TORINO: AGGIORNAMENTO OPERAZIONE CITY

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A fine Dicembre 2024 e a seguito di istanze di revoca delle misure cautelari (applicate il 22 aprile 2024, in relazione al corteo del 4 Marzo 2023) queste sono state di fatto:

  • revocate per 12 compagnx;
  • mantenute nella loro totalità (rigettando le istanze) per 3 compagnx: ancora sottopostx a obbligo di dimora, divieto di dimora e presentazione quotidiana alla p.g.;
  • riformulate per un compagno tutt’ora sottoposto a obbligo di firma quotidiana.

Ricordiamo che a Maggio 2025 inizierà il processo per i 19 imputatx di devastazione e saccheggio in merito a quella giornata di lotta al fianco di Alfredo e contro la tortura del 41bis e dell’ergastolo ostativo.

Inoltre, all’alba del 30 Dicembre sono state notificate ulteriori misure cautelari (stabilite in sede di appello cautelare ed eseguibili solo per coloro che non hanno fatto ricorso in Cassazione):

  • per 3 compagnx l’obbligo di presentazione quotidiano e di dimora;
  • per un compagno di sole firme quotidiane;

Paradossalmente, le stesse misure erano già state notificate e applicate a 3 di queste persone decorso il termine di 10gg dalla pronuncia d’appello per la presentazione del ricorso in Cassazione. Poi, ad una di queste tre, l’obbligo è stato sospeso “in attesa di atto esecutivo”, alle altre due le misure erano state revocate insieme alle cautelari dello stesso tipo relative al precedente troncone primaverile. La confusione derivante dalla doppia notifica e applicazione delle misure per tre degli indagati, si presume sia stata determinata dalle istanze della DIGOS che in data 25 Ottobre 2024 richiedeva con atto interno di notificare ed applicare le misure cautelari a sole 3 persone sul totale di 5, che – non promuovendo ricorso per Cassazione – avrebbero dovuto iniziare a essere sottopostx alle misure.

La data dell’udienza di Cassazione dell’ordinanza di appello richiesto dal PM per i e le restantx indagatx per le fasi preliminari del corteo (aka “carrellistx”) sarà il 30 Gennaio.

Tante sono state le persone che si sono mobilitate al fianco di Alfredo e contro la tortura di Stato in quei mesi di sciopero della fame, altrettante con il cuore e con la rabbia o con il proprio corpo e la propria determinazione sono scese in piazza il 4 Marzo e non solo.
Oggi, quei legami e quelle lotte continuano.

Contro ogni galera.

Contro il 41bis e l’ergastolo ostativo.

Libertà per tuttx!

FUORI ALFREDO DAL 41 BIS! GIÙ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA!

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FUORI ALFREDO DAL 41 BIS

GIÙ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA [PERUGIA, 15 GENNAIO]

Dopo il rinvio di quella prevista per il 10 ottobre, è fissata per il 15 gennaio l’udienza preliminare del procedimento Sibilla, che nel novembre 2021 portò a un’operazione repressiva mirata principalmente contro il giornale anarchico “Vetriolo”. La procura di Perugia sta chiedendo il rinvio a giudizio per 12 anarchici e anarchiche imputati per 19 capi d’accusa, quasi tutti aggravati dalla finalità di terrorismo.

Nel corso degli ultimi mesi sono stati notificati degli atti riguardanti l’avvio di un procedimento con cui la questura di Perugia intende emettere una serie di fogli di via dalla città, motivandoli con la presenza solidale tenutasi il 10 ottobre davanti al tribunale. Predisporsi a emettere dei provvedimenti del genere per un momento come quello, in cui senza particolari turbolenze è accaduto ciò che solitamente avviene in tutte le circostanze di questo tipo (affissione di striscioni, un volantinaggio, qualche intervento, ecc.), assume un significato palese: allontanare i solidali, impedire qualsiasi manifestazione di solidarietà in occasione delle udienze nei confronti degli inquisiti e particolarmente di Alfredo Cospito, recluso in regime di 41 bis nel carcere di Bancali in Sardegna e tra i 12 imputati di questo procedimento.

Mentre gli Stati si attrezzano per la guerra e i profitti per gli armamenti crescono a dismisura, mentre si sprecano le parole a giustificazione del genocidio a Gaza – il primo genocidio automatizzato della storia, dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo determinante –, mentre assistiamo alle consuete chiacchiere sulle stragi sul lavoro a difesa degli interessi dei padroni, mentre è in esame al senato un decreto sicurezza con cui viene preparato un ulteriore attacco contro il conflitto sociale… questi signori si affrettano nuovamente a processare gli anarchici, un “nemico interno” da debellare perché da sempre in lotta contro lo Stato e il capitale.

