TORINO: PRESIDIO AL CARCERE – CECCA LIBERA!

Da notav.info

CECCA CONDANNATA AL CARCERE PER AVER APPESO UNO STRISCIONE DI SOLIDARIETÀ.

Luglio 2013. Manifestazione notturna al cantiere Tav di Chiomonte. Marta, compagna pisana, viene fermata dalla polizia dopo una violenta carica. Pestata, insultata e molestata sessualmente dalle forze dell’ordine, viene pure denunciata. Durante il primo interrogatorio di Marta, tenuto dagli ormai celebri pm con l’elemento Padalino e Rinaudo, il movimento No Tav organizza un presidio per non lasciare Marta da sola ad affrontare quel difficile momento. Un gruppo di compagne, donne, amiche decide di portare uno striscione che, oltre a solidarizzare con Marta, denuncia le violenze della polizia. “Se toccano una toccano tutte”. Un gesto di solidarietà femminista, contro la violenza maschile in divisa nei confronti di una compagna. Non fanno in tempo ad aprirlo per appenderlo fuori dal tribunale che la polizia carica, manganella e poi denuncia. In un processo farsa in cui le molestie subite da Marta vengono completamente rimosse così come le ragioni del presidio, le compagne vengono accusate di ogni sorta di reato. La Pm punta il dito sul “clima festoso” del presidio a indicare la pretestuosità della presenza del movimento. Per la Pm le donne presenti avrebbero dovuto vestirsi a lutto e piangere tutte le loro lacrime per dimostrare il loro dolore per la vittima? Una reazione determinata da parte di quelle donne è un fatto così inaccettabile e incomprensibile? Ancora, la Pm insiste con una testimone sul fatto che, non avendo subito lei stessa violenze sessuali, non avrebbe potuto capire e quindi solidarizzare con una donna che invece quelle violenze dice di averle subite. Queste sono solo alcune delle perle che si sono sentite durante il processo.

Dieci anni dopo quell’estate. Veniamo a conoscenza della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Torino: la giudice Elena Bonu decide di fare scontare la pena in carcere. Purtroppo, per chi non ha la memoria corta, questa giudice la dobbiamo ricordare per essere la stessa ad aver scelto il carcere per Dana. Nonostante il parere positivo della stessa Procura Generale di fronte alla richiesta di applicazione delle misure alternative al carcere il Tribunale di Sorveglianza decide, ancora una volta, di punire chi lotta.

Ci chiediamo poche cose, perché le risposte già le abbiamo. La semplicità con cui la loro giustizia possa giocare con la vita delle persone, con chi fa parte del movimento No Tav, con chi lotta e con chi non ha posto in questo mondo è agghiacciante. Il fatto che possa farlo indisturbata, perché accettato in tutto e per tutto dall’apparato politico, istituzionale e giuridico è vergognoso. Da parte del Tribunale, della Procura e della Questura di Torino viviamo un attacco senza precedenti e probabilmente senza eguali in questo Paese ma, come sempre, resisteremo un metro, un minuto più di loro. Perché sappiamo di avere ragione.

Cecca siamo e saremo sempre al tuo fianco!


SABATO 11 FEBBRAIO ORE 15.30

PRESIDIO AL CARCERE (Ingresso principale, Via Maria Adelaide Aglietta 35)

Sabato saremo davanti al carcere di Torino perché questa ennesima ingiustizia non passi sotto silenzio, vogliamo Cecca libera subito. Lo diremo a gran voce perché il tuo posto è qui fuori, nelle lotte collettive.
Il dito lo puntiamo noi!

Siamo e saremo sempre al tuo fianco!

Cecca libera!

Libertà per tutte/i le/i No Tav!


PER SCRIVERE A CECCA:

FRANCESCA LUCCHETTO
c/o Casa Circondariale Lorusso e Cutugno
Via Aglietta, 35
10151 – Torino

BOLOGNA: BICICLETTATA ANTICARCERARIA

VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2023

Ore 15:00 Ritrovo alla scalinata di Piazza VIII Agosto
Ore 17:30 Arrivo e presidio davanti al carcere della Dozza

Da più di 100 giorni Alfredo Cospito è in sciopero della fame. La sua è una battaglia contro la tortura del 41bis e dell’ ergastolo ostativo, ma ancor più è la battaglia di chiunque non vuole rimanere inerme di fronte alla violenza che le galere, i tribunali, l’ingiusta “giustizia” di questo sistema quotidianamente riversa su migliaia di persone.

