PUGLIA: CPR BRINDISI RESTINICO – SALUTO ALLX RECLUSX LIBERTÀ PER LX RIVOLTOSX

Diffondiamo:

Sabato 12 Luglio alcunx compagnx sono statx al Cpr di Brindisi Restinco.

H. si trovava in isolamento e in sciopero della fame da 8 giorni e negli ultimi aveva anche smesso di bere acqua e di prendere la terapia.  Non faceva altro che dirci che stava morendo piano piano.

Giovedì ha iniziato a mangiare i tappi di plastica per protesta, ha chiamato un’ambulanza e nessuno è andato a soccorrerlo. Gli dicevano solo di “stare tranquillo”.  Anzi, un ispettore ha anche detto che “forse l’ambulanza ha qualcosa di più importante da fare.”

La sera, dopo una serie di pressioni che ha fatto durante tutta la giornata, e dopo aver ingoiato altri tappi di bottiglia, raccolti anche con l’aiuto dei compagni di sezione, è stato portato in ospedale.

Il giorno dopo H é tornato in isolamento e ha continuato a fare casino e a mangiare oggetti. La polizia e operatorx gli hanno sequestrato il cellulare per tutto il giorno, probabilmente per non permetterci di comunicare con lui e per non permettergli di chiamare le ambulanze.  Restituendolo solo la sera intorno alle 21 per un massimo di 30/40 minuti di chiamata.  Anche il giorno dopo, lo ha potuto usare solo la mattina e subito dopo gli è stato tolto per tutto il giorno impedendogli di nuovo di comunicare.

Lx compagnx hanno deciso di andare a parlare con chi in quel momento era direttamente responsabile della situazione di H e suo aguzzino. In quel lager è già morta una persona, e un’altra sta morendo ammazzata sotto gli occhi di tutti!!!

Uno sbirro e un operatore hanno cercato di convincere che tutto era fatto per il bene di H. Ci hanno detto che è voluto tornare lui dall’ospedale, rifiutando le cure e sminuendo la pratica autolesionistica come forma di protesta.  E che ha continuato l’isolamento perché era troppo agitato, il sequestro del telefono l’hanno prima negato e poi posti davanti all’evidenza l’hanno giustificato, dicendo che era per evitare che lo usasse per “farsi del male” (resistere). Chiaramente sappiamo bene qual è la verità, lx detenutx hanno dei telefoni personali e possono usarli come e quando vogliono, mentre li dentro quello che fanno sono solo abusi di potere.

Dopo pressioni e insulti sbirri e operatorx hanno deciso di far tornare H. dai suoi compagnx, che l’hanno convinto a porre fine allo sciopero.

Avvocato, operatorx, polizia si sono lamentati del fatto che H fa troppo casino, che si agita troppo, e questa cosa non gli permette di andargli incontro.  La loro pretesa è che lui, come tutti gli altri, stia zitto ad aspettare.  Come se fosse colpa sua se sta male, colpa sua se va in isolamento o se si agita, togliendosi da ogni responsabilità.

Mentre sono solo degli aguzzini, carnefici delle morti di stato che avvengono dentro questi lager; la morte arriva piano, le torture che gli infliggono non sono solo fisiche ma anche psicologiche.
L’operatore con cui abbiamo parlato, ha descritto il momento dell’assunzione della terapia come una ATTIVITÀ che lx reclusx svolgono durante la giornata . Come se fosse un gioco, o qualcosa di ricreativo, mentre viene usato per sedare ogni forma di protesta e non permettergli di reagire.

A prova di ciò, a maggio nel cpr di Brindisi Restinco è morto Abel, una persona nigeriana di 37 anni, di overdose da psicofarmaci.

Cercare di sostenere H. non era l’unico motivo per cui lx compagnx sono tornate a Brindisi (non che serva un motivo in particolare per andare sotto quei centri). Dopo le rivolte di Bari, 3 persone sono statx arrestatx, dopo essere statx trasferite in custodia cautelare nel carcere di Bari per 2 giorni sono statx processatx per direttissima.
Hanno tuttx e 3 patteggiato per 6 mesi (pensa sospesa) e sono statx tuttx portatx di nuovo in un Cpr.

J. a Palazzo S.Gervasio (liberato Venerdì)
S. e O. al Cpr di Brindisi.
Quindi dopo aver litigato al gabbiotto d’ingresso lx compagnx si sono spostate sul retro del centro da dove si salutano lx reclusx. Sappiamo che S. e O. stanno “bene” e che hanno sentito le urla di “Libertà!!”.

In questo periodo tantx detenutx sono piccolx e ribellx , vengono punitx perché hanno ancora la forza di lottare contro questo sistema. Hanno tanta forza di ribellarsi. E’ evidente la differenza, le persone più grandi recluse sono stanche. Il sistema di merda razzista reprime costantemente, e a lungo andare le forze per resistere finiscono.

“Lo stato mette il virus del razzismo e della divisione, non ci sono differenze, lo stato lo mette con televisione, loro sono un organizzazione mafiosa”.

Grazie a tuttx i rivoltosx, in strada, nelle carceri e nei Cpr.
Auguriamo una buona libertà a J e che arrivi presto anche per S.,O. e TUTTX!!🐦‍⬛🐈‍⬛

FUOCO AI CPR!!🔥🔥
ABEL VIVE!!🏴
SOLIDARIETÀ A LX COMPAGNX DENUNCIATE ALL’AEREOPORTO DI MALPENSA VENERDI 11 LUGLIO🖤🏴

UN CALZOLAIO VAL PIÙ DI RAFFAELLO

Diffondiamo sempre a proposito dello scandalo dell’eslcusione e dell’orrido “pamphlet” uscito di recente su qualche sito di area anarchica*:

UN CALZOLAIO VAL PIÙ DI RAFFAELLO[1]

Mi è sempre piaciuta la polemica, la trovo un’attività che sollecita la capacità di riflessione. Se vogliamo siamo anche pertinenti all’argomento tanto caro agli scriventi considerando che il termine deriva dal greco “πολεμικός” che significa “attinente alla guerra”. Ma lasciamo i sofismi agli intellettuali.

