SCONTRI A NAPOLI

5 agosto 2022
Dalla pagina facebook del Movimento di lotta -Disoccupati “7 novembre”

ASSEDIATO IL CONSIGLIO COMUNALE

I disoccupati in piazza, in centinaia e centinaia, resistono alle provocazioni e cariche sotto al Consiglio Comunale. Manganellate e criminalizzazione non ci fermeranno.

La grave situazione che sta colpendo chi percepiva il Reddito di Cittadinanza, migliaia di famiglie, a causa del protocollo INPS e Ministero di Giustizia che ne sancisce l’assurda sospensione dell’erogazione a chi era oggetto di sentenze passate in giudicato da meno di 10 anni, insieme la necessità di avere risposte sugli impegni assunti il 6 Luglio al Tavolo Interistituzionale per la nostra vertenza sui progetti di formazione e lavoro socialmente necessario, per percettori e non percettori, quindi disoccupati di lunga durata appartenenti alle platee storiche.

Questi i motivi principali della tensione che si sta vivendo in città.

GUERRA, CRISI SANITARIA, CRISI AMBIENTALE
INFLAZIONE, CAROVITA, SFRUTTAMENTO!

Non pagheremo noi la vostra crisi!
Lavoro o non lavoro, dobbiamo campare!

Movimento di lotta -Disoccupati “7 novembre”

CONTRO PATRIARCATO, RAZZISMO E VIOLENZA DI STATO


DA FIRENZE A CIVITANOVA MARCHE
,
ACCANTO A CHI OGGI NON C’È PIÙ, AL FIANCO DI CHI LOTTA!

Arriverà quella soglia di saturazione in cui l’insieme delle oppressioni e delle discriminazioni sistemiche diventerà inaccettabile?

Cosa unisce una professoressa trans* che sceglie il fuoco pur di smettere di subire violenze da questa societa’, due sex workers brutalmente uccise, l’omicidio di una donna trans* e l’assassinio di un uomo razzializzato ammazzato in questi giorni, mentre intorno i passanti riprendevano coi telefonini?
Li unisce il fatto di non essere episodi, fatalità, ma il preciso esito di una violenza strutturale accettata tutti i giorni.

La violenza razziale e di genere non e’ un problema di ordine pubblico, avere una vulnerabilità o una diagnosi psichiatrica non significa essere potenziali assassini diversamente da chiunque altro, non è né con la psichiatria, né col giustizialismo, che stravolgeremo alla radice la cultura segregazionista, patriarcale e machista che tiene in piedi questo sistema basato sullo sfruttamento che si riproduce nelle relazioni individuali e collettive.

Ci sono responsabilità precise che vanno indicate.
Chi arma le mani di chi uccide, ammazza?

Non è forse chi porta avanti campagne d’odio cavalcando le paure delle persone a fini economici, propagandistici ed elettorali?

Non sono media, giornali e stampa che veicolano stereotipi ed esasperano insicurezze e paure?

Non sono gli interventi di polizia e repressione che cacciano quotidianamente le fasce più povere e marginalizzate della popolazione dalle città, per fare spazio a profitto e speculazione?

Non è la dottrina securitaria e machista della “tolleranza zero”, della “guerra al nemico”, all’”invasore”?

Non è la morale “disinfettante” bigotta e borghese della “pulizia” e del “decoro” per la fortificazione/colonizzazione dello spazio,  contro l’altro diverso da sé, neutralizzato come soggetto?

Non sono forse la violenza delle frontiere, il ricatto dei documenti, le discriminazioni istituzionalizzate?

Non è la delega, l’ipocrisia e l’indifferenza 
quotidiana?

In nome del Capitale, degli Stati e delle frontiere ogni giorno lə migranti e i migranti in fuga da guerra e povertà subiscono controlli razziali, ricatti, rastrellamenti, violenze e deportazioni. Tutto questo avviene nelle stazioni dei treni, negli areoporti, nelle questure e nei cpr, nei centri di “accoglienza”, all’interno delle città, nei luoghi dello sfruttamento di massa.

