PALERMO: 400 DETENUTI IN SCIOPERO DELLA FAME AL PAGLIARELLI

Nei giorni scorsi è scoppiata una rivolta nel carcere Pagliarelli di Palermo, a causa delle nuove restrizioni in vigore che prevedono il divieto di ricevere, tramite pacchi postali, alimenti ed altri oggetti come coperte e maglioni di pile. 400 detenuti hanno dato il via a uno sciopero della fame. Condividiamo la seguente riflessione: 

400 detenuti in sciopero della fame. I motivi della protesta nel carcere di Palermo: “In una situazione carceraria disastrosa che l’anno scorso ha registrato il record di suicidi, ed in cui il sovraffollamento è una costante, appare assurdo gravare in maniera ancora maggiore sulla vita dellx reclusx”

Ci riempie il cuore una rivolta collettiva per due ragioni:
– La prima per ovvie ragioni di solidarietà e di complicità. Un governo che introduce il reato di “resistenza passiva”, reato al vaglio del senato, con il nuovo DDL sicurezza si ritrova a fronteggiare una rivolta collettiva di 400 persone, detenutx che non abbassano la testa di fronte a limitazioni assurde, volte alla mera repressione che mira all’annientamento delle condizioni umane decenti. Niente più cibo dall’esterno, tuttx con lo stesso sapori in bocca: quello che sa di rancido, imposto dall’apparato repressivo.
– La seconda è che finalmente una rivolta in carcere, finalmente collettiva, finalmente finalizzata a distruggere una discriminazione classista, finalmente da dentro una rivolta contro il potere che reprime in maniera strutturale.

COMPLICI E SOLIDALI SEMPRE AL FIANCO DI OGNI RIBELLE CONTRO IL POTERE

DENTRO NESSUNX SOLO MACERIE

 

BOLOGNA: QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLA MARCIA NEOFASCISTA CHIAMATA A BOLOGNA PER IL 15 FEBBRAIO (E POI ANNULLATA)

Riceviamo e diffondiamo queste note sulla marcia neofascista indetta a Bologna per il 15 febbraio (e poi annullata) e sulle mobilitazioni chiamate per contrastarla.

Dopo le recenti manifestazioni e ronde delle organizzazioni neofasciste Movimento nazionale rete dei patrioti e Casa Pound, in queste settimane Bologna si stava preparando a rispondere all’ennesima chiamata fascista in città. Il 15 febbraio alle 15, tale Patrick D’Amato, questo il suo nome online, aveva indetto via social una marcia per la sicurezza e contro il degrado, in stazione centrale, sotto la sigla, tutta virtuale, “Rivoluzione Nazionale”. Piu che un gruppo organizzato tale sigla, ad un’analisi più attenta dei profili social, è risultata riferirsi ad un giovane romagnolo esaltato che cerca di raccattare consenso via social per creare il suo movimento, scontento delle sigle piu organizzate. Sproloqui scritti in prima persona si possono trovare su telegram, tik tok, instagram. L’attivitá fino a ora sembra limitarsi a qualche attacchinaggio, a qualche adesivo in giro, e alla propaganda portata avanti online. La mancanza di una vera organizzazione si evidenziava dai diversi sondaggi lanciati su telegram dal giovane mitomane, che in queste settimane stava cercando di capire quanti iscritti ai suoi canali si sarebbero presentati davvero alla chiamata, segno dell’assenza di una vera rete di supporto. Negli ultimi giorni abbiamo assistito addirittura a battibecchi online tra la rete dei patrioti e questa neonata sigla, in cui i primi hanno preso le distanze dalla seconda, denigrandone l’iniziativa.

