REPRESSIONE A BOLOGNA: CAMPIONAMENTO GENETICO DEL DISSENSO

Estratti dalla puntata del 18 dicembre 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia

Torniamo a parlare delle strategie repressive messe in atto contro compagne e compagni anarchici a Bologna (operazione che coinvolge anche Lombardia e Trentino), soffermandoci sull’approvazione del prelievo coatto di DNA: per cercare una corrispondenza rispetto a un campione genetico riconducibile a una persona di sesso maschile, il giudice ha approvato la schedatura genetica di 19 individui, tra le quali persone di sesso femminile o imputate di aver partecipato a un presidio.

Grazie al contributo di una compagna di Bologna approfondiamo questi eventi e la cornice tecno-repressiva in cui si inseriscono:

BOLOGNA: CAMPIONAMENTO GENETICO DEL DISSENSO – 41BIS – PSICOFARMACI

BOLOGNA: STREET SOTTO ASSEDIO IN VIA PRATI DI CAPRARA

Diffondiamo:

Ieri la polizia in assetto antisommossa ha bloccato entrambe le uscite della TAZ di via Prati di Caprara per impedire alla street chiamata dalle occupanti di partire, di fatto, bloccando e circondando da ogni lato e per diverso tempo un centinaio di persone.  Nel tentativo di non lasciare nessuno indietro, appena presa la strada, il corteo è stato attaccato sulla coda. Non ci sono stati nè arresti nè feriti, la street ha poi proseguito sul suo percorso. Ingentissimo lo schieramento di blindati e polizia.

AGGIORNAMENTI SULLE ARRESTATE/I ANTIFA PER I FATTI DI BUDABEST

Diffondiamo gli ultimi aggiornamenti sulle arrestatx per i fatti di Budapest

13 dicembre – La Corte d’Appello di Milano ha rinviato la decisione sul mandato d’arresto europeo spiccato dall’Ungheria contro Gabriele, anarchico e antifascista milanese che rischia fino a 16 anni di carcere – se tradotto a Budapest – per gli scontri di piazza con alcuni neonazisti, calati in massa in Ungheria lo scorso febbraio per il cosiddetto “Giorno dell’onore”, che raduna gruppi di estrema destra di tutta l’Europa a celebrare un battaglione delle SS eliminato dall’Armata Rossa.

“La Corte d’appello di Milano ha disposto, tramite l’intervento del Ministero degli Esteri, di ottenere da parte delle autorità ungheresi una serie di chiarimenti soprattutto in merito alle condizioni di detenzione a cui verrebbe sottoposto Gabriele nel caso venisse disposta la consegna – dichiara Eugenio Losco, legale di Gabriele e aggiunge – Si tratta di chiarimenti molto corposi e molto specifici su alcuni dettagli, che investono anche la democraticità del sistema ungherese”.

Per gli stessi motivi, da febbraio, è in carcere a Budapest un’altra anarchica e antifascista, Ilaria, vittima – secondo il memoriale fatto pervenire in Italia – di condizioni detentive inumane: al riguardo il Pd ha annunciato un’interrogazione al ministro competente, Tajani. Il memoriale di Ilaria è entrato anche nelle udienze di Gabriele, tanto che pure la Procura milanese, oltre ovviamente alla difesa, avevano chiesto il no all’estradizione di Gabriele per violazione del principio di proporzionalità della pena. Oggi è arrivato l’assenso anche della Corte d’Appello, in attesa di chiarimenti da parte del governo ungherese.

