bari dall’inizio di settembre 2024 a seguito delle focose proteste accadute nelle carceri italiane nell’estate 2024. Abbiamo riconosciuto anche grazie alle loro proteste come il pugno di ferro dello stato, sta colpendo sempre più forte. Nelle carceri e nei CPR vediamo la violenza della stato nella sua forma più tangibile ma ormai anche nelle strade si vedono gli attacchi mirati a chi in questo Paese prova ad andare avanti. Ce lo stanno facendo capire bene: se hai il portafoglio pieno (e la pelle bianca) “sii felice sei a bari” altrimenti fuori.

Galere e CPR sono strutture detentive fondamentali per la continuazione e la crescita di questa società ipocrita e sbagliata. Quando sei fuori dalla “legge del momento” devi essere punitx, che tu sia un migrante o una persona trans, che il problema sia la casa o il documento… l’obbiettivo è annullarti e gli strumenti sono tanti. Affinché tu possa essere da esempio, perché la nostra libertà significa la loro banca rotta.

Ed è per questo che nasce questa assemblea: alla repressione che cresce vogliamo rispondere costruendo alleanze bastarde e complicità insolite, vogliamo far scoppiare la bolla del decoro urbano e ricolorare le strade. Vogliamo rompere l’isolamento delle persone detenute a Bari, nel carcere e nel cpr, e provare dal basso a costruire una cassa cittadina per chi viene colpitx dalla repressione.

A CHI HA UNA BOMBA DENTRO AL CUORE LIBERTÀ A TUTTX LX PRIGIONIERX – FUOCO AI CPR

https://japrlekk.noblogs.org/