TORINO: PRESIDIO AL CARCERE LORUSSO COTUGNO. CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO

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3 NOVEMBRE // RITROVO AL CAPOLINEA TRAM 3, ORE 16.30

Il 7 maggio del 2016 si svolgeva al Brennero una giornata di lotta contro la decisione dello Stato austriaco di erigere un muro sul confine con lo Stato italiano. Nelle teste e nei cuori di chi quel giorno si è battuto, al di là di ogni garanzia di successo, era ed è scolpito un obiettivo: abbattere i muri che dividono i popoli e sconvolgere la pace sociale che unisce le classi. Dopo quella giornata molti compagni e compagne sono stati processati arrivando a condanne molto pesanti. Qualche anno più tardi, motivato da un razzismo di Stato ormai divenuto incandescente, il fascio-leghista Traini, ex candidato della Lega, sparava contro chiunque avesse la pelle nera per le strade di Macerata. Otto giorni più tardi il tour elettorale di Salvini prevedeva una tappa a Rovereto. Per chi aveva deciso che fosse inaccettabile la presenza di quello che a tutti gli effetti era il mandante di quell’infamia, gli scontri con la polizia non sono stati che la logica conseguenza. In seguito a questi due momenti di lotta Giulio, nostro compagno, si trova ora in carcere a Torino con una condanna di 4 anni e 3 mesi.

Oggi che la prigione a cielo aperto di Gaza ci mostra lo scopo reale di ogni frontiera, tanto più brutale quanto più è materialmente eretta, che i coloni sionisti ci fanno vedere quale brutalità può raggiungere il razzismo di Stato; oggi che con il ddl 1660 la guerra dichiarata contro chiunque decida di alzare la testa si rende sempre più esplicita; oggi che in nome di una “sicurezza” che è esclusivamente quella dei padroni che ci stanno portando verso il baratro, le barriere sono come poche altre volte nella storia l’emblema del nostro presente e il razzismo di Stato ne è una delle espressioni.
Scegliere da che parte stare è già l’inizio di una libertà possibile. Giulio lo ha fatto, e noi saremo al suo fianco.

A seguito di ciò, pensiamo sia imprescindibile concludere la mobilitazione nazionale contro le molteplici forme del razzismo di Stato, sotto le mura del carcere di Torino, per provare a rendere il più materiale possibile la nostra solidarietà verso chi è costretto a subire la violenza della detenzione penale.

«Di una cosa però sono certo: la sola forma di sicurezza che mi avvantaggia nei confronti della fine, la trovo negli altri, in chi mi sta in prossimità. Questa peculiare inclinazione, la solidarietà (che trovo riflessa nelle pupille di ognuno di voi), mi offre un’integrità inscalfibile».

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PER UNA CHIAMATA DI DISCUSSIONE E MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO.

CAGLIARI: CONTRO TUTTE LE GALERE, SOLIDALI CON PAOLO E JOAN

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Appuntamento parcheggio mercato di via Quirra (Cagliari)
Domenica 27/10 ore 16

Mercoledì al culmine di un rastrellamento che ha visto, nelle prime ore della mattina, porre sotto assedio i quartieri di San Michele e Is Mirrionis e il paese di Irgoli, sono stati arrestati i nostri compagni Paolo e Joan; portati a Uta in custodia cautelare sono accusati, senza prove, di rapina. L’arresto ha il sapore di una vendetta contro due compagni che non hanno mai chinato la testa neppure quando sono stati in carcere e hanno sempre lottato senza farsi intimidire dalle minacce e dalle ritorsioni degli sbirri.

Per questo motivo domenica 27 ottobre saremo a Uta non solo per salutare Paolo e Joan ed esprimere loro tutta la nostra vicinanza e solidarietà, ma anche per ribadire lo schifo che proviamo verso tutte le galere ed in particolare per Uta, in cui è attualmente rinchiusa, con la madre di etnia Rom, una bambina di 18 mesi.

Paolo e Joan liberi
Le galere si chiudono con il fuoco

Anarchiche e Anarchici contro le galere

MESSINA: INIZIATIVE CONTRO IL DDL 1660

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Ci vediamo venerdi 25 ottobre alla piazza dell’ex fiera (passeggiata a mare) dalle ore 17.00

In un mondo sempre più scandito dal ticchettio del profitto, distruggiamo le lancette; ‘divertirsi è un bisogno vitale’.
Incontriamoci, organizziamoci, creiamo insieme gli spazi che sogniamo.

