BOLOGNA E RESIDENZE PSICHIATRICHE: ANCORA ABUSI E MALTRATTAMENTI

Di recente l’Assemblea della Rete Antipsichiatrica ha fatto emergere gli abusi e i maltrattamenti che regolano la vita all’interno di moltissimi centri residenziali per persone con disabilità o fragilità psichica: dai maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Stella Maris, passando per gli abusi all’interno delle strutture della Cooperativa Dolce di Bologna, per arrivare agli orrori della Comunità Shalom di Brescia.

Dopo gli abusi che hanno visto coinvolta di recente la Cooperativa Dolce, di nuovo a Bologna si parla di maltrattamenti sistematici all’interno di una residenza psichiatrica: persone legate a terra con del nastro isolante, utilizzo punitivo della così detta ‘camera morbida’ su ospiti ritenuti particolarmente ‘problematici’, chiusi anche per giorni, somministrazione di farmaci in dosaggi superiori rispetto a quanto prescritto.

Questa volta si tratta di una struttura socio-assistenziale per persone con disagio psichico di Bazzano, in Valsamoggia, gestita dalla cooperativa Altius. A seguito della denuncia di un ex dipendente la struttura è stata chiusa e le persone trasferite in altre strutture.

Sono state emesse sei misure cautelari nei confronti della direttrice e di altri cinque dipendenti, indagati a vario titolo per maltrattamenti e sequestro di persona. La direttrice si trova attualmente ai domiciliari, i cinque dipendenti della struttura hanno invece ricevuto un provvedimento di divieto di avvicinamento alle persone offese.

Sappiamo che nessuna sentenza e nessun tribunale metterà fine o scalfirà questa violenza. È importante non spegnere i riflettori su una brutalità così estesa, capillare, non episodica, rompere il silenzio che sorregge questi abusi, che non sono episodi, ma più spesso la prassi che regola queste strutture.


Link:

https://assembleareteantipsichiatrica.noblogs.org/post/2023/10/02/residenze-psichiatriche-abusi-maltrattamenti-e-uccisioni/

https://www.bolognatoday.it/cronaca/maltrattamenti-sequestro-persona-struttura-sanitaria.html

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/10/21/news/pazienti_maltrattati_nel_bolognese_venivano_legati_e_chiusi_in_un_seminterrato_ai_domiciliari_una_responsabile_e_altri_5_i-13800822/

BOLOGNA: CONTAPERSONE E PIAZZA ALDROVANDI A NUMERO CHIUSO PER HALLOWEEN

Mentre continuano le retate interforze inaugurate a gennaio con il patto integrato sulla sicurezza, il Sindaco più smart di sempre fa sapere che per Halloween Piazza Aldrovandi sarà ad “accesso limitato”, gestita con l’ausilio di contapersone. La retorica della “sicurezza”, del “decoro” e del “degrado” diventa sempre più aggressiva: si punta il dito contro la “malamovida”, neologismo che si vuole contrapposto a “buona movida”, cioè a quella socialità che rientra perfettamente negli spazi e nei tempi del consumo stabiliti dai padroni. Una città sempre più escludente ed esclusiva, dove mentre si sgomberano sistematicamente spazi sociali ed esperienze di autogestione, si espelle dal territorio e si marginalizza chi non può permettersi i costosi aperitivi del centro.


Link:

Contapersone per gestire piazza Aldrovandi
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/halloween-2023-piazza-aldrovandi-numero-chiuso-f3rs0pcf

Posto di blocco in via Stalingrado con le auto fatte fermare nell’area di servizio

Alcol alla guida, maxicontrollo della polizia in via Stalingrado

Controlli interforze in stazione e centro
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/spaccio-degrado-piazza-verdi-cani-e69086ff

LA CITTÀ PER CUI LOTTIAMO NON HA QUARTIERI CON LE SBARRE

Diffondiamo il testo di un volantino distribuito ieri a Bologna, nel quartiere Bolognina:

Oggi martedì 26 settembre si tiene presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi in Piazza Lucio Dalla l’iniziativa “Un ponte tra carcere e città” riferendosi al carcere come al “settimo quartiere di Bologna”. Presente l’equipe sanitaria di assistenza penitenziaria dell’Azienda USL di Bologna, la Direttrice del Carcere, il Garante per i diritti delle persone private della libertà personale e diversi rappresentanti di enti, istituzioni e associazioni.