In nome del sistema patriarcale alla base di ogni Stato e di questa violenza, che necessita di muri e confini per esercitare il suo potere, ogni giorno le nostre compagnə queer, trans e gender-variant sono respintə in quanto imprevistə e indesideratə, allontanatə dalle famiglie, espostə a sfruttamento, a persecuzioni, aggressioni e vessazioni, sul lavoro, per le strade, nella vita quotidiana.

Quando sopravvivono alle aggressioni vengono incarceratə per essersi difese.

E’ importante dire forte e chiaro che la polizia non solo non ferma abusi e uccisioni ma fa parte del problema: quando non è quella che ammazza, tortura e reprime, è quella che aggredisce e umilia.

 Il carcere ha la funzione di difendere lo Stato patriarcale e la società borghese da eventuali minacce alla sua integrità, serve da schermo per coprire le disuguaglianze e le oppressioni su cui si regge, affinché tutto rimanga tale.

Se oggi le istanze femministe e transfemministe vengono sempre più depoliticizzate e assorbite dallo Stato e dal Capitale, strumentalizzate e spogliate della loro intrinseca conflittualità, essere oggi in strada ha una valenza doppiamente importante.

Una compagna trans è accusata di aver dato fuoco al citofono di una sede della Lega: in questura è stata descritta come “un uomo travestito da donna” nel tentativo di scalfire e umiliare ciò che vorrebbero annientare. 

424 e 270bis, incendio con aggravante di finalità di 
terrorismo.

“Terrorismo”, la parola magica per intimidire e spaventare chi non intende più subire, la macchina della repressione ha sempre pronto come ribaltare il senso della violenza per colpire chi intende lottare, agire per difendersi.

Si, vorremmo che questa gente provasse un briciolo di quel terrore e di quella violenza di cui si serve per opprimere e opprimerci.

Non dimentichiamo nulla.

FIRENZE: SLUT WALK NAZIONALE

Vogliamo alzare la testa, per noi e per tuttx lx oppressx.
Vogliamo che il messaggio passi chiaro:

SE LO STATO E’ VIOLENTO, TERRORISTA LO DIVENTO!