Da:  Osservatorio Repressione


Intervista su Radio Ondarossa ad un compagno a Milano http://www.ondarossa.info/redazionali/2023/12/aggiornamento-antifa-budapest

Intervista su Radio Onda d’Urto a Eugenio Losco, legale di Ilaria e Gabriele insieme a Mauro Straini
https://www.radiondadurto.org/2023/12/13/antifascismo-rinvio-per-gabriele-in-attesa-di-chiarimenti-da-parte-dellungheria/


PROSSIMI APPUNTAMENTI SOLIDALI contro l’estradizione di Gabriele e per tutti i compagni e le compagne coinvolte nell’inchiesta per i fatti di Budapest

Domenica 17 dicembre, alle ore 16:00 è indetta UN’ASSEMBLEA pubblica alla Camera Del Non Lavoro di Milano (via Volta 22) dove verrà presentato il corteo antifascista del 13 gennaio

Sabato 13 gennaio CORTEO a Milano


A questo link dove si possono trovare aggiornamenti dall’ Italia e dalla Germania sugli antifascisti incarcerati a Budapest per i fatti dell’ 11 febbraio 2023: https://www.basc.news/

MILANO: SOTTO SEQUESTRO IL CPR DI VIA CORELLI

Da: Osservatorio Repressione

La procura di Milano ha disposto il sequestro d’urgenza del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli, a Milano.

La procura di Milano ha disposto il sequestro d’urgenza del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli, a Milano, e dell’ente gestore Martinina Srl. I pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri hanno preso controllo della struttura in attesa dell’eventuale convalida del Gip e la nomina di amministratore giudiziario.

BOLOGNA: CARCERE DELLA DOZZA AL GELO

Il carcere della Dozza è al gelo: sui media locali si parla di una sola caldaia in funzione per tutto il carcere, di temperature insostenibili, acqua e docce fredde. Al di là del sensazionalismo e delle lamentele delle guardie, si tratta di una situazione che si ripete cronicamente da anni, non solo alla Dozza, estati bollenti ed inverni al gelo. Nei giorni scorsi alcuni detenuti avrebbero dato fuoco alla loro cella.

SENTENZA DI SECONDO GRADO PROCESSO BIALYSTOK

Da: Il Rovescio

Martedì 28 Novembre è stata emessa la sentenza di secondo grado riguardo l’“Op. Bialystok”. La richiesta d’appello del Pubblico Ministero è parsa fin dall’inizio povera dal punto di vista motivazionale, tanto che il Procuratore Generale (rappresentante l’accusa in questa fase di giudizio) ha chiesto alla fine della fase dibattimentale la conferma delle pene inflitte nel primo grado.

La Corte ha confermato l’assoluzione della persona già assolta per la collocazione dell’ordigno esplosivo presso la caserma dei Carabinieri di San Giovanni e l’ha ulteriormente assolto anche dalle altre accuse. L’anarchico condannato precedentemente per le macchine del car sharing Eni-enjoy andate a fuoco si è visto confermare la pena (1 anno di reclusione, pena sospesa).

L’anarchica condannata in primo grado a 7 mesi è stata assolta da tutte le accuse, mentre altrx 3 si sono vistx ridurre le pene a 3 mesi in seguito all’assoluzione da alcuni reati specifici minori.

I giudici hanno i soliti 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.

L’ennesimo castello di carte della Procura (o meglio del ROS) ordito per colpire l’anarchismo nostrano è in buona parte caduto, per l’inconsistenza non solo delle prove specifiche, giudicate insufficienti ai fini di una condanna per quanto riguarda i reati scopo, ma anche dell’impianto accusatorio stesso che prevedeva l’ipotesi di un’associazione di tipo terroristico in linea con le proposte organizzative informali dell’anarchico prigioniero Alfredo Cospito. Accogliamo positivamente questa sentenza in quanto ci sembra che essa vada a togliere un ulteriore tassello della rete tessuta dalla DNAA per tentare di isolare e silenziare i contributi di Alfredo, costruendone un profilo di “pericolosità sociale” atto a giustificarne la collocazione all’interno del regime di 41bis.

Sorridiamo di fronte a quest’ennesimo fallimento dei progetti repressivi dello Stato, e salutiamo con l’occasione tuttx x prigionierx anarchicx e ribellx rinchiusx in ogni parte del mondo, tuttx coloro che sono colpitx da misure giudiziarie o di polizia, x indagatx, quellx sotto processo e tuttx quellx che sfuggono alle maglie del potere.

Come sempre per l’Anarchia e la liberazione totale!

