MODENA: UN DESERTO CHIAMATO SICUREZZA

Siamo tuttx invitatx a questa chiacchiera sulla repressione che sta colpendo molti quartieri, sul razzismo istituzionale che esprime, sulla così detta “emergenza droga” e i vari allarmi lanciati in materia di “sicurezza”. Un’occasione per parlare del necessario legame tra le lotte anitproibizioniste e le lotte contro il carcere. 🔥🖤 Il 15 marzo al Ligera a Modena.

Più info qui: https://brughiere.noblogs.org/events/event/modena-un-deserto-chiamato-sicurezza/

“Città in cui il continuo rinforzarsi delle retoriche della legalità e del decoro si traduce negli abusi sempre più legittimati delle forze dell’ordine e nella violenza del carcere. Un tempo che rende sempre più evidente la necessità di sovvertire l’esistente e lottare.”

“ALLARME DROGA” ED “EMERGENZA SICUREZZA” ERRICO MALATESTA ANTIPROIBIZIONISTA [1923]

In un testo del 10 agosto del 1923 Errico Malatesta su Umanità Nova (numero 181), con disarmante semplicità, snocciolava i principi base dell’antiproibizionismo.

Si poneva il problema della cocaina.

In sintesi Malatesta constatava come il grido d’allarme di esperti e scienziati contro il pericolo della cocaina si traducesse nell’ottusa richiesta continua di nuove e più severe leggi, nonostante l’esperienza avesse sempre, invariabilmente dimostrato che mai nessuna legge, per barbara che fosse, è mai valsa a estinguere fenomeni problematici, che invece malgrado le leggi e forse proprio a causa delle leggi, si estendono.

Senza nessuna banalità, evidenziava quanto il punire severamente consumatori e venditori non avrebbe fatto altro che aumentare negli speculatori l’avidità del guadagno, che sarebbe cresciuta ancora con l’inasprimento delle leggi.

Di conseguenza affermava quanto fosse inutile sperare nella legge, e proponeva, nel 1923, un altro rimedio: dichiarare l’uso ed il commercio libero, aprire “spacci” dove la sostanza fosse venduta a prezzo di costo, e poi fare riduzione del rischio, informazione, nessuno avrebbe fatto propaganda contraria, scriveva, perché nessuno avrebbe potuto guadagnare e speculare sull’uso di sostanze.

E ancora molto lucidamente non si illudeva: con questo non sarebbe sparita la possibilità di un uso dannoso della sostanza, poiché le cause sociali che creano le dipendenze non sarebbero sparite, ma in ogni modo il male sarebbe diminuito, perché nessuno avrebbe potuto guadagnare sull’uso di droga, e nessuno avrebbe potuto speculare sulla caccia agli speculatori.

Così concludeva:

“La nostra proposta o non sarà presa in considerazione, o sarà trattata da chimerica e folle. Però la gente intelligente e disinteressata potrebbe dirsi: poiché le leggi penali si sono mostrate impotenti, non sarebbe bene, almeno a titolo di esperimento, provare il metodo anarchico?”

PARMA: STREET RAVE PARADE [6 APRILE 2024]

Diffondiamo:

Il 6 aprile alle 13:12 a Parma: street rave parade 🔥

Sabato 6 aprile a Parma confluiremo nelle strade per riappropriarci di spazi in cui sperimentare nuove forme di socialità libere da sfruttamento e mercificazione. Attraverseremo la nostra città a suon di musica per esprimere il nostro dissenso nei confronti di una realtà sempre più soffocante, autoritaria, militarizzata, bigotta, alienante e insostenibile economicamente. Scenderemo in strada contro un modello di sviluppo insensato, contro ogni galera, frontiera, guerra e discriminazione razziale, di genere e di specie. Solidali e complici con chiunque lotti contro ogni forma di autorità e oppressione, balleremo per la costruzione di nuovi mondi in una prospettiva anticapitalista, ecologista e transfemminista radicale. Faremo bordello per farla finita con un presente in macerie fatto di miseria e repressione, e una realtà in cui nel nome del decoro e di una versione pervertita della sicurezza e della salute, ci sono fioriere che valgono più delle vite umane.

Siamo un insieme di individualità e collettivi che animano la vita sociale, politica e culturale di questa città. Ci siamo incontratx perché crediamo nella potenza dell’interconnessione dei percorsi e della trasversalità delle lotte.

Se anche a te questo mondo ti sta stretto e senti l’esigenza di esprimere la tua creatività per costruire un qualcosa di diverso, partecipa in prima persona alla costruzione di questo nuovo esperimento di liberazione dello spazio e dei corpi.

