ROMA: FIERA DELL’EDITORIA E DELLA PROPAGANDA ANARCHICA [4-5-6 APRILE 2025]

Diffondiamo:

Fiera dell’editoria e della propaganda anarchica 4/5/6 aprile 2025
C/O STRIKE, via Umberto Partini 21, Roma.

E’ nel contesto di un tessuto sociale che fatichiamo a riconoscere come interlocutore, “neutralizzato” da quegli apparati del capitale impegnati a distorcere la propria immagine al fine di giustificare la corsa agli armamenti ed il raggiungimento della sovranità tecnologica, che tentiamo di riconoscerci come elementi di sovversione anarchica.

Tentiamo di comprendere e dissipare quelle massicce gettate di fumo negli occhi di chi, attorno a noi, conformatosi ai canoni narrativi della società politica, si avvicina sempre più prepotentemente ad una visione della propria identità basata su retoriche reazionarie e sovraniste. Imperversa quel sentimento emergenziale su cui si fondano le mosse di governi che, strumentalizzando fenomeni diffusi o avvenimenti circostanziali, persistono in un processo volto ad instaurare lo spettro dell’insicurezza generalizzata, di una “deriva criminale” della marginalita’ sociale, creando così le basi che assicurino una tacita accettazione di continue riforme repressive. Esili, invece, ci appaiono le voci di dissenso che fanno perno su un’inconciliabilità strutturale e totale nei confronti di quegli stati che, se silenziosamente rispolverano le vesti di un imperialismo colonial-estrattivista, si esibiscono intanto in amplessi corali ammantati da “volontà” direzionate ad un illusorio benessere collettivo.

Ad orecchie ben allenate giunge la disturbante dissonanza di un’esibizione che annaspa, di un fronte atlantista che continua nella sua opera d’assopimento con le favolette della non-violenza mentre arma di tutto punto il conflitto ucraino e supporta il genocidio del popolo palestinese; di una fortezza europea che si cimenta in un’alternanza di volti umani e caritatevoli (baluardo di un modello democratico ormai desueto) e di posture muscolari e compatte, pronta ad ogni evenienza di fronte al ritrovato nemico esterno. L’implemento della macchina repressiva che ha gettato a pioggia reati associativi negli ultimi anni e che si riscopre adesso concentrata sui “reati d’inchiostro”, è proporzionale al livello di credibilità che l’apparato statale può permettersi di perdere in un momento storico di tale stampo.
Ci imbattiamo, ad esempio, in uno stato italiano che mira, come nel caso del trasferimento di Alfredo al 41BIS, alla soppressione di una propaganda che dia luce al proprio agire, mettendo a tacere e rendendo innocux x “facinorosx della penna”: deviatx e devianti “istigatorx delle masse” provenienti dal movimento anarchico… movimento che, si concorderà, trova attualmente difficile istigare perfino se stesso, inducendoci a riflettere sulle motivazioni della nostra odierna inefficacia e sulle nostre enormi contraddizioni.

L’ingrossamento delle fila di un esercito da parte di presuntx anarchicx, il divario instauratosi a partire dalle risposte date a quell’esperimento di controllo totalitario chiamato pandemia e l’intramontabile oscurantismo reazionario della corrente anti-femminista (riscopertasi queer-transfobica ove accompagnata dalla -più che mai necessaria- critica antitecnologica) sono solo alcune di quelle antinomie che si stagliano a monito nel ricordarci che in questo stagno intorbidito non c’è ossigeno per tuttx. Non c’è e non ci potrà essere alcuna imposta comunanza a priori che non ci trovi succubi di un tensione repressa, smantellata della sua estasi distruttiva o mutilata della gioia della complicità. I perché della nostra inefficacia in questo presente, dove il mondo assume le sembianze tanto più reali (e quanto meno colte) del malanno tecno-militar-capitalista, sono da ricercare anche in questo, anche e soprattutto rivolgendo lo sguardo al nostro interno, alle nostre contraddizioni, al nostro sentire come movimento rivoluzionario e al nostro chiederci per chi, oggi, ascoltare il richiamo all’azione. Per noi stessx in prima istanza? Per chi sentiamo vicino come compagnx? Per chi riconosciamo come oppressx? Per il solo amore del nostro mondo di rabbia che ci trova affini nel convergere all’attacco di questa società?