Alcunx di Bialystok

IMPERIA: PROCESSO A STECCO [4 DICEMBRE]

Da Il Rovescio

Il nostro amico e compagno Stecco, arrestato il mese scorso dopo due anni di latitanza, sarà processato lunedì prossimo presso il tribunale di Imperia per il documento falso che aveva con sé in occasione del suo arresto. Visto che il compagno sarà presente in aula, si tratta di un’occasione per salutarlo e fargli sentire la nostra solidarietà. L’udienza è alle ore 12,00.

OPUSCOLO: SABOTARE LA MACCHINA IMPERFETTA

Diffondiamo questo opuscolo scritto tra l’estate del 2022 e quella del 2023 da alcunx compagnx attivx sul territorio siciliano, sulla macchina della deportazioni in Sicilia, con un focus specifico sul CPR di Caltanissetta.

SABOTARE LA MACCHINA IMPERFETTA- Deportazioni e resistenze dentro e oltre il CPR di  Pian del Lago di Caltanissetta.

PDF – Sabotare la macchina imperfetta

Dall’introduzione:

Questo opuscolo è stato scritto tra l’estate del 2022 e quella del 2023 da alcunx compagnx attivx sul territorio siciliano. Si incentra sulla macchina della deportazione in Sicilia, focalizzandosi su una struttura specifica – il centro polifunzionale di Pian del Lago a Caltanissetta – al fine di delineare alcune riflessioni più ampie sull’attuale funzionamento del regime di frontiera in Italia e in Europa. Pensiamo che la condivisione di queste informazioni, seppur specifiche e geograficamente situate, possa essere utile anche per altre zone di Italia al fine di sostenere le pratiche di lotta e resistenza di chi viene reclusx nelle carceri “per migranti” e provare così ad inceppare la guerra che lo stato e l’Unione Europea stanno conducendo contro chi, dai vari sud del mondo, cerca di riappropriarsi della libertà e della ricchezza che la democratica Europa coloniale ha loro sottratto e continua a sottrarre.
Per quanto ci riguarda, Pian del Lago, così come tutti i luoghi carcerari, di detenzione amministrativa e della cosiddetta “accoglienza” vanno chiusi. Non c’è soluzione riformista o di presunta umanizzazione di questi luoghi che possa essere praticata: siamo contro l’idea che le condizioni di questi luoghi si possano migliorare, come d’altra parte ci dimostrano da decenni reclusi e recluse e come dimostra anche la storia ventennale di Pian del Lago. I Cpr si chiudono bruciandoli, distruggendoli, si chiudono da dentro, e con il sostegno di chi, da fuori, sostiene le pratiche di chi in questi luoghi ci si ritrova, senza nessun moralismo di nessuna sorta. Da nord a sud, in centri più o meno oppressivi, detenuti e detenute hanno in questi venticinque anni chiuso i centri solo tramite le rivolte. Luoghi che, a differenza di quanto spesso si sente dire, non costituiscono un’eccezione, ma sono parte integrante, produttiva e funzionale del sistema militare delle frontiere e della violenza capitalista. Da venticinque anni abbiamo CPR e altri internamenti, da molto prima abbiamo forme di reclusione e sfruttamento verso le soggettività mostrificate dallo stato e i suoi padroni.
Abbiamo quindi organizzato questo opuscolo attorno ad alcune sezioni: la ricostruzione di una genealogia dei CPR in Sicilia, che permetta di essere consapevoli da una prospettiva storico-politica delle dinamiche repressive che si sono susseguite fino ad ora e che potranno aprirsi in futuro; un focus specifico sul CPR di Caltanissetta, i suoi enti gestori e il vario indotto; le tecniche di militarizzazione contemporanee di questo tipo di strutture nonché le modalità concrete con cui le deportazioni avvengono; le forme di resistenza che sono state fino ad ora possibili.
In conclusione, riportiamo tre contributi, uno uscito su “Il Rovescio”, uno sulla rivista “Lo stato delle città” e uno sul sito “Napoli Monitor”, riguardanti le lotte del 2022 e del 2023. Si tratta di una prima versione, che diffondiamo vistane la necessità.