PRESIDIO IN SOLIDARIETÁ AI RECLUSI NEL CPR DI GRADISCA

Diffondiamo: 

Presidio sotto al CPR
Sabato 13 dicembre 2025, ore 17:00

L’ordinaria quotidianità del lager etnico di Gradisca continua a torturare, giorno dopo giorno, con le ormai note complicità delle istituzioni locali, dall’ente gestore Ekene (fresca di rinnovo dell’appalto, lo scorso giugno), all’azienda sanitaria locale – ASUGI – alla questura, alla prefettura, fino a  tutto quell’insieme di piccole e grandi aziende complici che ne permettono l’esistenza e la continuità del funzionamento.

Le testimonianze dall’interno rendono costantemente evidente la funzione dei CPR e le note brutali condizioni della detenzione amministrativa: sequestrare, recludere e torturare le persone senza documenti “rintracciate” sul territorio del nord Italia a partire dalle carceri, dai quartieri, dalle frontiere, ma anche dalle questure, dove molti vengono prima invitati per mezzo di vomitevoli inganni per essere poi trasferiti nei CPR.

I campi per senza-documenti sono i luoghi dove più si esercitano le politiche securitarie e repressive dello stato, per imporre la gerarchia della cittadinanza e il sistema razziale/coloniale dello sfruttamento. Espulsione, detenzione amministrativa e deportazione – i cui effetti devastanti sulle vite dei prigionieri si mostrano in tutta la loro durezza a Gradisca come in tutti gli altri CPR – sono gli apici della quotidiana violenza sulle persone razzializzate, possibili in virtù del sistema delle frontiere e della dominazione coloniale nelle terre “non bianche” del mondo.

È in virtù di queste gerarchie che ad alcune persone è riservato un destino di miseria e dominazione che, in alcuni casi, si conclude con la reclusione e la deportazione. Se solidarizziamo con la resistenza popolare alle retate di massa dell’ICE negli USA di Trump, abbiamo la stessa responsabilità anche dalle nostre parti, dove in forme non dissimili si compiono le stesse retate, le stesse deportazioni, la stessa violenza razzista.

Negli USA, come in Italia e in tutto l’Occidente, l’ordine economico del capitale  e gli apparati dello stato al suo servizio vogliono una popolazione migrante impaurita, ricattata, sottomessa, in modo da poterla sfruttare al meglio per la generazione di profitto a più livelli, utilizzarla come campo di sperimentazione di nuove tecnologie e pratiche di controllo e repressione – un domani eventualmente estendibili a tutti i potenziali nemici interni – e poterla gestire o eliminare qualora ritenuta d’intralcio rispetto alle contingenti esigenze della produzione o della tenuta dell’ordine dato.

In Italia, le più di 160 espulsioni “per motivi di sicurezza” dall’ottobre del 2022 e le detenzioni di Anan Yaeesh, Ahmad Salem,Mohamed Shahin, Tarek Dridi testimoniano tutte di un attacco – non più potenziale, ma già in corso – diretto contro componenti dissidenti o in lotta, all’interno del quale la detenzione amministrativa – grazie ai suoi specifici caratteri di arbitrarietà e flessibilità applicativa – completa e addirittura supera il ruolo di segregazione e intimidazione svolto dal circuito penale, avvicinando passo dopo passo le funzioni dei centri per le deportazioni di casa nostra a quelle delle prigioni amministrative nella colonia sionista di Israele, queste ultime esplicitamente finalizzate al tentativo di stroncare la resistenza all’occupazione.

Non va dimenticato che è nell’ambito delle aggressioni coloniali europee che è stato per la prima volta sperimentato il regime della detenzione amministrativa contro le popolazioni indigene, sempre allo scopo di un più efficiente sfruttamento e repressione: Israele è da questo punto di vista la punta avanzata nell’uso di questo strumento di guerra e reclusione etnica, a partire dalla repressione dei fronti della resistenza palestinese.

Le grandi mobilitazioni a sostegno della resistenza palestinese hanno squarciato il velo sulle complicità occidentali nel regime di genocidio e occupazione in terra di Palestina. Queste stesse complicità hanno permesso la costruzione della “fortezza europa” e del suo regime di oppressione razziale: stragi nel Mediterraneo, rotte tritacarne nei balcani, torture e morte nei CPR, esecuzioni nelle strade, senza dimenticare le complementari forme semi-detentive della cosiddetta accoglienza, sono il drammatico bilancio della guerra verso le persone migranti alle nostre latitudini.