E’ per condividere le risposte a queste domande, per consolidare, creare e riscoprire i sentieri dell’affinità che ci fanno percepire come consapevolmente unitx (o volutamente divisx), che pensiamo importante una fiera dell’editoria. Senza discussioni e dibattiti su quelle che sono le nostre idee, la nostra storia e i nostri sogni rischiamo infatti di diventare solo un’altra porzione del mondo antagonista: settario, ideologico, identitario, definitivamente inoffensivo perché soggiogato al pensare politico e non inebriato dal sogno sovversivo. Un libro, un dibattito e un linguaggio che, tramite la nostra pubblicistica, si fa collettivo favorendo la cospirazione è mai più d’oggi necessità volta a distruggere l’avvenire che ci viene prospettato, per accelerare la schiusa dell’azione da quella crisalide che chiamiamo parola.
Quello a cui miriamo e’ un momento di incontro con compagnx di diversi contesti, che tenti di abbattere i confini, anche quelli culturali e linguistici e che tenda verso una crescita qualitativa nella condivisione di analisi ed esperienze che travalichino i nostri orizzonti territoriali apportando così nuovi stimoli al nostro desiderio di sovversione. Riprendiamo in mano lo strumento della solidarietà anarchica, per spezzare l’isolamento in cui x prigionierx sono costrettx e intrecciarci con proposte di lotta in corso altrove per moltiplicare le potenzialità del nostro intervento, nell’ottica d’una concreta progettualita’ che non conosca frontiere.

Tessiamo le reti della complicità per tornare a scorgere gli sfumati contorni della volontà liberatrice tra le fosche tinte dell’esistente.

Di seguito il blog di riferimento della fiera su cui verranno pubblicati il programma e altri materiali utili:

TESTO DI PRESENTAZIONE FIERA DELL’EDITORIA E DELLA PROPAGANDA ANARCHICA, ROMA 4-5-6 APRILE 2025

ROMA: PRESIDIO AL CPR DI PONTE GALERIA

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Domenica 2 febbraio ore 15.30
Presidio davanti alle mura del cpr di Ponte Galeria

Torniamo lì, dove il ferro e il cemento segnano l’invisibilità di chi è reclusx per il solo fatto di esistere, per non essere natx nel luogo giusto. Torniamo davanti alle mura del CPR di Ponte Galeria per essere fianco a fianco di chi, dentro e fuori quelle mura, combatte ogni giorno contro l’annientamento che lo Stato infligge con il razzismo e l’esclusione.

Lo Stato sta affinando la sua guerra e lavora con nuovi strumenti per segregare, selezionare, controllare ed espellere. Il decreto Cutro trasforma ogni angolo della città in un potenziale campo di concentramento. Ogni stanzino di un edificio pubblico può diventare un temporaneo luogo di prigionia e tortura. Deve vincere l’isolamento per evitare che le persone si organizzino insieme, nelle rivolte e nelle evasioni. Ecco che il CPR di Gradisca d’Isonzo, come sta avvenendo nelle ultime settimane, ci parla di dignità, di una parte di popolazione che resiste e un’altra che opprime.

Il razzismo sistemico si riproduce ogni giorno. Ogni volo di linea è un luogo in cui può avvenire un’espulsione e ogni espulsione è questa società che si riproduce nel nome della sicurezza come strumento di propaganda.

Ogni operazione di polizia, ogni retata in quartiere o nelle campagne, è la propaganda del razzismo che si alimenta sulla vita delle persone: è la politica di questo governo, è la natura della sua democrazia.

Ogni zona rossa vuole essere una prigione sotto il cielo. Uno strumento pensato per legittimare sempre più l’uso della polizia e della sua violenza. Lo abbiamo visto a Corvetto, dove il quartiere è diventato una cassa di risonanza per giustificare gli abusi della polizia, ma nello stesso tempo grido di riscatto e coraggio. Dove ogni corpo, ogni volto, viene sottoposto alla violenza del razzismo e della conseguente criminalizzazione. Tutto per difendere la sicurezza dei ricchi di continuare a sfruttare, tutto per alimentare la guerra contro chi non ha diritto di esistere dove ha scelto di stare.

A Quarticciolo la guerra assume l’altra faccia della stessa medaglia. La polizia, le retate, i modelli Caivano, le deportazioni: una guerra che fa leva sull’umiliazione, sulla separazione, sull’esclusione. È la guerra dei governi, la guerra sulla pelle di chi non può essere altro che una merce da spostare, da annientare, da sottomettere.

