BOLOGNA: PERQUISIZIONI, SEQUESTRI E MISURE CAUTELARI

Stamattina alcunx compagnx del CUA sono stati raggiunti da 12 misure cautelari (10 obblighi di firma e 2 divieti di dimora) per un corteo e un’occupazione di qualche mese fa. Le accuse sono molteplici e pesanti. Durante l’operazione sono state perquisite le case di compagnx ed inoltre sono stati posti sotto sequestro due spazi universitari occupati e autogestiti dal CUA: l’auletta al 38 di Via Zamboni e SPLIT – Spazio per liberare il tempo. Ancora una volta lo Stato attacca con l’obbiettivo di scoraggiare, dividere e isolare chiunque intenda sfidare l’attendismo dilagante e lottare. Ad essere sotto attacco infatti non è solo qualche compagnx, ma tuttx noi. In un momento in cui è sempre più chiaro a molte la necessità di mobilitarsi e agire sul presente, le maglie della legge e della repressione si stringono con l’obiettivo di tenerci isolate: a questa ennesima ed infame operazione repressiva rispondiamo esprimendo la nostra piena complicità e solidarietà.

TORINO: SULLE PERQUISIZIONI ALL’ASKATASUNA

Diffondiamo: LA NOSTRA BANDA SUONA ANCORA IL ROCK: note sulla perquisizione di questa mattina.

Ieri mattina ha avuto luogo una perquisizione al Centro Sociale Askatasuna. Un’operazione che riguarda i fatti del 15 Ottobre 2022 quando nel controviale davanti al centro sociale si è tenuto un concertone che ha visto la partecipazione di migliaia di persone e decine di artisti della città in difesa dello spazio sociale. Decine di camionette e uomini in antisommossa della polizia e della guardia di finanza hanno bloccato l’ingresso di Askatasuna impedendo il passaggio anche alle lavoratrici ed ai genitori della vicina scuola.

La perquisizione, durata diverse ore, ha portato al sequestro degli impianti musicali di tutto ciò che è materiale elettronico e all’applicazione dei sigilli sui frighi del bar dello spazio e degli ambienti deputati alla conservazione della strumentazione musicale. Tra le altre cose è stata anche sequestrata l’agenda che raccoglie i tesserati e le tesserate della campagna “Associazione a Resistere” in solidarietà al Movimento No Tav e al Centro Sociale Askatasuna accusati di associazione a delinquere. Il tutto accompagnato da diverse denunce, da quanto riportato dai giornali 36 delle quali non abbiamo ancora totale contezza, ma tra queste alcune già notificate alquanto creative e folkloristiche come cattiva conservazione degli alimenti e frode in commercio oltre a occupazione e invasione di terreni ed edifici.
Questa operazione si inserisce a pieno titolo all’interno del processo di criminalizzazione delle forme di espressione giovanile e dell’autorganizzazione. Infatti, il tentativo che viene messo in opera è quello di equiparare uno spazio sociale ad un locale commerciale che fa profitto per proprio conto. La differenza è lampante a chiunque abbia frequentato uno dei nostri eventi o delle nostre iniziative sa bene quanto sia prezioso avere la possibilità di far vivere momenti di socialità, culturali e di incontro al di fuori delle logiche del profitto. Evidentemente in questa fase la tendenza governativa è quella di chiudere gli spazi di dissenso e di autogestione, impedendo in particolare ai giovani di incontrarsi e costruire modi diversi per stare insieme. Questo procedimento si inserisce in questo quadro seppur non si tratti della diretta conseguenza del nuovo decreto anti rave, anzi dimostra come gli strumenti per silenziare queste esperienze esistevano già ben prima di oggi.
Per quanto ci riguarda inoltre possiamo tranquillamente dichiarare che l’accanimento questurino nei confronti dell’Askatasuna assume un peso ben differente. Proprio ieri si è tenuta infatti la quarta udienza per il processo di associazione a delinquere che vuole colpire l’Askatasuna, il Movimento No Tav e lo Spazio Popolare Neruda. Il centro sociale è infatti al centro dell’inchiesta che vorrebbe identificarlo come una delle basi in cui opererebbe una fantomatica associazione di delinquenti che organizza queste iniziative per autofinanziare le sue attività criminali. Il tutto scricchiola e fa acqua da tutte le parti infatti siamo ancora in attesa di vedere queste prove schiaccianti.. E così proprio ieri è stato firmato da Enzo Bucarelli il mandato di perquisizione del centro sociale che puzza di provocazione e vendetta.
Ricordiamo che uno degli obiettivi dell’inchiesta per associazione, prima sovversiva e poi derubricata a delinquere (e anche qua ce ne sarebbe da dire), era ed evidentemente è ancora lo sgombero dello spazio. Nonostante numerose interpellanze in consiglio comunale da parte di Fratelli d’Italia per procedere allo sgombero rimaste disattese, la Questura di Torino ha pensato bene di far entrare dalla finestra ciò che non è riuscita a fare entrare dalla porta. Se non è uno sgombero allora sigilliamo tutto ciò che permette allo spazio di comunicare con l’esterno, autorganizzarsi con le persone che da decenni lo attraversano per poter fare esperienza di una socialità diversa, senza profitto, autentica.
Lo diciamo chiaramente: la gravità di questa situazione è palese seppur si sfiori il ridicolo nel vedere decine e decine di uomini ancora una volta a sperperare soldi pubblici per sequestrare impianti audio e frigoriferi. Parliamo di solidarietà da sempre e anche questa sarà occasione per esprimerla e costruirla insieme.
Non finisce qui, la nostra banda suona il rock!

DAI MURI DELL’OCCUPAZIONE DI VIA STALINGRADO 31 A BOLOGNA: È UN PRIVILEGIO MORIR D’AMOR

E’ un privilegio morir d’Amor.
Ericailcane + Infinite sui muri dell’occupazione di via Stalingrado 31 a Bologna

“non esiste vera gioia se non sperimentando
mettendo al bando ogni velleità di comandare
sperimentare libertà per liberarsi
perché siamo fatti per marciare sulle teste dei potenti
non per marcire di miseria
per soffiare sulle braci dei tizzoni ardenti
per illuminare col fuoco questi tempi spenti”


Foto da: https://infestazioni.noblogs.org/le-idee-non-si-sgomberano-foto/