BOLOGNA: DALLA ZONA UNIVERSITARIA CONTRO IL 41-BIS E AL FIANCO DI ALFREDO

Nella mattinata di oggi, giorno in cui è attesa la sentenza della Cassazione che confermerà o meno il 41 bis ad Alfredo, un gruppo di studentx universitarx si è riunito in Piazza Verdi per portare la propria solidarietà ad Alfredo Cospito e a tutte le persone detenute. Al microfono si sono susseguiti vari interventi che hanno ribadito che il 41 bis è tortura e che il carcere va abolito, non riformato. Si sono poi ricordate le altre misure di privazione della libertà, come la sorveglianza speciale, che colpiscono in modo sistematico compagnx anarchicx e non solo. Dalla zona universitaria siamo complici e solidali con Alfredo e con chi lotta dentro e fuori le galere!

PER UN MONDO SENZA CARCERE E SENZA FRONTIERE
LIBERE TUTTE

BOLOGNA: INIZIATIVE IN SOLIDARIETÀ CON ALFREDO COSPITO

Venerdì 24 febbraio la Cassazione è chiamata ad esprimersi circa la revoca del 41bis ad Alfredo Cospito, di seguito le iniziative previste a Bologna al fianco di Alfredo, per continuare a lottare contro il 41 bis e il carcere tutto.

Piazza Verdi: dalle 11:00 presidio studentesco a oltranza
( Porta il tuo banchetto)

Piazza Nettuno: dalle 18:00 presidio

BOLOGNINA, 40129 ACAB

COMPLICI E SOLIDALI CON CHI LOTTA

Scarica e diffondi!

Mentre Alfredo é stato trasferito dal carcere di Opera all’ospedale San Paolo dopo che Nordio ha confermato la sua condanna a morte, compagne e compagni a Milano hanno portato la loro rabbia e la loro determinazione in strada. Ci sono stati scontri e si parla di diversi fermi. Ai compagni colpiti va tutto il nostro calore e la nostra solidarietà! Alfredo libero! Liberi tuttx!

BOLOGNA: CON ALFREDO CONTRO IL 41BIS, PER UN MONDO SENZA GALERE

Oggi siamo stati in presidio in piazza VIII agosto contro il carcere e il mondo che ne ha bisogno, solidali con Alfredo in sciopero della fame contro il 41-bis e l’ergastolo ostativo. Abbiamo dialogato con le persone che attraversavano il mercato, raccontato la lotta di Alfredo e quanto avviene tutti i giorni dentro le galere. Abbiamo attraversato in bicicletta la Bolognina, ultimamente iper-militarizzata, per portare la nostra solidarietà alle persone recluse nel carcere della Dozza.
Continueremo a lottare contro l’isolamento, per un mondo senza barriere, gabbie e confini.

TORINO: CORTEO CONTRO CARCERE E CPR

Dopo le forti rivolte che hanno infiammato il CPR di Torino Sabato 4 e Domenica 5 Febbraio ci è stato confermato, da chi è ancora recluso dentro, che la maggior parte delle aree sono inagibili. La capienza totale del centro è stata drasticamente ridotta dal fuoco.

Di sei sezioni detentive solo l’area Verde rimane interamente aperta con circa 25 persone recluse all’interno. Nell’area Blu, ulteriormente distrutta durante le rivolte, rimangono recluse 11 persone fra la saletta della mensa e l’unica stanza rimasta agibile.
Tre persone sono state ricoverate in ospedale per i violenti pestaggi provocati da polizia, carabinieri e guardia di finanza intervenuti per cercare di sedare le rivolte.
Dalle testimonianze che abbiamo raccolto un gruppo di reclusi è stato trasferito in carcere in flagranza di reato a causa delle identificazioni avvenute da parte dei “charlie” che hanno riconosciuto i colpevoli degli incendi e grazie anche ai riconoscimenti video del sistema di sorveglianza attivo all’interno del centro.

Dopo aver sequestrato 28 persone in un magazzino del CPR per quasi 24 ore e aver lasciato altri a dormire per terra nelle stanze adibite a mensa senza materassi ne coperte, sono iniziati i trasferimenti.
In pochi sono stati rilasciati con decreto di espulsione dal territorio italiano, mentre la maggior parte sono stati trasportati nel CPR di Macomer in provincia di Nuoro.
In particolare 25 persone, prelevate in due tranche nella notte fra il 6 e il 7, sono partite alle 8 di mattina dal CPR di Torino su un pullman della polizia verso l’aeroporto di Milano per poi atterrare in Sardegna ed essere condotte a Macomer.
Dai racconti dei reclusi emerge che il CPR sardo è ancor più degradante di quello torinese. Una struttura simile ad un carcere di massima sicurezza. Le celle sono “lisce”. Un letto, un tavolo e nessuna coperta. Le sezioni sono interrate – una costante dei centri detentivi dell’isola – e divise in blocchi da otto persone. Una cella da quattro e due da due. Non esiste socialità esterna tra blocchi diversi e la possibilità di contatto con gli altri detenuti è impossibile.

Nelle giornate del 7 e dell’8 ci hanno testimoniato da dentro che sono continuati i prelevamenti improvvisi delle persone nelle stanze ed i successivi trasferimenti, a quanto pare, sempre in direzione di Macomer.
Chiunque si sia opposto al trasferimento è stato pestato malamente dalla polizia.

In questi ultimi giorni le deportazioni sono continuate prevalentemente verso Marocco, Tunisia ed Egitto con trasferimenti che hanno coinvolto dei piccoli gruppi di persone, a volte anche solo una persona come il caso di un ragazzo egiziano deportato la scorsa notte. Secondo le testimonianze, durante le deportazioni le persone vengono prelevate con violenza dalla polizia e sedate con un’iniezione in infermeria prima di partire.
La nuova regola vigente all’interno del CPR di corso Brunelleschi è che nessun recluso può utilizzare i propri soldi liquidi se non attraverso un conto interno, rendendo ancor più limitato l’acquisto di qualsiasi cosa.
Limitando inoltre anche la possibilità di comprare delle schede telefoniche e quindi raccontare all’esterno cosa accade.
Le comunicazioni sono ulteriormente impossibilitate dalle guardie che spesso interrompono fisicamente le chiamate.

Domenica 5 febbraio dopo la rivolta:
Troviamoci in strada in solidarietà ai reclusi al fianco dei rivoltosi

DOMENICA 12 FEBBRAIO CORTEO CONTRO CARCERE E CPR

Ritrovo in piazza CLN ore 14.30

SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA PER DISTRUGGERE LA PROPRIA GABBIA.

CONTRO OGNI FRONTIERA
FUOCO AI CPR
TUTTǝ LIBERǝ