CATANIA: GIÙ LE MANI DALLA LUPO

 

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 “Nessuno dice: abbiamo gonfiato e arricchito le mafie perché Stato e Mafia devono vivere in simbiosi mutualistica, devono presupporsi ed alimentarsi a vicenda, rappresentarsi come Società, la Seconda Natura, per la maggiore gloria del Dio-Capitale, della sua Merce, del suo Spettacolo. Liberarsi dalle Mafie è liberarsi dallo Stato”.
Riccardo d’Este

Infine il comune di Catania ha deliberato un progetto esecutivo per la piazza Pietro Lupo. Lo ha fatto nonostante non sia stata fatta alcuna concertazione territoriale, perché in questi anni l’unica espressione dellx abitanti sono state proteste e critiche verso l’idea di realizzare il famoso e fumoso parcheggio.

Quasi 4 milioni di euro sono stati invece ora stanziati per diminuire i posti auto già esistenti, piantare qualche essenza arborea e fare un’ennesima postazione per turisti e telecamere. Se il problema era migliorare la pedonabilità dello spazio urbano e la qualità della vita in questo pezzo di centro storico non serviva di certo uno spreco così ampio di risorse pubbliche, o meglio un tale indebitamento (ricordiamoci che i soldi del PNRR sono un debito che l’Italia ha contratto con l’Europa). Questo mentre arriva la notizia che Catania ha perso 19 istituti scolastici negli ultimi 2 anni.

3 milioni 900mila euro verranno dati alle imprese edili risultate vincitrici dell’appalto, in primis il “Consorzio stabile progettisti costruttori”, del gruppo Capizzi. L’imprenditore, fratello del sindaco  di Maletto appartenente a FdI, è tutt’ora coinvolto in diverse inchieste per corruzione e ha dichiarato di aver pagato tangenti per ottenere un cospicuo appalto pubblico a Messina. Nonostante il patteggiamento, resta chiara la lettura politica dei modi in cui queste imprese edili operano.

Così come è chiara la comprensione di cosa sia stato il progetto precedente del parcheggio, quello per cui Virlinzi e Ciancio avevano aperto la società “Parcheggio Lupo srl” con il quale l’amministrazione comunale, sempre della stessa destra fascista,si è ritrovata esposta in un ulteriore contenzioso per non avere portato avanti i lavori.

Sono decenni che esiste un apparato di governo a Catania che è colluso con famiglie imprenditoriali che usano metodi mafiosi e che drena risorse pubbliche per svendere pezzi di città e terreni naturali all’economia immobiliare e turistica. Lo si vede ovunque. A Ognina, alla Pescheria, alla Civita e anche nella contigua San Berillo, dove l’amministrazione comunale ha lasciato i proprietari liberi di speculare e interviene solo aggiungendo videocamere di sorveglianza e supportando i raid della questura.

Come nello sgombero in via di Prima di poche settimane fa quando più di una decina di forze di polizia sono state mandate a difendere una proprietà della famiglia Virlinzi per sgomberare donne e uomini che stavano pagando un affitto e nei confronti dellx quali non è stata proposta alcuna soluzione abitativa alternativa.

Nella delibera si sproloquia sulla “scarsa fruizione di Piazza Pietro Lupo” attuale e si dice che il progetto permetterebbe invece di “accogliere la collettività”. La collettività è accolta ogni giorno in uno spazio autogestito in cui si continuano a proporre laboratori, attività culturali e ricreative, libere e gratuite. E in cui trovano posto anche quelle persone razzializzate che il governo locale e nazionale, e la prefettura, vorrebbero solo rinchiuse in un CPR.

Ma che al comune di Catania di chi abita davvero nel territorio non importi nulla lo si è visto anche con lo sgombero della Consultoria autogestita, dove ci si organizzava per fornire accesso gratuito alla salute in una provincia in cui, per legge, dovrebbero esserci almeno altri 19 consultori. D’altronde, cosa aspettarci da un sindaco che scrive che Catania non è “puttana che si mette in mostra per essere violata”?

Nel progetto di piazza Pietro Lupo si chiama in causa direttamente anche il turismo. È la stessa scusa con cui hanno sgomberato anche lo storico centro sociale Auro, il cui edificio sarebbe dovuto diventare un hub turistico e invece continua ad essere abbandonato e murato. E intanto le navi da crociera continuano a susseguirsi al porto, con la loro scia di inquinamento e predazione dei luoghi. Sappiamo bene l’idea di città che ha in testa chi governa: turismo di massa sempre più invasivo, nessuna politica abitativa e criminalizzazione di chi non ha soldi, si organizza senza profitto e/o prova a difendersi da espropri e sgomberi.

Qua si tratta di difendere la LUPO, ovvero impedire che si tolga uno dei pochi spazi liberi rimasti in città dove poter sperimentare relazioni umane senza gerarchie e profitto e organizzarsi contro chi uccide, imprigiona e sfrutta la vita. Ma qua si tratta anche di difendere lx abitanti di Catania dai progetti di un’amministrazione collusa che ha in testa solo stato, dio, patria, famiglia, repressione e tanto profitto. In una città dove i sodalizi tra ex questurini, imprese immobiliari e turistiche ed eletti sono strutturali. Insomma, dove governa la mafia, intesa come “il modello di tutte le imprese commerciali avanzate”, parte e partner (non deviata) dello stato.

Dalla Lupo occupata e per la Palestina liberata.
Giù le mani dalla LUPO!

Assemblea cittadina mercoledì ore 19.00 in Piazza G. Falcone.