CATANIA: PROIEZIONE DEL FILM GRECO “LA TEGOLA” E DIBATTITO

Diffondiamo

Proiezione del film greco Κεραμίδι -“La Tegola” (42 min)

In un futuro prossimo, lo squat, Fabrika Yfanet, verrà sgomberato e l’edificio sarà riutilizzato. Pano, un urbanista che supervisiona il progetto, si troverà ad affrontare una forza incomprensibile.

Questo film auto-autogestito è stato girato nell’aprile 2022, dentro e fuori lo squat Yfanet, con l’intenzione di ripercorrere attraverso una storia di fantasia i sentieri labirintici di una memoria perduta . Allo stesso tempo, è un piccolo contributo allo sforzo di liberare forme di comunicazione ereditate dall’industria dell’intrattenimento.

⛓️‍💥Fabrika Yfanet è uno spazio occupato a Salonicco, in Grecia, dal 2004. Tempo addietro era una fabbrica tessile che cessò l’attività nel 1967. Il 20 marzo 2004 questo spazio fu occupato da centinaia di persone, riaprendo le porte alla città dopo 36 anni di abbandono.

A seguire, chiacchiera sul contesto attuale in cui stanno vivendo gli/le occupanti della Fabbrica Yfanet a Salonicco e uno sguardo necessario sugli sventramenti urbanistici a Catania, che vorrebbero coinvolgere anche il Laboratorio Urbano Popolare Occupato.🐺

📌Inoltre, durante l’evento sarà attiva la raccolta dei beni per i reclusx nei CPR.

Vi aspettiamo il 31 agosto alle ore 18:30
Alla L.U.P.O. Piazza Pietro Lupo 25

TERRITORI RESISTENTI – TRE GIORNI CONTRO DOMINIO, CACCIA E COLONIZZAZIONE

Diffondiamo

26/27/28 settembre
Riot Dog – Monte San Pietro (Bologna)

Una tre giorni per porre le basi per una mobilitazione contro la caccia con l’intento di intersecarla in maniera radicale e intersezionale con altre lotte come il colonialismo, il patriarcato e l’ecologismo. Questo perché crediamo che parlare di usurpazione dei territori sia fondamentale in questo momento storico e perché sentiamo la necessità di rilanciare l’attivismo antispecista dal basso.

Il programma si strutturerà su 3 filoni:

TEORICO: Confronto sull’antropocentrismo e sulla caccia come espressione del sistema di dominio, come pratica specista, patriarcale, coloniale, militaresca ed ecocida. Dal confronto ci piacerebbe creare un opuscolo a tema con il contributo di tuttx le individualità coinvolte e con le grafiche realizzate durante l’evento.

STRATEGICO: Portando ricerche e approfondimenti sulle nuove proposte di legge sulla caccia e sui principali attori economici e politici coinvolti nel mondo venatorio vorremmo porre le basi per una mobilitazione nazionale su più fronti da estendere nei diversi territori.

ARTISTICO: Verranno proposti Laboratori pratici, di taglio artistico come stencil, serigrafia, land art tramite cui veicolare messaggi di liberazione nei boschi e nelle città; laboratori sensoriali per persone piccole in cui accompagnarle a sviluppare “altri sensi” e de-antropocentrizzare lo sguardo e le rappresentazioni immaginarie; e altri laboratori ancora da definire.

(Il programma è ancora in fase di definizione. Se vuoi aggiornamenti seguici su Instagram e Facebook. Se vuoi proporre dei laboratori 0 metterti in contatto con noi, puoi scrivere a riotdogonlus@gmail.com)

PER TUTTA LA DURATA DELLA TRE GIORNI:
campeggio libero, banchetti selvaggi e autogestione

Riot Dog è un rifugio libertario antipsichiatrico nato nel 2017 sulle colline di Monte San Pietro (Bo), dove i cani possono sperimentare socialità, autogestione, liberx dal possesso.