Voglio chiarire subito che non mi trovo a dover difendere nessuna Chiesa (non ero tra gli organizzatori/organizzatrici) ma nemmeno nessun Impero (non erano i tre moschettieri  al servizio di Luigi XIII nel romanzo di Dumas? Gli stessi che hanno consegnato Mylady al boia condannandola a morte per poi diventare uno un prete, uno un barone e uno un contadino – scegliete voi, che dite di essere contro la guerra ma vi firmate col nome di coloro che alla guerra partecipavano a fianco del re); preferisco, a livello ideale, appartenere a quel branco di selvaggi e selvagge dell’isola di North Sentinel chiamati dai dominatori Sentinelesi, popolo che nel novembre del 2018 uccise un missionario americano che voleva convertirli al cristianesimo, nel 2006 due pescatori di frodo arenatisi sulla riva delle acque intorno all’isola e che già dalla metà del 1800 rifiutavano i contatti con i funzionari britannici.

Mi pare di scorgere, nello scritto pubblicato, giusto una punta di livore per non essere stati “invitati”, in qualità di autorevoli pensatori in ambito anarchico, al dibattito sulla guerra delle ore 18 di sabato 6 aprile dal titolo _Estrattivismo: pietra angolare del capitalismo europeo in guerra. _Forse il tema per come era trattato, quindi nelle sue caratteristiche qualitative, non soddisfava i criteri della Santa Sede e se un argomento non viene esposto secondo le direttive della Dottrina vigente chiunque ne dibatta in termini differenti può essere tacciato di eresia … Un dubbio sorge: non è che forse sono stati loro stessi ad essersi sentiti esclusi perché hanno frequentazioni con persone responsabili negli ultimi anni   di atti autoritari nei confronti di compagne (alcune delle quali messe alla berlina con scritti indecenti) o loro stessi ne sono autori?

Se il fine non giustifica i mezzi per deduzione logica l’anarchia non può giustificare che certi libri – e i loro editori indicati come autori di violenze – seppur parlino di anarchismo, girino indisturbati in ambienti che hanno la velleità di dirsi anarchici. Immaginiamo però che _il compromesso_ sia una delle contraddizioni con cui questi saggi hanno imparato a convivere fino ad erigerlo ad _etica_. Conviene quindi attaccare chi prova a sollevare il problema della violenza di genere (non come_discriminante fondamentale_ – così suggeriscono Portos, Aramis e Athos – bensì come _presa in carico_ che gli organizzatori e le organizzatrici si assumono nello squarciare il silenzio che da troppo aleggia) invece che partire da sé e porsi la domanda al contrario: chi stiamo escludendo quando ad un’assemblea, un’iniziativa, una presentazione, un corteo è presente una persona che ha usato la violenza come mezzo di sottomissione e oppressione nei confronti di un’altra persona (se evitiamo il genere va meglio?). Chi stiamo escludendo quando non facciamo nulla per allontanare la prima? Che alternativa viene offerta a chi ha subito l’oppressione se non quella di stare nello stesso ambiente di chi l’ha costretta con la forza a subire un atto umiliante o andarsene?

Ed è in questo contesto che non è possibile un dibattito, come sostenete, perchè la vostra interlocutrice è spesso assente per mero spirito di auto-conservazione. E con quale insolenza potete chiedere un confronto (e spero non con i suoi detrattori) quando l’accusa è di infamia e menzogna?  Se concede a _chiunque_ la possibilità di esporne le proprie ragioni, perché non lo fate anche con quegli anarchici che sono interventisti? Perché non ascoltare sfruttatori e oppressori, anche loro avranno la loro buona dose di_ ragioni_ da esporre: quando un detenuto viene picchiato è perché ha aggredito per primo le guardie, quando una persona viene psichiatrizzata è perché è pericolosa per se stessa, quando un animale selvatico viene abbattuto è perché è diventato aggressivo nei confronti degli umani, quando una donna dice di essere stata abusata è un’amante rifiutata … insomma razionalmente hanno tutti le loro buone_ ragioni_, giusto?

Il metodo della Scuola di Atene si baserà sulle _ragioni_ del cervello e della conoscenza – davvero pensiamo sia tutto scibile, soprattutto all’interno di una relazione quando spesso nemmeno le persone direttamente interessate possono spiegare perché hanno tollerato abusi e umiliazioni? – Io preferisco il metodo anarchico fatto di calde viscere e cuori gettati oltre l’ostacolo ma anche di menti brillanti, mai arroganti, che quando è il caso con umiltà sanno ammettere i loro errori.
Cuori e menti aperti al continuo movimento perché sono i vecchi e nuovi poteri (anche anarchici) a voler mantenere l’ordine costituito, la stasi, il ristagno.

Come continuare allora ad essere quel flusso, quella corrente che evita la possibilità di divenire palude? Forse iniziando a chiedersi che ce ne facciamo di un anarchismo che non sa vedere la dominazione (nei casi noti di sesso maschile sul femminile)? Di un anarchismo che grida alle _prove _(purtroppo l’unico caso in cui si era tutti e tutte concordi che lei avesse subito un abuso era documentato da video che gli sbirri avevano trovato nei cellulari dei violentatori)_, _che pubblica _ritagli_ di lettere personali senza nemmeno il consenso di chi le ha scritte (pratica da solerti inquirenti), che mette in dubbio costantemente chi ha subito l’oppressione? Di un anarchismo che si fa forte del branco? Di un anarchismo che usa la parola _infamia_ come fosse senza peso? Di un anarchismo che continuare a servirsi di categorie sociali e non delle reali condizioni di oppressione individuale subite (in fondo siamo tutti anarchici, no? Solo che qualcuno ha abusato di qualcun’altra)? … evidentemente mi sfugge qualcosa … Se il fascismo è guerra lo è anche il sessismo, il patriarcato, lo specismo insomma ogni atto di dominazione è guerra mossa dai dom(in)atori verso i dom(in)ati.

