CREMONA: MANIFESTO CONTRO LA SICUREZZA


Diffondiamo:

L’OMBRA DEL SABBA NELLA ZONA ROSSA

«Così gli uccelli nella loro venuta fanno a pezzi il mondo perché odiano così tanto quel mondo che non li accetta che loro, a loro volta, non accettano altro che la distruzione di quel mondo».
Lee Edelman

Ebbene sì, anche la “pacificatissima” Cremona si tinge di rosso e non si tratta più solo del rosso che già ne intossica i cieli ad ogni colata dell’acciaieria Arvedi, ma della nuova proposta liberticida introdotta con la scusante dello “stop al degrado”. Ma d’altronde queste operazioni da parte di uno Stato sempre di polizia, che hanno già incontrato un’ottima palestra di rodaggio nel periodo della pandemia, in una città vetrina e provinciale come questa non sorprendono, anzi il più delle volte passano inosservate, come se l’addomesticamento fosse la bandiera di una “psicosi collettiva”, che si alimenta nella distrazione di massa.
Eppure qui nella nebbia ci sono teste ancora capaci di sollevarsi, guardare al di là delle sbarre di una prigione a cielo aperto; sono le teste dei reietti, delle pazze, delle escluse, dei recidivi, delle senza casa e dei senza patria, con i loro corpi scomodi per l’ingranaggio sociale e i loro lancinanti stridii
degni di un cupo stormo di corvi e cornacchie, pronte a cagare sulle loro volanti e beccargli dita e pupille.
Sotto la minaccia del daspo urbano si cerca di blindare intere città, appellandosi alla necessità di difesa da un nemico interno purtroppo immaginario e creato su misura dalla propaganda, che di volta in volta prende l’aspetto degli stranieri d’ogni nazione, così come delle sex workers o dei vandali imbrattatori.
Una manovra che pone un altro tassello nel mosaico di merda che chiamano Stato e che ogni giorno amplia la categoria dei deviati e delle degenerate, una categoria che permette immediatamente di identificare i possibili intralciatori del suo progetto, di modo da spazzarli via o inglobarli nella sua logica. Che le indesiderabili si oppongano, ad un mondo a cui si obbedisce senza neanche lo sforzo di dire si, disertare ogni ordine è già pensare un mondo altro e a agire di conseguenza.

Il manifesto in pdf: qui

BOLOGNA: PRESIDIO AL CARCERE DELLA DOZZA [15/3/2025]

Diffondiamo aggiornamento:

Vista la situazione meteo il presidio sotto al carcere della Dozza previsto per sabato 15 marzo alle 15 è anticipato alle 10:30 del mattino.
Ci vediamo perciò sotto le sezioni maschili (Stradello sterrato – via del Gomito) alle 10:30!

Contro l’istituzione di un nuovo regime speciale per “giovani adulti problematici” (provenienti da istituti minorili) all’interno del carcere della Dozza.
Contro i trasferimenti annunciati per il 15 marzo.
Contro il 41 bis, l’alta sicurezza e tutti i regimi speciali.
Contro il DDL sicurezza e il razzismo di stato.

NE’ RECLUSI, NE’ TRASFERITI, TUTTX LIBERX


Di seguito un volantino diffuso sotto al carcere minorile del Pratello il 25 febbraio. Se in un primo momento i trasferimenti sembrava fossero previsti per quel giorno, nei giorni successivi sono stati annunciati per il 15 marzo -> IL CARCERE FA SCHIFO

MESSINA: FUORI DAI RIFLETTORI. UN’ALTRA CRONACA DEL CARNEVALE NO PONTE DELL’1 MARZO 2025

Diffondiamo questo resoconto del carnevale no ponte 2025. Complici e solidali con chi lotta contro la devastazione dei territori. Intimidazioni, dissociazioni e violenze sbirresche non spezzeranno la solidarietà!

https://nopassaran.noblogs.org/2025/03/fuori-dai-riflettori-unaltra-cronaca-del-carnevale-noponte-dell1-marzo-2025-2/