Il primo canale telegram nasce a marzo, 183 iscritti, si chiama “Rivoluzione neofascio” ma si sa, comunicativamente, suona meglio “Rivoluzione Nazionale”. Cosi da ottobre, canale nuovo.  Sul canale si incontrano diversi tentativi di organizzare ronde e pessaggiate. La modalità è la stessa, un soliloquio fatto di sproloqui, e sondaggi con un  “pubblico” pressochè inesistente. A prendere in considerazione un sondaggio per una ronda a Bologna a novembre sono in sei.

Il fatto che non sia un gruppo organizzato non deve per forza rassicurare, e anzi, potrebbe comportare un aspetto di imprevedibilitá maggiore, di fatto però è stato chiaro fin da subito che si trattava di una chiamata tutta virtuale e senza struttura, e infatti è bastato uno scappellotto dai fasci organizzati, e uno dalla questura, per far si che l’eroe annullasse la marcia e chiedesse ai “camerati” di non presentarsi il 15. Patrick però rassicura, la manifestazione verrà riproposta in altre forme, rispettando tutte le norme imposte dalla questura, ha imparato la lezione, farà le cose a modo. Alle 14:20 video e proclami sul fatto che la marcia non si sarebbe fermata, alle 18:20 tutto annullato. Una storia che ha del ridicolo.

Ai diversi sondaggi lanciati e rilanciati dal canale a sigla RN per capire in quanti iscritti al gruppo telegram si sarebbero presentati alla chiamata, avevano risposto positivamente meno di quaranta persone su uno, una ventina su un altro. Questi sondaggi e questi numeri però vogliono dire poco e niente e non possono essere considerati un elemento di valutazione attendibile, trattandosi di persone di cui è ignoto il reale coinvolgimento.

A Bologna per il 15 febbraio sono state chiamate due piazze dai movimenti per contrastare questo tentativo di adunata di feccia, una in Piazza Medaglie D’oro, nel luogo di indizione dove doveva partire questa marcia, una in Piazza dell’Unitá.

Va notato che nel movimento le informazioni circa questa “marcia” e la sigla che l’ha promossa sono girate in modo grossolano, sull’onda di un allarmismo un po’ prematuro. L’antifascismo così rischia di diventare soltanto la vetrina della realtà di turno per autorappresentarsi.

Il neo-fascismo risorgente non va assolutamente sottovalutato, ma occorre collocarlo nel contesto corretto per poterlo contrastare e combattere con metodi efficaci ed adeguati. Analizzare la natura e la geografia di queste nuove formazioni neo-nazifasciste non può essere fatto in modo superficiale, e serve a poco se questa attività non viene accompagnata da una costante vigilanza, da coerenti pratiche di mobilitazione, e dall’antifascismo militante.

Chissà, forse se si fosse evitato di ingigantire questa marcia avremmo potuto incontrare il prode Patrick alla stazione, spiegargli davvero cos’è l’antifascismo, e di non riprovarci più?

Alcune antifasciste⁩⁩⁩

 

TORINO: MISURE CAUTELARI OPERAZIONE CITY

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Nuove misure cautelari per l’Operazione City

Il 30 gennaio la Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi (sia della Procura di Torino sia della difesa), disponendo tre nuove misure cautelari – che si aggiungono alle 14 già applicate da mesi –, questa volta  per altrettanti compagni trentini: due obblighi di dimora e di firma giornaliera (per una compagna già da tempo in detenzione domiciliare per dei definitivi di pena e per un compagno già sottoposto da qualche settimana alla “libertà controllata”, cioè ad obbligo di dimora e firme, per un decreto penale di condanna) e le firme quattro volte alla settimana per una terza compagna.

L’Operazione City è l’inchiesta per la manifestazione in solidarietà con Alfredo Cospito che si era svolta a Torino il 4 marzo 2023, per la quale si aprirà il processo nel maggio prossimo contro 19 imputate e imputati di “devastazione e saccheggio” (https://ilrovescio.info/2025/01/13/aggiornamento-sulloperazione-city/).

Quel 4 marzo c’eravamo tutti. Solidarietà agli imputati e alle imputate. Fuori Alfredo dal 41 bis!