PROGRAMMA DI TERRITORI RESISTENTI

VENERDÌ

10:00 ANIM-ACTION!
Laboratorio narrativo e interattivo per persone dai 5 anni in su, con
l’obiettivo di creare un fumetto

13:00 PRANZO

13:45 INTRODUZIONE DELL’INCONTRO

14:00 CHIACCHIERA SULLA NUOVA RIFORMA DELLA CACCIA
Una chiacchiera sulla riforma che non vogliamo. Quando uccidere viene
proposto come una necessità per l’ambiente…

15:30 WORKSHOP: CULTURA DELLA SICUREZZA PER L’ATTIVISMO
Strumenti collettivi per ridurre l’impatto della sorveglianza e della
repressione di Stato verso i movimenti di lotta

18:00 DOCUMENTARIO SULL’ANTISPECISMO IN MAROCCO

20:00 CENA

21:00 PRESENTAZIONE SULLA STORIA E LE TECNICHE DI HUNT SABOTEURS
La caccia alla volpe nel Regno Unito… e come è stata sabotata

SABATO

9:00 DIBATTITO TEORICO SUL TEMA DELLA CACCIA
Discussione a gruppi su caccia e specismo e le loro intersezioni con
patriarcato, colonialismo e sistema agro-industriale

13:00 PRANZO

14:00 COLpevoliDIRETTI
Il ruolo di Coldiretti nella promozione delle T.E.A. (a cura del Gruppo
NO OGM) e della caccia al selvatico (a cura di Terrestra)

16:00 CREAZIONE DI UNA CAMPAGNA CONTRO LA CACCIA
Condivisione di informazioni sui principali attori del mondo venatorio e
ideazione di una mobilitazione ad ampio raggio contro la caccia

20:00 CENA

21:00 CONCERTO FTA CREW (punk)
22:30 CONCERTO ANAFEM (rap militante)

DOMENICA

9:00 ART-ATTACK: CHIAMATA ALLE ARTI!
Arte come forma di espressione nella lotta: chiacchiere e laboratori per
la creazione di gruppi di arte urbana e land art

13:00 PRANZO

14:00 CERCHIO FINALE
Feedback, conclusioni e appuntamenti futuri


LOGISTICA e ACCESSIBILITÀ’

L’evento si svolgerà presso il rifugio Riot Dog situato a 30km a
sud-ovest di Bologna. Riot Dog è un rifugio per cani antispecista, antipsichiatrico e libertario dove i cani possono sperimentare socialità libere.

Durante la 3 giorni troverete:
-tanti cani
-spazio all’aperto per chiacchiere in condivisione, laboratori, concerti
e videoproiezioni
-natura per campeggiare
-cucina by vascello vegano
-distro e materiali informativi
-possibilità di esporre il banchetto del proprio collettivo (tavoli ed
eventuale gazebo sono da portare)
-baretto benefit dalle 19,00

Se vieni accompagnat* da un amico cane assicurati che viva bene un contesto affollato con tanti cani e persone e che non metta in difficoltà gli altri cani presenti o quelli ospitati nella struttura.

L’evento si svolgerà interamente all’aperto, con la possibilità di uno spazio al chiuso casalingo se dovesse piovere. L’ambiente che troverete è naturale, con qualche dislivello e poco cemento, pertanto la fruibilità a persone in sedia a ruote è assolutamente possibile ma con una serie di accortezze. In tal caso non esitate a contattarci! Il bagno è al piano terra della casa e accessibile anche in sedia a ruote. Non ci sarà uno spazio specifico di decompressione trovandoci all’aperto con possibilità di passeggiate per raggiungere luoghi isolati e silenziosi. Per dormire ci si deve organizzare autonomamente con la tenda e tutto il necessario per campeggiare. Se avete esigenze (reali!) di un posto letto in camerata al piano superiore contattateci che cerchiamo di organizzarci.

Lo spazio si trova in via Lombardia 2 a Monte San Pietro (1 km sotto a Montepastore), in fondo ad uno stradello sterrato sgangherato e bucolico. Il posto NON ha uno spazio parcheggio adeguato al numero di persone che ci aspettiamo, pertanto vi chiediamo di parcheggiare in paese a Montepastore (dista 15 min a piedi) oppure scriveteci a riotdogonlus@gmail.com per inserirvi nel canale telegram dei passaggi, noi faremo un percorso segnalato per raggiungerci con una piacevole passeggiata in discesa. Vorremmo tenere il parcheggio per chi avesse esigenze specifiche di mobilità, per i camper (o altri mezzi utilizzati per dormirci dentro) e per chi ha un banchetto da scaricare. Il parcheggio in paese è quello della chiesa all’inizio di via Varsellane, altrimenti in via Valle d’aosta. C’è un parcheggio molto comodo anche in via Borgotto, quasi in paese ma ATTENZIONE! è senso unico quindi dovete prendere via Borgotto dal fondo valle, non dal paese!!