Pur di attaccare gli anarchici e i percorsi rivoluzionari, lo Stato farnetica di capacità “istigatorie” e “orientative” in un ambito come quello del movimento anarchico, da sempre fautore di un’ostinata e radicale autonomia di pensiero e di azione. Un’affermazione che fa il paio con l’aver sostenuto nel processo Scripta Manent delle condanne per “strage politica” nel paese in cui le stragi, quelle vere, le hanno perpetrate sempre gli apparati statali.

Assieme a quel processo, l’operazione Sibilla è stata determinante nel trasferimento in 41 bis di Alfredo Cospito. Con l’intensa mobilitazione contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo del 2022-23 abbiamo impedito che da Scripta Manent – per via dell’imputazione di “strage politica” – derivassero condanne fino all’ergastolo. Oggi come ieri, con l’approssimarsi di un potenziale processo Sibilla, non è quindi un mero esercizio retorico esprimere solidarietà con gli inquisiti e specialmente con Alfredo, recluso in uno tra i più afflittivi regimi detentivi esistenti in Europa.

CI VEDIAMO MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2025 ALLE ORE 09:30 DAVANTI AL TRIBUNALE DI PERUGIA IN PIAZZA MATTEOTTI.

BOLOGNA: SENZA CHIEDERE PERMESSO GENNAIO 2025

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Quindicesima edizione

Ehi ehi ehi, arieccoci! Dopo quello che speriamo sia stato un bel capodanno per tuttx, giovedì al mercatino ce la chilliamo insieme!

Dalle 17 allestimento del mercatino, birrette e microfono aperto.

Dalle 19:30 cena veg a cura del mercatino, zuppa di ceci, zuppa di legumi misti e cereali, riso e focaccine.

A scaldarci caldo vin brulè benefit prigionierx, il migliore del territorio 🖤

Banchetti e distro a profusione

Musichette fino a mezzanotte 🏹

Con Ramy nel cuore, guardie assassine

https://mercatinoautogestito.noblogs.org/post/2025/01/08/senza-chiedere-permesso-gennaio-2025-2/

SOUND OF FREEDOM

Si parte e si torna insieme. La carovana che ha attraversato via Stalingrado.

Riceviamo e diffondiamo:

Non si può fermare il suono 🏴‍☠️

“Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile. Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.”

A chi credeva che non fosse possibile, a chi pensava che bastasse una legge, a chi ha creduto di averci zittitx, questo capodanno speriamo rimanga impresso nella memoria: nessuna legge e nessuno Stato potrà mai impedirci di ballare, aggregarci, divertirci e organizzarci in autogestione.

Ad oltre due anni dalla legge anti-rave, in un’epoca di repressione, isolamento, contingentamenti, ticket e zone rosse, volevamo regalarci e regalare a tuttx una fine dell’anno come non se ne vedevano da un po’! Speriamo di esserci riuscitx. È stato incredibile il supporto ricevuto e la forza che insieme siamo riuscitx a creare.

Non cederemo di un passo, continueremo a lottare per darci ancora occasioni di festa libera, per tuttx, con tuttx, in barba al business dei locali, alla domesticazione delle nostre sottoculture, al ricatto della repressione.

Uscire tuttx insieme in corteo, mezzi, macchine, camper, umani e non, è stato impagabile. Ringraziamo tutte le persone che lo hanno reso possibile.

Ci sarebbe piaciuto ritornare per pulire meglio ma gli ingressi sono stati subito bloccati dalle solerti forze dell’ordine ed è difficile i giorni successivi rientrare sul luogo senza incappare nei puffi blu. Sappiamo che possiamo fare meglio tante cose, sappiamo che possiamo fare di piu, ma rimaniamo comunque convintx che la strada sia questa.

Tutta la nostra solidarietá va a chi ha subito il sequestro della sua attrezzatura musicale, ed ora è indagato perchè fermato in prossimità della festa, pensano di spegnere la nostra voglia di resistere colpendo nel mucchio, ricattando le nostre esistenze, ma se siamo unitx, sognare è ancora possibile.

Invitiamo tuttx a sostenere la solidarietá perche nessunx venga lasciato solx!

Per le strade e sotto cassa, ci ritroveremo.