CATALOGNA: SCOPERTA NUOVA INFILTRAZIONE POLIZIESCA NELLA COMUNITÀ PALESTINESE E NEI MOVIMENTI INDIPENDENTISTI

È notizia di oggi la scoperta di un’altra poliziotta infiltrata nei movimenti sociali di Barcelona. Belén Hammad Gómez, diplomata alla Scuola di Polizia di Ávila nel 2018, da quell’anno fino al 2023 ha portato avanti un’attività di spionaggio di Stato all’interno della comunità palestinese, dello spazio autogestito “Casal Popular 3 voltes Rebel” nel quartiere Nou Barris e dell’organizzazione di sinistra indipendentista Endavant.
Negli ultimi 3 anni, sono stati scoperti 10 casi di sbirri infiltrati in spazi sociali e collettivi di varie città della Spagna. Ancora una volta vediamo come lo Stato sia disposto a tutto per i suoi scopi: spiare, estorcere informazioni, distruggendo vite, legami e relazioni. L’infiltrazione poliziesca è una pratica repressiva dello Stato consolidata senza limiti né scrupoli.
L’INFILTRAZIONE E’ TORTURA!

Più info qui: https://directa.cat/una-policia-espanyola-sinfiltra-durant-dos-anys-al-moviment-per-palestina-i-a-lesquerra-independentista/

GENOVA: PRESIDI SOLIDALI SOTTO LE CARCERI [8/9 MARZO]

Diffondiamo

8 marzo ore 16
Presidio solidale al carcere femminile di Pontedecimo

9 marzo ore 12
Presidio solidale al carcere di Sanremo

Contro lo Stato e le sue torture
Contro il DDL 1660 e la stretta repressiva fuori e dentro le carceri
Portiamo la nostra solidarietà ai detenuti e alle detenute
E un saluto complice e affettuoso a Stecco, compagno anarchico detenuto nel carcere di Sanremo.

Per info, saluti e dediche musicali: prexon@anche.no

Contro ogni galera, libertà per tutte e tutti!

STATI UNITI: ARRESTATA LUCY, ACCUSATA DI AVER VANDALIZZATO UNA CONCESSIONARIA TESLA

Diffondiamo

Apprendiamo l’arresto in Colorado, Stati Uniti, di Lucy Grace Nelson,
donna trans accusata di aver vandalizzato ripetutamente una concessaria
Tesla.
Gli attacchi sarebbero avvenuti il 29 gennaio, 2 febbraio e 7 febbraio
2025: le auto Tesla della concessionaria sono state vandalizzate con
vernice spray sui vetri, la scritta “nazi-cars” è stata trovata su una
colonnina di ricarica, c’è stato un tentativo di incendio e alcune
vetrate dell’edificio sono andate in frantumi.

Le ripetute azioni hanno portato la polizia a tenere attenzionata la
concessionaria in questione, e Lucy Grace sarebbe stata identificata
come l’autrice, sulla base di un video delle telecamere di sorveglianza,
che riprende un soggetto vestito di nero; ritenuta la principale
sospettata, è stata seguita nei suoi spostamenti ed è stata arrestata
nei dintorni della concessionaria il 24 febbraio, in possesso di alcuni
dispositivi incendiari. I danni contro questa concessionaria
ammonterebbero a 5.000 dollari.
Lucy Grace è entrata in prigione con l’accusa di possesso di esplosivi e
congegni incendiari, è stata messa in una sezione femminile, ma dalle
notizie sembra che sia già uscita su cauzione (100.000 dollari). La
prossima udienza preliminare sarà il 15 marzo 2025.

Lucy Grace è una donna trans attivista radicale trans antifascista di 40
anni; i giornali e i commenti su internet abbondano di transfobia e
rimarcano che le donne trans non sono donne, e che devono essere recluse
nelle sezioni maschili; che è una persona disturbata affetta da sindrome
AntiTrump e Musk. Questi sono alcuni dei tanti orribili commenti che
abbiamo letto quando cercavamo notizie su di lei. Seguiranno
aggiornamenti.