CONCENTRAMENTO IL 6 AGOSTO 2022, h 19:00, IN PIAZZA SANTISSIMA ANNUNZIATA A FIRENZE

1312- TRIGGERZ: MISGENDERING, OMOTRANSFOBIA. -1312

“Un uomo travestito da donna” queste le parole che hanno usato in questura per descrivere una compagna trans*. Le sono entrati in casa, sequestrato alcuni abiti, poi questura e infine queste parole, che esprimono l’omotransfobia sistemica dello stato, il tutto accusandola di 424 e 270bis, incendio con aggravante di finalita’ terroristiche. Nello specifico, la compagna e’ accusata di aver dato fuoco alla citofoniera di una sede della LegaNord nel quartiere di Riffredi, Firenze. Tutto questo non poteva accadere in un momento migliore, dopo la lunga serie di attacchi alla liberta’ negli ultimi mesi e un mese di pride “ufficiali” in cui non una voce si e’ levata per parlare della professoressa trans* che ha scelto il fuoco pur di smettere di subire violenze da questa societa’, o delle due sex workers brutalmente uccise, o della donna trans* uccisa a inizio Giugno.
Agli stessi pride purtroppo invece c’erano voci a favore di Police Aperta. Verrebbe da chiedersi se in troppx non si siano scordati cosa sia stato Stonewall, li’ dove era piu’ chiaro chi stava da una parte e chi dall’altra delle barricate.
Tanto per citare alcuni di questi attacchi alla liberta’, pensiamo alla condanna a 28 anni in primo grado di Juan, dove hanno usato lo stesso giochino dell’accusa di finalita’ terroristiche contro la democrazia, parole che fanno cosi’ tanta paura solo perche’ rivendicano la volonta’ di sradicare lo status quo delle cose, minacciando di rovesciare l’autorita’ su cui lo Stato si appoggia. Pensiamo anche che 62 persone trans*, in particolare femminilizzate, sono state uccise dal 1 Gennaio 2022, 115 durante il 2021. Il numero di sbirri e politici ammazzati per il loro lavoro invece e’ 0, per entrambi i periodi. Viene naturale a questo punto chiedersi cosa intendano loro per terrorismo; la definizione “ufficiale” e’ “chi usa il terrore per i propri fini”. La gestione del potere, inevitabilmente basato finche’ esistera’ sulla paura, e’ l’essenza stessa della politica, la sua matrice costituente.
Quindi ci chiediamo: chi e’ terrorista, lo Stato e il suo padrone, il capitale, o chi tutto cio’ combatte, chi lotta per un mondo in cui non esiste autorita’ ma autorevolezza, in cui ogni individuo si rapporta con altri individui come persone, e non come ruoli?
Perche’ se terrorista significa muoversi e lottare per rendere impossibile a chi vuole farci tuttx vivere nella paura esprimersi e iniziare ad impiantare una nuova realta’, allora si’, lx frocix, lx anarchichx, chiunque agisce e subisce repressione e’ terrorista. Se terrorista e’ che lotta perche’ tuttx possano esistere per cio’ che sono, indubbiamente questa definizione ci appartiene, e per quanto ci possa essere sconveniente la rivendichiamo. Ma veramente terrorista e’ giusto chi mette a tacere le fonti di terrore? Terrore che mantiene la miseria di tutti gli esseri viventi che non siano in quell’1% di uomini cis, etero, bianchi e ricchissimi, terrore che ci costringe a vivere nell’ansia costante, dalla sala parto alla camera ardente, che essere se’ stessx ci possa distruggere l’esistenza…
Nell’ottica di incutere terrore per ottenere i propri scopi, cioe’ il mantenimento dell’autorita’, terrorista quindi e’ lo Stato, e’ chi detiene il potere e il monopolio della violenza, e la usa contro noi frocix e anarchichx in primis, ma in generale contro chiunque.
Come frocix antiautoritarix miniamo alla base questa realta’ fatta di ruoli e gerarchie predefinite, rendiamo impossibile la distinzione di ruolo e di gerarchia che sta alla base di tutte, quella tra uomo e donna – che pure la scienza figlia del capitale (antropologia evoluzionista) tenta con forza di giustificare – e a cascata da questa ogni oppressione sociale.
L’omotransfobia sistemica, la medicalizzazione dei nostri corpi, l’imposizione del binarismo di genere infatti sono modi per esercitare oppressione sociale, per replicare il terrore su cui lo Stato e’ fondato, e tutto questo si esprime nelle violenze che subiamo ogni giorno, nelle parole disumanizzanti che hanno usato per umiliare la compagna, nei nomi dellx compagnx uccisx, avvelenati da questo mondo, in quelli dellx compagnx in carcere.

Non possiamo permettere che passi il messaggio che possono continuare a ucciderci, a metterci in galera, a farci violenza e poi umiliarci, chiamandoci uomini travestiti da donne. Per questo in solidarieta’ con la compagna accusata, e con l’intento di rispondere ai colpi sempre piu’ forti che stiamo ricevendo, chiamiamo una slut walk nazionale.

Non siamo sbirri, ogni azione e’ benvenuta, sfogate la vostra fantasia! LGBTQIACAB

PDF chiamata

PIACENZA: MANIFESTAZIONE NAZIONALE


Le lotte operaie le processano perché è quello che hanno sempre fatto. La repressione non è un ‘accidente’ della società in cui viviamo ma il cardine su cui si fonda la sua pacificazione, che è interiorizzazione generalizzata delle logiche del potere tra gli oppressi.
Isolamento, repressione e carcere sono i pilastri su cui Stato e padroni fondano le loro ricchezze e il loro potere, gli strumenti elettivi con cui mantengono il loro dominio con la paura, coltivando impotenza.
Queste misure repressive che oggi colpiscono i lavoratori e le lotte della logistica, si inseriscono in un’escalation repressiva di più ampio raggio volta ad abbattere chiunque, ad ogni piano e con qualsiasi mezzo, intenda – coi fatti – mettere i bastoni tra le ruote ad un sistema predatorio che annienta sempre più ferocemente la vita di persone, territori e comunità.
Una guerra a bassa intensità affinchè il processo di accumulazione capitalista proceda senza soluzioni di continuità, che mira a spostare il limite di tolleranza degli sfruttatx, sempre un po’ più in là.
La rimozione collettiva di questa ferocia serve allo Stato per conservare saldamente il primato della violenza e far si che nulla cambi.