Sound of freedom⁩

Una foto delle solerti forze dell’ordine che bloccano l’ingresso del capannone dopo che la carovana è uscita, accalcate in modo ridicolo intorno alla macchinetta che ha fatto giocare tutta la festa 🏴‍☠️ .

 

BOLOGNA: MEZZ’ORA D’ARIA [RADIO]

Diffondiamo:

Ricordiamo a tuttx la puntata di Mezz’ora d’aria in onda sabato 21 dicembre alle 17:30 sulle frequenze di Radio città Fujiko, FM 103.1.
Ricordiamo inoltre i riferimenti a cui potete far arrivare le vostre dediche, i vostri saluti, le vostre esperienze.
Scriveteci una mail a info@mezzoradaria.com oppure una lettera a Mezz’ora d’aria, presso Radio Città Fujiko, via Zanardi 369, 40131 Bologna. Lasciamo anche i contatti whatsapp e telegram  per chi volesse mandare i propri saluti : 3501550853

Nella puntata di sabato interverrà una compagna che ci parlerà della situazione del CPR di Palazzo San Gervasio, focalizzandosi sulla morte di una persona avvenuta ad agosto all’interno del centro; successivamente, dalla Sicilia, una compagna e un compagno ci racconteranno della situazione del territorio concentrandosi sul CPR di Trapani. Infine l’anarchoherban kollektiv, una collettiva unita dalla passione per l’erboristeria, l’autocura e la lotta anticarceraria, ci racconterá dell’erbario Anticarcerario di Nicole Rose.

Cogliamo l’occasione anche per invitare tuttx le solidali al saluto di capodanno al carcere della Dozza sotto le sezioni maschili (strada sterrata, via del Gomito) alle 14:30.

BARI: AZIONE SIMBOLICA ALLA STAZIONE CENTRALE

Riceviamo e diffondiamo

Nel CARA di Bari si MUORE

A Bari Palese, all’interno della base Aeronautica si trova il CARA, una struttura nata con lo scopo di accogliere le persone richiedenti asilo è diventata invece l’ennesimo luogo di tortura e detenzione delle persone migranti.
Un luogo di tortura poiché gli “ospiti” del centro vivono in spazi stretti, fatiscenti e sporchi. Collocato in un area che aumenta la sensazione di isolamento il centro è circondato da un alta recinzione e i controlli vengono effettuati sia all’ingresso della base militare che all’ingresso del centro, un luogo tutt’altro che accogliente insomma…
Un luogo di detenzione poiché l’entrata e l’uscita dal centro sono limitate sia dalla distanza dal centro alla città, raggiungibile solo usufruendo delle pochissime navette messe a disposizione che portano a Bari Palese dove i migranti possono prendere i mezzi pubblici (una vera odissea)sia dagli orari molto restrittivi (6.30-19.30) e per uscite superiori alle 24h gli ospiti devono chiedere una specifica autorizzazione alla polizia, indicando anche un domicilio, se per qualsiasi motivo questo non avviene si perde il “diritto all’accoglienza”, ma che libertà è questa?

Potremmo scrivere pagine su pagine che parlano della situazione disperata del CARA di Bari, ma l’hanno già fatto centinaia di report vecchi e nuovi, l’hanno fatto giornalisti (malintenzionati e non) e l’hanno fatto anche indagini e sentenze di quella farsa che voi chiamate legge. Non è questo il nostro scopo, d’altronde noi non abbiamo bisogno di visualizzazioni non abbiamo bisogno di fare share e non abbiamo bisogno di consensi elettorali, siamo liberi da tutto questo, liberi di attaccare i nemici e veri responsabili di questa situazione, che non sono i 9 medici indagati per la morte di Soumaoro (sicuramente complici di questo schifo) ma le istituzioni come Comune e Asl, le associazioni e le cooperative che lucrano sulla gestione di questi centri guadagnando sulle vite di persone.
Prefetto Francesco Russo, Prefettura e Comune di Bari, La Mano di Francesco Onlus per i tagli all’ambulatorio medico.
Società Cooperativa Auxilium responsabile della gestione generale del CARA.
Ladisa Ristorazione Srl per il cibo di merda che servono mentre registrano una crescita dell’utile netto del 75%.
Lalucentezza Spa per la gestione dell’igiene.
Associazione temporanea di Impresa Gabbiano Magro per la gestione fornitura di vestiario, prodotti per l’igiene, pocket-money e schede telefoniche.