In un momento in cui il carcere si sovrappone sempre più al manicomio e la psichiatria torna ad armarsi, nella società così come nelle patrie galere, abbiamo recuperato e riscritto la “Lettera ai primari dei manicomi” di Antonin Artaud, ravvedendo nel carcere, la stessa violenza.

“LETTERA AI DIRETTORI DELLE CARCERI”

Signori, la legge e il costume vi concedono il diritto di tenere sotto chiave degli esseri umani. Questa giurisdizione sovrana e indiscutibile, su cui si basa la società democratica in cui ci troviamo a vivere, voi la esercitate con spietata fermezza e zelo. Quanti sono i corpi che con la vostra “rieducazione” non sono più tornati indietro? Quanti quelli che ne sono usciti afflitti? Quante le menti uccise? E che dire dei pestaggi, dell’abuso di psicofarmaci, dei reparti psichiatrici, degli asili nelle carceri? Delle mattanze a Modena e Santa Maria Capua Vetere? Degli scioperi della fame che nessuno conosce, delle botte e dei referti per coprirle, o di quelli che poi spariscono il giorno dell’udienza, come per Santa Maria Capua Vetere. Tra le persone che godono della vostra ospitalità, una su tre non è stata giudicata, rinchiusa per sospetto. D’altronde come non sospettare di chi non possiede i giusti mezzi economici, sociali, cromatici? Di chi senz’altro è scontento, talvolta perfino arrabbiato, e magari si rivolta, com’è successo nel marzo del 2020. Giorni duri quelli, in cui lavorare in un carcere in Italia. Costretti a mentire sulla situazione sanitaria, a contenere, isolare, negare misure alternative, a menare senza sosta persone ammanettate a terra, sparare, ammazzare 14 persone. Sapete che sono più di 200 le guardie penitenziarie sotto inchiesta per tortura e violenze sotto la vostra stessa legge? Come potete parlare di mele marce e aspettarvi che non si faccia dell’amara ironia sul vostro odorato? Da che mondo è mondo, la merda puzza… Non c’è dubbio il vostro è un lavoro duro, usurante, ingrato, pagato troppo poco per le responsabilità che vi prendete. Perché bisogna coprirne tanta di feccia per arrivare a guadagnare trecentocinquantamila euro l’anno come il capo del DAP, la cui riconoscenza statale arriva a garantirgli questa cifra come vitalizio anche dopo la fine della carica.
Invece voi in prima linea, in mezzo ai problemi veri, bersaglio di troppe richieste, lamentele. Certo non è colpa vostra se molti potrebbero uscire ma i magistrati di sorveglianza non ci sono e non rispondono a nessuna richiesta. Coprire tanta sporcizia, non è da tutti. Il vostro ambiente di lavoro è violento in ogni sua espressione e specialmente in quelle più inumane, come il 41 bis e i CPR, a cui le persone rinchiuse si ostinano a ribellarsi, come Alfredo con uno sciopero della fame di sei mesi, come Juan e Anna, come i reclusi nei CPR di Torino e Macomer e in tutti gli altri. Ci muovete quasi a compassione, stretti da un lato tra lacchè frustrati e sottopagati sadici che fremono per punire, non con la penna come ipocritamente fate voi, ma con il manganello e lo stivale. Dall’altro i rigettati dalla società, senza i privilegi o anche solo la voglia di adeguarsi al ballo del produci-consuma-crepa, che nutrono per voi solo disprezzo. Possiate ricordarvene domattina quando varcherete quei cancelli con le vostre auto coi vetri oscurati e vi siederete al vostro posto alla scrivania, dal lato giusto delle sbarre oltre le quali avete rinchiuso delle persone su cui, dovete riconoscerlo, non avete altro vantaggio che quello della forza.