CATANIA: ORIZZONTI DI GUERRA

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CONTRO GUERRA E GENOCIDIO COMPLICI CON I DISERTORI DI TUTTO IL MONDO

Cosa fare contro la progressiva militarizzazione delle nostre città?
Cosa fare contro un genocidio avvenuto in diretta social con l’aiuto di tutto l’Occidente?
Come supportare la diserzione ed entrare in complicità con i disertori di ogni Paese?

Le forme di governo “democratico” e le basi del diritto internazionale che le hanno supportate, dal secondo dopoguerra in occidente, stanno collassando sotto i colpi delle eccezioni e delle emergenze. La trasformazione sistemica in atto non sarà silenziosa e indolore, ma si sta già esprimendo attraverso il crescente bellicismo. Ne parliamo alla L.U.P.O. insieme a realtà e soggettività che hanno approfondito sulle tematiche di guerra, diserzione e militarizzazione dei territori. Dal ponte sullo Stretto alla Striscia di Gaza, dalla nuova finanziaria al disegno di legge sicurezza, impossibile ignorare che: LA GUERRA È QUI, IMPARIAMO A SABOTARLA!


PROSSIMI APPUNTAMENTI

Venerdì 31 gennaio:
presentazione dell’opuscolo “Primi passi attraverso il ddl sicurezza verso uno Stato di guerra” a cura di Materiale Piroclastico e con la presenza della Rete No DDL Catania

Sabato 8 febbraio:
presentazione dell’opuscolo “Contro la guerra, contro la pace. Note sulla diserzione dell’esercito ucraino” a cura di Torino Diserta – discussione con alcune autrici ed Antonio Mazzeo

Sabato 15 febbraio:
Presentazione dell’opuscolo “Non è forse questa guerra?” a cura di alcunx compagnx sicilianx e presentazione del Carnevale No Ponte

Venerdì 21 febbraio:
presentazione della rivista “Pensiero Critico n.3” a cura di Terre In Moto: discussione con gli autori

BARI: ATTACCO AL MUNICIPIO

Riceviamo e diffondiamo

UN COMUNE SENSIBILE

Dal 2006 un pezzo del territorio del comune di Bari è occupato da una struttura detentiva per migranti, ieri CIE oggi CPR.
Secondo la “legge” (infame) i responsabili della presenza di questi lager sono: Ministero dell’Interno, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Prefettura di Bari.
– Col ministero e il Ministro Piantedosi ce la prenderemo al momento giusto, ora ci concentriamo su altro –
Abbiamo la certezza di chi sono i soggetti giuridici responsabili grazie ad una sentenza del Tribunale di Bari e dopo della Suprema Corte. La sentenza condanna il Ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei Ministri a risarcire al Comune di Bari e alla Provincia (oggi città metropolitana) di Bari il relativo danno, liquidato in € 32.766,00, oltre accessori. DI CHE DANNO SI PARLA? Danno all’immagine di comunità capaci di accoglienza, consacrata nella secolare storia di dominazioni straniere e di intrecci di culture religiose e laiche, di rapporto con l’Est Europa ed il Mediterraneo, simboleggiati dal culto di S.Nicola, in comune con la Russia e il mondo ortodosso.

DaL 2006 lx cittadinx di Bari, il comune e qualsiasi altra istituzione coinvolta con l’esistenza e il funzionamento del CPR di Bari Palese sono responsabili delle torture subite nei centri, per le torture e morti subite subite nei paesi di rimpatrio e per tutto lo schifo subito nei lager del XXI secolo.

Il comune e il prefetto sono enti separati ma complici. – Non ci dilungheremo a lungo sui dettagli, ci saranno altre occasioni –

__Vogliamo rivendicare l’azione a danno del comune e d’intimidazione alla Prefettura e al Prefetto Russo__

A Novembre un’operazione “straordinaria di controllo del territorio” effettuata dall’arma dei carabinieri e della polizia di stato, con una “specifica interlocuzione con la prefettura”, ha portato all’espulsione di 17 irregolari. Anche la Polizia Locale ha partecipato all’operazione.