Contro il colonialismo e la macchina delle espulsioni, siamo al fianco di chi vuole muoversi liberamente, dei reclusi e dei resistenti di Gradisca e di ogni luogo di privazione della libertà, che affrontano sulla loro pelle una guerra quotidiana.

Portiamo loro solidarietà e sostegno, mentre resistono giorno dopo giorno al razzismo di stato.

Solidali con i compagnx indagatx in Sardegna per la loro partecipazione alle lotte contro carceri e Cpr, la servitù militare imposta all’isola e razzisti e fascisti nelle piazze, e ai compagnx sicilianx indagatx e arrestatx nell’ambito dell’operazione “ipogeo” costruita attorno a momenti di conflittualità di piazza non delegata e non mediata contro il “Ddl sicurezza”.

Che cadano, pezzo dopo pezzo, le mura delle reclusione e le recinzioni dell’occupazione

Fuoco a tutte le galere

Per la libertà

Presidio in solidarietà ai reclusi del CPR di Gradisca – Contro lager, gabbie e strutture coloniali del razzismo di stato [13/12]

NAPOLI: PRESENTAZIONE NEXT STOP MODENA 2020 DI CLAUDIO CIPRIANI

Diffondiamo:

Presentazione del libro Next Stop Modena 2020. Viaggio tra le carceri – di Claudio Cipriani.

Sabato 13.12 h 18:00 a Santa Fede Liberata, via San Giovanni Maggiore Pignatelli 2, Napoli.

E’ giunto alle stampe il libro di Claudio Cipriani sulle rivolte nelle carceri del 2020, in particolare quella di Modena, e sulla strage di Stato che in reazione ne seguì, nella quale morirono 14 persone detenute.

Il libro non è unicamente testimonianza diretta di quei giorni dal punto di vista e di vissuto di chi era detenuto, ma mette altresí in luce, da un lato, le responsabilità dello Stato dinanzi all’ennesima strage passata sotto silenzio e la fisiologica brutalità del carcere; dall’altro, fa intravedere la possibilità concreta di mettere in pratica relazioni di solidarietà che possano rompere l’isolamento imposto e sovvertire la società carceraria in cui viviamo.

Claudio è tuttora recluso al carcere di Secondigliano e Stecco, che ha scritto la prefazione, al carcere di Sanremo. Ricordiamo inoltre che quest’ultimo è dall’8 novembre in sciopero della fame in adesione alla campagna Prisoners for Palestine, e che da qualche giorno gli è stata applicata la censura alla posta, motivata dall’aver denunciato le condizioni detentive del carcere in cui è detenuto. Che questo libro esca proprio nel giorno in cui gli è stata disposta, potrebbe rappresentare un segnale, a ricordarci che per questo Stato stragista, chi parla e alza la testa deve stare zitto.

Un buon motivo che a nostro avviso rievidenzia l’importanza di supportare la diffusione di ogni testo da dentro che racconti ciò che accade, che mostra la vera faccia dello Stato e della detenzione, non sottostando alle forme di censura più o meno implicita che vengono costantemente applicate.

Il libro è dedicato da Claudio alla memoria di Artur, Sasá, Hafedh, Ali, Slim, Ghazi, Lofti Bem, Erial, Abdellha, Marco, Ante, Carlo Samir, Haitem.

Durante la presentazione sarà possibile acquistare delle copie del libro, i cui proventi, per volontà di Claudio saranno destinati a sostenere la memoria delle persone morte in quelle giornate e loro familiari.

Solidali con chi si ribella da ogni galera e con lx prigionierx attualmente in sciopero della fame per la Palestina

https://jamme.la/event/presentazione-del-libro-next-stop-modena-2020-di-claudio-cipriani

PERUGIA: TRONCHESE. CONTRO LE SBARRE, DA ENTRAMBI I LATI

Diffondiamo da la Turba a Perugia:

Tronchese – contro le sbarre, da entrambi i lati.
Due presentazioni, due live, tante altre cose.
Domenica 7 dicembre 2025.