Siete buffi, per non usare altri epiteti, quando riuscite a vedere la violenza di genere per mano dei “mostri sbattuti in prima pagina” nell’intera società civile ma non vi accorgete che ne avete uno seduto a fianco (è proprio il caso di dirlo!). Io credo che vivere da anarchici/anarchiche non sia insegnare agli altri/altre come farlo ma farlo in prima persona.

Già Malatesta nel lontano 1896 in una lettera scrisse _Oggi siamo in tanti a chiamarci anarchici, ma v’è spesso tra un anarchico e l’altro tanta differenza che ogni intesa è impossibile e sarebbe assurda … bisogna innanzitutto dividerci per poi riunire insieme quelli che sono d’accordo ed hanno un terreno comune di azione_. E ancora sulle pagine del giornale «L’Anarchia» si legge _Non pretendiamo che le idee qui esposte siano quelle di tutti gli “anarchici” … e non ci occupiamo nemmeno di sapere se siamo la maggioranza o la minoranza, se siamo molti o pochi. Il nostro scopo è stato quello di esporre le _nostre_ idee. Se questo deve determinare una scissione, che del resto esiste già da anni allo stato più o meno latente, che essa venga presto e sia ben netta, poiché nulla è più dannoso della confutazione e dell’equivoco._

Al netto della frase, che è inserita in un dibattito interno relativo alla questione organizzatori/anti-organizzatori, essa rappresenta una buona sintesi di quello che sta succedendo nel contesto contemporaneo nel territorio dominato dallo Stato italiano.

Ma torniamo alla guerra, quella _buona_ degli anarchici e delle anarchiche che non è contro coloro che non la pensano al medesimo modo ma contro chi favorisce forme di oppressione e chi le pratica, a prescindere che sia anarchico o meno. Non sono le parole che ci definiscono ma le nostre azioni se la nostra bussola è l’anarchia, se non capite quanto questo costituisca un problema di senso come potreste comprendere il resto?

[1] Tratto da un famoso aforisma dei nichilisti: Un calzolaio val più di Raffaello, perchè il primo fa delle cose utili, mentre che l’altro fa delle cose che non sono buone a nulla.


Link utili alla comprensione del testo:

https://ilrovescio.info/2025/07/01/da-pari-a-pari-contro-lautoritarismo-identitario/

https://ilrovescio.info/2025/04/02/lettera-aperta-sullinvito-alla-fiera-delleditoria-e-propaganda-anarchica-di-roma-di-juan-sorroche/

https://rome-anarchistbookfair.espivblogs.net/testo-di-posizionamento/

https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/04/07/la-disputa-del-sacramento/


https://brughiere.noblogs.org/post/2025/04/30/qualche-considerazione-sullo-scandalo-dellesclusione/

https://brughiere.noblogs.org/post/2025/07/18/a-due-a-due-finche-non-diventano-dispari/

SALUTO AL CPR DI BRINDISI RESTINCO

Diffondiamo:

Sabato 28 Giugno era stato chiamato un saluto al Cpr di Brindisi Restinco, in concomitanza ai presidi ai Cpr di Trapani-Milo e Torino.
L’ ultima volta che si era andatx lì fuori è stato a maggio in seguito alla morte di Abel (Mimmo per lx amicx) per salutare lx reclusx, per urlare che si sapeva la verità su quell’omicidio di stato e unire la nostra rabbia con quella dellx reclusx.
Il presidio è stato comunicato e pubblicizzato tramite una locandina pubblica ma senza comunicarlo alle merde.
Poco prima di arrivare al Cpr lx pocx compagnx che erano partite sono statx fermate da un posto di blocco di 2 macchine, dopo poco sono arrivate 3 macchine della Digos e altre volanti tra carabinieri e polizia.
Hanno preso i documenti di tuttx e hanno provato a fare una perquisizione della macchina e degli zaini personali, tutto mentre i digossini filmavano
All’interno della macchina é stato trovato uno striscione che hanno fatto tirar fuori per documentare il tutto
Alla fine del controllo un digossino ha intimato di proseguire sulla nostra strada ma senza fare quello che si aveva intenzione di fare, si è deciso di passare lo stesso in macchina davanti al cpr ma ancora una volta é stata bloccata la strada da una macchina dei carabinieri che ha occupato entrambe le corsie facendo gli abbaglianti, rischiando di far andare la macchina dellx compagnx fuori strada.
Una volta avvicinatx al cpr, il passaggio é stato bloccato una terza volta, si è riuscitx a vedere le decine di macchine di sbirri e una camionetta della celere schieratx in modo da imporre il saluto in una strada lontana dai moduli e chiusa da tutti i lati.
A questo punto lx solidalx hanno deciso di andarsene, con la promessa di tornare il giorno dopo anche se in meno persone.
Domenica 29 alle 3 del pomeriggio con il sole cocente, lx compagnx sono tornate sulla strada verso il cpr e con sorpresa si sono ritrovatx gli stessi poliziotti del giorno prima a bloccarx che nella frustrazione si sono dichiarati schiavi della digos che aveva lasciato loro sotto al sole brindisino. Stessa procedura del giorno prima, una volta finito il controllo ci si rimette in macchina direttx finalmente al cpr, determinatx a portare un saluto dentro in qualsiasi modo, anche soltanto con le urla. Il saluto è riuscito, anche solo con le 5 voci che c’erano, e nessun altro apparecchio, si è riuscitx a comunicare con dentro e ringrangraziare tuttx lx amicx dentro che ogni giorno lottano e con le loro proteste danno forza a tuttx noi ‘liberx’. Sono stati fatti degli interventi in cui si è ritenuto importante soprattutto ripetere il numero di telefono utilizzato per parlare con dentro perchè, per fortuna, la maggior parte degli amici che avevamo nel cpr di Brindisi sono usciti e perciò non avevamo quasi piú conversazione con l’interno. Proprio sotto le mura, in direzione della sezione A, li abbiamo dettato il numero: “3.. Vai.. 5 vaiii e cosi via”
Subito dopo ci sono arrivate 3 chiamate da nuovi numeri, e una chiamata da N.,che era un mese che non chiamava piu perchè aveva perso le speranze e non aveva neanche voglia di raccontarci cosa accade li dentro o chiedere qualcosa da portare con un pacco, ci ha ringraziato per essere tornatx li fuori.
Siamo molto contentx di come è andata, nonostante i bastoni tra le ruote e le provocazioni da parte della polizia, questo non sarà mai sufficiente ad isolare lx detenutx in ogni gabbia.
FUOCO AI CPR
FUOCO ALLE GALERE
VENDETTA PER ABEL! MIMMO VIVE!
PER TUTTE LE MORTI DI STATO
FUOCO ALLE LOCANDINE!
DIGOS BOIA NON SARAI AVVISATA, STAI IN ALLERTA!