Per raggiungerci con i mezzi pubblici invece dovete guardare gli orari della corriera 686 che parte dall’autostazione di Bologna oppure prendere il treno TPER da Bologna centrale in direzione Vignola e scendere a Pilastrino (20 min di viaggio), e dalla stazione di Pilastrino di Zola prendere poi il bus 686. Sul bus dovete chiedere all’autista di farvi scendere all’agriturismo “Cà del buco”, a quel punto salite per via Lavino 150 mt e prendete via Lombardia sulla destra, per poi percorrerla tutta.

La partecipazione all’evento è gratuita! Colazioni, pranzi e cene benefit a offerta libera. Contatta il Vascello Vegano per eventuali intolleranze e allergie: vascellovegano@libero.it
Per contattarci: riotdogonlus@gmail.com

INIZIATIVA IN SOLIDARIETÀ AD ALFREDO CONTRO IL BLOCCO DELLA POSTA

Da diffondere il più possibile!

Per rompere l’isolamento a cui l’anarchico Alfredo Cospito* è sottoposto tramite il blocco praticamente totale della corrispondenza, rilanciamo qui la chiamata a mandargli cartoline e lettere… in questo periodo di spostamenti vacanzieri, ecc. potrebbe arrivare corrispondenza a lui diretta da molte amene località!
Questa ennesima chiamata a scrivere al nostro compagno è motivata anche dagli aggiornamenti che ci giungono da Bancali, visto che Alfredo valuta estremamente opportuno continuare e incrementare l’invio di corrispondenza a lui diretta: anche senza tracciabilità, anche solo cartoline con o senza mittente… se ne arrivassero in numero considerevole darebbero un bell’impegno a chi è preposto a bloccargli la posta.
Si è valutato poi che in questo momento la tracciabilità della corrispondenza a lui destinata non sia necessaria quanto lo è stata fino ad ora visto che Alfredo ha accumulato più di 30 trattenimenti di corrispondenza certificata su cui deve esprimersi il Magistrato di Sorveglianza, che però sta tardando a farlo (normale per quanto riguarda Bancali, a detta dell’avvocato che assiste numerosi reclusi in quell’istituto).
Infine, a margine della questione “corrispondenza”, il prossimo 14 settembre ci sarà un’udienza inerente al “giudizio di ottemperanza” nei confronti del carcere di Bancali: si tratta di un procedimento in cui il magistrato valuta se il carcere non è in grado di fare rispettare un’autorizzazione concessa ma che non viene realmente resa possibile. Si tratta dell’accesso di Alfredo alla biblioteca dell’istituto, che era stata autorizzata senza che però ne abbia potuto beneficiare. Se danno ragione ad Alfredo il giudice designerà altra figura differente dal personale penitenziario per fare sì che l’autorizzazione venga rispettata.

Facciamo anche nostra la proposta di “Iniziativa in solidarietà ad Alfredo contro il blocco della posta” formulata dai/dalle compas di S’Idea Libera di Sassari per dare ulteriore sviluppo  al tentativo di inceppare uno dei dispositivi di isolamento applicati nei confronti di Alfredo: un’occasione in più perché, superata questa “fase estiva” di invio di cartoline e lettere senza modalità coordinate, si provi a dare continuità sul lungo periodo all’impegno nel dimostrare ai suoi carcerieri che Alfredo non sarà mai solo!

INIZIATIVA IN SOLIDARIETÀ AD ALFREDO CONTRO IL BLOCCO DELLA POSTA.

In relazione alla situazione di censura, blocco e isolamento di Alfredo in 41 bis a Bancali, vorremmo condividere questa proposta di iniziativa.
Nel tempo sono state diverse le occasioni in cui, in forma individuale o organizzata, si è cercato di rompere l’isolamento tramite la corrispondenza. In questo momento, in cui ci sembra importante battere il ferro con costanza, abbiamo pensato a un’iniziativa che abbia come obiettivo quello di sostenere Alfredo tramite la corrispondenza e dargli un po’ di continuità per avere un certo impatto, o provare ad averlo.

La proposta è la seguente: ogni realtà, collettivo o individuale, che abbia voglia di aderire si prende l’impegno di inviare almeno 7 cartoline ad Alfredo in una determinata settimana. In questo modo, quante più adesioni ci saranno, tanto più riusciremo a garantire una “copertura” nel tempo con una certa continuità.