Nei nostri cuori portiamo un nuovo mondo che viene.

Per info: parmesanparade@bastardi.net
Canale telegram https://t.me/+smg7gLBT2dcwZmM0

BOLOGNA: MICROZAD AL PARCO DON BOSCO

Cosa ci fanno delle casette sull’albero al Parco Don Bosco? Perché c’è sempre gente, iniziative e socialità? Cosa succede a Bologna accanto alle Scuole Besta? Di seguito un piccolo racconto, sicuramente parziale e non esaustivo, dell’inedita resistenza che sta vedendo protagonista un parco e i suoi abitanti, nel contesto del cemento bolognese.

Da diversi mesi un comitato di cittadinx è riuscito a rompere il silenzio intorno al progetto di “riqualificazione” delle scuole Besta. Parliamo di oltre 18 milioni di euro per abbattere decine di alberi ad alto fusto, distruggere la fauna presente, non ristrutturare e demolire la scuola esistente, e ricostruirne una nuova accanto – “green” – asfaltando il parco. Un vero capolavoro.

Il 16 dicembre 2023 circa duecento persone tra abitanti e giovani del quartiere, collettivi e realtà ecologiste, cittadine e cittadini in lotta contro il Passante di mezzo, e un’idea di città escludente ed esclusiva, hanno attraversato il quartiere San Donato in corteo per dire no alla devastazione del Parco Don Bosco. Sono state organizzate iniziative, momenti di incontro e confronto, oltre che costanti presidi per impedire l’inibizione dell’accesso al parco.

Il 29 gennaio, quando operai e municipale si sono presentati per recintare definitivamente l’area in vista degli abbattimenti, un gruppo di cittadinx si legato agli alberi, mentre le abitanti del quartiere hanno divelto le recinzioni per impedire l’allestimento del cantiere. Da quel giorno il Parco Don Bosco è presidiato costantemente, animato da iniziative, momenti di incontro e libera socialità, colazioni, pranzi, cene, merende, bricolage, sculture in legno, casette sull’albero, tende, tessuti, trapezi, musica e discussioni!

Una situazione assolutamente inedita e singolare per le nostre latitudini, soprattutto all’interno di contesti iper-urbanizzati, una vera e propria micro ZAD in città – Zone a Defendre, Zona da difendere – inserita come un cuneo tra i palazzi della fiera e i progetti dell’amministrazione, in cui abitanti del quartiere, di età e generazioni diverse, si stanno incontrando, vincendo pregiudizi e paure, non solo per difendere un parco, ma contro un modello di sviluppo insensato che annienta la vita di individui, territori e comunità, e un’idea di città “green” come il colore dei soldi. In barba a chi avrebbe già voluto vederlo distrutto, il Parco Don Bosco oggi è più vivo che mai!

ZAD – Zone a Defendre, Zona da Difendere – è un neologismo francese che indica quelle occupazioni che hanno lo scopo di bloccare progetti dannosi e nocivi per comunità e ambienti, rendendo possibile, qui e ora, la riappropriazione collettiva da parte delle comunità dei territori che abitano, oltre le logiche del consumo e del profitto.

Qualcuno non aveva fatto i conti con una comunità ostinata!
Siamo tuttx invitatx a presidiare il Parco!

IL PARCO DON BOSCO NON SI TOCCA!

Alcunx abitanti in lotta


Testo in PDF: MICROZAD AL PARCO DON BOSCO

BOLOGNA: TAZ – TEMPORARY AUTONOMOUS ZONE

Diffondiamo:

In risposta alla repressione che prova ad inficiare ogni forma di autodeterminazione ed emancipazione collettiva, che tenta costantemente di demonizzare l’autogestione relegandola ad un problema di ordine pubblico, abbiamo deciso di occupare e costruire collettivamente giornate di libertà e anarchia.

Dalle 18:00
Presentazione delle fanzine “Repressione e acidità di stomaco”:
-Presi a Maalox

Dalle 20:00
-Tavola rotonda tema:
Free party  e  repressione

Dalle 22:00
Proiezioni di KomaK (2002) diretto da Alberto Grifi e a seguire altri film..

A SEGUIRE BALLI PROIBITI…

Double stage!

