MESSINA: DUE RICHIESTE DI SORVEGLIANZA SPECIALE

A due compagni di Messina sono state notificate da poco due richieste di sorveglianza speciale.

In entrambi i casi le procedure di notifica sono state a dir poco torbide: in particolare, una di queste è stata consegnata l’ultimo giorno utile per non farla saltare, a meno di 10giorni dall’udienza, con un documento di una sola pagina, le restanti (poco meno di una 40ina) sono state recuperate dall’avvocato solo ieri.

La misura della sorveglianza speciale (non legata a specifiche accuse di reato ma ad arbitrarie analisi della personalità dell’individuo e dei possibili reati futuri, e i cui provvedimenti sono altrettanto discrezionali) è stata usata sempre più di frequente negli ultimi anni per tentare di fiaccare persone, rapporti sociali e realtà di lotta; come l’abbiamo sempre avversata continueremo a farlo e a essere solidali con chi viene colpito da questa misura di fascisti natali.

L’udienza si terrà il 2 novembre mattina al Tribunale di Messina.

Seguiranno prestissimo aggiornamenti.

PERQUISIZIONE A UDINE

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione del Friuli e di Trieste:

Negli ultimi giorni dello scorso mese di luglio, giornalacci locali e testate online hanno fatto un po’ di gazzarra per qualche scritta e un attacchinaggio, oltre che per la distruzione di una lapide commemorativa. Si tratta della lapide, posta in mezzo alla campagna, a ricordo del centro di reclutamento di un lugubre corpo speciale del Regio Esercito, gli Arditi, in località Sdricca di Manzano (UD), nel 1917.

A questo link è presente, nei commenti, una rassegna stampa, la segnaliamo a puro titolo esemplificativo.

La mattina di mercoledì 19 ottobre scorso un nostro compagno è stato convocato dai carabinieri nella caserma di Udine Est, dove gli è stato notificato l’avviso di garanzia come indagato per la vicenda, e dentro alla quale caserma è stato perquisito personalmente con ordine di denudamento (al quale ha disobbedito). Il gesto ha un carattere puramente intimidatorio e può anche rappresentare l’anticamera di trattamenti di condizionamento psico-fisico più violenti. In seguito i carabinieri hanno perquisito l’abitazione e l’auto del compagno, sequestrando bombolette colla spray e vernice, un telefono Nokia privo di connessione alla rete, tutti i computer, un martello.

Al compagno va tutta la nostra solidarietà.

Inoltre non possiamo non concludere dicendo che riteniamo che la distruzione di quella lapide, le scritte e l’attacchinaggio siano stati un bene e, per una volta, abbiano fermato il dilagare annoso dei fasci su questa vicenda degli arditi: i comuni friulani di Capriva e Manzano hanno revocato il patrocinio al raduno della FNAI, la sala municipale della ex-capitale della sedia è stata dichiarata indisponibile a ospitare una mostra fotografica e la presentazione di un volume, e infine il concerto degli Ultima Frontiera si è ridimensionato a festa privata.

Un tanto anche per rompere il silenzio peloso imposto dai custodi ufficiali dell’antifascismo istituzionale e la conseguente ipocrita omertà di vasti settori del “movimento” friulano e triestino.

Assemblea permanente contro il carcere e la repressione del Friuli e di Trieste

liberetutti@autistiche.org

Associazione “Senza sbarre”

c.p.129, 34121 Trieste


Link: https://www.osservatoriorepressione.info/udine-perquisizione-casa-un-compagno/

ROMA: ALLA SAPIENZA STUDENTESSE E STUDENTI CARICATI DALLA CELERE

Alla Sapienza studentesse  e studenti sono stati manganellati dalla celere ad un presidio di contestazione a un evento di Azione Universitaria.
Poco dopo è partito un corteo dalla facoltà di scienze politiche fino al rettorato.

Link: https://www.osservatoriorepressione.info/roma-cariche-della-polizia-sugli-studenti-alluniversita-la-sapienza/

ROMA: OCCUPATA LA SEDE ITALIANA DI AMNESTY INTERNATIONAL IN SOLIDARIETÀ CON ALFREDO

Roma: occupata sede italiana di Amnesty International in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame contro il 41 bis.