Proponiamo questa modalità organizzativa:

1. le realtà, individuali o collettive, possono mandare la propria disponibilità alla mail evaliber2@inventati.org entro l’1 settembre.
2. sulla base delle disponibilità butteremo giù un calendario, per cui a ogni realtà sarà data una settimana di riferimento in cui inviare le cartoline/lettere ad Alfredo.

L’indirizzo per scrivere ad Alfredo è:
Alfredo Cospito
C.C. “G.Bacchiddu”
Strada Provinciale 56, n°4
Località Bancali
07100 Sassari

Rompiamo l’isolamento!

Spazio Sociale S’Idea Libera (Sassari)
Cassa AntiRep delle Alpi occidentali

* Alfredo Cospito è un compagno anarchico in carcere dal 2012. Inizialmente arrestato e condannato per il ferimento dell’Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare, sta ora scontando una condanna a 23 anni di reclusione emessa nell’ambito del processo “Scripta Manent” in cui sono stati imputati (e alcune e alcuni tra loro anche condannati) vari anarchici e anarchiche. Dopo la sua assegnazione al regime detentivo del 41bis nella primavera del 2022, Alfredo ha intrapreso uno sciopero della fame durato 6 mesi contro il 41bis e l’ergastolo ostativo che, grazie anche all’energica mobilitazione internazionale che ha accompagnato la sua iniziativa, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica l’aberrazione di questo regime carcerario e della condanna a morire in carcere rappresentata dall’ergastolo ostativo.
Alfredo è tuttora rinchiuso nel 41bis di Bancali (Sassari), e il rinnovo o meno della sua assegnazione a tale regime avverrà la prossima primavera. La finalità del 41bis è chiara: annientare fisicamente e psicologicamente gli individui che ci finiscono. Nel caso di Alfredo è evidente una progressiva limitazione nelle già esigue possibilità di vivibilità stabilite per tale regime detentivo: blocco della corrispondenza da/per l’esterno, impossibilità di accedere alla biblioteca interna (autorizzazione che Alfredo aveva avuto dalla Direzione), blocco dei libri regolarmente acquistati in libreria tramite il carcere (come prevede il regime del 41-bis) e di altri beni, come farina o indumenti, di uso quotidiano.

ps: Per chi fosse interessat*, sono state stampate delle cartoline contro il 41bis che si possono richiedere alla mail: cassantirepalpi@autistici.org

LEONARDO S.P.A. FABBRICA DI MORTE [CORTEO 13/9/25]

Riceviamo e diffondiamo:

A Ronchi dei Legionari sotto la bandiera dello Stato italiano vengono progettati e prodotti strumenti di morte, venduti all’estero senza alcuno scrupolo. Acclamato come eccellenza locale, lo stabilimento di Leonardo S.p.A. di Ronchi è specializzato in veicoli privi di pilota. Spesso spacciati alla stampa come dispositivi dalle mille possibilità di utilizzo, di fatto lo scopo di questi droni è quello di uccidere.

Con l’obiettivo di incrementare la produzione di queste armi, nel marzo 2025 è stata avviata una joint venture tra Leonardo e Baykar, azienda turca e fiore all’occhiello di Erdogan, che rifornisce principalmente Qatar, Emirati ed esercito ucraino. Fra gli stabilimenti coinvolti in questo accordo c’è anche quello di Ronchi.

Tra i vari prodotti di Leonardo troviamo sistemi di puntamento per caccia, venduti all’entità sionista e genocida, utilizzati da ormai quasi 2 anni per bombardare indiscriminatamente il popolo palestinese a Gaza e aggredire i popoli circostanti che si oppongono alla prepotenza coloniale e sanguinaria di Israele. Lo Stato italiano difende gli interessi di chi sta portando avanti il genocidio dei palestinesi.

Il capitalismo crea crisi di cui si nutre, gli investimenti bellici sono fra i più redditizi a livello globale. Più di 60 aziende tra Pordenone, Gorizia e Trieste si sono dichiarate pronte ad una conversione ad industria per la produzione bellica.

Contro l’orrore di Gaza e l’oppressione che si diffonde ovunque, resistiamo come i palestinesi, organizziamoci, mobilitiamoci anche qui, fermiamo questa fabbrica, non restiamo complici!