AGGIORNAMENTO:
Ad oggi mercoledì 9 luglio H. e un altra persona sono in isolamento da giorni dopo aver provato a suicidarsi facendosi la corda.
H. era in sciopero della terapia e della fame, oggi ha smesso di bere anche l’acqua.
Da giorni ci dice che si sente morire piano piano.
Ogni tanto riusciamo a fargli ascoltare della musica tramite il telefono, unica attività possibile durante le sue giornate.
Da ieri sera in tanti hanno deciso di unirsi allo sciopero della fame.
La situazione come in ogni Cpr è disastrosa.

SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ CON H. E TUTTX LX RECLUSX.
SOLIDARIETÀ CON MOMOH PORTATO AL CARCERE DI BRINDISI DAL CPR DI RESTINCO.

CPR BARI PALESE: RIVOLTE, ARRESTI E FALSI ACCERTAMENTI.

Diffondiamo:

In seguito ai tre giorni di rivolte che hanno infiammato il Cpr di Bari Palese, 3 reclusx sono statx arrestatx in flagranza lunedì sera, “ultimo” giorno di rivolte.
I tre sono statx portatx al carcere di Bari e dopo 48 ore processo per direttissima.
L’accusa era di essere i promotori e gli organizzatori della rivolta, questo poiché risultavano i più violenti e ad unx in particolare è contestata la distruzione dei motori dell’aria condizionata posizionata vicino all’ingresso.
(aria condizionata ovviamente utilizzata solo negli uffici, con questo caldo speriamo che a sbirri e aguzzinx sia piaciuto il regalo!)
I tre hanno deciso di raccontare la loro versione e ammettendo i danneggiamenti e la rabbia espressa in quei giorni hanno deciso di spiegare le motivazioni e rivendicando, non l’organizzazione ma la partecipazione alla rivolta.(anche perché organizzare in tre una rivolta nata dal basso e che ha unito più di cento reclusx di nazionalità, età e contesti completamente diversi non sembra possibile neanche a unx stupidx giudice).
Quindi hanno raccontato delle torture, della sporcizia, del cibo immangiabile e speriamo che l’avvocatx gli abbiano permesso di raccontare il più possibile di ciò che accade lì dentro (ma guardando chi difendeva i tre ci sembra improbabile).
Alla fine tuttx hanno patteggiato per 6 mesi di reclusione trasformata in condizionale.
Il giudice dopo aver sentito i racconti ha deciso di trasmettere gli atti alla procura per verificare le condizioni del centro sulla base delle testimonianze, probabilmente inorridito dai racconti sentiti.
Così tanto preoccupato su come si sta in questi centri che ha deciso di rispedire tuttx e tre in un lager, e non un lager qualsiasi, ma due dei lager più punitivi d’Italia.
J. è stato mandato a Palazzo S. Gervasio (liberato Venerdì) e S. e O. sono a Brindisi.
Lx compagnx sono già statx a salutare S. e O. a Brindisi e torneranno presto a portarli forza!!
Un’ “inchiesta” da parte di un giudice dopo una rivolta era già stata fatta nel lontano 2010, ed è successo decine e decine di volte che giudici, procure e istituzioni di tutti i tipi, da giuristx a magistratx, da parlamentarx a espertx vari, hanno “provato” ad indagare sulle condizioni di questi centri.
Hanno “cercato” di scoprire ciò che è sempre stato sotto gli occhi di tuttx.
Sono più di 20 anni che fanno finta di provarci, sono più di 20 anni che l’unico modo per chiudere davvero i Cpr è col fuoco!🔥🔥
Non speriamo neanche che le carte arrivino davvero in procura, tanto sappiamo che non cambierebbe niente…

FUOCO AI CPR🔥
FUOCO AI TRIBUNALI🔥
SOLIDARIETÀ E LIBERTÀ ALLX RIVOLTOSX E A TUTTX LX RECLUSX
BUONA LIBERTÀ PER J.
S. O. NON SIETE SOLX!!

A DUE A DUE FINCHE’ NON DIVENTANO DISPARI

Diffondiamo:

A proposito di un orrido “pamphlet” uscito di recente su qualche sito di area anarchica*:

A DUE A DUE FINCHE’ NON DIVENTANO DISPARI

Tra il piagnisteo e gli atti osceni masturbatori senza consenso a mezzo stampa compiacente. cosa ci sarebbe di rivoluzionario?