Scarceranda 2026 (alle 17h00)

Dal 1999 l’agenda contro il carcere, giorno dopo giorno. Scarceranda viene donata alle persone prigioniere che ne facciano richiesta o segnalate a Radio Onda Rossa, che provvede alla spedizione postale in carcere. Questo è possibile grazie al sostegno di chi, liberx, “acquista” Scarceranda: per ogni copia comprata fuori, una viene mandata dentro.

Potete contribuire alle edizioni future di Scarceranda con i vostri disegni e scritti: saggi, racconti, poesie, ricette culinarie (l’agenda ospita le Ricette evasive: di facile preparazione servendosi del fornelletto, pensate soprattutto per chi è prigionierx, riutilizzando parte del vitto fornito dall’amministrazione penitenziaria).

Se volete far giungere la Scarceranda in carcere a una persona specifica, potete comunicare a Radio Onda Rossa il nominativo dellx prigionierx e l’indirizzo, avendo premura di indicare la città, il carcere e possibilmente anche la sezione.

Perché di carcere non si muoia più, ma neanche di carcere si viva.

Mai farsi arrestare di venerdì (alle 19h00)

Un libro che sin dal titolo è un ottimo suggerimento, ma non solo. Mai farsi arrestare di venerdì. Memoir di un’esperienza carceraria con poesie d’amore verso la fine del mondo, di Sara Caterina Tzarina Casiccia, Eris edizioni.

Questo testo parla di carcere, di misure repressive, di corpi femminili e corpi che non sono liberi di muoversi, ma anche di lotta, di voglia di usare un linguaggio diverso per raccontare tutte queste esperienze perché a volte certe parole sono fredde e non riescono a rappresentare il proprio vissuto. È così che la saggistica si mescola con la poesia. Un modo per condividere il senso di solitudine, il sentirsi intrappolate, la sensazione di esilio che si vive quando non si è libere di spostarsi perché libere non lo si è completamente. Questo è soprattutto un racconto autobiografico, tra prosa, poesia e saggistica. Un memoir che parte da un’esperienza personale in carcere, in Spagna, non per far conoscere solo la propria storia, ma soprattutto quella delle altre persone che l’autrice ha incontrato tra le mura della prigione. Allo stesso tempo questa è una riflessione su che cos’è il carcere e cosa vuol dire starci dentro, riflessioni politiche, ma soprattutto umane ed empatiche.

Porque no estamos todas, faltan las presas – perché non ci siamo tutte, mancano le prigioniere.

Doppio concerto, perché galere e CPR non ne vogliamo più

ATSL – Attempt to Somebody’s Life (Firenze): presentano la loro nuova opera CYRENE. Non un semplice disco, ma un atto d’accusa e ribellione: un concept album imperniato, traccia dopo traccia, sulla denuncia dei crimini commessi contro i migranti nei lager libici.

Nueva Isla Kilombo (Perugia): spazio di resistenza e guerriglia sonora. Piccole sommosse rumorose e liberatrici.

A intervallare silenzio e rumore, cena benefit Radio Onda Rossa e ludopatia solidale con La Smorfiosa – tombola sovversiva autoprodotta.

Per tutta la durata dell’iniziativa, sarà possibile scrivere/disegnare contributi per Scarceranda 2027 in un ambiente tranquillo e fornito di materiale (se però vuoi portarne da casa torna sempre utile). Nello spazio è inoltre presente un angolo con buste, carta da lettere e un indirizzario il più possibile aggiornato per scrivere allx prigionierx.

TRENTO: BENEFIT NO PONTE E OPERAZIONE IPOGEO

Diffondiamo:

Domenica 7 dicembre – giornata di letture collettive e musichette benefit No ponte e operazione Ipogeo – Spazio Piera (via lavisotto 9).

Ore 13 .12 pranzone collettivo in sfamiglia (veg e gluten free).

Ore 15.00 lettura del libro “Stone Butch Blues” di Leslie Feinberg + improv musicale.

A seguire performance e musica di Sickness During Period e Leone Terzo.