Assemblea No Leonardo / leonardo.assassina@proton.me

MARZABOTTO: AZIONE PER LA FINE DELL’ASSEDIO A GAZA

Riceviamo e diffondiamo:

RESOCONTO della giornata di sabato 9 agosto dall’Appennino

Il 9 agosto, un gruppo di una ventina di persone ha effettuato un’azione spontanea sulla strada Porrettana, all’altezza di Marzabotto, rallentando il traffico per un ora esponendo striscioni e bandiere palestinesi e distribuendo volantini alle persone in auto. L’azione rispondeva alla chiamata di una giornata di mobilitazione internazionale per la fine dell’assedio di Gaza da parte dell’esercito sionista con il sostegno economico militare e morale dei governi occidentali. Dopo 40 minuti di azione sono arrivate tre volanti dei carabinieri che hanno intasato ancora di più il traffico. Le manifestanti si sono allontanate nei boschi, con i carabinieri che si aggiravano nella zona come vespe infastidite fermando passanti e chiedendo i documenti per alcune ore. Le reazioni da parte delle persone incolonnate sono state per lo più di sostegno e solidarietà. Non ci facciamo illusioni: quest’azione è poco, troppo poco. L’auspicio è che possa servire da invito e spinta, che dia forza e coraggio: bloccare gli ingranaggi della guerra è possibile e necessario.

Ecco il testo del volantino distribuito durante l’azione

GIORNATA GLOBALE DELL’AZIONE 9 AGOSTO

Il governo italiano continua a fornire armi a Israele: una scelta che lo rende complice, come gli Stati Uniti, nel genocidio in corso a Gaza. Mentre ipocritamente il governo italiano annuncia che da oggi 9 agosto comincerà a lanciare aiuti umanitari su Gaza, dagli stessi cieli piovono bombe e proiettili venduti dallo stesso governo e prodotti da aziende italiane. Oltre a Leonardo, colosso della produzione e vendita di sistemi d’arma, rappresentata nel nostro territorio dalle aziende N.P.C. Srl di Imola e dalla ITRES Srl di Casalecchio di Reno, nella provincia di Bologna sono presenti altre aziende che vendono armi al governo israeliano, come la Riva Calzoni Spa di Calderara di Reno, la Poggipolini Spa di San Lazzaro di Savena. Queste aziende traggono profitto economico del genocidio in atto!
È il momento di rompere il silenzio. Di agire, contro l’assedio di Gaza e la complicità dei governi.
CHIEDIAMO:
cessate il fuoco immediato
fine dell’assedio
fine della complicità internazionale
sanzioni
libertà e giustizia per la Palestina

Dalla sabbia di Gaza fino ai nostri territori:
LA LIBERTA’ è IL NOSTRO ORIZZONTE COMUNE

MESSINA: CORTEO NO PONTE

Diffondiamo

Sabato 9 agosto
ore 18.00
Piazza Cairoli (ME)

Costellata dagli innumerevoli annunci di Salvini e Ciucci è arrivata una nuova estate. Nel 2023 ci avevano già detto che era l’ultima estate, che eravamo alle soglie dell’avvio dei cantieri del ponte sullo Stretto. Sono passati due anni e ancora una volta ci troviamo di fronte ad accordi e cronoprogrammi che alludono alla messa in moto delle ruspe. Noi sappiamo bene, però, che, al di là dell’effettivo inizio dei lavori, le attività di Stretto di Messina Spa ed Eurolink consumano già risorse e rubano futuro,con la complicità di Regione e Comune di Messina lasciando inevasi i bisogni veri che i nostri territori esprimono.

Ancora una volta ci troviamo, d’altronde, di fronte a una estate di passione per l’assenza di acqua nelle nostre abitazioni. Circa metà di quella che passa dalla rete idrica siciliana va perduta, e in tutta la Sicilia, Messina inclusa, le crisi idriche sono all’ordine del giorno. Nonostante ciò, i soli lavori di costruzione del ponte ruberebbero 5 milioni di litri d’acqua al giorno, pari al 20% del fabbisogno idrico di Messina.