Area chill out , info point, intervento RdR

TAZ in diretta con Radio Spore

Stand autoproduzioni, Bar, Buffet

NO MACHISM , NO FASCISM, NO SEXISM, NO RACISM

NO SOCIAL, NO DIRETTE, NO FOTO

VIA PRATI DI CAPRARA 12, BOLOGNA

BOLOGNA: STREET SOTTO ASSEDIO IN VIA PRATI DI CAPRARA

Diffondiamo:

Ieri la polizia in assetto antisommossa ha bloccato entrambe le uscite della TAZ di via Prati di Caprara per impedire alla street chiamata dalle occupanti di partire, di fatto, bloccando e circondando da ogni lato e per diverso tempo un centinaio di persone.  Nel tentativo di non lasciare nessuno indietro, appena presa la strada, il corteo è stato attaccato sulla coda. Non ci sono stati nè arresti nè feriti, la street ha poi proseguito sul suo percorso. Ingentissimo lo schieramento di blindati e polizia.

DECOLONIZZARE LA PALESTINA – La Palestina attraverso la storia e il rainbow washing di Israele

Riceviamo e diffondiamo:

“DECOLONIZZARE LA PALESTINA. La Palestina attraverso la storia e il rainbow washing di Israele”

Mentre è in corso l’ennesima tappa della guerra condotta dallo Stato di Israele contro la popolazione palestinese per la conquista dei suoi territori, pubblichiamo i testi di due persone palestinesi che ripercorrono la storia della colonizzazione delle loro terre e la propaganda di rainbow washing di Israele.

164 pagine, 9 euro a singola copia, 6 euro da cinque copie in su. Parte del ricavato del libro sarà benefit per un’organizzazione queer palestinese.

Per ordinare il libro: anarcoqueer@riseup.net

Dalla prefazione:

Al momento della compilazione di questo libro è in corso l’ennesima tappa della guerra condotta dallo Stato di Israele contro la popolazione palestinese per la conquista dei suoi territori. Una guerra che non ha avuto inizio nel 1948, ovvero l’anno della dichiarazione di indipendenza dello Stato di Israele, come ritengono erroneamente molte persone, ma è nata con lo sviluppo dell’ideologia sionista alla fine del XIX secolo, che scelse il territorio palestinese come destinazione del futuro Stato per il popolo ebraico. La migrazione di massa del popolo ebraico verso quelle terre cominciò quindi già alla fine dell’Ottocento, ma il fenomeno acquisì poi consistenza con la fine della prima guerra mondiale, quando la Gran Bretagna acquisì il controllo di quei territori strappati all’Impero Ottomano e si adoperò per sostenere con forza le aspirazioni del movimento sionista. Da allora, il popolo palestinese non ha conosciuto pace. Guerre e ribellioni si sono susseguite, ma la colonizzazione israeliana, con la conquista e il controllo di sempre nuove fette di territorio palestinese, avanza ogni giorno di più, lasciandosi dietro una scia di sangue che non è possibile ignorare. […] Con questo modesto contributo, che prevede la traduzione e la pubblicazione di alcuni testi che ripercorrono la storia della colonizzazione della Palestina e la propaganda di rainbow washing di Israele, tratti da un sito creato da due persone palestinesi residenti in Cisgiordania, speriamo di offrire un piccolo segnale di solidarietà che getti luce su quello che accade realmente in quella piccola porzione di territorio sotto costante assedio.

Prossima uscita delle edizioni Anarcoqueer prevista per gennaio 2024.

“Come stormi del caos. Un progetto queer nichilista e insurrezionale”

PSICOFARMACI E AUTODETERMINAZIONE

Diffondiamo alcune puntate di approfondimento che i/le compagnx di Ricongiunzioni, trasmissione su Radio Blackout dedicata alla salute di, da, con e tra tutti e tutte, stanno curando,  per conoscere gli psicofarmaci. Cosa sono? Come agiscono? Fino al tema dello scalaggio.

Breve ricettario antipsichiatrico sugli psicofarmaci: https://radioblackout.org/podcast/breve-ricettario-antipsichiatrico-sugli-psicofarmaci-del-18-7-2023/

Cosa sono gli psicofarmaci: https://radioblackout.org/podcast/cosa-sono-gli-psicofarmaci-del-08-11-2023/

Smettere gli psicofarmaci: https://radioblackout.org/podcast/smettere-gli-psicofarmaci-del-28-11-23/

“Queste puntate vorrebbero essere la prima di una serie in cui poter discutere di psicofarmaci e dei problemi/complicanze che possono derivare dal loro utilizzo. Infatti, spesso capita – in prima o terza persona – che si verifichino: prescrizioni non richieste, effetti collaterali invalidanti, difficoltà nella comunicazione con lx psichiatrx circa la possibilità di interrompere o cambiare la terapia, il dubbio che lx nostrx amicx stiano peggiorando da quando prendono i farmaci. Cosa dobbiamo fare quando ci troviamo in queste situazioni? Come possiamo tutelarci se decidiamo di prendere dei farmaci ma rimanendo libere di scegliere per i nostri corpi?”