Ci saranno anche -> distro – swap party – sfilata drag

Il ricavato andrà in benefit alle compagnx inguaiatx – Andre, Bak, Gui e Luigi liberx – liberx tuttx

PADOVA: CORTEO IN SOLIDARIETÀ AX COMPAGNX IN CARCERE, PER UN MONDO SENZA GALERE

Diffondiamo:

Il carcere è da sempre un luogo tetro, nato per rinchiudere le persone indesiderate alla società. O meglio a chi la società la controlla. I prigionieri per dissidenza sono tanto antichi quanto le stesse prigioni. La risposta dell’organizzazione statale (dalle monarchie assolutiste alle cosidette democrazie liberali) contro la lotta rivoluzionaria è sempre stata la stessa: carcere, carcere e ancora carcere. Se non addirittura morte quando le azioni degli insorti generarono una destabilizzazione politica tale che l’unico modo di recuperare il tanto amato ordine fosse l’esecuzione di chi si era reso protagonista di tale caos. Viviamo in un mondo in rapido cambiamento: l’avanzamento del tecnocontrollo che tutto domina e che tutto può, silenziosamente si inserisce in ogni spazio e in ogni dove. Nel frattempo grasse e grosse operazioni di polizia sceniche e scenografiche continuano a mandare dentro sempre più compagnx. Esemplare è il caso di Anan per il quale al rifiuto dei tribunali dell’estradizione in Israele per delle azioni di resistenza in Cisgiordania, lo Stato Italiano si è fatto, come fa sempre più spesso, tentacolo dell’entità sionista buttandolo in carcere. Un processo farsa dove prima si decide il reato di cui accusarlo e poi si capisce come renderlo colpevole.
Trasferimenti di carceri, testi della difesa rifiutati, tutto per cercare di spezzare i movimenti di solidarietà che si sono mossi per denunciare l’ennesimo abominio sionista in terra italiana. In fondo per quanto riguarda controllo e repressione l’Italia sta proprio imparando dai migliori, con arresti sempre più frequenti come le perquisizioni di questi mesi ci stanno dimostrando. Carcere facile e repressione facile. Ti metto dentro un paio di settimane giusto per ricordati dove devi stare nell’ordine delle cose che io presiedo. Un pensiero lineare e quanto mai onesto quello dello Stato, che, perlomeno, sta iniziando a smettere di cianciare di libertà per mostrarsi sempre più nella sua reale natura. Gli indesiderati, appunto, i più colpiti. E chi meglio di Tarek per esemplificare il tutto? Una persona di origine non italiana che il 5 Ottobre dello scorso anno si è rifiutato di accettare in silenzio il massacro sionista e alla vista della violenza dei servi in divisa ha risposto, come tanti e tante altre, ed è passato all’attacco. Per questo si trova ora da oltre un anno in carcere. Eppure Tarek è tutte noi, è quell’istante di rabbia che scoppia alla vista delle luci blu, è quell’attimo di coscienza che straborda e ci ricorda del perchè stiamo da una parte specifica. Quella della lotta. Quella della rivolta. Come non pensare quindi a quelle persone che per la lotta sono sepolte vive dentro le infami galere dello Stato?
Come Juan con fine pena nel 2045, accusato di alcune azioni, tra le quali un attacco alla POLGAI di Brescia, infame scuola di polizia di cui sono documentate le collaborazioni con i servizi di sicurezza israeliani. Come non pensare a Stecco in carcere e che, alla stesura di questo testo, si trova in sciopero della fame in sostegno ai prigionieri politici britannici che lottano contro l’accusa di terrorismo che l’entità coloniale inglese affigge loro per non accettare inermi il genocidio a Gaza. E ancora Alfredo, che nei prossimi mesi riceverà la riconferma del regime assassino del 41bis, nonostante nel processo che aveva fatto partire la misura cautelare, ovvero quello contro il giornale anarchico rivoluzionario Il Vetriolo, sia stato assolto da ogni falsa accusa che era stata mossa nei suoi confronti. Se lo Stato attacca bisogna rispondere con qualunque mezzo a propria dispozione, e uno dei mezzi che possiamo mettere in campo è la solidarietà alle persone rinchiuse.
Ribadiamo anche che noi siamo solidali con loro se innocenti e ancora più solidali se colpevoli. Per questo vogliamo che le strade di Padova si riempiano dei nomi dei compagni e delle compagne tenute in ostaggio dallo Stato italiano per la loro lotta partigiana, per urlare libertà per chi ha messo a repentaglio la sua.
Portiamo Solidarietà a tuttx i compagnx in carcere, portiamo la loro storia, il loro esempio e la loro voce in ogni angolo della città. Non vogliamo però dimenticare tutta la popolazione carceria ostaggio delle leggi di questo Stato. Il carcere e le sue appendici più infami come il CPR e il 41bis sono tortura, morte e abuso.
Contro ogni carcere e la società che ne ha bisogno, dalla parte dei compagni rinchiusi e dex detenutx tuttx scendiamo in piazza a Padova il 7 Dicembre per non lasciare indietro nessunx e per rivendicarci la libertà della lotta e la libertà dex compagnx.