Il 18 novembre un fratello di 42 anni proveniente dal Senegal, di cui i media non hanno rilasciato il nome poiché è solo un “migrante senzatetto” è morto in strada, da solo, probabilmente al freddo, diventato da un essere vivente a un pretesto per i consiglieri di Fratelli d’Italia per fare propaganda contro il degrado.

Il 22 novembre, alla vigilia dei funerali del 33enne Bangaly Soumaoro, avviene un’operazione della Polizia volta a individuare e ad espellere cittadini irregolari che “vivono” “abusivamente” nel CARA di Bari. Probabilmente una ritorsione per la protesta che aveva attraversato la città nei giorni precedenti.

Il 30 novembre, in seguito a un aumento dei controlli della Polizia Locale nella zona dei portici di Via Capruzzi, un cittadino irregolare è stato identificato e portato nel Cpr di Brindisi in attesa di espulsione.

Il 3 dicembre due cittadini irregolari sono stati colpiti da un decreto d’espulsione, uno dei due, un ragazzo di 19 anni è stato portato al Cpr di Bari Palese.

Il 9 dicembre alcunx compagnx riferiscono di un rastrellamento contro poveri e migranti sempre in Via Capruzzi, nessun media riferirà notizia.

Questi sono alcuni dei vostri crimini, questa lista è per rendervi consapevoli che c’è chi vi guarda e non resta indifferente.

Inizieremo a colpire, a volte colpiremo forte, altre neanche ve ne accorgerete, siete tuttx obbiettivi, dal vigile al generale, dal comune alla prefettura.  – Sopravvivere e sabotare, individuare e colpire – Il fuoco necessario a chiudere I CPR può essere acceso solo dalla rabbia dex reclusx, noi saremo il fuoco della vendetta.

Nemiche di ogni gabbia – Nemiche di ogni stato e istituzione – Solidarietà a tuttx lx anarchicx colpite dalla repressione dell’operazione “Scintillla” – Solidarietà a tuttx lx anarchicx colpite dalla repressione dell’operazione “NotteTempo” – In memoria di Kyriakos e tuttx lx anarchicx rivoluzioinarix – FUOCO AI CPR – Per Ramy e contro tutta la polizia – Che la paura cambi campo.

 

BOLOGNA: MEZZ’ORA D’ARIA [RADIO]

Diffondiamo:

Ricordiamo a tuttx la puntata di Mezz’ora d’aria in onda oggi sabato 18 gennaio 2025 alle 17:30 sulle frequenze di Radio città Fujiko, FM 103.1.

In questa puntata parleremo dell’uccisione di Ramy a Milano, dello scudo penale per le forze dell’ordine e dell’istituzione di “zone rosse” all’interno di molte cittá. Infine, la collettiva anarcoerbana interverrá con la seconda pillola di erbacce anticarcerarie.

Di seguito i riferimenti della radio, a cui potete far arrivare dediche, pensieri ed esperienze:
– contatto whatsapp e telegram per chi volesse mandare con un messaggio i propri saluti dentro: 3501550853.
– per chi volesse scriverci una mail: info@mezzoradaria.com
– Per chi invece volesse inviarci una lettera: Mezz’ora d’aria, presso Radio Città Fujiko, via Zanardi 369, 40131 Bologna.⁩

TORINO: AGGIORNAMENTO OPERAZIONE CITY

Diffondiamo

A fine Dicembre 2024 e a seguito di istanze di revoca delle misure cautelari (applicate il 22 aprile 2024, in relazione al corteo del 4 Marzo 2023) queste sono state di fatto:

  • revocate per 12 compagnx;
  • mantenute nella loro totalità (rigettando le istanze) per 3 compagnx: ancora sottopostx a obbligo di dimora, divieto di dimora e presentazione quotidiana alla p.g.;
  • riformulate per un compagno tutt’ora sottoposto a obbligo di firma quotidiana.