A chi si ribella, a chi prova ad alzare la testa, lo Stato risponde con la sua violenza. La risposta è un corpo strappato via dalla vita, deportato in un lager legalizzato, pestato e torturato affinché non si ribelli, affinché non sia di esempio.

Vogliamo tornare là, davanti alle mura di Ponte Galeria, dove l’unica sezione femminile del Paese è chiusa in un angolo dimenticato posto ai confini della città.

Per sostenere le resistenze quotidiane di chi è reclusx, chi lotta ogni giorno per la propria libertà, per la propria dignità. Vogliamo tornare là per dire, ancora una volta, che non avranno il silenzio di cui necessitano le torture.

Hanno un solo nome: infami.

Vogliamo tornare davanti alle mura di Ponte Galeria, dove ogni giorno si riscrive la storia di chi rifiuta la prigione: nelle sezioni che prendono fuoco, nelle evasioni, nella dignità della vita in un sistema di morte.

FREEDOM HURRIYA LIBERTÀ

Assemblea di solidarietà e lotta

CATANIA: ORIZZONTI DI GUERRA

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CONTRO GUERRA E GENOCIDIO COMPLICI CON I DISERTORI DI TUTTO IL MONDO

Cosa fare contro la progressiva militarizzazione delle nostre città?
Cosa fare contro un genocidio avvenuto in diretta social con l’aiuto di tutto l’Occidente?
Come supportare la diserzione ed entrare in complicità con i disertori di ogni Paese?

Le forme di governo “democratico” e le basi del diritto internazionale che le hanno supportate, dal secondo dopoguerra in occidente, stanno collassando sotto i colpi delle eccezioni e delle emergenze. La trasformazione sistemica in atto non sarà silenziosa e indolore, ma si sta già esprimendo attraverso il crescente bellicismo. Ne parliamo alla L.U.P.O. insieme a realtà e soggettività che hanno approfondito sulle tematiche di guerra, diserzione e militarizzazione dei territori. Dal ponte sullo Stretto alla Striscia di Gaza, dalla nuova finanziaria al disegno di legge sicurezza, impossibile ignorare che: LA GUERRA È QUI, IMPARIAMO A SABOTARLA!


PROSSIMI APPUNTAMENTI

Venerdì 31 gennaio:
presentazione dell’opuscolo “Primi passi attraverso il ddl sicurezza verso uno Stato di guerra” a cura di Materiale Piroclastico e con la presenza della Rete No DDL Catania

Sabato 8 febbraio:
presentazione dell’opuscolo “Contro la guerra, contro la pace. Note sulla diserzione dell’esercito ucraino” a cura di Torino Diserta – discussione con alcune autrici ed Antonio Mazzeo

Sabato 15 febbraio:
Presentazione dell’opuscolo “Non è forse questa guerra?” a cura di alcunx compagnx sicilianx e presentazione del Carnevale No Ponte

Venerdì 21 febbraio:
presentazione della rivista “Pensiero Critico n.3” a cura di Terre In Moto: discussione con gli autori

UN LIBRO SOSPESO CONTRO LA REPRESSIONE

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Un libro contro la repressione è un’iniziativa che si rivolge a donne, persone queer e trans che vivono una situazione di repressione. L’iniziativa nasce dalla necessità espressa da alcune persone detenute di ricevere materiale di lettura che racconti storie in cui ritrovarsi, dalla narrativa alla saggistica alle fanzine. Materiale transfemminista e queer che faccia sentire meno solx le persone detenute e per sentirci tutt3 parte di una collettività che resiste. Perché siamo donne e persone trans e queer per cui la comunità è vita e salvezza in un mondo che vorrebbe vederci estint3 o sottomess3. Perché viviamo sulla nostra pelle la violenza del patriarcato e del mondo cis-etero-normato, di cui il carcere rappresenta una delle materializzazioni più brutali.

Vogliamo quindi esprimere la nostra vicinanza e presenza a quell3 di noi che si trovano a vivere la repressione sulla propria pelle, facendo sentire loro che una comunità esiste e non si dimentica di quello che accade oltre quelle mura.