Fuoco Alla Galere
Tuttx Liberx

CORTEO PER UN MONDO SENZA GALERE
DALLA PARTE DEX COMPAGNX RINCHIUSX PER LA LOTTA

PADOVA 7 DICEMBRE 2025
ORE 15:00 PIAZZA DELLA FRUTTA


Qui il testo in versione pdf

BOLOGNA: NON CI SIAMO TUTTX, MANCANO LX COMPAGNX INCARCERATX

Diffondiamo il testo di un volantino distribuito oggi 25 novembre a Bologna, nella giornata contro la violenza maschile e di genere.

La galera è uno schifo senza se e senza ma, come la società che ne ha bisogno, e di per sé non merita nessuna distinzione ulteriore, fra colpevoli e innocenti o fra categorie di persone. Ciò non toglie che esistono altre carceri dentro al carcere stesso:  in una civiltà ultra-capitalista ed etero-patriarcale, dove la giustizia è nelle mani di chi detiene i maggiori privilegi sociali ed economici, il carcere diventa lo specchio e l’ingranaggio che riflette, perpetua ed esaspera le oppressioni che viviamo e combattiamo “fuori”. Il metodo della segregazione è caro tanto allo Stato nelle sue galere, quanto al patriarcato dentro le mura domestiche. Le violenze subite a casa, in famiglia, sul lavoro, per le strade, sono connesse e si riproducono con la violenza dell’esperienza in prigione. Abusi, violenze, maltrattamenti, pregiudizi, misconoscimento costante… E’ ormai evidente come il carcere non solo non protegga nessunx di noi dalle oppressioni, ma come sia in realtà un meccanismo centrale nel riprodurle sulle classi subalterne, non solo su uomini migranti e poveri, ma anche e soprattutto sulle donne cisgender e trans, gli uomini trans, le persone di genere non binario, gender variant o intersessuali.

Siamo con tuttx lx reclusx che subiscono la doppia violenza del carcere. Con tutte le donne cisgender e trans detenutx, con gli uomini trans imprigionatx, con tutte le persone di genere non binario, gender variant e intersessuali reclusx.

Per alimentare il fuoco delle lotte e collegarle fra di loro. Contro ogni autorità e ogni forma di sfruttamento e oppressione.

CHE LA SOLIDARIETÀ FACCIA MACERIE DI OGNI GALERA

BOLOGNA: AGGIORNAMENTI SULLE ULTIME OPERAZIONI REPRESSIVE  AL SUD E CENA BENEFIT INGUAIATX NO PONTE E OPERAZIONE IPOGEO

Diffondiamo:

Mercoledì 26/11 ore 19:00 al Tribolo, via Donato Creti 69/2, Bologna.

– Il 9 settembre 2025 un’operazione della questura ha coinvolto diverse cittá con perquisizioni e arresti per colpire la lotta contro il ponte sullo stretto di Messina e tre compagnx, Andre, Bak e Gui, sono stati portati in carcere in via cautelare. Bak è statx arrestatx a Napoli e rinchiusx nel carcere di Poggioreale, Andre è statx trasferitx dal carcere di Bari a quello di Potenza come probabile ritorsione, mentre Gui è stato rinchiuso nel carcere di Varese. Tra le accuse, resistenza e lesioni gravissime. I fatti imputati si riferiscono al primo marzo 2025, giorno in cui un vivace corteo attraversò le strade di Messina per dire no al ponte sullo stretto. Dopo due settimane di detenzione preventiva in carcere ai tre compagnx sono stati riconosciuti i domiciliari con l’infame divieto di comunicazione con l’esterno e il braccialetto elettronico, in attesa del processo, previsto per il 17 dicembre.