Se ti credi Stirner e finisnisci per sembrare Pio e Amedeo versione giano bi-fronte (scusa la citazione generalista, adesso disambiguo: comici da prima serata di canale cinque divenuti paladini della libertà di abusare verbalmente) non sarà che ti devi ripassare l’analisi logica così la prossima volta riesci a spiegare perchè, in un testo lungo come un’agonia, passi dal mettere in discussione che un abuso sia avvenuto (perchè chi l’ha subito non ha fornito abbastanza PROVE), ad una supercazzola sull’ideologia woke?
non sarà che il borghese sei tu, quando scrivi quattro facciate solo per giustificare a posteriori il tuo diritto a stuprare? e peggio ancora, per avvisare a priori, tra le righe, chi deciderà di esporre gli abusatori di quali forche caudine l’aspettano?
non sarà che il borghese sei tu quando fingi stupore perchè addirittura lo stato, nei tribunali è più garantista verso gli stupratori, dell* compagn*? invertendo, ancora, causa ed effetto. Spero che tu l’abbia fatto intenzionalmente. non sarà che è arrivato il momento di smettere di delegare le tue filippiche e assumerti direttamente la responsabilità di questo logoro arsenale retorico con cui da anni torturi chi ha avuto la sfortuna di incrociare la tua strada, di leggerti, di accordarti fiducia?
non sarà che l’infame è chi, in ripetute comunicazioni tra il pubblico e l’informale, mentre sussurra accuse di estorsione, fornisce tutte le informazioni per identificare la sopravvissuta di un abuso?Dappertutto:”Dalla Questura al West” se fosse il titolo di un filmaccio. non sarà che non è manco la prima volta che ti sfugge una parola di troppo?
non sarà che chi pubblica questi rigurgiti di merda (“riceviamo e pubblichiamo “chapeu, Ponzio Pilato) potrebbe sfruttare meglio la propria propensione a confondere oppressi ed oppressori e ambire a testate più blasonate?

non sarà che addebitare alle persone stuprate e uccise la strumentalizzazione repressiva che il potere mette in campo sulla loro pelle serve a te e agli amici tuoi per fare finta che le lotte femministe e transfemministe non siano state tra le poche ad aver aperto una breccia nella risacca reazionaria, che proprio grazie ai compagni come te ci ha travolto, inermi. mentre te e quelli come te si facevano le pippe sui complottismi degli Illiminati che raccolgono i pompelmi coi droni?
e l’inquisizione che nomini lo sai chi ha sterminato a migliaia? te lo hanno spiegato?
perchè nomini violenze tra persone non etero cis, se si parla di un abuso per mano di un bianco etero e cis?
non sarà la stessa operazione che fa il potere quando giustifica la propria abiezione con la difesa dei più deboli,da cui avrebbe ricevuto mandato in bianco?
cosa ne sai delle alleanze e solidarietà tra il mondo queer e la resistenza palestinese che è riuscita a rompere la narrazione del pink washing di Isreale proprio contro quelli come te. Stavate aspettando con la bava alla bocca di poter ascrivere la complicità al genocidio tra i crimini del Transfemminismo.

come vedi non serve citare gli studies, per nominare tutte le violenze le prepotenze le bugie i ribaltamenti di senso a cui è disposto chi sente scricchiolare il privilegio su cui è appoggiato il proprio culo da teorico del pressappoco. le dita sporche di grasso dell’officina e dell’inchiostro del ciclostile anarchicissimo a macchiare le sudate carte. non frega un cazzo a nessuno di cosa ne pensi delle lotte de* altr* perchè i tuoi giornaletti non hanno cambiato mai una virgola delle ingiustizie di sto mondo, e fino ad ora sono serviti solo a te per dare aria alla bocca.

sai perchè parlo al singolare e mi rivolgo al singolare? perchè sei la macchietta del maschio violento e piagnone e io sono un* e mille. E sei circondato.


* DA PARI A PARI Contro l’autoritarismo identitario –  https://ilrovescio.info/2025/07/01/da-pari-a-pari-contro-lautoritarismo-identitario/

PUGLIA: RIVOLTE NEL CPR DI BARI PALESE E SALUTO ALLX RECLUSX

Riceviamo e diffondiamo

Sabato 5 Luglio tantissime persone detenute nel cpr di Bari-Palese sono salite sui tetti in segno di rivolta.
La loro richiesta era di parlare con la direttrice per le condizioni invivibili del posto, dal cibo scadente e avariato, la mancanza di pulizie e la violenza poliziesca. I detenuti protestano perchè sono stanchi di essere rinchiusi da svariati mesi in dei centri da loro stessi definiti “peggio di un carcere” per il solo motivo di non avere i documenti in regola. Durante la rivolta la celere presente non è intervenuta, immobilizzata dal numero cospicuo di rivoltosx. Quasi tutti i moduli hanno partecipato alla protesta, tranne il modulo 6 che non ha accesso al tetto, ma ha partecipato con uno sciopero della fame e una persona si é fatta una corda.

La notte di domenica 6 luglio, dalle 3 di notte alla mattina tanti moduli hanno preso fuoco, e stamattina in tantx sono tornatx sul tetto per protesta, bloccando tutti gli avvocati fuori dal Cpr e impedendo lo svolgimento delle udienze. Nel modulo 2 una persona è andata in overdose da metadone e dovrebbe essere stata portata in ospedale. Sempre nel modulo 2, una persona si è provocata dei tagli e due persone hanno provato a togliersi la vita impiccandosi; non ci sono riuscite e sono state portate via. La mattina di Lunedì 7 lx reclusx hanno deciso di continuare a protestare tornando sui tetti, bloccando l’accesso di tuttx l’avvocatx e quindi le relative udienze. I nostri amicx sapevano che stavamo arrivando a dargli supporto e nonostante il caldo torrido sono rimastx sui tetti.