Il carcere è un luogo di repressione, privazione ed esclusione sociale. Il totale isolamento e invisibilità a cui lo stato condanna le persone recluse nelle prigioni e quelle colpite dai dispositivi repressivi sempre più capillari si configurano come una pena nella pena, un tentativo di togliere la voce a chi vive la repressione sulla propria pelle. Allo stesso tempo anche la solidarietà è nel bersaglio del controllo statale, in un crescendo di provvedimenti che puntano a fiaccarla, disincentivarla e reprimerla, da ultimo il nuovo DDL 1660 in materia di sicurezza che si appresta a essere approvato in via definitiva dal parlamento.

In questo scenario crediamo sia fondamentale mantenere viva e alimentare la solidarietà con chi è colpitx dalla repressione, a partire dalla nostra comunità.

Se vuoi partecipare all’iniziativa “Un libro sospeso contro la repressione” puoi comprare un libro o lasciare un buono regalo dell’importo che preferisci presso le seguenti librerie:

Antigone Roma: Via dei Piceni 1, Roma

Antigone Milano: Via A. Kramer 20, Milano

Provvederemo noi a inviare i libri raccolti a donne, persone queer e trans recluse in carcere o colpite dalla repressione: grazie alla collaborazione con compagn3 e realtà associative sparse per l’Italia stiamo, infatti, raccogliendo una serie di contatti a cui inviare i libri.

Se sei in contatto con una o più persone a cui vorresti che inviassimo uno dei libri dell’iniziativa (o anche un libro specifico), faccelo sapere o passa in libreria!

Per maggiori info e per contattarci:

roma@libreriantigone.com


Libreria Antigone Roma

Ragione sociale: Libreria Antigone MFM S.A.S. di Sposato Federica & C.
sede operativa: via dei Piceni 1, 00185 Roma
sede legale: Via Palmiro Togliatti 595 -00172 Roma
telefono: 06270481
Codice Fiscale: 16334601008
P.IVA: 16334601008
pec: libreria.antigoneroma@legalmail.it
codice univoco: T9K4ZHO

Libreria Antigone Milano – Roma
info@libreriantigone.com
roma@libreriantigone.com
eventi@libreriantigone.com

FORLÌ: PRESIDIO ITINERANTE CONTRO IL DDL 1660 (E PROSSIMI APPUNTAMENTI)

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Sabato 8 febbraio 2025
Presidio itinerante contro il DDL 1660
ore 16.00, Piazza Saffi, angolo C.so Diaz (Forlì)


UN VERO E PROPRIO CAPPIO INTORNO AL COLLO!

Partiamo da una convinzione: l’Italia è già uno stato di polizia! La quantità e pervasività di corpi armati, controlli, telecamere e soprattutto la gestione poliziesca di qualsiasi aspetto della vita sociale (dai “rave party” alle manifestazioni politiche trattate come questione di ordine pubblico), fanno di questo Stato un esempio securitario invidiato dai governi di tutto il nord globale.

Non è soltanto il fatto che poliziotti, carabinieri e militari siano sempre più intoccabili dal punto di vista legale (e se ammazzano un 17enne speronandogli lo scooter diventano loro le vittime!) ma è la mentalità stessa che si è ormai imposta che proibisce ogni slancio vitale, ogni insubordinazione, ogni creatività.

Questa è la repressione: imporre la tristezza della sopravvivenza col ricatto della legge e del manganello.

Siamo anarchicx e crediamo che ci si possa benissimo accordare tra simili, senza capi e senza Stati, perciò ogni legge imposta dall’alto è un sopruso per noi, ma il DDL1660 – così come la proposta dello “scudo penale” per le forze dell’ordine accusate di reati (in pratica l’impunita, ora dichiarata) – vuole sancire effettivamente lo stato di polizia (che sia quello di mussoliniana memoria o se preferite dei colonnelli in Grecia, dei generali in Sud America o della Russia di Stalin).

CRIMINALIZZAZIONE della protesta pacifica (perfino lo sciopero della fame in carcere), aumento delle pene per blocco stradale (per esempio un picchetto di lavoratori in sciopero), carcere per chi possiede scritti che trattino di tecniche di sabotaggio (per esempio TUTTA la letteratura sulla guerra partigiana), detenzione per le madri incinte o con figli piccoli, estensione del DASPO Urbano (inaugurata nel capodanno 2024/2025 con le zone rosse in varie città italiane), possibilità di detenere armi da fuoco fuori
servizio per le forze dell’ordine, impunibilità per gli appartenenti ai servizi segreti che compiono o dirigono atti di terrorismo e stragi …sono solo alcuni degli aspetti che rendono questa legge cosi pericolosa.