– All’alba del 20 novembre con un’altra infame operazione, chiamata Ipogeo, la digos ha fatto irruzione nelle case di diversx compagnx a Catania, Palermo, Messina e Bari, compiendo perquisizioni a tappeto. Tredici compagnx sono stati denunciatx a piede libero, due compagnx, Luigi e Bak,  sono stati arrestati preventivamente e tradotti in carcere, rispettivamente a Brindisi e Catania. Unx compagnx è invece braccato da un  mandato di cattura europeo. Bak stava gia scontando una misura alternativa preventiva in relazione al corteo no ponte. Tutte le denunce si riferiscono al Corteo del 17 maggio a Catania contro il DDL sicurezza.

Su un’isola sempre più deserta che apre le sue porte solo a turisti e militari, con la base “americana” di Sigonella che non perde occasione di esportare democrazia a suon di droni, l’aeroporto di Trapani che si appresta ad accogliere a braccia aperte gli addestramenti dei piloti di caccia F-35, le due sedi di Leonardo S.p.a. a Palermo e Catania, il tutto condito e servito dal fantasma della grande opera strategica e militare del ponte, in un contesto di guerra aperta lo Stato colpisce con nuove operazioni repressive chiunque si oppone ai suoi piani di sfruttamento e dominio nella speranza di eliminare cosi ogni briciola di conflitto sociale al suo interno. Ci vediamo perciò mercoledi 26/11 al Tribolo per sostenere i/le compagnx colpitx, per condividere proposte e riflessioni e rilanciare le lotte.

Dalle 19:00 aggiornamenti sulle ultime operazioni repressive al Sud Italia, dalla lotta contro il Ponte, alla lotta contro il ddl sicurezza, l’economia di guerra e contro tutte le galere.

A seguire cena vegana benefit inguaiatx, birrette e tisanine.

Complici e solidali con lx arrestatx No ponte e operazione Ipogeo.

GUI, ANDRE, BAK E LUIGI LIBERX! TUTTX LIBERX, MORTE ALL’OPPRESSORE

Per scrivere ax compagnx reclusx:

Luigi Calogero Bertolani
C/o casa circondariale
Piazza Lanza 11
95123 Catania

Gabriele Maria Venturi
C/o Casa Circondariale
Via Appia 131
72100 Brindisi

MONTASICO: ECHI DAL SUDAN IN LOTTA

Diffondiamo:

Dal 2023 in Sudan è in corso una guerra civile tra l’esercito e le milizie RSF. Nelle0 ultime settimane la città di El-Fasher, nel Darfur, è stata conquistata dalle milizie RSF con massacri e pulizia etnica. Una guerra che ha fatto decine di migliaia di morti e milioni di sfollatx, e che ha soffocato nel sangue i movimenti che dal 2019 occupavano le piazze del paese contro il regime militare islamista, distribuendo pasti, medicinali e provando a immaginare un superamento del settarismo religioso, etnico e tribale. Ne parliamo il 30 novembre dalle 18, in collegamento con compagnx dal Sudan e dalla Francia. A seguire cena benefit per le compagnx in Sudan. Alla Bisaboga, Montasico, Marzabotto.


AGGIORNAMENTI SUL SUDAN: CHE LA RIVOLUZIONE SIA UN PUGNALE AVVELENATO NEL CUORE DEI TIRANNI

LECCE: ASSEMBLEA PUBBLICA SU CPR E FRONTIERE

Diffondiamo:

21 novembre ore 18.30
Zei Spazio Sociale
Corte dei chiaramonte 2 – Lecce

Assemblea aperta su Cpr e frontiere per confrontarci sulle esperienze di lotta passata e presente contro i Cpr pugliesi.

I CPR, sotto la formula della detenzione amministrativa, sono un modo per torturare e rinchiudere i corpi delle persone migranti.

La Puglia è da sempre un punto fondamentale per l’intercettazione, identificazione, smistamento e detenzione dellx migrantx.
Sin dalla nascita delle prigioni per migranti nel ’98, la Puglia ne ha ospitate sempre almeno una: Il Cpt di San Foca (chiuso nel 2006) e in seguito con i CIE di Bari Palese e Brindisi Restinco

Il 21 raccontiamo e ci confrontiamo sulle esperienze di lotta che ci sono state negli ultimi decenni contro questo sistema infame, dalla lotta al Cpt di San Foca e al Cie di Brindisi Restinco, fino alle esperienze piu attuali di lotta contro i Cpr di Bari e di Palazzo San Gervasio (Pz).

Presenteremo gli opuscoli:
“A Palazzo san Gervasio c’é un lager di stato”
“Esperienze di lotta dentro e fuori il cpr di Bari”