Al nostro arrivo, ci hanno subito sentitx e rispostx, successivamente alcunx compagnx si sono accortx che salendo su degli ulivi li vicino si riusciva a vedere i tetti e anche i nostri amicx riuscivano a vederci. L’emozione e la felicità di poter guardare e parlare con le persone con cui  hai lottato per giorni e mesi è indescrivibile. La protesta e il presidio sono durate oltre 7 ore. In queste sette ora abbiamo potuto riconoscerci (associare voci e facce) e stringere ancora di più un legame di complicità con chi è reclusx.
La sera ormai stanchx, hanno deciso di fermare la protesta e tornare in cella per riposare. Purtroppo verso le 23 ci hanno chiamato per avvisarci che avevano arrestato tre persone per i fatti avvenuti durante le rivolte di questi tre giorni.
Non sappiamo se sono lx unicx e con quali accuse sono statx arrestatx.
Proveremo a trovarli e farli sentire che non sono soli!!
LA REPRESSIONE NON VINCERÀ SULLA RABBIA!!

I cpr sono dei luoghi di tortura, dove abusi di potere da parte delle forze dell’ordine, mancanza di trattamenti sanitari fondamentali e somministrazione di grandi quantità di psicofarmaci usati come sedativi rappresentano la quotidianità. A questi abusi i detenuti rispondono con le rivolte, ed é importante in questi momenti solidarizzare e appogiarli. Per questo un gruppo di solidali é stato ore sotto le mura del cpr in presidio, è stato su gli alberi, a salutare da lontano chi lotta ogni giorno contro un sistema che punta ad annichilirci tuttx.

SOLIDARIETÀ A CHI SI RIVOLTA!!!
FUOCO AI CPR!
MORTE ALLA POLIZIA!!!

AGGIORNAMENTO:
Oggi Martedì 8 nel modulo 7 alcune lenzuola e coperte sono state incendiate con la necessità di chiamare i vigili del fuoco per un intervento.
FUOCO FUOCO FUOCO AI CPR!!

CPR GRADISCA: I FUOCHI DENTRO E I FUOCHI FUORI

Riceviamo e diffondiamo

Continua la violenza per mano dello Stato nel CPR di Gradisca, tra caldo insopportabile e i diversi livelli di tortura a cui sono sottoposti i catturati dalla macchina delle espulsioni.

Manganelli sì, ambulanze no

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno nell’area blu si è verificato l’ennesimo pestaggio. A seguito di un litigio all’interno di una cella è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa picchiando i reclusi. Un prigioniero in particolare ha riportato diversi ematomi e graffi ben visibili su tutto il corpo e ha raccontato di esser stato picchiato anche in testa, da dietro. Come ormai avviene quasi sempre nel lager di Gradisca, nessun soccorso, nessuna visita, anzi, alle ambulanze non viene permesso di entrare, altrimenti “vedono cosa ci hanno fatto”. Viene chiamato il 118 da dentro, ma la chiamata viene passata ai carabinieri che affermano di non poter fare niente. Viene chiamato il 118 anche da fuori, ma comunque non arriva nessuna ambulanza. Da dentro sentono le sirene avvicinarsi e poi andarsene. Solo la sera tardi, dopo le chiamate esterne, il detenuto viene portato in infermeria, dove viene visitato per finta, senza venire nemmeno toccato, e gli viene dato un antidolorifico. Sta male, ha mal di testa, capogiri e nausea. Eppure lo lasciano lì. La stessa sera un altro recluso sta molto male, è malato da diversi giorni ed è stato imbottito di farmaci per “non farlo parlare”. Anche lui è stato visitato superficialmente qualche giorno prima, gli viene data prima una crema che peggiora la situazione, poi una puntura. Sembrerebbe essere scabbia. Un prigioniero che i giorni scorsi aveva bevuto dello shampoo ed era stato portato in ospedale, è ancora in attesa di essere visitato dallo psichiatra. La visita è stata fissata solo fra due settimane.

Dove non arrivano le botte, arrivano gli psicofarmaci

Le condizioni di “vita” sicuramente non sono d’aiuto: le celle sono sporchissime, gira la scabbia e altre malattie infettive, l’acqua non solo non è potabile, ma è anche calda ed esce direttamente dal muro perchè i rubinetti sono stati rimossi – probabilmente durante le rivolte precedenti – e i prigionieri attuali si stanno arranggiando attacando una bottiglia al muro a mò di rubinetto. L’acqua potabile che ricevono per ogni cella si limita a 6 litri due volte al giorno, chiaramente non abbastanza. Il cibo è quasi immangiabile, quando non ci vengono mischiati psicofarmaci. La pratica del rifiutare il cibo è sempre più diffusa.Le giornate sono calme, perché i reclusi sono stati pacificati “con le gocce”. C’è chi le odia e chi invece le accetta per calmarsi – i meccanismi di sopravvivenza sono molteplici e diversi fra loro, per qualcuno cambiano a seconda di come si sente quel giorno.

Le gabbie del campo sono roventi e le alte dosi di valium somministrate si uniscono al caldo asfissiante di questi giorni nel contribuire a soffocare ed abbattere sul nascere slanci di ribellione e resistenza. Molti dormono e basta, altri non riescono nemmeno a muoversi.Essendo il dolore, il malessere, i problemi di salute, di igiene, burocrazia et similia normale amministrazione, questi non bastano ad attirare l’attenzione di chi lavora nel CPR – l’unico modo sono gli atti di ribellione che non possono essere ignorat: autolesionismo, proteste del cibo, fuochi o rivolte continue che siano.