SPAGNA: SCRIVIAMO A GHESPE

Dopo il suo arresto a Madrid, avvenuto il 15 febbraio durante un controllo di polizia, il compagno anarchico Ghespe è stato trasferito nel carcere di Soto del Real e non si è opposto all’estradizione verso l’Italia.
Ghespe, irreperibile e ricercato dal 2023, era stato condannato a 8 anni di reclusione nell’ambito dell’operazione Panico, per l’azione contro la libreria “Il Bargello” (Firenze, 1° gennaio 2017), spazio legato a Casapound.

Per scrivere a Ghespe:

Salvatore Vespertino
Carretera M-609 Km 3.5
28791 Soto del Real (Madrid)
España

BOLOGNA: SENZA CHIEDERE PERMESSO [6/3/25]

Diffondiamo:

Giovedi 6 marzo 2025 diciassettesima edizione!

🏴‍☠️ Dalle 17 allestimento del mercatino, musica, birrette e microfono aperto!

🔥 Dalle 20 chiacchierata con alcune compagne e compagni dell’assemblea antidetentiva di Torino su CPR, deportazioni e tentativi di inceppare la macchina del razzismo istituzionale.
In vista della riapertura del CPR di Torino, chiuso a seguito delle rivolte di Febbraio/Marzo 2023, e della mediatizzazione della violenza nei centri di detenzione amministrativa, provare ad allargare lo sguardo non solo alle condizioni nelle strutture detentive, ma alla loro funzione e ai meccanismi che le alimentano, può aprire nuove prospettive di attacco al razzismo di Stato e istituzionale.
In un contesto repressivo che tenta di essere sempre più schiacciante e di allargare le sue maglie, sentiamo la necessità di costruire forme di solidarietà e complicità con chi resiste e lotta contro la detenzione amministrativa e penale, con le compagne e i compagni che subiscono la repressione e tutte quelle che vogliono cogliere nuovi stimoli per organizzarsi.
Se la mobilitazione contro il 41bis e l’ergastolo ostativo è stata un’occasione per trovarsi e lottare insieme a livello nazionale e internazionale, oggi, che Procure e Digos di tutta Italia provano a presentare il conto a chi si è mosso in solidarietà allo sciopero della fame di Alfredo, rilanciare nuovi spunti di attacco contro le oppressioni dello Stato può essere uno dei modi per non lasciarsi schiacciare.

Alle compagne e i compagni dell’Operazione City, imputati nel processo per devastazione e saccheggio a Torino.
A chi resiste e lotta dentro le carceri e i CPR, nonostante gli scarsi strumenti a disposizione, ma con rabbia, coraggio e creatività.

I CPR si chiudono col fuoco.
Tutte libere. Tutti liberi.

⚓ A seguire cena a sostegno degli Spazi Autogestiti By Vascello Vegano: panini, fritti misti e pizze.

🖤 A scaldarci, come di consueto, caldo vin in brulè benfit prigionierx e inguaiatx.

🧨 Dalle 21 carichx appallaa!! R.W.A. Riderz with Attitude* working class rap da Torino!

SOLIDARIETÀ AI DETENUTI DEL CPR DI MACOMER

Diffondiamo

Nella notte di giovedi 13 febbraio i prigionieri del CPR di Macomer hanno dato vita ad una protesta (uno di loro è salito sul tetto) poiché due loro compagni avevano tentato il suicidio e per le sempre peggiori condizioni di vita all’interno della struttura.

Il CPR è totalmente isolato dal punto di vista geografico, a due ore circa di auto da Cagliari, nascosto in prossimità della zona industriale di Macomer (tanto che qualche abitante del paese ne ignora addirittura l’esistenza), strettamente sorvegliato da tutti i tipi di forze dell’ordine e dall’esercito e per raggiungerlo è necessario utilizzare strategie adeguate a evitare di essere intercettati e respinti prima di arrivarci.