SCENDERE IN STRADA NON PER CHIEDERE AI NOSTRI OPPRESSORI DI RIVEDERE LA LORO LEGGE: NON ABBIAMO NULLA DA CHIEDERE A CHI CI COMANDA, MA PER RISCOPRIRE LA FORZA DELL’UNIONE NELLA LOTTA E LA BELLEZZA DELLO STARE ASSIEME PER UN IDEALE: LA LIBERTÁ.

SCENDERE IN STRADA PERCHÉ LE STRADE NON SIANO SOLO DI CHI SORVEGLIA, PUNISCE O DI CHI COMPRA E PUBBLICIZZA, MA ANCHE DI CHI HA SOGNI E RIVENDICAZIONI, PRIMA TRA TUTTE UNA VITA PIÚ DEGNA DI ESSERE VISSUTA!


PROSSIMI APPUNTAMENTI:

Sabato 22 Febbraio 2025
al Circolo arci Asyoli
c.so Garibaldi n. 280 – Forli
Ore 17:30 – Presentazione dell’opuscolo
“IL RUOLO DELLA PSICHIATRIA
NELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA.
con i/le curatorx del Collettivo Antonin Artaud di Pisa.
Seguirà buffet Vegan.

Giovedì 13 Marzo 2025
al Circolo arci Asyoli
c.so Garibaldi n. 280 – Forlì
Ore 19:30 – Aperitivo Vegan
Ore 20:30 – Presentazione del libro “Pane e Rivoluzione. L’anarchia migrante (1870-1950)
Ed. Eleuthera
con l’autore Antonio Senta.

Giovedi 27 Marzo 2025
al Circolo arci Asyoli
c.so Garibaldi 280 – Forli
Ore 19:30 – Aperitivo Vegan
Ore 20:30 – Presentazione del libro
“Iris Versari. Una biografia partigiana”Ed. Il Ponte Vecchio
con l’autrice Sandra Bellini.

samara@inventati.org

PIACENZA: PRESIDIO AL CARCERE [26 GENNAIO]

Riceviamo e diffondiamo

Domenica 26 gennaio torniamo sotto le mura del carcere di Piacenza per portare un saluto a tutte le persone recluse.
Complici e solidali con Dayvid, compagno che sta scontando in questo carcere una condanna per devastazione e saccheggio di oltre 6 anni per gli scontri avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011.

Libertà per tutt
Fuoco alle galere

BOLOGNA: SENZA CHIEDERE PERMESSO FEBBRAIO 2025

Diffondiamo:

Giovedì 6 febbraio 2025 sedicesima edizione!

Dalle 17 si aprono le danze: allestimento del mercatino, birrette e microfono aperto.

Dalle 19:30 chiacchiere e riflessioni a partire dall’opuscolo “NON È FORSE QUESTA GUERRA?” con alcunx compagnx sicilianx. Dal progetto ponte, alle “smart cities” sino agli interessi che si cuciono sui corpi reclusi, migranti, arginati, carcerati. Un opuscolo per condividere saperi e percorsi di significazione verso una più fitta condivisione di pratiche, per un’azione sempre più di massa e sempre meno mediata da strutture di delega e rappresentanza.
L’occasione vuole anche essere un invito ad individualità, collettivi, affinità, lotte territoriali e libidiche alla prossima mobilitazione NoPonte che attraverserà le rive dello Stretto nel periodo carnevalesco. Un invito all’incontro di pratiche e pensieri perché tuttx lottiamo contro lo stesso “gelido mostro”.

Dalle 20:30 cena per sostenere il progetto di una casa aperta, complice e solidale nelle prealpi varesine. Difendiamo dal pignoramento e dalle more spazi amici dove esprimerci, ritrovarci e organizzarci, fuori delle pressioni e dalle logiche del sistema.

Con noi dal pomeriggio Equal Rights Forlì, distribuzione di materiale antispecista e non solo (libri, opuscoli, musica, magliette, etc.) dal 1996

A scaldarci come di consueto caldo vin brulè benefit prigionierx e inguaiatx!