Oggi 25/10/2022 abbiamo occupato la sede italiana di Amnesty International a Roma, in solidarietà con il prigioniero anarchico Alfredo Cospito da sei giorni in sciopero della fame nel carcere di Sassari contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. Il 41 bis è una forma di annientamento del prigioniero, per la prima volta utilizzato contro il movimento anarchico. Alfredo viene trasferito in 41 bis, dopo oltre dieci anni di prigionia in Alta Sicurezza, con l’obbiettivo dichiarato di tappargli la bocca, di silenziare il suo contributo al dibattito rivoluzionario.
Denunciamo quanto accaduto durante l’udienza del 20 ottobre presso il tribunale di sorveglianza di Sassari, come esemplificazione della brutalità della Caienna del 41 bis: durante l’udienza, che il giudice ha imposto a porte chiuse e con il compagno collegato in videoconferenza, Alfredo ha tentato di leggere una articolata memoria difensiva attraverso la quale esporre le ragioni dell’inizio della sua lotta. Il giudice ha interrotto il compagno, impedendogli di concludere il suo intervento nell’unica – e forse ultima – occasione di comunicare col resto del mondo da quanto è stato trasferito in 41 bis, semplicemente togliendo l’audio. Il suo contributo è stato secretato come tutto ciò che proviene dal buco nero del 41 bis. Se gli avvocati decidessero di divulgarlo, potrebbero andare incontro a conseguenze penali.
Una decisione senza precedenti che indica chiaramente come lo Stato abbia paura delle idee anarchiche e delle pratiche che queste idee ispirano. Tutto questo è inaccettabile. Vogliamo leggere immediatamente le parole del nostro compagno!
Alle associazioni umanitarie come quella contro la quale si rivolge l’iniziativa di questa mattina non abbiamo niente da chiedere: sappiamo che le loro doglianze a corrente alternata vanno a denunciare solo le malefatte di qualche regime esotico, preferibilmente avversario dell’imperialismo occidentale. Non vi stiamo chiedendo di dire qualcosa in proposito… volevamo solo sputarvi in faccia la vostra falsa coscienza!

Chiudere il 41 bis! Rompere il silenzio!
Solidali con Alfredo in sciopero della fame!


ALFREDO COSPITO: ANARCHICHE E ANARCHICI OCCUPANO LA SEDE ROMANA DI AMNESTY INTERNATIONAL

PARMA: FUORI LA POLIZIA DALLE SCUOLE

Il comunicato che il CSA (Collettivo Studentesco Autorganizzato) di Parma ha scritto in merito a un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine avvenuto all’interno di un istituto tecnico economico.

Link: https://www.osservatoriorepressione.info/parma-abuso-polizia-allistituto-tecnico-economico/

Mercoledì 12 ottobre presso l’istituto tecnico Bodoni di Parma, hanno fatto irruzione due agenti di polizia che hanno atterrato e immobilizzato con la forza uno studente di 14 anni per motivazioni ancora da chiarire. Riteniamo quest’atto un vero e proprio abuso di potere da parte delle forze dell’ordine, che all’interno degli edifici scolastici non dovrebbero avere nessun accesso.

Inoltre, la preside ha minacciato gli studenti che hanno ripreso la scena, di denuncia. Gli studenti che hanno quindi filmato l’accaduto rischiano una denuncia per un’iniziativa divulgativa assolutamente legittima. Questa è una chiara dimostrazione da parte della scuola di voler insabbiare e sminuire l’accaduto, limitandone la circolazione.

Noi studenti del CSA siamo certi che nessuna motivazione possa giustificare un così spropositato abuso di potere e di forza fisica su un ragazzino, appena quattordicenne, da parte di un uomo adulto.

Questi avvenimenti alimentano la narrazione dei ragazz3, additat3 come delinquenti, senza nemmeno tentare di analizzare l’enorme problema sociale che due anni e mezzo di pandemia si trascinano dietro.

Soprattutto è da tenere in considerazione che la presenza delle forze del ordine a scuola va a frantumare l’immagine, ormai sbiadita, di luogo sicuro e libero, nel quale i ragazzi dovrebbero imparare dal contesto scolastico  a gestire la propria vita attraverso il dialogo e la cultura, e non con violenza e obbedienza come invece avviene nelle forze dell’ordine. Inoltre la situazione si prospetta ad aggravarsi, per i continui tagli al istruzione, che rendono l’ambiente scolastico sempre più disagevole, e il conseguente aumento delle spese per la difesa e dunque della repressione, che il nuovo governo di destra, promette.

Questo episodio dunque è la conferma di quanto sia urgente lavorare per aprire un dialogo che coinvolga student3, insegnanti – educator3 – psicolog3  e genitori sulla questione della repressione e sul continuo degrado presente nelle scuole pubbliche.

Bisogna tornare a riflettere sulla necessità di educare anziché punire.

https://www.youtube.com/watch?v=s9J61uTpIRA

 

41BIS: ALFREDO COSPITO IN SCIOPERO DELLA FAME

Oggi, 20 ottobre 2022, presso il tribunale di sorveglianza di Sassari, nel corso di una udienza riguardante il sequestro della corrispondenza, il compagno anarchico Alfredo Cospito ha dichiarato l’inizio di uno sciopero della fame contro il regime detentivo di 41 bis in cui è stato trasferito il 5 maggio. Il compagno, che ha fatto una dichiarazione, non era presente in aula ma collegato in videoconferenza dal carcere di Bancali. Seguiranno aggiornamenti. Morte allo Stato, viva l’anarchia.