Già nella Relazione che accompagnava il DL 35/2023 il ponte sullo Stretto veniva annoverato come opera di interesse strategico. Già in quella occasione, dunque, Salvini & soci avevano provato a collocarlo dentro un contesto europeo che potesse, da un lato, consentire una corsia preferenziale nei meccanismi autorizzativi e, dall’altro, catturare risorse europee da utilizzare ai fini della progettazione e costruzione dell’opera. Di recente il Governo ha con ancora più forza rappresentato il ponte come opera di interesse militare, collocandolo nel quadro degli impegni strategici della Nato e rendendo la Sicilia, da quasi un secolo occupata dalla presenza di basi militari USA, NATO e italiane, sempre più un avamposto militare nel Mediterraneo.

Tale strategia politica e mediatica è stata messa in atto mentre il mondo intero continua la folle corsa verso la guerra e il riarmo. A tutti gli effetti, dunque, il manufatto d’attraversamento e tutte le opere collaterali previste diventano l’ennesima propaganda di una politica militarista che va contrastata. Essere contro la guerra, così, vuole dire essere contro il ponte ed essere contro il ponte significa essere contro la guerra.

Con i 14 miliardi di euro stanziati per il ponte e i 30 miliardi spesi annualmente in armi dall’Italia, quante delle emergenze strutturali del Sud e delle isole (e non solo) si potrebbero sanare? La siccità, certo. Ma anche ospedali, scuole, autostrade, ferrovie e tanto altro ancora.

Ecco perché, nel dire NO AL PONTE, gridiamo forte che VOGLIAMO L’ACQUA, NON LA GUERRA.

PUGLIA: MALEFLICK [BENEFIT 27 LUGLIO]

Riceviamo e diffondiamo

Apprendiamo con ben poco stupore la fine delle indagini per i fatti dell’11 gennaio, sera in cui a Bologna le strade del centro erano attraversate da una nuvola che turbava la tranquillità borghese al grido di vendetta per Ramy.
A vario titolo sono indagate 15 persone, due delle quali fermate quello stesso giorno, per: manifestazione non autorizzata,  interruzione di pubblico servizio, travisamento, resistenza aggravata, lesioni, violenza privata, lancio di oggetti, danneggiamento; nulla che ci stupisca.

Neanche 4 mesi dopo, negli stessi giorni in cui la procura depositava queste denunce, al Corvetto muore un altro ragazzo, Mohamed, nelle stesse circostanze di Ramy. Un inseguimento omicida che racconta di come in quartiere si muoia ancora, e si muoia per mano di un braccio armato classista e razzista, che con un gesto tanto semplice quanto giustificabile a posteriori, toglie la vita a ragazzi giovanissimi. Vite già marchiate dalla società come sacrificabili prima ancora di quelle notti, come d’altronde tutte le vite di serie B: delle persone razzializzate, dei detenuti, di chi lavora giornate intere per stipendi da fame, della gente spinta ai margini, degli abitanti dei quartieri sempre in condizioni precarie e di sussistenza.

Mohamed è morto senza che nessuna strada tremasse per lui, che nessun telegiornale realizzasse servizi. Solo sui quotidiani qualche trafiletto che lo paragonava a Ramy. Perché invece la vicenda di Ramy è stata di risonanza nazionale? Non era certo la prima di questo tipo ma per qualche motivo nei media e nelle persone ha avuto un impatto e una presenza diversa. E’ stata la risposta immediata e spontanea di rabbia e di protesta che i suoi amici e le persone del suo quartiere hanno dato la sera stessa della sua morte a portarla sotto gli occhi di tutti? In un mondo che si sta polarizzando sempre di più i quartieri cosa rappresentano? Che visibilità hanno le persone che li abitano, e perché le loro voci risuonano solo quando le istanze che portano prendono spazio in queste modalità esplosive? Le dimostrazioni di rabbia collettiva sono momenti fini a se stessi, come sempre vengono raccontati? O costruiscono anch’essi la realtà in cui ci muoviamo?

Vorremmo che la stessa risonanza delle vetrine rotte la avessero queste domande che attendono risposte collettive, funzionali ad organizzarsi in modo complice e solidale per contrastare le oppressioni sistemiche quotidiane.

Mentre uccidono i nostri amici e familiari, noi siamo indagati per un livido ad uno sbirro, ACAB. Alcunx dellx imputatx.

Alla luce di queste parole stiamo organizzando (in Puglia) una giornata benefit. Tutto il ricavato verrà utilizzato per affrontare le spese legali dei compagnx inguaiatx.