L’invito è a condividere riflessioni ed esperienze inviandole a ricongiunzioni@anche.no per costruire la prossima puntata – tra circa un mese e mezzo – da punti di vista diversi.

QUALCHE DRITTA IN PIÙ SUL PRELIEVO DEL DNA

Riceviamo e diffondiamo questo foglio che contiene qualche info, speriamo utile, per chi si può trovare a dover rispondere a un “invito” al prelievo del dna durante una perquisizione. Avere qualche conoscenza in più rispetto le procedure che regolano questo tipo di richiesta può essere utile ad evitare di cadere nel trannello della minaccia del prelievo coatto, e farci sentire più sicurx nel sottrarci al prelievo.

BOLOGNA: CORTEO CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE E DI STATO

Diffondiamo un piccolo racconto, senz’altro parziale e non esaustivo, del corteo di ieri contro la violenza maschile e di Stato, che ha scaldato il cuore di molte compagne, e anche il nostro. 💜​​​🔥​

Ieri a Bologna un centinaio di compagnx, sorelle, donne, frocie, soggettività queer e non binarie, sono scese in strada, spalla a spalla, contro la violenza maschile e di Stato, per unirsi alla marea di rabbia che ha invaso Roma, cosi come tante altre città.

Il corteo ha attraversato la Bolognina, quartiere storicamente popolare preda di un violento processo di gentrificazione e militarizzazione, fino a raggiungere il centro, in Piazza Verdi.

È stato detto forte e chiaro che se le forze dell’ordine pensano di poter saccheggiare una rabbia che non gli appartiene e che gli è ostile, hanno capito male, che questa sicurezza che spettacolarizza e strumentalizza episodi di violenza per fare pinkwashing istituzionale e coprire campagne securitarie, discriminatorie e razziste, fa parte del problema, non è la soluzione; che se pensano di legiferare sui corpi delle donne, per assoggettare altri corpi, troveranno la strada sbarrata.

Si è ricordato come il sistematico annientamento all’interno delle città di spazi di intersezione e solidarietà alimenti processi di desolidarizzazione nei quartieri, quando é proprio la conoscenza reciproca in quartiere che tante volte ha impedito alla violenza di rimanere un fatto privato, a pemettere che fosse socializzata e affrontata.

Si è ribadito che una società che si autoassolve e che delega a esercito e militari un problema sul quale essa stessa si basa non fa la sicurezza di nessunx, che chi stupra e uccide è un uomo, non un immigrato, e anzi, più spesso è il “bravo ragazzo”, quello “conosciuto”, “inserito”, che “non farebbe male a una mosca”.

Si è ricordata la storia che si ripete da secoli, a ciclo continuo, che stronca le vite di compagne e sorelle per il desiderio maschile di dominarle, assoggettarle, annichilirle, e quanto il risentimento dell’assassino di Giulia verso la sua autonomia sia in perfetta continuità con la violenza istituzionale perpetuata dall’attuale Presidente della Camera Lorenzo Fontana, che accusa della crisi sociale proprio le donne che studiano, pensano, si laureano, non si dedicano alla famiglia e non fanno figli.

Si è gridata l’ostilità verso una società che intende ridurre i corpi femminili al loro ruolo riproduttivo, utili solo come dispensatori univoci di cure sempre disponibili, dediti all’uomo, al padre, al capo, a riprodurre lo stato nazione bianco.

È stata portata per le strade la voce delle soggettività trans, queer, non binarie e intersex in carcere, sono state ricordate le compagne detenute e tutte le persone che subiscono la violenza della reclusione.

E’ stata portata solidarietà alla resistenza dei movimenti femministi palestinesi e a tutte le donne, le soggettività frocie, queer e non binarie, che stanno lottando per la libertà e per l’autodeterminazione, contro il saccheggio colonialista e imperialista delle nazioni, tutte.

E’ stata ribadita l’importanza dell’autodifesa, della sorellanza, di riprendersi strade e spazi, perché nessuna sia lasciata sola con i propri guai e con la propria rabbia, perché non saremo mai libere finché tuttx non saranno liberx!


BOLOGNA: CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE E DI STATO