CUNEO: TORTURE SUI DETENUTI

Quando qualcuno assimila il carcere al manicomio non lo fa per esercizio di retorica: se a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 il Dottor Coda torturava i “malati” applicando elettrodi alle tempie, procurando infinite scariche e insopportabile dolore – un  “trattamento” praticato di fronte a tutti, perché tutti vedessero cosa li aspettava se… – nel 2023 nelle carceri i detenuti vengono pestati e torturati allo stesso modo, a Cuneo, anche con l’ausilio del taser.

https://www.osservatoriorepressione.info/torture-carcere-cuneo-indagati-23-agenti-penitenziari

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/10/12/news/lispettore_aguzzino_le_torture_nel_carcere_di_cuneo_dietro_il_blitz_cera_il_capo_degli_agenti-13778215/

IL PROBLEMA NON È IL FUOCO / CENERE E MACERIE – APPUNTI LIBERTARI SUGLI INCENDI IN SICILIA E SARDEGNA

Diffondiamo, da Scirocco Madonie, un opuscolo sugli incendi che hanno colpito e devastato i territori di Sicilia e Sardegna. L’opuscolo contiene due testi: il primo, “Il problema non è il fuoco”, è stato scritto e diffuso nell’estate 2023 da compagnx sicilianx; il secondo, “Cenere e macerie”, è il testo di un compagno sardo uscito sulle pagine di Nurkuntra qualche anno fa.

«Se c’è qualcosa che lega la “colonizzazione di ieri” agli incendi di oggi, è questo accartocciarsi impaurito della coscienza dei colonizzati, è questo rinnovarsi di paura e ubbidienza. Le assemblee possono essere allora dei polmoni collettivi in cui respirare l’aria pulita della rivolta, del riscatto e della festa (per curarsi dalla compressione delle molte paure e dei fumi neri), inceppando i meccanismi nemici. Il rifiuto della delega, il ricordare le responsabilità del Sistema per le nostre sciagure, la disponibilità ad affrontare solo questioni alla portata dell’azione diretta o del controllo diretto dei singoli e delle assemblee abitanti, una pratica interna in cui tutti siano sia pensatori che agenti del percorso (rompendo il circuito chiuso e scisso della militanza), incrinare il rapporto di forza tra decisori e condannati (all’evacuazione, all’emigrazione, all’umiliazione) – tutte queste attività insieme potrebbero rappresentare un farmaco collettivo. Anzi, di nuovo con i greci, un pharmakon: medicina per gli oppressi e veleno per gli oppressori».

Qui l’opuscolo completo in PDF: OpuscoloIncendiWEB

PER UNA PALESTINA LIBERA DA DOMINIO E OPPRESSIONE

Diffondiamo il testo di un volantino distribuito ieri a Bologna al presidio in solidarietà al popolo palestinese:

“Israele si deve difendere” è il leitmotiv che viene ripetuto ogni qual volta Israele viene colpito e l’invincibilità del suo esercito viene scalfita, passando da brutale forza di occupazione a vittima di un’aggressione.

È la prima volta che dai territori occupati parte un’offensiva di questo livello. Ma deve essere chiaro: la guerra che lo Stato di Israele ha dichiarato contro i palestinesi è iniziata da molto tempo.  Parliamo di decine e decine di anni di furto della terra, dell’acqua, di apartheid, sfruttamento, espropri, arresti, detenzioni amministrative, morti, uccisioni, aggressioni, umiliazioni e torture.

Il sostegno e l’impunità che Stati Uniti e Europa hanno sempre assicurato alle forze di occupazione Israeliane è responsabile della degenerazione di questo conflitto.

In un contesto del genere non ci stupisce il successo di Hamas, unica organizzazione sul territorio con gli appoggi per organizzare una resistenza armata di tale portata. Dopo il fallimento degli accordi di pace e del così detto “diritto internazionale”, con il progressivo retrocedere di qualsiasi istanza di autodeterminazione e liberazione, davanti alla corruzione e al collaborazionismo di Al-Fatah, non ci coglie alla sprovvista il consenso che questa organizzazione – Hamas – continua a raccogliere. Sappiamo che le destre estreme in ogni tempo hanno fondato il loro potere sul governo della paura.