Prepariamoci al corteo contro il ‘ddl sicurezza’ di giorno 26 Ottobre.

Microfono aperto, musica e socialità.
Porta i tuoi strumenti musicali, vecchie lenzuola per striscioni, indumenti, colori e/o tutto quello che vorresti decorare con la stampa serigrafica e trovare in piazza.

CONTRO IL DDL SICUREZZA
LIBERX DI LOTTARE!

SABATO 26 OTTOBRE
CORTEO A MESSINA

Concentramento a Largo Seggiola (vicino Piazza del Popolo) alle ore 17

UDINE: PRESIDIO SOLIDALE AL CARCERE DI VIA SPALATO

Riceviamo e diffondiamo:

Solo nel periodo compreso tra maggio e agosto di quest’anno, nel carcere di via Spalato a Udine ci sono state 44 episodi di resistenza e una protesta collettiva con battitura. Sono le stesse autorità penitenziarie a dichiararlo. Queste proteste sono forme di autodifesa in un contesto di sovraffollamento, impossibilità di accedere a pene alternative e abusi da parte delle guardie. È un fenomeno diffuso in tutte le carceri italiane.

Di fronte a questo, il governo risponde con il decreto sicurezza, una legge che
colpisce ogni forma di conflitto o dissenso, sia dentro che fuori dalle carceri, premiando guardie e militari, trasformandoli in casta privilegiata, e con un piano di edilizia carceraria di alcune centinaia di milioni di euro.

Per questo saremo fuori dalle mura della.galera di via Spalato, in solidarietà con le proteste dei detenuti e per far conoscere il ddl sicurezza, mentre nel corteo in solidarietà con la Resistenza palestinese di lunedì 14 ottobre sarà nostro compito far conoscere quello che succede nelle carceri.

SABATO 19 OTTOBRE
DALLE h 14
UDINE

LIBERTÀ PER TUTTE E TUTTI
CONTRO OGNI GALERA

ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO IL CARCERE E LA REPRESSIONE – FRIULI E TRIESTE

Info: liberetutti@autistiche.org

BOLOGNA: RESOCONTO DEL PRESIDIO AL CARCERE DELLA DOZZA [13 OTTOBRE]

Riceviamo e diffondiamo:

A distanza di tre mesi ieri siamo ritornate sotto al carcere della Dozza, prima sotto le sezioni femminili, poi sotto quelle maschili, per portare la nostra solidarietá a tuttx le/i reclusx. Sul lato del femminile, poco esposto e poco accessibile alla comunicazione, rumori e fischi da dentro, anche se lontani, ci hanno testimoniato che, nonostante la distanza, la nostra presenza è riuscita a bucare quelle mura e a raggiungere chi vi resiste.
Sul lato delle sezioni maschili, piu esposte e dove la comunicazione è diretta, la risposta al nostro arrivo è stata invece accesa e immediata: saluti da dietro le sbarre, richieste d’aiuto, cori e grida: rivolta, libertá.
Ripreso come al solito a vista da guardie e digos, il presidio è stato particolarmente attenzionato, e le divise schierate più del solito: al concentramento una camionetta, oltre che una significativa presenza di agenti sul muro di cinta, nel tentativo di rompere, o quanto meno scoraggiare, la comunicazione dentro/fuori, e con questa la solidarietà.
Nonostante guardie e digos, la rabbia dei reclusi ci ha raggiunte, forte e chiara.
Abbiamo condiviso aggiornamenti sul DDL sicurezza, quindi cosa comporterebbe se fosse approvato, per chi lotta, dentro e fuori. Abbiamo raccontato quanto sta avvenendo nelle altre carceri in Italia, al carcere minorile del Pratello, quanto sta avvenendo in Palestina, in Libano.

Abbiamo lasciato i riferimenti per scriverci, e rilanciato la puntata di Mezz’ora d’aria che andrà in onda sabato 19 ottobre in FM su Radio Cittá Fujiko, uno spazio che ogni mese vuole essere a disposizione delle detenute e dei detenuti per rompere l’isolamento del carcere.