La giornata sarà caratterizzata da momenti di condivisone, chiacchiere, laboratori, musica, cinema e cibo vagano. Oltre gli svarioni, sarebbe bello anche confrontarci e affrontare dibattiti su temi importanti riguardo la repressione e la criminalizzazione delle persone razzializzate, il ruolo delle strutture detentive quali il carcere e i cpr e il ruolo che assumiamo come individui e come collettività nei confronti di queste tematiche.
Ci piacerebbe che fosse una giornata di co-creazione e condivisione e per questo sono benvenutx tutti coloro che hanno voglia di condividere le loro autoproduzioni, attraverso banketti di ogni genere. Ci sarà anche la possibilità e lo spazio per condividere, in maniera orizzontale, saperi e
pratiche attraverso laboratori. Chiunque voglia organizzare workshop o portare le proprie creazioni può
comunicarlo alla seguente mail: maleflick@mortemale.org (scriveteci le vostre eventuali necessità così
da organizzarci al meglio, cercate di portare tutto l’occorrente tranne la corrente).

Potete scrivere alla stessa email per avere info sul luogo di incontro (loro ci ascoltano, shhh).
Ci sarà la possibilità di rimanere a dormire e campeggiare.

Ci vediamo domenica dalle 11:00

Programma indicativo e per niente preciso:

Mezzogiorno: pranz8 e abbiocco
Pomeriggio: lab-oratorio (poco)seri-grafia e cudd ca v’lit
Tardopomeriggiosera: kiakkiere serietà e comunicazione analogica
Sera: cenetti e sballetti
Post-sera: https://www.youtube.com/watch?v=v9WnNCr_s38

Radio e banketti all day long

Portate ciò che vorreste trovare

No fasci
No sbirri
No machi

Stay rebel
Stay underground

PRESIDIO IN SOLIDARIETÀ AI RECLUSI DEL CPR DI GRADISCA

Diffondiamo:

Torniamo sotto le mura del lager CPR di Gradisca d’Isonzo, per portare la nostra solidarietà agli ostaggi del razzismo di stato. Il caldo soffocante nelle gabbie, le condizioni miserabili della detenzione etnica, le diverse forme della tortura quotidiana (sanitarie, psicologiche, amministrative, repressive) mostrano il lato più spietato dei meccanismi di razzializzazione. Il CPR deve essere la gabbia dove si consuma la violenza più feroce, ma anche il monito – insieme a tutto il sistema delle espulsioni e della deportazioni – per chi non ha il documento giusto, e così rafforzare la società della segregazione e dello sfruttamento. Un pensiero, a questo punto, va alle campagne (anche quelle friulane…) dove lo sfruttamento razziale raccoglie la frutta e la verdura per le tavole delle bianche cucine climatizzate, o agli operai dell’edilizia (anche triestina…) che ripassano il cemento della riqualificazione e della speculazione.

In questa estate, mentre sarai al mare in Puglia, a pochi passi da te qualcuno sarà piegato di lavoro; mentre salirai sull’aereo a fianco a te ci sarà una persona, scortata e in manette, pronta per essere deportata; mentre starai bevendo l’aperitivo sarà in corso una retata. Per le/gli altri/e, invisibili residui delle catene di sfruttamento di forza lavoro e territori si apriranno le porte dell’inferno.

A Gradisca d’Isonzo, come negli altri lager, si tortura. A Ronchi dei Legionari, come in tantissimi altri aeroporti, si deporta. Nella campagne e nei ghetti si schiavizza.

Tutto ciò accade proprio agli angoli della baracca cadente dell’opulenza, costruita su genocidi e guerra. Questa è la realtà che si nasconde dietro le retoriche sui diritti umani, sugli stranieri, sulla (mancata) integrazione, sui maranza, sui quartieri multietnici.

Per questo stare al fianco di lotta – dei reclusi dei CPR, dei disertori della guerra interna ed esterna – è importante.