Contro la loro repressione, l’unica difesa è l’attacco!

LIBERX TUTTX

MILANO: PRESENTAZIONE “OMBRE DIGITALI SUL LAVORO SOCIALE”

OMBRE DIGITALI SUL LAVORO SOCIALE,
SOCIOANALISI NARRATIVA SULLE DERIVE DEL TERZO SETTORE a cura di Renato Curcio.

Mercoledì 29 giugno, COX18, via Conchetta 18 Milano

Sensibili alle foglie, 2022

ASCOLTA LA REGISTRAZIONE

L’utilizzo di piattaforme digitali per la gestione del lavoro in un settore cruciale come quello del sociale ha prodotto e sta producendo cambiamenti significativi sia per chi vi opera sia per chi ne usufruisce. Questo libro, frutto di un cantiere socioanalitico autogestito, mette in evidenza alcuni nodi decisivi per un ripensamento del Terzo settore e per aprire una discussione in merito. Le esperienze raccolte, la documentazione e le riflessioni analitiche qui proposte individuano numerose criticità. La voracità di dati e numeri, propria degli strumenti digitali di cui gli operatori sono ormai obbligati a servirsi, toglie spazio e valore alle relazioni interpersonali, caratteristica costitutiva del settore dei servizi alla persona, modificando perciò la natura stessa di questi ultimi. L’entrata in campo dell’intelligenza artificiale, con la sua arroganza organizzativa, esautora l’intelligenza relazionale e ancor più la sua linfa empatica sia nei processi di organizzazione del lavoro che nelle rendicontazioni dei loro risultati. Il “lavoro sociale a distanza”, ossimoro implementato durante il confinamento da pandemia, ha inoltre comportato per gli utenti e per gli operatori un’invasione dei propri spazi personali, vanificando talvolta l’erogazione stessa dei servizi. La formazione interamente orientata all’uso dei dispositivi tecnologici e la perdita di anonimato per gli utenti di alcuni servizi costituiscono il definitivo superamento del mito della cooperazione sociale.

Hanno partecipato attivamente al cantiere: Massimo Angelilli, Diego Baldini, Paolo Bellati, Susanna Bontempi, Francesco Mainieri, Sara Manzoli, Natalia Mendez, Luca Lusiardi, Lucia, Enrico Riboni, Lorena Rondena, Giulia Spada, Valentina Trabucchi

RENATO CURCIO, su questi temi e nell’ambito del suo lavoro di socioanalista, ha pubblicato in questa collana: La trappola etica, 2006; Respinti sulla strada, 2009; La rivolta del riso, 2014; L’egemonia digitale, 2016.

TORINO: MOBILITAZIONE CONTRO GUERRE E FRONTIERE

Segnaliamo questa tre giorni a Torino!

24/25/26 GIUGNO: CHIAMATA PER UN WEEK-END DI MOBILITAZIONE CONTRO GUERRE E FRONTIERE!

Dal 24 al 26 di giugno, Torino ospiterà un weekend di mobilitazione internazionale contro tutte le guerre e tutte le frontiere, in città e altrove.
Desideriamo portare l’attenzione al legame stretto e diretto tra le guerre e quanto accade sulle frontiere.
La ricorrente necessità capitalista della guerra imperialista schierata alla difesa del proprio ordine e al controllo costante di mercato e risorse, costringe milioni di persone a sfuggire e attraversare le frontiere.
Inoltre, gli Stati definiscono attraverso repressione e controllo l’entità del loro territorio integrando o rigettando le persone, secondo le proprie esigenze economiche, inquadrate all’interno di un discorso classificatorio razzista.
Il business tecno–militare privato sfrutta costantemente le conseguenze della spartizione dei territori saccheggiati e colonializzati, sperimentando le sue macabre innovazioni di controllo e sorveglianza, sui corpi di chi attraversa quelle frontiere.

Durante i tre giorni si alterneranno momenti di scambio di pratiche, approfondimenti e mobilitazione.
Sarà possibile essere ospitat* in città per la durata dell’evento.

Porta la tua attrezzatura da campeggio! E se puoi lascia a casa il tuo amico a quattro zampe.
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