Infatti, alle 19 circa del 16 giugno viene acceso un bel fuoco, sempre nell’area blu, sembrerebbe per una richiesta di confronto con l’ufficio immigrazione. Poco dopo arriva un lavoratore con l’idrante a spegnere le fiamme, ma i danni sono ormai fatti. La notte successiva, tra il 17 e 18, un altro prigioniero bisognoso di cura psichiatrica si agita per vari motivi, tra cui il fatto che da tempo gli viene impedito di sapere il nome del proprio psichiatra. Viene portato in ospedale e dopo mezz’ora di nulla si taglia per poter finalmente essere visitato. Ad un certo punto si ritrova piegato e circondato:

—”Cosa state facendo?”— chiede.

—”Altri esami.”

—”Io non sono qui per fare altri esami.”

E dopo il dissenso arrivano le botte. Calci e pugni su un corpo già maltrattato, raggomitolato a terra. Poi arriva la puntura di sedativo, che lo farà dormire fino al pomeriggio del giorno dopo, l’istituzione medica sempre pronta al servizio della repressione.Racconta poi che gli sbirri gli hanno rubato le poche pastiglie della terapia che era riuscito a procurarsi da solo. Oltre a non sapere il nome di chi lo cura, non ha accesso ai propri certificati medici e prescrizioni e i guardiani della coop Ekene che gli danno le medicine nel CPR non seguono le indicazioni date dalla psichiatra del CSM. La sera il recluso si taglia di nuovo, questa volta per far arrivare l’infermiera e farsi dare la terapia di cui ha bisogno. Nel frattempo il recluso picchiato nella notte 12-13 viene ricoverato in ospedale e dopo qualche giorno riportato in CPR. Per una volta la visita dal medico sembra essere andata a buon fine, con la prescrizione di una terapia adeguata.

L’uso sproporzionato e pacificatore degli psicofarmaci è pratica quotidiana, indispensabile per poter anestetizzare e depotenziare chi rifiuta di piegarsi alla privazione della propria libertà, per annichilire in partenza ogni tensione alla ribellione e alla distruzione delle proprie gabbie. L’autolesionismo, recentemente strumentalizzato dai giornali per giustificare i pestaggi, è anch’esso uno strumento usato per ottenere ciò di cui si ha bisogno, come i fuochi.

Varie deportazioni e una fuga felice

Il 19 giugno un prigioniero marocchino sembra venire trasferito in un altro CPR senza preavviso, i compagni di cella non sanno dove: si scopre, alla fine, che si trattava di una deportazione, tramite volo di linea. Lo stesso giorno viene trasferito un altro detenuto. Il 20 giugno attorno all’ora di pranzo viene acceso un altro fuoco nell’area blu. Sembrerebbe in risposta alla minaccia di botte da parte di un lavorante.

Non si ferma, inoltre, la macchina delle espulsioni. Negli ultimi giorni è sicuramente partito un volo charter per la Nigeria: almeno cinque i prigionieri prelevati da Gradisca. Per l’Egitto la solita deportazione dell’ultima venerdì del mese è stata anticipata al mercoledì: da Gradisca, come in altri CPR, in piena notte sono stati presi alcuni reclusi egiziani e trasferiti a Roma Fiumicino, da cui è partito il charter per il Cairo, con scalo a Palermo. Ma, nella giostra di trasferimenti interni – quasi mai motivati ai prigionieri, ma rispondenti alle necessità di controllo, funzionamento e logistica dei campi (ad esempio, alcune celle dell’area blu sono al momento vuote per probabili lavori di ristrutturazione) – almeno un recluso è stato trasferito nella colonia CPR di Gjader. Di altri, sappiamo semplicemente che vengono prelevati, sequestrati nel sequestro, senza sapere la destinazione – altri CPR, un volo di linea – numeri di una macchina anonima che fa sparire persone dopo aver mediaticamente costruito e legittimato l’archetipo dell’altro/diverso, per definizione pericoloso, sulle esistenze delle persone migranti, degli “stranieri”.

Ma la macchina, come sappiamo, è tutt’altro che perfetta. Un ex-prigioniero marocchino proveniente dal CPR di Gradisca è riuscito a darsi alla fuga quando era in procinto di essere caricato su un volo di linea, all’aeroporto di Bologna. La notizia è uscita anche sui media di regime nazionali : una corsa, due guardie che arrancano e un fuocherello alle sterpaglie in questa afosa estate sono bastate a riguadagnargli la libertà.

Che la sua corsa possa continuare leggera! E quella di tutti e tutte verso la libertà!

Fuoco ai Cpr e a tutti complici del loro funzionamento

SULLE PERQUISE DEL 26 GIUGNO E RELATIVE INDAGINI APERTE

Riceviamo e diffondiamo

Scriviamo per portare solidarietà a tuttx Ix compagnx perquisitx (indagatx e non) all’alba del 24 giugno, in diverse parti d’Italia centro settentrionale: la maggior parte delle persone indagate sono compagnx della Romagna, e/o ci hanno vissuto, e ci pareva carino che partissero due parole proprio da noi, che stiamo e lottiamo e sudiamo in questa terra.

I fatti contestati sono l’incendio di due auto degli sbirri ferroviari nell’aprile del 2023 nel parcheggio della stazione di Rimini: azione che, benchè si spieghi da sola, fu rivendicata contro la violenza delle divise che, nella fattispecie sui binari, si occupano principalmente di schedare e acchiappare le persone migranti e si inseriva in una più ampia lotta contro il 41bis in sostegno allo sciopero della fame di quasi sei mesi del compagno anarchico Alfredo Cospito.