VINCENZO LIBERO

Da fb: Galipettes Occupato

Sabato 8 ottobre un corteo di circa trecento persone ha percorso le strade fra Porta Genova e il carcere di San Vittore a Milano in solidarietà a Vincenzo, compagno condannato per devastazione e saccheggio per le giornate di protesta e scontri contro il G8 di Genova 2001 e che ora rischia di venire estradato in Italia dalla Francia per scontare una pena di oltre dieci anni di carcere.

Durante il percorso gli interventi hanno ricordato quelle giornate di ventun’anni fa e le ragioni che spinsero in piazza centinaia di migliaia di persone, ragioni che oggi rimangono purtroppo valide in questo presente fatto di guerre, disastri ambientali, emergenze e crisi.
E’ stata inoltre urlata forte la solidarietà a Dayvid, Anna, Alfredo, Juan e a tutti i compagni e le compagne che lo Stato vuole seppellire con anni di galera per aver lottato, aver partecipato alle rivolte di piazza e aver attaccato i responsabili della miseria quotidiana in cui viviamo, compagni e compagne che oggi si trovano in galera, spesso nei circuiti differenziali di AS2 o in 41bis, regime di tortura e annichilimento dell’individuo.
Sono apparse numerose scritte in città: dai muri dei locali della movida milanese fino a quelli di San Vittore dove il corteo si è concluso fra fuochi d’artificio e saluti ai prigionieri che hanno risposto con cori e agitando braccia e bandiere improvvisate.

Da segnalare il dispiegamento di reparti della celere e Digos che hanno accompagnato tutto il corteo, posizionandosi anche sui lati per difendere le sacre vetrine di banche e negozi, e che hanno creato alcuni momenti di tensione tentando di tirar giù cappucci o proteggendo qualche bottegaio amante del decoro.
Forse le forze dell’ordine ricordavano ancora l’ultimo corteo in solidarietà a Vincenzo (nel settembre 2019, poco dopo il suo arresto in Francia) durante il quale centinaia di persone erano scese per le strade di Milano e alcune vetrine avevano deciso di ricordare la rabbia di Genova frantumandosi, oppure la solidarietà verso i prigionieri e le prigioniere e il fatto che si scriva e si parli del 41bis -regime in cui è detenuto anche Alfredo, condannato per la gambizzazione di Adinolfi nel 2012 e per l’op. Scripta Manent- danno fastidio. Appare comunque chiaro che non è tollerato nessun corteo che non sia una passeggiata.

Tornare nelle strade non deve essere solo uno slogan, ma un impegno.
Consapevoli delle difficoltà, sappiamo anche che tutto lo spazio che non ci prendiamo è spazio che lo Stato ci toglierà.
La vicenda di Vincenzo non è ancora finita: ieri la Corte di Cassazione francese ha rimandato la decisione sulla sua estradizione al 29 novembre prossimo.
Non è finita neppure la nostra rabbia e non si è spento il desiderio di portare solidarietà a lui e a tutti i compagni e le compagne che lo Stato ci vuole strappare.

Facciamo in modo che questo fuoco non si spenga.
Libertà per tutti e tutte!

LA DECISIONE PER L’ESTRADIZIONE DI VINCENZO VECCHI RINVIATA AL 29 NOVEMBRE

Da: Osservatorio repressione

La decisione per l’estradizione di Vincenzo Vecchi è stata rinviata al 29 novembre.

Lo ha deciso oggi il Consiglio costituzionale francese a cui Vincenzo Vecchi, il compagno condannato insieme ad altri 9 ad oltre 100 anni di carcere per le giornate di Genova del 2001 e che da anni viveva in Francia si era rivolto per sospendere la richiesta di estradizione.

Nel suo caso la condanna è di 12 anni e mezzo, e l’accusa quella di devastazione e saccheggio. Oggi l’udienza a Parigi che doveva decidere per una sua estradizione nel nostro paese, fino ad oggi negata per il reato di devastazione e saccheggio, non previsto dal sistema giudiziario transalpino e più volte criticato anche in Italia, visto che consente di considerare colpevole un imputato per la sua semplice presenza sui luoghi del reato se si crede ci sia la sua adesione alle azioni compiute da altri.

Nei mesi scorsi però la corte di giustizia Europea era intervenuta intimando alla Francia di consegnare definitivamente Vincenzo all’Italia. Oggi quindi davanti alla Corte di Cassazione il legale del compagno italiano ha aperto la “questione di costituzionalità” chiedendo l’intervento dei “Saggi” del Consiglio Costituzionale, che annuncerà la sua decisione su Vincenzo Vecchi il prossimo 29 novembre.