UN ALTRO ARRESTATO PER I FATTI DELL’11 FEBBRAIO A BUDAPEST

Diffondiamo:

Questa mattina i carabinieri di Milano si sono presentati a casa di un nostro compagno, Gabriele, e lo hanno arrestato per i fatti dell’undici febbraio a Budapest. Per lui era stato emesso un MAE (mandato di arresto europeo). Gabriele si trova al momento nel carcere di San Vittore in attesa dell’udienza per l’estradizione.

Come ormai ben sappiamo i prigionieri in Ungheria non possono ricevere la posta se non dai contatti autorizzati per i colloqui. Mandiamo tanti telegrammi a Gabriele (ci mettono meno di cartoline e lettere) cosicché possa sentire calore e solidarietà finché è recluso in Italia.

Seguiranno aggiornamenti.

GABRIELE MARCHESI
CC DI MILANO SAN VITTORE
PIAZZA GAETANO FILANGIERI 2
20123 MILANO

TUTTX LIBERX


In seguito all’udienza del 22 novembre a Gabriele sono stati concessi gli arrestati domiciliari con tutte le restrizioni! L’udienza in merito all’estradizione verrà fissata per i primi di dicembre.

GABRI LIBERO
TUTTI LIBERI
TUTTE LIBERE


GABRI LIBERO! NO ESTRADIZIONE!

Nella notte fra il 20 e il 21 novembre Gabriele, un compagno di Milano, è stato arrestato e trasferito nel carcere di San Vittore. In seguito alla prima udienza, mercoledì 22 novembre gli sono stati concessi gli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, dove si trova ora. Su di lui pendeva un MAE (mandato d’arresto europeo) emanato dall’Ungheria per i fatti del febbraio 2023, quando alcuni neonazisti presenti a Budapest per commemorare il “giorno dell’onore” vennero attaccati.
Il prossimo appuntamento con la giustizia italiana per lui sarà l’udienza in corte d’appello, l’organo competente in materia di estradizioni, fissata per il 5 dicembre. In questa udienza si entrerà nel merito della decisione per l’estradizione. Esprimiamo la nostra totale solidarietà a Gabriele e rinnoviamo la nostra vicinanza a Ilaria e Tobias. Un pensiero di coraggio e buon augurio anche a tutte le compagne e i compagni tedeschi ricercati dalle autorità per questi MAE.
Mobilitiamoci ovunque affinché Gabriele non venga trasferito in una prigione ungherese dove, come se non bastasse, le condizioni detentive sono tra le peggiori in Europa.