Ci preoccupa però, questo si, come alleate e solidali, come dissidenti sessuali, come persone che lottano contro ogni forma di dominio e oppressione, che la resistenza palestinese venga assimilata ad una forza fondamentalista di estrema destra. Ci chiediamo a chi fa comodo che la brutalità dell’occupazione israeliana venga rappresentata come “scontro tra civiltà”. Non è uno scontro tra civiltà. E questo dobbiamo dirlo forte e chiaro. Non è uno scontro tra l’ “occidente civilizzato” e il “brutale mondo arabo”. Questa narrazione è falsa, tendenziosa, distorta. In un contesto di guerra globale rifiutiamo il ruolo di facili pedine da usare dall’asse imperialista di turno sullo scacchiere internazionale.

Vogliamo anche dire molto chiaramente che rifiutiamo la normalizzazione della tortura  e della cultura dello stupro come possibile arma di liberazione. Combattere per l’autodeterminazione e la libertà ammettendo come possibili queste azioni significa già aver rinunciato ad un mondo di libere e uguali.

Rifiutiamo altresì la narrazione propugnata dai media, dove non si esita a strumentalizzare episodi violenti, facendo leva sulla morbosità del pubblico, per fare tabula rasa delle uccisioni e degli abusi quotidiani compiuti sui palestinesi.

La nostra solidarietà è internazionalista, anti-coloniale, antirazzista, antisessista, contro qualsiasi forma di dominio e oppressione.
From the river to the sea Palestina will be free

OPERAZIONE SCRIPTA SCELERA: GINO TRASFERITO AD ALESSANDRIA IN AS2

Diffondiamo:

Operazione Scripta Scelera: Gino Vatteroni è stato trasferito dal carcere di Massa a quello di Alessandria (9 ottobre 2023)

Il compagno anarchico Gino Vatteroni è stato trasferito dal carcere di Massa a quello di Alessandria, nella sezione di “Alta Sicurezza 2”, dove sono stati imprigionati in passato molteplici compagni anarchici e dove sono attualmente prigionieri alcuni militanti comunisti rivoluzionari. Il compagno si trova nel circuito di Alta Sicurezza in quanto l’accusa di istigazione a delinquere (art. 414 c. p.) ha la circostanza aggravante della finalità di terrorismo (art. 270 bis 1 c. p.).

Ricordiamo che il compagno – arrestato l’8 agosto per l’operazione Scripta Scelera contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny” e inizialmente posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico – è stato tradotto in carcere il 4 ottobre per via di un inasprimento della misura cautelare disposto dal GIP a partire da una segnalazione della DIGOS. Nella stessa giornata anche un’altra compagna, Veronica, ha ricevuto la notifica dell’aggravamento della misura cautelare dall’obbligo di dimora con rientro notturno dalle 19:00 alle 07:00 agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico (si veda l’“Aggiornamento sull’operazione Scripta Scelera: Gino trasferito in carcere a Massa, Veronica agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni”).

Pertanto a seguito dell’inasprimento delle misure cautelari, la situazione dei dieci compagni e compagne per cui in due occasioni il PM Manotti aveva richiesto l’arresto in carcere è la seguente: oltre a Gino in carcere ad Alessandria, altri quattro si trovano agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, tre all’obbligo di dimora con rientro notturno dalle 19:00 alle 07:00, uno anch’esso all’obbligo dimora e con rientro notturno dalle 21:00 alle 06:00. Infine, un decimo compagno è indagato senza alcuna restrizione.

Con queste continue provocazioni da parte della DIGOS (ricordiamo che in questi due mesi un compagno era stato posto in carcere per qualche notte in attesa di individuare il domicilio e un altro ha ricevuto un aggravamento della misura in arresti domiciliari per un mese come monito per una presunta violazione delle prescrizioni) la polizia politica è infine riuscita – per la prima volta nella storia recente – a collocare un compagno anarchico in custodia cautelare in carcere, per giunta in AS2, sulla base di un reato oggettivamente di opinione. Il fatto si pone come ennesima escalation repressiva contro la stampa e le idee dell’anarchismo rivoluzionario in Italia, in continuità con l’operazione Sibilla e con il trasferimento di Alfredo Cospito in regime di 41 bis al fine di colpire il contributo che il compagno ha continuato a dare al movimento per dieci anni da dietro le sbarre. Di fronte all’offensiva repressiva dello Stato, non ci faremo intimidire da queste vere e proprie politiche di guerra: perseveriamo nell’agitazione e nella propaganda anarchica.

Solidarietà con Gino e con tutti gli anarchici e i rivoluzionari prigionieri!