CONTRO IL DDL SICUREZZA, CONTRO IL RAZZISMO E LA VIOLENZA DI STATO, SOLIDARIETÁ A CHI È RECLUSX, LIBERX TUTTX!

I FASCI IN QUARTIERE CI STANNO GIÀ: SONO QUELLI IN DIVISA

Condividiamo il testo di un volantino diffuso a Bologna il 26 settembre in  occasione del raduno “stop degrado”, promosso da un’accozzaglia fascio-leghista.

L’appuntamento che oggi, giovedì 26 settembre, la destra si è data in Piazza dell’Unità non nasce dal nulla. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento continuo delle politiche di repressione e di controllo anche e soprattutto in questa parte della città, in stretta connessione con i processi di gentrificazione e turistificazione che hanno attraversato anche questo quartiere.
A farne le spese più degli altri sono come sempre le persone che non hanno la pelle bianca, chi non ha soldi, chi non vuole farsi cacciare da ‘sto quartiere sempre più in mano a ricchi e guardie. Identificazioni, fermi, intimidazioni, retate, perquisizioni, presidi fissi di polizia e carabinieri, arresti (e tutto quello di cui non veniamo a conoscenza) sono ormai pane quotidiano in Bolognina.
A questo si sono aggiunte le ronde patriottiche dei fasci, app che permettono di comunicare direttamente alla questura atteggiamenti sospetti, scritte anti degrado e quant’altro. Questo clima di tensione e di razzismo, a suon di manganelli e di prime pagine del resto del carlino, ha dato agibilità politica a questa accozzaglia di gente che si ritroverà oggi in quella piazza. Già in passato Bologna ha vissuto chiamate fatte dai fascisti. Solitamente si trovavano in piazza Galvani, forse per visibilità, forse per essere più protetti dalle via del centro. Altre volte si spingevano nei quartieri popolari per campagna elettorale e propaganda.
Oggi invece, uniti a commercianti e speculatori sotto lo slogan di stop al degrado, si permettono di lanciare un presidio in Piazza dell’Unità, ma soltanto dopo aver fatto fare il lavoro sporco di gestione al PD. Combattere le sfilate della destra in quartiere significa anche, soprattutto, organizzarsi e lottare contro l’occupazione quotidiana della Bolognina, quella dei fascisti in divisa.

Gli unici stranieri: fasci e sbirri nei quartieri!

ROMA: TIZIANO LIBERO! PRESENZA SOLIDALE

Il 5 ottobre, durante la manifestazione che si è svolta a Roma, un compagno, Tiziano, è stato malmenato dalla polizia e in seguito portato in questura, dove è stato trattenuto in stato di fermo. Oggi sarà processato per direttissima con accuse che siamo certi essere arbitrarie, pretestuose e infondate. In situazioni come questa non lasciamo nessuno da solo, organizziamoci contro questo sistema repressivo che si accanisce contro chi lotta e resiste. Pretendiamo l’immediata liberazione di Tiziano e lanciamo un invito alla mobilitazione e ad una presenza solidale lunedì 7 ottobre al Tribunale Piazzale Clodio, via Golametto, ore 9.

Si parte e si torna insieme

TESTIMONIANZA DAL CARCERE DI REGINA COELI

Diffondiamo il racconto di un detenuto del carcere di Regina Coeli.

Ciao,

Parto dalla situazione qui. Non so se e quanto resterò. Avrete saputo della rivolta. Ma la storia è molto diversa e nessuno ancora ci ha permesso di parlare.

I disordini sono partiti da una goffa operazione delle guardie che avevano mandato una squadra di una decina di agenti per prelevare un detenuto che secondo loro disturbava troppo. È stata un’operazione stupida fatta a sezione aperta. In poco tempo la situazione si è accesa e poi tutto è degenerato. Dopo aver preso il controllo di tutta la sezione, sono stati distrutti gli uffici degli agenti e incendiati i loro magazzini, poi sono state distrutte le barriere visibili che impediscono di guardare fuori. Dopo 2 ore la rivolta era fuori controllo. Non si respirava più, non si vedeva. Dopo un bel po’ non so come ma sono riusciti a buttare giù le due porte blindate che vanno sul tetto. Alcuni sono saliti e hanno iniziato a lanciare tegole sui mezzi delle guardie. Tutto ciò, tra incendi, allagamenti e ogni altra forma di azione, è andato avanti per quasi 5 ore. Poi è andata giù la linea elettrica e siamo rimasti tutti al buio. Molti erano nelle celle cercando di sopravvivere al fumo acre e tossico mischiato ai lacrimogeni. Poco dopo abbiamo visto le torce elettriche dei reparti speciali che irrompevano. Erano agenti penitenziari con armature, caschi, manganelli e scudi. Tantissimi.