Distro e banchetti come se non ci fosse un domani, musichette fino a mezzanotte.

https://mercatinoautogestito.noblogs.org/post/2025/01/14/senza-chiedere-permesso-febbraio-2025/

MESSINA: ORGANIZZIAMO INSIEME IL CARNEVALE NO PONTE!

Diffondiamo da Stretto LibertAria

DOMENICA 19 GENNAIO h 11.00 – ex Seaflight (Messina)

organizziamo insieme il CARNEVALE NO PONTE!

🏴‍☠️🏴‍☠️🏴‍☠️

Il ponte è già qua: espropri, opere propedeutiche, sottrazione di risorse e repressione. Un’idea di progresso che se ne infischia delle nostre vite.

Per ribaltare questo scenario e far sì che non si ripresenti mai più, abbiamo bisogno di capovolgere prospettive, ricontattare energie, immaginare mondi nuovi, creare relazioni differenti.

E allora… CARNEVALE!👹

La festa popolare, eretica, liberatrice, che dissacra, rovescia, si fa beffe del potere, la festa del tempo che tutto distrugge e rinnova!

“Il riso è manifestazione di libertà, e sarà anche per questo se la violenza e l’autorità non utilizzano mai il suo linguaggio. La tradizione accomuna il riso alla pazzia. Sarebbe meglio riconoscerne la saggezza”
M. Bachtin

🌱🌱Incontriamoci, organizziamoci, contaminiamoci… creiamo insieme gli spazi che sogniamo!

STAMPA, DIFFONDI🗣️

Per file stampa
👉 https://nopassaran.noblogs.org/2025/01/343/ 👈

TRIESTE: CONTRO IL RAZZISMO DI STATO. UNO SGUARDO SULLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA

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Incontro e benefit per le persone recluse nel CPR di Gradisca

17 gennaio 2024 – ore 18

Via Tarabocchia 3, Trieste

La macchina del razzismo istituzionale, in Italia come in Europa, ha potenziato una strumento particolare, quello della detenzione amministrativa. Si tratta di una forma “eccezionale” di trattenimento e segregazione, già ampiamente utilizzato storicamente durante il colonialismo europeo in Africa, in Palestina fin dai tempi del mandato britannico e dal 1948 dall’entità coloniale sionista, per la repressione dei dissidenti e della resistenza, ma anche nel resto del territorio europeo, americano o australiano. Uno strumento che diventa sempre più la norma nella gestione dei cosiddetti flussi migratori e in più generale nel controllo della popolazione straniera.

In Italia trova espressione oggi nei CPR – prima CPT e CIE – cioè nei centri di tortura e deportazione per le persone senza documenti. Ma negli ultimi anni, dalle misure sull’immigrazione (come il “decreto Cutro” o i vari “pacchetti sicurezza”) al nuovo patto europeo sulle migrazioni e l’asilo, passando per l’accordo Italia-Albania, questo strumento ha trovato nuovi spazi e tempi: è il caso degli hotspot, dove vengono trattenuti per l’identificazione i migranti; dei nuovi centri di detenzione temporanei per le procedure d’asilo ed espulsione accelerate nei luoghi di sbarco – denominati Ctra – per quei paesi di provenienza ritenuti arbitrariamente sicuri; ma anche dei cosiddetti luoghi idonei, individuati nelle camere di sicurezza delle questure o delle stazioni di polizia. Per ragioni di sicurezza, identificazione e deportazione si diffondono sempre più capillarmente nuove forme di restrizione della libertà, applicate senza alcun tipo di garanzia legale, in primis alle persone migranti e razzializzate.

Non si tratta di misure isolate, ma di un complesso di dispositivi di segregazione e controllo che, in un contesto di razzismo sistemico, mirano a ricattare e terrorizzare chi non ha i documenti giusti, e così rafforzare, tra gli altri, i meccanismi di selezione e sfruttamento della forza lavoro immigrata. Vorremmo provare ad approfondire questi temi in una serata di confronto e informazione, in una prospettiva di solidarietà e complicità con le persone che si trovano incagliate in queste strutture (raramente sottomesse, come dimostrano le ribellioni nei CPR e le lotte dei braccianti).

La serata sarà anche un benefit per il sostegno alle lotte e alla solidarietà con quanti si trovano reclusi nelle galere etniche, tra cui il CPR di Gradisca d’Isonzo, a pochi chilometri da Trieste.