Ricordiamo che a Maggio 2025 inizierà il processo per i 19 imputatx di devastazione e saccheggio in merito a quella giornata di lotta al fianco di Alfredo e contro la tortura del 41bis e dell’ergastolo ostativo.

Inoltre, all’alba del 30 Dicembre sono state notificate ulteriori misure cautelari (stabilite in sede di appello cautelare ed eseguibili solo per coloro che non hanno fatto ricorso in Cassazione):

  • per 3 compagnx l’obbligo di presentazione quotidiano e di dimora;
  • per un compagno di sole firme quotidiane;

Paradossalmente, le stesse misure erano già state notificate e applicate a 3 di queste persone decorso il termine di 10gg dalla pronuncia d’appello per la presentazione del ricorso in Cassazione. Poi, ad una di queste tre, l’obbligo è stato sospeso “in attesa di atto esecutivo”, alle altre due le misure erano state revocate insieme alle cautelari dello stesso tipo relative al precedente troncone primaverile. La confusione derivante dalla doppia notifica e applicazione delle misure per tre degli indagati, si presume sia stata determinata dalle istanze della DIGOS che in data 25 Ottobre 2024 richiedeva con atto interno di notificare ed applicare le misure cautelari a sole 3 persone sul totale di 5, che – non promuovendo ricorso per Cassazione – avrebbero dovuto iniziare a essere sottopostx alle misure.

La data dell’udienza di Cassazione dell’ordinanza di appello richiesto dal PM per i e le restantx indagatx per le fasi preliminari del corteo (aka “carrellistx”) sarà il 30 Gennaio.

Tante sono state le persone che si sono mobilitate al fianco di Alfredo e contro la tortura di Stato in quei mesi di sciopero della fame, altrettante con il cuore e con la rabbia o con il proprio corpo e la propria determinazione sono scese in piazza il 4 Marzo e non solo.
Oggi, quei legami e quelle lotte continuano.

Contro ogni galera.

Contro il 41bis e l’ergastolo ostativo.

Libertà per tuttx!

FUORI ALFREDO DAL 41 BIS! GIÙ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA!

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FUORI ALFREDO DAL 41 BIS

GIÙ LE MANI DALLA STAMPA ANARCHICA [PERUGIA, 15 GENNAIO]

Dopo il rinvio di quella prevista per il 10 ottobre, è fissata per il 15 gennaio l’udienza preliminare del procedimento Sibilla, che nel novembre 2021 portò a un’operazione repressiva mirata principalmente contro il giornale anarchico “Vetriolo”. La procura di Perugia sta chiedendo il rinvio a giudizio per 12 anarchici e anarchiche imputati per 19 capi d’accusa, quasi tutti aggravati dalla finalità di terrorismo.

Nel corso degli ultimi mesi sono stati notificati degli atti riguardanti l’avvio di un procedimento con cui la questura di Perugia intende emettere una serie di fogli di via dalla città, motivandoli con la presenza solidale tenutasi il 10 ottobre davanti al tribunale. Predisporsi a emettere dei provvedimenti del genere per un momento come quello, in cui senza particolari turbolenze è accaduto ciò che solitamente avviene in tutte le circostanze di questo tipo (affissione di striscioni, un volantinaggio, qualche intervento, ecc.), assume un significato palese: allontanare i solidali, impedire qualsiasi manifestazione di solidarietà in occasione delle udienze nei confronti degli inquisiti e particolarmente di Alfredo Cospito, recluso in regime di 41 bis nel carcere di Bancali in Sardegna e tra i 12 imputati di questo procedimento.