Non è vero, come hanno scritto, che non ci sono stati contatti. Non hanno solo preso chi trovavano in giro. Sono entrati in ogni cella e hanno manganellato chiunque, anche detenuti anziani seduti sulla branda che non sono mai usciti dalla cella durante la sommossa. […] Le persone hanno addosso i segni dei colpi e non sono state medicate. Tutta la sezione è un cumulo di macerie, non c’è luce elettrica, c’è ancora fumo e ceneri ovunque. Da due giorni siamo tutti chiusi nelle celle. Portano solo il vitto e le terapie più serie. Per il resto niente aria, niente docce, niente spesa, niente telefonate, niente visite mediche o scuola o incontri con psicologi / educatori. Non abbiamo più modo di comunicare e io (come tutti) siamo chiusi h24 in questo buco di cella. La cosa più assurda è che non possiamo lavarci o che siamo senza corrente elettrica. Non abbiamo luce, così dopo le 18 piomba il buio e non possiamo manco muoverci o cucinare. Durante il giorno, per via delle gelosie alle finestre, riesco a malapena a scrivere. Leggere è ormai impossibile. So che ieri è passata Ilaria Cucchi ma non c’è stato permesso di parlarci. È stato fino ad ora faticoso e non ci dicono per quanto tempo saremo costretti a questa tortura. Ci sono ancora molti, incluso me, che sono rimasti intossicati. Ho tossito catrame nero per 24 ore e non ho ricevuto alcuna assistenza. Per non parlare di quanto accaduto durante la repressione della rivolta.

I danni alle sezioni sono ingenti ma riguardano solo cancellate, finestre, porte, uffici delle guardie e magazzini. Non sono state toccate celle, infermeria, scuola e raccolta di libri. Le guardie, quando sono scappate, hanno lasciato l’ufficio di guardia aperto e perfino le chiavi sul tavolo! Grazie a quelle sono stati aperti i magazzini e i cancelli. È quasi matematico che ora inizieranno azione di rappresaglia, trasferimenti, denunce etc… Non so cosa succederà né che fine farò. Quello che per ora è certo è che vorrebbero chiudere la sezione o accorpare 4 piani in 2 (cosa insostenibile). Nel frattempo siamo chiusi come sardine senza possibilità di aria, luce, acqua. A tempo indeterminato. Sto soffrendo molto. Mi sento così perso e solo.


Questo che segue invece è un ultimo aggiornamento

Verso le 14 di mercoledì 2 ottobre sono partite nuove proteste all’interno della VII sezione di Regina Coeli. I detenuti sono partiti con una battitura, per poi arrivare a dar fuoco a oggetti. Al momento non si hanno altre notizie. Non ce la fanno più. Hanno trasformato in stanza persino i magazzini, senza finestre o bagno.

Nella sezione VIII le condizioni sono insostenibili. Dopo la rivolta li tengono chiusi la maggior parte del tempo, sono senza luce, quindi dopo il tramonto non si vede più nulla. Senza acqua.

La spesa la portano quando decidono loro, dipende se gli va.

Odiamo il carcere e la società che ne ha bisogno

 



JUAN LIBERO! PROSSIME UDIENZE DEL PROCESSO A BRESCIA

Juan libero, abbasso la POLGAI! Prossime udienze del processo a Brescia

Le prossime date delle udienze del processo per l’attacco alla sede della POLGAI di Brescia contro il nostro compagno Juan (che è in videoconferenza) sono:

— 14 ottobre, ore 10:30;
— 19 novembre, ore 9:30;
— 16 dicembre, ore 10:30.

Invitiamo tutti e tutte ad una presenza solidale dentro e fuori dall’aula.

Tutti liberi! tutte libere!