Complici e solidali con i rivoltosi!

https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2025/07/13/presidio-in-solidarieta-ai-reclusi-del-cpr-20-luglio-gradisca-disonzo/

ROMA: FUORI ALFREDO DAL 41BIS – ASSEMBLEA NAZIONALE

Diffondiamo:

Sono più di tre anni che il nostro compagno Alfredo Cospito è rinchiuso in quella “tomba per vivi” che è il 41bis. Nel frattempo gran parte dei pretesti repressivi utilizzati per applicarglielo sono venuti meno, visto l’esito di alcuni procedimenti giudiziari che vedevano imputati lui e altri anarchici. Entro maggio del prossimo anno è previsto da parte del ministero il rinnovo di questo regime per altri due anni. A seconda della decisione la difesa potrà fare ricorso, una procedura che potrebbe richiedere mesi prima della fissazione di una udienza. È proprio in vista di tale scadenza che tra varie individualità e collettivi anarchici, nonostante le differenze, abbiamo sentito l’esigenza di ritrovarci per discutere e ragionare assieme su come arrivare a quella data.
Dal momento del suo trasferimento nella sezione 41bis del carcere di Bancali è nata una mobilitazione che è andata man mano crescendo, raggiungendo il suo apice ben dopo l’inizio dello sciopero della fame avviato da Alfredo nell’ottobre del 2022. Vari sono i processi imbastiti oggi dallo Stato contro i compagni e le compagne che hanno partecipato in vari modi a quella mobilitazione che pur con i suoi limiti è ugualmente riuscita a ridare credibilità e visibilità alle idee e alle pratiche anarchiche.

Ma ad oggi il compagno è ancora lì rinchiuso e continuiamo a sentire la responsabilità di non lasciarlo solo in questa lotta. Per questo invitiamo le individualità e i gruppi anarchici a due giorni di dibattito e confronto.

L’incontro si terrà a Roma presso il CSA La Torre, in via Bertero 13, a partire dalle ore 15 di sabato 11 Ottobre, con possibilità di proseguire l’assemblea nella mattinata del giorno seguente.
Per arrivare con i mezzi pubblici prendere o la linea 341 da Ponte Mammolo (metro B) o la 311 da Rebibbia (metro B) e scendere all’ultima fermata di via E. Galbani.

ASSEMBLEA NO 41 BIS
ASSEMBLEA NO 41 BIS testo

MESSINA: CORTEO NO PONTE [12 LUGLIO]

Diffondiamo

12 LUGLIO CORTEO NO PONTE A CONTESSE (Messina)
DIFENDIAMO IL NOSTRO TERRITORIO

Dopo Torre Faro/Ganzirri, l’area di Villaggio UNRRA/Contesse è quella con la cantierizzazione del ponte sullo Stretto più invasiva. Gli abitanti di quei quartieri ne hanno avuto già un triste assaggio a causa dell’utilizzo di un’area prossima alla linea ferrata come sito di stoccaggio dei materiali di scavo provenienti dai cantieri del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo, che prevede un percorso prevalentemente in galleria.

Con le terre è arrivato l’arsenico e il sequestro dell’area, successivamente le rassicurazioni e l’invasione dei camion. Ma è solo, appunto, l’anticipo di quanto quella porzione di territorio subirebbe se, malauguratamente, dovessero avere inizio i cantieri del ponte.

Tutto questo sotto lo sguardo compiacente dell’amministrazione e del Consiglio Comunale. Qualche timida protesta all’inizio, certo, ma poi basta. Il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale (salvo alcune voci critiche) si stanno assumendo la gravissima responsabilità di cedere il nostro territorio agli innumerevoli cantieri del ponte in cambio di pochi spiccioli per le opere compensative.

In cambio del misero 2% dell’investimento complessivo in opere a loro volta spesso impattanti, viene accettata l’invasione della città (così l’ha definita fino ad un certo punto il Sindaco), la deturpazione irreversibile del panorama dello Stretto, il blocco della circolazione urbana, polveri e rumori senza sosta, la sottrazione di acqua in un territorio in piena crisi idrica.

Si disegna un quadro di invivibilità che perdurerebbe per decenni rendendo la nostra città un luogo da cui scappare, più di quanto non si faccia già adesso a causa di elite politiche locali incapaci e predatrici.

Amministratori e consiglieri risponderanno, per la loro parte, dei disastri causati da cantieri infiniti che vengono spacciati come progresso e modernità, ma che favoriscono solo grandi società di costruzione e piccole lobby locali.
Chiamiamo tutte/i a partecipare al corteo No ponte che si svolgerà giorno 12 luglio, con concentramento alle ore 18.00  in via Calispera (slargo antistante Scuola Salvo d’Acquisto), e che sfilerà per le strade di Villaggio UNRRA e Contesse.

Assemblea No ponte