Comunque andrà a finire Alfredo non lotterà da solo. Liberx tuttx

BOLOGNA: IN STRADA AL FIANCO DI ALFREDO CONTRO 41BIS ED ERGASTOLO OSTATIVO

Nel tardo pomeriggio di venerdì 3 febbraio a Bologna si è svolto un presidio sotto la sede del Provveditorato Regionale dell’amministrazione Penitenziaria, con battiture, interventi e striscioni in solidarietà con Alfredo contro ergastolo ostativo e 41 bis. Circondati da una marea di sbirri e giornalisti, un centinaio di compagne/i si è poi spostato lungo via del Pratello dove è stata fatta una grande scritta “No 41 bis. Come l’Iran e l’Egitto anche l’Italia tortura e condanna a morte”.
Il corteo si è concluso sotto il carcere minorile dove a dicembre ci sono state ripetute rivolte.
A fianco di Alfredo! Continuiamo a stare in strada!

Volantino distribuito durante l’iniziativa

BOLOGNA: LA SICUREZZA LA FA CHI VIVE I QUARTIERI, NON LA POLIZIA

Dopo le innumerevoli retate, fermi e perquisizioni dei giorni scorsi, ieri circa duecento persone tra compagnx e abitanti solidali si sono riprese le strade per dire che la sicurezza la fa chi vive i quartieri, non la polizia.

Volantino distribuito durante l’iniziativa

Il presidio chiamato in Piazza dell’Unità a Bologna per rispondere alla maxi-operazione anti-degrado di questi giorni si è trasformato in un corteo contro l’arroganza delle forze dell’ordine sui quartieri, con cori, interventi e volantinaggi. Sono stati toccati i luoghi simbolo della gentrificazione in Bolognina come lo Student Hotel, la Tettoia Nervi, la stazione dell’alta velocità. Sono stati indicati i responsabili del deserto sociale che avanza e si è ribadito il fatto che queste retate fanno parte integrante del processo di “riqualificazione” della Bolognina e delle prime periferie, un processo che inesorabilmente, con la scusa della “lotta al degrado”, mira ad espellere dai quartieri tutti quei corpi scomodi e non utili al profitto, per far posto a studentati di lusso e negozi chic. La deriva autoritaria in corso non è percepita solo da qualche compagnx, l’iniziativa ha raccolto l’approvazione di molti passanti e abitanti del quartiere, che, anche dalle finestre, hanno fatto arrivare il loro sostegno.
Il corteo ha voluto esprimere la propria solidarietà ad Alfredo in sciopero della fame contro il 41 bis, e a chi lotta dentro e fuori le prigioni, con un pensiero complice e solidale a tutte le compagne colpite dalla repressione.

BOLOGNA: PRESIDIO. FUORI MILITARI E POLIZIA DAI QUARTIERI

BOLOGNINA: FUORI MILITARI E POLIZIA DAL QUARTIERE!

PRESIDIO. FUORI MILITARI E POLIZIA DAI QUARTIERI

In questi giorni la Bolognina e diverse zone della città sono state teatro di maxi retate da parte delle forze dell’ordine, retate che continuano a protrarsi anche in queste ore. Un’operazione muscolare, con ampio dispiegamento di uomini e mezzi, con controlli e fermi indiscriminati.

È l’esito del patto integrato sulla sicurezza tra Prefettura e Comune di Bologna siglato il 21 gennaio con la benedizione del Ministro dell’Interno Piantedosi, che per l’occasione ha affermato “Lo Stato c’è e si deve vedere”. Militari, polizia, carabinieri, finanza, unità cinofile e reparti speciali, lungo le strade, sotto i portici, alle fermate, dentro i bar, davanti alle scuole. Questi interventi hanno lo scopo di ripulire il quartiere da tutte quelle persone scomode alla città vetrina esasperando un clima di paura e tensione e alimentando discriminazioni di classe, genere e razza.

Il Sindaco Lepore naturalmente si sfrega le mani e applaude chiedendo la continuità e la costanza di interventi di questo tipo per le strade, pronto a svendere ogni angolo di città e a intascare i voti di perbenisti e forcaioli. A colpi di decoro e repressione stiamo vedendo annientato un quartiere storicamente popolare, solidale. Una vera e propria guerra ai poveri, alle dissidenze, alla solidarietà, che con le retoriche della riqualificazione, dell’innovazione urbana e del degrado intende mettere a profitto ogni angolo di quartiere facendo il deserto sociale, e impedendo qualsiasi possibilità di autodeterminazione, relazione e solidarietà dal basso, oltre che qualsivoglia forma di tensione, conflitto e messa in discussione del presente.

RIPRENDIAMOCI LE STRADE
LA SICUREZZA LA FACCIAMO NOI, NON LA POLIZIA!