Mentre gli Stati si attrezzano per la guerra e i profitti per gli armamenti crescono a dismisura, mentre si sprecano le parole a giustificazione del genocidio a Gaza – il primo genocidio automatizzato della storia, dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo determinante –, mentre assistiamo alle consuete chiacchiere sulle stragi sul lavoro a difesa degli interessi dei padroni, mentre è in esame al senato un decreto sicurezza con cui viene preparato un ulteriore attacco contro il conflitto sociale… questi signori si affrettano nuovamente a processare gli anarchici, un “nemico interno” da debellare perché da sempre in lotta contro lo Stato e il capitale.

Pur di attaccare gli anarchici e i percorsi rivoluzionari, lo Stato farnetica di capacità “istigatorie” e “orientative” in un ambito come quello del movimento anarchico, da sempre fautore di un’ostinata e radicale autonomia di pensiero e di azione. Un’affermazione che fa il paio con l’aver sostenuto nel processo Scripta Manent delle condanne per “strage politica” nel paese in cui le stragi, quelle vere, le hanno perpetrate sempre gli apparati statali.

Assieme a quel processo, l’operazione Sibilla è stata determinante nel trasferimento in 41 bis di Alfredo Cospito. Con l’intensa mobilitazione contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo del 2022-23 abbiamo impedito che da Scripta Manent – per via dell’imputazione di “strage politica” – derivassero condanne fino all’ergastolo. Oggi come ieri, con l’approssimarsi di un potenziale processo Sibilla, non è quindi un mero esercizio retorico esprimere solidarietà con gli inquisiti e specialmente con Alfredo, recluso in uno tra i più afflittivi regimi detentivi esistenti in Europa.

CI VEDIAMO MERCOLEDÌ 15 GENNAIO 2025 ALLE ORE 09:30 DAVANTI AL TRIBUNALE DI PERUGIA IN PIAZZA MATTEOTTI.

BOLOGNA: SOUND OF FREEDOM [30/31/1…]

Diffondiamo:

Non puoi fermare il suono.

Prontx a farla finita con divieti e imposizioni? Raggiungereteci a Bologna in via Stalingrado angolo via Calzoni, al vecchio Oz. Salutiamo l’anno vecchio e diamo il benvenuto al nuovo aprendo insieme una breccia su altri mondi possibili!

Contro la legge antirave, una legge volta a colpire la possibilità di aggregazione di individui e comunità con la scusa arbitraria e strumentale della salute e della sicurezza, contro il DDL sicurezza in fase di approvazione, che segnerebbe un ulteriore avvitamento repressivo in questo paese, una festa con tuttx, per tuttx! Per dirlo sfacciatamente e insieme: nessuna legge e autorità potrà mai impedirci di unirci, esprimerci, ballare e organizzarci in autogestione!

Per noi free party è sinonimo di libertà di espressione, libertà di azione, autodeterminazione, solidarietà. L’unico limite è l’immaginazione.

Chi mette a rischio la sicurezza e la  salute delle collettività è chi crea confini e frontiere, chi specula sulla vita degli individui, chi si arricchisce sulla pelle di territori e comunità, non chi crea occasioni di incontro, festa e socialità, oltre i ruoli, gli stereotipi e le barriere quotidianamente imposte.

A chi ci vorrebbe ridottx ad utenti, consumatori, paganti e obbedienti, rispondiamo con la cosa che sappiamo fare meglio, esistere e resistere!

L’unico muro che ci piace è il muro di casse!

NO 633 bis! NO DDL SICUREZZA

Il posto è raggiungibile anche con bus e a piedi

Bar, cucina, banchetti e autoproduzioni!
Stand RDR e zona chillout

Porta cibo e acqua in abbondanza, non trascurare vestiario, giacche e coperte!

No fascismo, no sessismo, no razzismo, no omolesbobitransfobia

Prenditi cura del posto, di te stessx e delle altrx!

SI PARTE E SI TORNA INSIEME!!⁩