Siete tutti responsabili,siete tutt* nostr* nemici!! Siete tutt* obbiettivi.
Solidarietà a tuttx lx anarchicx colpite dalla repressione dell’operazione “Scintilla”

I cieli bruciano
Fuoco ai cpr

                                                                                                 ⁃ Nemiche di ogni gabbi(A)

TORINO: SALUTO AL CARCERE DI CAPODANNO

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Che l’estate appena passata sia stata calda e rivoltosa nei centri detentivi Piemontesi – e di tutta l’Italia – non è di certo un segreto. Come spesso accade, ciò che è passato nel silenzio, è come Stato e amministrazione penitenziaria abbiano, ben presto, affilato le loro lame facendo cadere la loro vendetta su chi con coraggio e determinazione ha portato avanti le varie forme di protesta estive.

Proprio in questo periodo in cui in lungo e in largo si discute del DDL 1660 e della stretta repressiva formalizzata attraverso l’ennesimo “pacchetto sicurezza”, è bene ricordare che fino a oggi le rivolte dentro CPR, carceri e strutture semi-detentive (detta di “accoglienza”) sono state – e sono – represse grazie alla straordinaria flessibilità e adattabilità del reato di “devastazione e saccheggio”. Così è stato per alcuni dei ragazzi reclusi nel carcere minorile Ferrante Aporti – che con coraggio, a inizio Agosto, han portato avanti una rivolta ed un tentativo di evasione di massa – lo stesso a seguito della rivolta nel carcere di Trieste del Luglio scorso e in diverse altre occasioni. La pena da un minimo di 8 anni ad un massimo di 15 prevista per questo capo d’imputazione è palesemente una conseguenza molto meno flessibile delle sue possibilità di applicazione e rispecchia in pieno la matrice fascista ereditata dal nostro codice penale.

Non possiamo dimenticare di come questa accusa non sia riservata ai soli centri detentivi/semi detentivi e del suo utilizzo contro le piazze definite dagli organi di polizia come più “conflittuali”. Anche qui a Torino non ne sono mancati esempi.

Cosa tiene uniti – oltre la repressione – le strade e le piazze con le rivolte nei centri detentivi? È forse la voglia e la necessità – sempre più impellente – di abbattere quei muri e tentare di costruire complicità e lotta insieme contro questo presente mortifero?

Attraverso lo strumento della solidarietà – strumento di lotta e non di mera bontà – vogliamo rinnovare l’importanza di non lasciare mai nessunx indietro, ricordarci e ribadire che chi lotta non è mai solx.

Per questo vogliamo ritrovarci il 31 dicembre dal pomeriggio al nuovo anno per portare la nostra solidarietà e vicinanza ai/alle reclusx e rivoltosx dei vari centri detentivi torinesi.

Appuntamenti:

Ore 17 – Via Berrutti e Ferrero // Saluto al carcere minorile “Ferrante Aporti”

Ore 22 – Via Maria Adelaide Aglietta // Saluto alle detenute delle Vallette

Ore 23 – Ritrovo al capolinea del tram 3 // Saluto ai detenuti delle Vallette

GENOVA: IN STRADA CONTRO 41BIS E DDL 1660

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In occasione della conferenza della ex ministra della giustizia Cartabia, torniamo in strada contro il 41bis, in solidarietà di Alfredo e contro il DDL 1660.

Al servizio dell’autorità

Il 4 maggio 2022 l’allora ministro della giustizia Marta Cartabia firmò il decreto di applicazione del regime del 41-bis per il compagno anarchico Alfredo Cospito. A ottobre 2022 Alfredo iniziò uno sciopero della fame contro il regime di 41bis e contro l’ergastolo ostativo che durò per 6 mesi, mettendo seriamente a rischio la sua stessa vita.

Durante quei 182 giorni, scesero in piazza migliaia di persone che insieme ad Alfredo pretendevano non solo che il nostro compagno uscisse da quel regime di tortura ma soprattutto la chiusura del 41bis e la fine dello strumento dell’ergastolo ostativo.

Nonostante le proteste e la nostra lotta il governo, nella persona del ministro Nordio, confermò le disposizioni di Marta Cartabia, condannando a morte Cospito che, invece, ad aprile dello stesso anno riprese a mangiare, salvandosi la vita.