Altri link utili:
https://brughiere.noblogs.org/post/2023/05/08/via-fioravanti-e-la-bolognina-tornano-a-brillare/
https://brughiere.noblogs.org/post/2023/07/31/bolognina-un-deserto-chiamato-sicurezza/
https://brughiere.noblogs.org/post/2023/08/20/bologna-delmastro-in-visita-al-carcere-della-dozza/

BOLOGNA: PIANTEDOSI DI NUOVO IN CITTÀ 

Dopo le maxi operazioni securitarie e repressive intraprese nei quartieri Bolognina e Pilastro nei mesi scorsi, inaugurate con la stretta di mano a inizio anno tra Lepore e Piantedosi, e l’ormai tristemente celebre “Lo Stato c’è e si deve vedere”, dopo il bagno di ipocrisia con la presenza del ministro al corteo del 2 agosto per la strage di Bologna del 1980, dai media apprendiamo che ieri Piantedosi è tornato nuovamente in città per un “vertice a tema migranti” in prefettura. Presenti anche Bonaccini e alcuni sindaci fra i quali quelli di Modena e Ravenna, oltre che Matteo Lepore. L’incontro ha istituito un tavolo permanente in prefettura a Bologna, valido per tutta la Regione, con la partecipazione del commissario per l’immigrazione Valenti, per quanto riguarda le recenti indicazioni di governo in tema di migrazioni, ascoltabili qui:

[Attenzione, potrebbe urtare la sensibilità]

Piantedosi parla di “ricognizione” per l’individuazione di “luoghi idonei” per la costruzione di nuovi CPR e “la gestione di questo problema” anche “in riferimento ad alcuni episodi di cronaca” legati a persone  “con un percorso di irregolarità e di pericolosità accertata”. La strumentalizzazione di alcuni episodi di cronaca accompagna l’equazione riduzionista securitaria e razzista di governo della “pericolosità sociale” per cui la costruzione di nuovi CPR lager e la detenzione preventiva della popolazione migrante “irregolare” sarebbe utile alla “prevenzione di reati” e alla “sicurezza nazionale”.

Per quanto riguarda le condizioni di detenzione Piantedosi arriva a dire che laddove all’interno dei CPR siano emerse situazioni “non pienamente soddisfacenti” in tema di dignità umana, questo sarebbe riconducibile alle azioni delle persone migranti trattenute, alle ribellioni e ai diversi  danneggiamenti posti in essere, non alla natura stessa dei CPR e alle condizioni inumane cui le persone sono costrette al loro interno.

Il sindaco di Bologna chiede più agenti.

NO ALLA COSTRUZIONE DI NUOVI CPR! FUOCO ALLE FRONTIERE!

 

BOLOGNA: DELMASTRO IN VISITA AL CARCERE DELLA DOZZA

Lunedì 31 luglio il carcere della Dozza di Bologna è stato visitato dal sottosegretario alla giustizia Delmastro, accompagnato dal deputato Galeazzo Bignami, dal senatore Marco Lisei e dal consigliere comunale Stefano Cavedagna, tutti di Fratelli di Italia.(1)

Fedelissimo della Meloni, al pari dei suoi colleghi Delmastro vanta una carriera di tutto rispetto: dal Fronte della gioventù del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale,  passando per Azione giovani di Alleanza Nazionale, il Popolo della libertà, ed infine Fratelli di Italia. Di recente lo ricordiamo come primo firmatario di un’interpellanza parlamentare al Ministero della giustizia per chiedere l’encomio solenne per i poliziotti coinvolti nei pestaggi a Santa Maria Capua Vetere, oltre che per il teatrino politico sulla pelle del compagno anarchico Alfredo Cospito.(2)