Quando delle perquisizioni arrivano a due anni e mezzo dal fatto contestato (a onor del vero un compagno, nuovamente indagato, fu perquisito anche all’indomani dell’azione) ci possiamo sbilanciare un tantinello nel dire che i nostri solerti Zenigata brancolano nel buio, ma dare addosso alle anarchici si casca sempre bene e il camerată Dambruoso (PM) cerca di fare carriera sulla pelle dex compagnx, complice il fatto che il potere in Italia forse non era mai stato così schiettamente fascista come oggi e che il clima di “guerra esterna” che stato e padroni stanno preparando necessita di nemici interni per compattare i ranghi, è una vecchia storia! E anarchicx, ribelli, dissidenze di genere sono sempre ottimi bersagli. Le indagini colpiscono 15 persone, di disparate provenienze geografiche, accusate di danneggiamento e incendio con aggravante di terrorismo: di certo sappiamo che hanno perquisito otto abitazioni tra Romagna, Toscana e Lombardia (non sappiamo tutt’ora per due indagatx come sia andata) e in taluni casi anche le automobili e c’è da precisare che varie persone non sono state trovate, oppure sono state trovate (e perquisite) il giorno dopo.

Nelle case e nelle auto perquisite hanno sequestrato principalmente materiale informatico (tutto quello che sono riusciti a trovare) qualche vestito (felpe nere col cappuccio ne vuoi?!) oltre che dimostrare una vera e propria ossessione per le “shopper”, sì, le sportine di tela.
Inoltre, per quanto ci è dato sapere, le guardie hanno filmato e fotografato grandissime quantità di materiale cartaceo: opuscoli, volantini, libri, riviste fino e forse soprattutto, diari e agende private, corrispondenza, quaderni di lezioni etc.

Questo aspetto ci pare confermi che una delle ragioni per le quali sono scattate queste perquisizioni sia l’aggiornare i database delle questure su legami, relazioni, questioni personali dellx indagatx.
Dalle carte che abbiamo avuto modo di vedere la notizia di reato, ossia la ragione scatenante che avrebbe dato il via alle perquisizioni, porta la data di quest’anno, il che fa supporre che per gli inquisitori nel 2025 è accaduto qualcosa che lega le persone indagate all’azione del 2023.
Purtroppo fino a che le indagini saranno aperte non ne sapremmo di più.
Intanto ci stringiamo attorno allx compagnx inquisitx, perquisitx e diamo la nostra disponibilità come Cassa Antirepressione a collaborare alle spese che si dovranno sostenere: sentiamoci!

La solidarietà e i legami che si creano con le lotte e nel condividere gli stessi sogni, non si possono arrestare, al massimo ci rompete
un po’ le scatole!

Morte all’autorità,
Viva l’Anarchia!

PER CONTATTI: capitanoacab@bruttocarattere.org

NOTTE DI ORDINARIA VIOLENZA: AGGIORNAMENTI SUL CPR DI PALAZZO SAN GERVASIO

Riceviamo e diffondiamo:

A Palazzo San Gervasio nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 l’elisoccorso ha raggiunto la struttura detentiva per portare in pronto soccorso reclusx che dopo aver subito pestaggi e ingerito detersivo erano in condizioni critiche di salute e venivano lasciatx agonizzare al centro della gabbia arancione dove si fa l’aria.
Dalla sera precedente quando un altro detenuto, dopo essere tornato dal pronto soccorso, è stato nuovamente male, le ambulanze non sono state chiamate e le persone tenute sotto sorveglianza in infermeria per evitare che le condizioni di salute potessero essere pubbliche. Alle chiamate delle persone recluse e di solidalx fuori, il 118 ha risposto dicendo che non si sa di cosa parla, che c’è del personale sanitario e che non si ha titolo per chiedere l’intervento.
La tensione provocata dall’ordinaria gestione delle crisi da parte di Officine Sociali, e la ricerca di invisibilizzazione di tutte le condizioni critiche è sfociata nelle proteste durate tutta la giornata del 20 giugno, a cui hanno provato a rispondere prima con gli psicofarmaci e poi con il peso dei manganelli, le botte, udite anche a telefono sono state generali, l’ingresso delle guardie in tutti i moduli ha fatto si che la tensione aumentasse.
Solo verso le due della notte del 21 le persone agonizzanti sono state portate in ospedale.
La responsabilità del personale sanitario degli ospedali regionali, che ignora la natura del lager con cui interagisce costruisce ancora una volta il sistema su cui Stato e Cooperative infliggono violenza sulle persone.
Una violenza che sfocia anche nel controllo e nelle minacce delle azioni di solidarietà portate da fuori, come pacchi trattenuti per ore solo per provocare e ricattare le persone detenute.
A palazzo ogni souvenir sparisce subito. Dentro si lotta. Ci dicono che stanno impicciati.

Officine Sociali, Guardie e Stato aguzzino
Occhi aperti nelle vostre notti di ordinaria violenza

Solidarietà con le persone recluse
Fuoco ai CPR


Puntata di Mezz’ora d’aria a cura dell’assemblea contro galere e cpr con all’interno aggiornamenti su Palazzo San Gervasio.
Qui l’archivio con le puntate precedenti.

Segnaliamo inoltre a Bologna:

Sabato 5 luglio al Lazzaretto autogestito, via Pietro Fiorini 12:
“A Palazzo San Gervasio c’è un lager di Stato”

PERQUISIZIONI ALL’ALBA A TRIESTE

Diffondiamo

Questa mattina alle 7 la questura di Trieste ha effettuato perquisizioni a casa di 11 compagne e in uno spazio ad uso di diverse realtà cittadine.

Nient’altro che l’ennesima operazione repressiva organizzata in grande stile, come dimostrato dal grande spiegamento di agenti e mezzi. I reati contestati riguardano il corteo antifascista del 25 aprile, e dimostrano la volontà politica di continuare a perseguire chi rivendica l’antifascismo come un valore della collettività.

Sospettiamo inoltre che siano state recuperate, dallo spazio di via del bosco, diverse cimici che sarebbero state poste in precedenza.

Comunque
SMRT FAŠIZMU
SVOBODA NARODOM
PALESTINA LIBERA