Quello che successe in quei 6 mesi ha dimostrato come lo stato democratico italiano utilizzi lo strumento della tortura e della persecuzione politica dei suoi nemici senza farsi nessuno scrupolo morale. La ragion di stato vince su ogni remora garantista. Il 41 bis è un regime di deprivazione sensoriale, di tortura psicofisica da cui si può uscire solo rinnegando sé stessi o vendendo qualcuno al proprio posto. È emerso in modo evidente come eliminare i propri nemici, reali o potenziali che essi siano, sia più che un’opzione.

E in quella “cornice” di chiarezza statale di risposta e posizionamento compatto rispetto al trattamento del nemico e di disvelamento del volto torturatore e assassino dello stato stesso, dal febbraio 2022, continuava a imperversare il conflitto in Ucraina, che ha spostato il mondo, per come lo conoscevamo, in un mondo in guerra.

Questo fatto epocale chiarisce ulteriormente come la vicenda “un anarchico in 41bis” sia stata non un evento eccezionale, ma piuttosto un passaggio di un modello di disciplinamento e repressione, sempre più utile per uno stato in guerra. Il discorso sottotraccia sembrava essere: ogni possibilità di agire contro lo stato, ogni possibilità di non adeguarsi, di lottare è bandita dal regio stato italico.

Senza fare grandi voli pindarici, è possibile individuare una linea di stretta continuità fra quel provvedimento di origine sinistra e firmato dalla Cartabia con il disegno legge 1660 (già1236 al senato) a firma Nordio, Crosetto e Piantedosi, il cosiddetto Pacchetto Sicurezza, che ha proprio l’obiettivo di normare il dissenso e la lotta, buttando fuori dal “consentito” qualunque “possibilità” di opposizione.

Nel contesto di guerra mondiale e generalizzata, in cui ci troviamo a vivere, la centralizzazione del potere economico, politico, militare e di propaganda e la contemporanea competizione a livello globale stanno portando alla necessità di azzerare la lotta di classe. Il passaggio è qualitativo e non solo quantitativo: la manodopera deve essere obbediente e sottopagata, pena la concreta possibilità di finire in carceri fatiscenti e militarizzate e luoghi di morte, la prospettiva di un cambiamento, anche non radicale, deve essere dimenticata. La pacificazione deve regnare sovrana.

E in Italia, per garantire il controllo della lotta di classe, il potere viene sempre più a centralizzarsi nel governo, vale a dire nell’esecutivo, come è stato per il caso di Cospito così come sembra apparire per il caso dell’appalto dei lager in Albania e come conferma il DDL. Una chiara dichiarazione di guerra nei confronti dei “reietti”, degli esclusi, volontari o meno.

Alla ricetta che ci stanno preparando manganello all’interno, bombe all’esterno, la migliore risposta non può che essere aprire nuovi spazi di lotta e di conflitto e di solidarietà e di mutuo appoggio, ripartendo dalle forme di lotta che ci vorrebbero togliere di mano.

Contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, No al DDL 1660

Contro lo stato di guerra

Per il conflitto sociale

 

BRESCIA: NO ALLA VIDEOCONFERENZA! JUAN LIBERO!

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Ci stiamo ormai abituando alla videoconferenza imposta durante i processo come fatto normalizzato e immodificabile?

I nostri stessi compagni – che magari non vediamo da anni e che rischiamo di non vedere per anni – diventano delle immagini in uno schermo, la cui voce può essere interrotta premendo un semplice bottone.

Come sempre, il pretesto iniziale (il “terrorismo”) si allarga (la pericolosità dell’imputato, il risparmio sulle traduzioni dal carcere), e la sparizione del corpo dell’accusato diventa un atto burocratico. Mentre la corte decide dei prossimi anni di vita (e di carcere) dell’imputato, la giudice nega al nostro compagno la possibilità di essere fisicamente presente, come Juan ha chiesto.

Juan, da anni detenuto in AS2 nel carcere di Terni, è sotto processo a Brescia con l’accusa di terrorismo per l’attacco contro la scuola di polizia POLGAI.

NO ALLA VIDEOCONFERENZA! JUAN LIBERO!

Domenica 15 dicembre, ore 20:00, al Circolo Anarchico Bonometti, vicolo Borgondio 6, Brescia: Incontro-dibattito. Il mito della prova scientifica. L’uso del DNA nelle indagini e nei processi (come in quello contro Juan).

Lunedì 16 dicembre, ore 10:30: presidio davanti al Tribunale di Brescia, via Lattanzio Gambara 40, in occasione di una nuova udienza contro il compagno Juan.

anarchiche e anarchici