MESSINA: PER NON MORIRE DI PENA – INCONTRO E DIBATTITO

martedì 7 febbraio, h 16.00, aula magna del dipartimento cospecs

INCONTRO E DIBATTITO

*Introduzione – P. Saitta

*L’incostituzionalità riluttante dell’ergastolo ostativo – L. Risicato

*La sottile linea tra detenzione e tortura – G. Colavecchio

*Dal diritto penale del ‘fatto’ al diritto penale del ‘nemico’: la denuncia degli avvocati sull’erosione delle garanzie processuali – C. Picciotto

*Dall’antimafia all’antiterrorismo e oltre: piccola cronologia del carcere duro e dei provvedimenti speciali; Aggiornamenti sul caso Cospito e sul movimento contro 41bis ed ergastolo ostativo – Attivisti sociali

NAPOLI: MEMORIA COME RESISTENZA, STORIE DI COMPAGNE RIVOLUZIONARIE

SABATO 25 E DOMENICA 26 MARZO: INCONTRO FEMMINISTA PER ASCOLTARE LE VOCI DI CHI, NEGLI ANNI ’70 E ’80, HA LOTTATO CON OGNI MEZZO NECESSARIO.

Un incontro femminista e separato dedicato al recupero della memoria storica dell’esperienza delle donne che hanno attraversato il periodo della lotta armata degli anni ’70 e ’80 in Italia, militando nelle organizzazioni rivoluzionarie combattenti di quell’epoca, spesso pagando le proprie scelte con la libertà e senza mai dissociarsi.

Femminista perché ci interessa ripercorrere le storie di compagne che, con le loro scelte rivoluzionarie, hanno sfidato il potere e l’autorità dello stato, del capitale e del patriarcato, detentori del monopolio della violenza. Vogliamo ascoltare le voci delle donne che, identificandosi o meno nel femminismo dell’epoca, hanno determinato la rottura dei ruoli di genere che sostengono questo monopolio, scardinando la logica che ci vorrebbe soggetti passivi e vittime impossibilitate a reagire a ciò che ci opprime.

Separato perché crediamo nell’importanza della creazione di spazi autonomi tra le soggettività oppresse dall’etero cis patriarcato. Spazi in cui la nostra forza, le nostre rivolte, le nostre lotte non vengano ingabbiate negli stereotipi patriarcali mostrificanti, psichiatrizzanti, romantici. Spazi in cui sia possibile rafforzare la nostra consapevolezza individuale e collettiva. Vogliamo quindi incontrarci tra donne, lesbiche, trans* e identità non binarie.

Di storia orale perché vogliamo privilegiare il racconto diretto, dando spazio alla condivisione di singole esperienze anche nella loro dimensione personale, perché il femminismo ci ha insegnato che il personale è politico. Affinché il partire da sé ci permetta di ricostruire una storia collettiva, contro la volontà dello stato di silenziare, cancellare, distorcere le voci che non rientrano nelle narrazioni storiche ufficiali.

Recuperare la memoria storica delle donne rivoluzionarie è un atto di resistenza necessario contro l’intento del sistema – statale, capitalista, razzista e patriarcale – di disinnescare la potenza dell’immaginario in cui la sovversione dell’esistente è possibile.

Per non lasciare in mano al nemico la nostra storia,

per riappropriarci di ciò che la repressione vorrebbe farci dimenticare,

per continuare a sentire vive le possibilità di una radicalità femminista in lotta

contro ogni oppressione e autorità.

Link: https://memoriacomeresistenza.noblogs.org/

MODENA: CORTEO ANTICARCERARIO

Sono passati 3 anni da quel maledetto 8 marzo, in cui, a seguito delle rivolte scoppiate nelle carceri di tutto il paese, hanno perso la vita 14 persone.
Modena è diventata il tragico simbolo di quella strage, poichè di quelle 14 vittime, 9 erano detenute nel carcere Sant’Anna.
In questo paese di carcere si è sempre parlato troppo poco, ma i tragici avvenimenti, a partire dalla strage dell’8 marzo, passando per il terrificante numero di suicidi del 2022, fino alla lotta di Alfredo Cospito contro quel dispositivo di tortura che è il 41bis hanno finalmente imposto una riflessione collettiva sui luoghi di detenzione. Il carcere tocca chiunque: da chi non arriva a fine mese fino a che lotta per una società migliore.
E’ giunto il momento di pretendere lo smantellamento di un sistema che genera morte:
– per avere verità e giustizia sulle morti in carcere, delle rivolte e non solo
– per denunciare le condizioni delle carceri
– per l’abolizione dell’ergastolo e del 41bis
– per fermare l’uso creativo della legge al fine di punire dissenso e lotte sociali

PER UN MONDO SENZA CARCERE

Link iniziativa: https://fb.me/e/2xkZp8cWp