GENOVA: PRESIDIO SOLIDALE AL CARCERE DI MARASSI

Diffondiamo:

Affondiamo le galere, lo Stato che le controlla e il Capitale per cui esistono.

Domenica 3 settembre ore 18

Nelle carceri italiane i gesti di ribellione individuale e collettiva si moltiplicano quotidianamente. Da giorni i detenuti di Marassi sono in protesta contro l’aumento dei prezzi, una lotta che ci riguarda tutti. Viviamo tempi di guerra nei quali i torturatori e assassini del carcere di Modena tornano in servizio dopo l’archiviazione del processo per strage, mentre Alfredo Cospito e Anna Beniamino vengono condannati per una strage politica senza feriti. Mani libere per gli oppressori, le manette ai polsi degli oppressi. La solidarietà è un’arma che spaventa i padroni di questo mondo, per questo la repressione colpisce chi la pratica. Le associazioni sovversive per chi ha lottato contro il 41bis, per la pubblicazione di un giornale anarchico o anche per l’esposizione di uno striscione hanno un significato chiaro: per far marciare l’economia di guerra occorre togliere di mezzo chi vuole sabotarla.

SOLIDARIETÀ AGLI ARRESTATI PER IL GIORNALE ANARCHICO BEZMOTIVNY E AI DETENUTI IN LOTTA

ROMA: PRESIDIO DAVANTI AL CARCERE DI REBIBBIA

MERCOLEDI 30 AGOSTO – ore 18 Presidio davanti al carcere di REBIBBIA
[appuntamento lato maschile – via Elena Brandizzi Gianni]

Diffondiamo:

Durante questa estate, forse approfittando della distrazione vacanziera dei più, molte delle guardie penitenziarie sotto processo per vari episodi di torture, a Torino come a Santa Maria Capua Vetere, sono tornate in servizio. A deciderlo sono stati i giudici competenti dei singoli procedimenti in cui sono imputate.
Riandando con la mente alla mattanza dell’aprile 2020 a S.M.C.V. ci preme inoltre ricordare che, a seguito di quelle brutali violenze di massa, ben 3 persone detenute sono decedute: Vincenzo Cacace e Fakhri Marouane, due tra i prigionieri che hanno denunciato le torture, e Lamine Hakimi dopo più di un mese di isolamento da quel maledetto aprile.
Quando fuori dalle carceri la vita si fa giorno dopo giorno più dura, chi è detenuto ha maggiori difficoltà a ricevere un sostegno dalle persone care. I pacchi alimentari, per esempio, si riducono di quantità e qualità. Per non parlare, poi, di quante persone imprigionate non hanno alcun sostegno poiché prive di una rete familiare o comunque affettiva.
Da lungo tempo chi è detenuto/a nel carcere di Rebibbia, denuncia la qualità scadente del cibo e i costi enormi del sopravvitto. Ma, nonostante ci sia un’indagine in corso, nei fatti nulla è cambiato.
Ad inizio agosto un detenuto, come riportato all’interno dei pochissimi articoli che ne hanno parlato, ha scelto di protestare contro le condizioni di detenzione salendo su una gru presente all’interno del carcere di Rebibbia.
Mentre scriviamo, veniamo a conoscenza del suo trasferimento punitivo nel carcere di Teramo solo perché i giornali del luogo hanno scelto di parlarne a seguito del suo tentativo di togliersi la vita. Nessuno ha voluto davvero approfondire i motivi della sua protesta e cosa c’è dietro questo ennesimo “tentato suicidio”.
Guardando agli ultimi 3 anni, ben 3 ministri della giustizia di diversa bandiera stanno perpetrando lo stesso lavoro di feroce annientamento. Dalle stragi e le torture di massa alle morti di carcere quotidiane. Non permettere che il carcere venga raccontato come una bolla separata dal resto, fare da megafono a chi è privato della libertà, farci sentire fuori da quelle mura anche durante quest’ennesima estate bollente, è necessario.

AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE DI ALFREDO COSPITO E APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ

Diffondiamo:

Abbiamo avuto notizia che Alfredo in carcere a bancali (Sassari) fisicamente sta bene e ha ripreso peso dopo i sei mesi di sciopero della fame. Purtroppo riceve pochissima posta, quasi niente, e anche quando il carcere trattiene lettere, cartoline o telegrammi, non sempre lui ne riceve comunicazione. Si trova così sottoposto a una censura ancora più alta e arbitraria di quella già durissima del 41 bis.
Facciamo quindi appello per non fargli mancare la nostra solidarietà e invitiamo tutte e tutti a scrivergli lettere o cartoline utilizzando la raccomandata con ricevuta di ritorno, per aumentare le possibilità che gli venga consegnata o se gli viene trattenuta, che ne abbia notizia.

Alfredo Cospito
Casa Circondariale di Sassari
Località Bancali
07100 Sassari SS
Italia

Contro tutte le galere!
Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali

FIRENZE: SGOMBERO STUDENTATO AUTOGESTITO PDM27 + ASSEMBLEA PUBBLICA IN DIFESA DEGLI SPAZI OCCUPATI

Dopo l’occupazione Corsica della settimana scorsa un’altra esperienza di autogestione è stata sgomberata ieri mattina in via Ponte di Mezzo a Firenze: si tratta dello studentato autogestito dal 2016, PDM27.

Fin dalle prime ore del giorno un elicottero ha sorvolato la zona per impedire alle persone di salire sul tetto, mentre un ampio dispiegamento di uomini e mezzi ha nuovamente militarizzato il quartiere.

Dai media apprendiamo che, come per Corsica, anche in questo caso “il provvedimento di sgombero è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia”, un’operazione che “si inquadra nella direttiva inviata dallo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a tutti i prefetti d’Italia, in cui si sollecita a procedere con forza contro le situazioni di illegalità.”

Un intervento che evidenzia come l’antimafia sia sempre più interessata e coinvolta nella repressione politica di movimenti e dissidenze.

Dal Viminale applaudono all’operazione sottolineando come si tratti di “interventi fondamentali per il ripristino della legalità, necessari a garantire migliori condizioni di sicurezza ai cittadini”.

Il solito mantra della sicurezza, quella stessa sicurezza che continua a sacrificare la vita di persone e territori sull’altare della speculazione e del profitto, costruendo città sempre più invivibili ed esclusive.

Lo Stato non si sta facendo scrupoli a strumentalizzare quanto avvenuto all’ex Hotel Astor per far fuori quelle esperienze che si oppongono ad una realtà fatta di solitudine e sfruttamento, e alla turistificazione selvaggia di interi quartieri.

L’immobile secondo la stampa sarebbe destinato ad un progetto di “housing sociale” per persone con vulnerabilità psichica, senza vergogna lo Stato non esita a manipolare l’opinione pubblica sbandierando progetti di interesse sociale per coprire la violenza con cui intanto reprime, sgombera e rade al suolo esperienze di riappropriazione, mutualismo e autogestione.

Solidali con chi resiste!


Intanto rilanciamo da La Polveriera:

ASSEMBLEA PUBBLICA IN DIFESA DEGLI SPAZI OCCUPATI

Vogliono fare il deserto ma non glielo permetteremo.

“Chiamiamo a raccolta tutti coloro che avranno voglia di mettersi in gioco per costruire una resistenza collettiva e cittadina agli sgomberi.”

Venerdì 18 agosto alle 18 in piazza Tasso assemblea pubblica in difesa degli spazi occupati.