La notte della protesta qualcun* ha deciso di fare un salto nella zona del CPR per capire che aria tirasse. Dalla struttura la situazione sembrava abbastanza tranquilla ma i diversi posti di blocco posizionati per tutto il paese sono stati una conferma indiretta che fosse accaduto qualcosa di significativo.

Per questo la mattina di sabato 15 febbraio abbiamo deciso quindi di effettuare un saluto per portare solidarietà a tutti i detenuti e per ricordargli che non sono soli. La risposta è stata forte e calorosa, sono riusciti a informarci che all’interno sono in cinquantatre, che una mezza dozzina di prigionieri non dovrebbero essere reclusi neppure per la durissima legislazione in vigore (perché figli di genitori con cittadinanza italiana o perché privi dei requisiti previsti per la detenzione amministrativa), che il cibo è immangiabile, che non hanno acqua calda, che gli viene impedito qualsiasi tipo di comunicazione telefonica se non alcune a pagamento, che gli viene impedito di svolgere qualsiasi tipo di attività compreso quelle ricreative (hanno una sola televisione con un unico canale) e che all’interno alcune celle sono completamente bruciate tanto da non essere abitabili. Ci hanno detto che si rendono conto di venire uccisi lentamente.

Dopo una mezzora di scambio di comunicazioni con i prigionieri, come consuetudine si sono presentati polizia, digos e carabinieri, che dopo averci identificato e filmato e avere registrato i messaggi che scambiavamo con i prigionieri in lingue diverse dall’italiano dopo diverse ore di fermo ci intimavano di andarcene, denunciando i compagn* che hanno violato il foglio di via da Macomer; fogli di via che il questore di Nuoro, Alfonso Polverino, emette, con motivazioni di fantasia, per tutt* coloro che si avvicinano al CPR per solidarizzare con i detenuti e/o protestare.

La risposta ricevuta dai prigionieri, più forte del previsto, è per noi una spinta a continuare la lotta. Contro il razzismo del sistema e di chi lo appoggia, contro il razzismo volgare e squallido della destra e il razzismo elegante e raffinato della sinistra d’opposizione (quella che ha creato i CPR, che ogni tanto finge di indignarsi in maniera decisa ma che agisce perché nulla cambi, protestando contro il progetto CPR albanese mentre ignora il suo prototipo di Macomer), contro la distrazione che sconfina nel razzismo, di chi dimentica l’esistenza di prigioni come il CPR in una Sardegna che è una Cayenna con le altre sue 14 prigioni (3 delle quali con il 41 bis) e l’occupazione militare più ampia d’Europa. È evidente che la lotta contro il CPR di Macomer è una lotta che il sistema ci fa pagare caro, con l’utilizzo di misure di prevenzione e le successive denunce nel caso di violazione. Tanto accanimento ci fa pensare che forse stiamo colpendo nel segno, ricordando ancora una volta che non saranno quattro sbirri in divisa e un pezzo di carta a farci allontanare dalle lotte.

LE GALERE SI CHIUDONO CON IL FUOCO

TUTTE LIBERE E TUTTI LIBERI

Anarchicx contro carcere e repressione

APPENNINO ROMAGNOLO: TREKKING SOLIDALE ANTIFASCISTA

Riceviamo e diffondiamo:

DOMENICA 16 MARZO TREKKING SOLIDALE INGUAIATX ANTIFA
ESCURSIONE NELL’APPENNINO ROMAGNOLO

– Partenza in mattinata
– Vino e pranzo al sacco li portiamo noi, tu portati l’acqua da bere, bicchiere o tazza, scarpe buone e k-way

*Sottoscrizione consigliata: dai 10 euro in su’
(tutto benefit inguaiatx antifa per le contestazioni all’apertura della sede di Cesena di Cagapund)

Per info sulla partenza e prenotazioni (se venite dovete prenotarvi):
3510934193 (messaggio whatsapp o telegram)
Oppure alla mail: spazio.solebaleno@bruttocarattere.org