Bologna: presidio sotto il carcere della Dozza


Presidio sotto il carcere della Dozza (Bologna)
Domenica 18 aprile ore 17:00

A un anno dall’inizio della pandemia, secondini e personale carcerario sono i principali vettori – se non gli unici – del contagio dentro le carceri.
Eppure la risposta dello Stato rimane l’adozione di misure sempre più restrittive  e puntive verso i/le dtenuti/e, come la riduzione delle ore d’aria, degli spazi di socialità, dei colloqui in presenza; nonchè i massacri perpetrati dai secondini, la dispersione e l’isolamento di chi un anno fa si è rivoltato e ora si trova sotto processo.

Continuare a lottare, o ricominciare a farlo, è l’unico modo che abbiamo per non farci strappare tutto ciò che è stato ottenuto da chi ha lottato prima di noi dentro e fuori le galere.

Cominciammo con la possibilità di avere il fornelletto; cosa che ci costò sangue, 3 morti, e anni e anni di carcere: qualunque cosa, anche banale, di cui oggi qualunque prigioniero può usufruire – persino il tagliaunghie, o un chilo di pasta, o un dolce – è costata tanto di quel carcere, botte e morti a tutta la generazione precedente di detenuti, quella che non aveva niente e che ha conquistato tutto”

Liberi dal silenzio, Sante Notarnicola

Carcere: Rompiamo il silenzio

da Assemblea parenti e solidali delle persone detenute.

CHI HA DIFESO LA PROPRIA VITA NON SI PROCESSA!

Un anno fa le persone detenute hanno indicato l’unica soluzione possibile per evitare il contagio di massa in celle sovraffollate: svuotare le galere.

Alle proteste e alle richieste di salute e libertà lo Stato ha risposto con pestaggi, trasferimenti punitivi, morti e torture: strano modo di tutelare la salute delle persone…

Il tracollo sanitario che ha trasformato le carceri in focolai era in corso già da tempo, così come il sovraffollamento. Quanto sta accadendo in queste settimane nella sezione femminile di Rebibbia, al pari di altre carceri, ne è una terribile conseguenza: ad oggi si parla di 40 donne contagiate e sono le stesse detenute a raccontare del mancato ricovero per chi è in gravi condizioni, della mancanza di mascherine e di tamponi, dell’isolamento totale cui sono costrette tra la chiusura dei colloqui e l’obbligo di stare in cella 24 ore su 24.

L’8 aprile, 54 detenuti di Rebibbia verranno processati in aula bunker per la rivolta del 9 marzo 2020. Altre 20 detenute sono sotto indagine per una protesta avvenuta in contemporanea nella sezione femminile.

Noi siamo al loro fianco e vogliamo che la nostra solidarietà arrivi forte e chiara. Chi ha protestato aveva ragione: l’unica sicurezza contro il contagio non può che essere la libertà.

GIOVEDÌ 8 APRILE – ORE 9:30
presidio davanti l’aula bunker di Rebibbia (via del Casale di San Basilio 168)

VENERDÌ 9 APRILE – ORE 17
a un anno dalla morte di Salvo, compagno che ha lottato dentro e fuori le carceri fino all’ultimo respiro, in via dei Volsci, sotto la sede di Radio Onda Rossa

DOMENICA 11 APRILE – ORE 10:30
presidio con microfoni aperti davanti alla sezione femminile di Rebibbia (pratone) per portare i nostri saluti alle detenute

Chiunque abbia voglia di contattarci, può farlo a uno di questi indirizzi:

Punto Solidale, via Augusto Dulceri 211 – 00176 Roma
indirizzo mail: dulceri211[at]gmail.com

Assemblea parenti e solidali delle persone detenute

Link: Rete evasioni