Ebbene proprio costui parlando del problema del sovraffollamento alla Dozza – circa 800 detenuti, a fronte di una capienza di 500 – ha affermato:

“Quando l’Europa parla di sovraffollamento penitenziario, la ricetta della sinistra è un bello svuota-carceri. E questa non sarà mai la ricetta della destra [..] Dobbiamo mettere in sicurezza i nostri istituti e lo si può fare solo assumendo penitenziaria e immaginando una nuova edilizia penitenziaria per contrastare il sovraffollamento”.

Tradotto: più carceri, più polizia. E in tema di “ricette” si sa, “destra” e “sinistra” si sanno alternare come due facce della stessa spregevole medaglia: a ben vedere è stata proprio la Cartabia ad approvare i finanziamenti verso la costruzione di nuovi padiglioni detentivi, la stessa che ha firmato il Decreto che ha disposto il regime di 41-bis per il compagno Alfredo Cospito.(3)

Ciò che è certo è che da una parte e dall’altra, chi continua a blaterare di “sovraffollamento” come se fosse un accidente naturale, è lo stesso che le galere le ha riempite fino a farle scoppiare, e su questa strada intende procedere.

Con i fondi del PNRR e del Piano Nazionale Complementare al PNRR saranno costruiti altri 8 nuovi padiglioni detentivi nelle città di Ferrara (dove verrà costruito un nuovo padiglione sull’area attualmente destinata ad attività all’aria aperta), Civitavecchia, Arghillà (Calabria), Rovigo (dove si parla di 240 posti ma il dato non è chiaro), Caserta (a S. Maria Capua Vetere è previsto un nuovo padiglione di 120 posti), Vigevano, Viterbo (120 posti) e Perugia.(4)

Per dare il contentino alla penitenziaria Delmastro ha annunciato anche l’arrivo alla Dozza di 10 nuovi agenti, un incremento che si inserisce nel piano del governo che prevede l’ingresso di 5 mila nuovi agenti negli istituti penitenziari, come soluzione per affrontare il sovraffollamento… col manganello.

A ciò si aggiunge l’acquisto di nuove dotazioni:

“10.200 scudi anti sommossa, 10.200 caschi, tute operative, divise, 20mila guanti antitaglio, perché mai più un agente dovrà affrontare a mani nude un detenuto con un pentolino di acqua bollente”

D’altronde, cosa possono contro un pentolino d’acqua bollente una pistola mitragliatrice Beretta M12, una Pistola Beretta 92 FS/SB, un fucile Benelli M4, una pistola mitragliatrice Heckler & Koch MP5 A5, un fucile Spas Franchi 12/70  un fucile Heckler & Koch G3-PSG1?(5)

Certo tutto in nome della “legalità” e della “sicurezza”. Non abbiamo alcun dubbio su quale sia la legalità di cui parla il sottosegretario: la stessa legalità nel nome della quale gli agenti umiliavano e torturavano i detenuti a Santa Maria Caputa Vetere e per cui sono morti 9 detenuti nel carcere di Modena a marzo 2020, la sicurezza della caserma Levante a Piacenza e delle torture in questura a Verona, per cui quotidianamente si consumano abusi e torture nelle celle di carceri, nei repartini psichiatrici e nei CPR.

Delmastro sottolinea quanto sia centrale il benessere psicofisico degli agenti (i reclusi e le recluse possono crepare) – tant’è che negli ultimi mesi è stato istituito il “corpo medici della polizia penitenziaria” – e quanto sia importante la formazione “affinche le guardie siano preparate ad affrontare circostanze critiche, sempre più frequenti vista la presenza massiccia di detenuti psichiatrici e con dipendenze.”