Alcuni anarchici indagati e solidali

L’indirizzo del compagno:

Gino Vatteroni
C. R. “S. Michele” – Alessandria
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria

Riportiamo qui di seguito le coordinate del conto per la cassa di solidarietà con i compagni inquisiti:

Carta postepay numero: 5333 1711 9250 1035
IBAN: IT12R3608105138290233690253
Intestataria: Ilaria Ferrario

MODENA: STREET RAVE PARADE

SMASH REPRESSION/MODENA – 28 OTTOBRE 2023

Ad un anno esatto dal rave di Modena nord e dalla legge anti-rave, un anno di sgomberi, repressione e ostilità, per le strade e nei quartieri, nella città che ha visto la strage al carcere Sant’Anna, contro la società del proibizionismo, delle gabbie e dei CPR, in solidarietà ai rave, alle TAZ, agli spazi sociali e a chi lotta… tuttx a Modena il 28 ottobre! 🏴‍☠️

NUOVA MISURA CAUTELARE IN CARCERE PER JUAN

Dai media veniamo a conoscenza di una nuova misura cautelare in carcere per Juan relativa ad un ordigno piazzato a fine 2015 davanti alla scuola di polizia (POLGAI) di Brescia.

È la terza volta che viene attribuita un’azione di questo tipo a Juan dopo la condanna in appello a 14 anni e 10 mesi per l’attacco contro la sede leghista di Villorba (Tv) e quella a 3 anni e mezzo in primo grado per l’attacco contro il Tribunale di Sorveglianza di Trento (avvenuto nel 2014).

Per scrivere a Juan:

Juan Antonio Sorroche Fernandez

Strada delle Campore n. 32

05100 TERNI


Link e riferimenti:

Brescia: Nuove tracce di DNA riguardo all’attentato alla POLGAI

Trento: sentenza della “operazione senza nome”

Manifesto per Juan e aggiornamenti sul processo

CARCERE VALLETTE DI TORINO: LASCIATO MORIRE DI FAME

A.R., 28 anni, morto il 30 dicembre 2019 alle Vallette di Torino per un’infezione polmonare dopo aver perso 25 chili nell’indifferenza dei suoi aguzzini. Il 20 novembre il medico del carcere rispondeva all’ennesima lettera indicando che la perdita di peso fosse voluta: “Una modalità strumentale per ottenere benefici secondari”. Era entrato in carcere il 28 aprile 2019 con il peso di circa 80 kg: a novembre erano diventati 50. Ne avevamo parlato qui.

Dai media apprendiamo che la seconda consulenza medico-legale effettuata indica che «Risulta il difetto di approfondite verifiche che […] se messe in atto, avrebbero potuto arginare lo stato di malnutrizione». La procura ha chiesto di nuovo l’archiviazione, la famiglia Raddi si è opposta.

Sanitari complici delle torture in carcere! Soltanto lottando possiamo spezzare l’isolamento che avvolge quelle mura affinché il sacrificio di chi non c’è più non sia stato inutile!

FIRENZE: CI VOLEVATE FUORI DA RIFREDI? ECCOCI!

Nuova occupazione in via Gramsci 35 mentre continua la resistenza sul tetto del circolo Romito.

Diffondiamo dai canali dell’occupazione Corsica:

Oggi abbiamo aperto questo luogo, lo abbiamo aperto perché in questa città non esistono luoghi di aggregazione, non esistono luoghi di socialità, non esistono case per le persone.
Domenica abbiamo occupato un circolo, un circolo abbandonato nel nostro quartiere, un quartiere che tanto soffre della mancanza di spazi. Un quartiere che sta venendo smembrato dai processi gentrificatori, che dopo aver rovinato il centro dilagano nelle periferie vicine. Ora Nardella, dopo aver reso invivibile il centro parla di vietarci gli air BnB, e non solo questo è troppo poco e troppo tardi ma è proprio sintomo di una precisa volontà di espandere la bolla degli affitti brevi a nuove aree, turistificandole e allontanando ulteriormente i residenti.
Il nostro quartiere lo abbiamo sempre amato ed abitato ma ora non ci vogliono lasciare nessuno spazio. Circolini, parchi, piazze, luoghi occupati e posti di socialità, sempre meno rimane di quello che era il nostro quartiere.

Ma noi non ci arrendiamo. Non siamo disposti a vivere in una città invivibile, in cui si lavora solo per pagare l’affitto (a Firenze la media degli abitanti spendono il 50% del proprio stipendio in affitto) e non c’è spazio per andare a farsi una birra senza spendere dieci euro in un luogo per turisti.
Per questo siamo qui oggi, perché vogliamo dimostrare che questa città di spazi ne ha bisogno e in un modo o nell’altro questi spazi li prenderemo, e se non ci volete nel nostro quartiere ci avrete ovunque, soprattutto dove non ci volete.

UNITI SI VINCE