Ancora una volta di fronte la criminalizzazione di intere fasce di popolazione la soluzione non è depenalizzare, non è documenti, non è case, non è amnistia, non è accesso alla salute, non è stracciare la legge che continua a rappresentare il principale motivo di ingresso nel sistema giudiziario e di detenzione nelle carceri italiane (DPR n.309/1990, Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), ma più carceri e più polizia.

Ricordiamo alcuni dati: “circa il 35% della popolazione detenuta è in carcere per violazione della legge sulle droghe, ed oltre il 40% di chi finisce in cella in Italia fa uso di sostanze o ha problemi di dipendenza che spesso esordiscono o si cronicizzano/acutizzano proprio durante la detenzione. Questo è accaduto grazie a leggi razziste, discriminatorie e liberticide come la Fini/Giovanardi, la Bossi/Fini, la Cirielli, le leggi sulla sicurezza volute da Minniti e Salvini. Politiche repressive il cui bersaglio non è mai stato il grande narcotraffico – un giro miliardario che allo Stato e alle sue mafie fa evidentemente comodo così – ma, come sempre, chi non ha documenti, mezzi di sostentamento, reti sociali o non è spendibile in termini di profitto.”(6)

Infine, citando le micidiali ondate di calore di giugno e luglio, Delmastro dice:

“Le ondate di calore accadono, ma non possono e non devono mettere in crisi le regole carcerarie. Dobbiamo fare il possibile per rendere la pena meno inumana e meno degradante possibile, ma non penserò mai che con le ondate di calore vadano immaginate regole carcerarie diverse”. Confermando di fatto come la pena SIA GIA’ inumana e degradante.

Mentre i reclusi ammassati crepano di caldo, e tecnici e politici blaterano di “eventi critici” in aumento da contenere e sedare, alla Dozza, dopo la ristrutturazione dell’Articolazione Tutela Salute Mentale femminile (repartino psichiatrico) con l’istituzione di un “asilo nido” proprio accanto (7), non sappiamo che tipo di ristrutturazioni si stanno svolgendo al suo interno e a che punto è il progetto del nuovo padiglione che prevederebbe addirittura di estendere il carcere a 200 posti in più.(8)

PIÙ FORTE DELL’AMORE PER LA LIBERTÀ C’È SOLO L’ODIO PER CHI CE LA TOGLIE


Note

(1) https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/carcere-dozza-delmastro-10-agenti-0c0bb622

https://www.bolognatoday.it/cronaca/dozza-visita-delmastro-bignami.html

(2) https://ristretti.org/santa-maria-capua-vetere-ce-pestaggi-in-carcere-fdi-chiede-di-premiare-gli-agenti

(3) https://ilmanifesto.it/cartabia-nel-pnrr-fondi-per-ledilizia-carceraria

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/21/cospito-delmastro-a-processo-per-aver-difeso-il-41-bis-e-donzelli-attacca-il-m5s-la-replica-bufale-doveva-dimettersi-mesi-fa/7236982/

(4) https://www.giustizia.it/giustizia/page/it/pnrr_piano_nazionale_complementare

(5) Armi in dotazione alla polizia penitenziaria, ognuna assegnata a un particolare reparto
https://www.leduecitta.it/index.php/7-rivista/2150-le-armi-del-mestiere#:~:text=Le%20armi%20in%20dotazione%20alla,Heckler%20%26%20Koch%20G3%2DPSG1.

(6) https://www.osservatoriorepressione.info/bolognina-un-deserto-chiamato-sicurezza/

(7) https://brughiere.noblogs.org/post/2022/01/19/per-un-mondo-senza-psichiatria-senza-carcere-e-senza-frontiere/

BOLOGNA: GIORNATA ANTIPSICHIATRICA. MORTO UN OPG SE NE FA UN ALTRO

(8) https://bologna.repubblica.it/cronaca/2018/10/27/news/il_carcere_di_bologna_si_allarga_nuovo_padiglione_da_200_posti-210116804/

https://www.bolognatoday.it/cronaca/carcere-dozza-nuovo-padiglione-protocollo-2019.html