PUGLIA: CPR BRINDISI RESTINICO – SALUTO ALLX RECLUSX LIBERTÀ PER LX RIVOLTOSX

Diffondiamo:

Sabato 12 Luglio alcunx compagnx sono statx al Cpr di Brindisi Restinco.

H. si trovava in isolamento e in sciopero della fame da 8 giorni e negli ultimi aveva anche smesso di bere acqua e di prendere la terapia.  Non faceva altro che dirci che stava morendo piano piano.

Giovedì ha iniziato a mangiare i tappi di plastica per protesta, ha chiamato un’ambulanza e nessuno è andato a soccorrerlo. Gli dicevano solo di “stare tranquillo”.  Anzi, un ispettore ha anche detto che “forse l’ambulanza ha qualcosa di più importante da fare.”

La sera, dopo una serie di pressioni che ha fatto durante tutta la giornata, e dopo aver ingoiato altri tappi di bottiglia, raccolti anche con l’aiuto dei compagni di sezione, è stato portato in ospedale.

Il giorno dopo H é tornato in isolamento e ha continuato a fare casino e a mangiare oggetti. La polizia e operatorx gli hanno sequestrato il cellulare per tutto il giorno, probabilmente per non permetterci di comunicare con lui e per non permettergli di chiamare le ambulanze.  Restituendolo solo la sera intorno alle 21 per un massimo di 30/40 minuti di chiamata.  Anche il giorno dopo, lo ha potuto usare solo la mattina e subito dopo gli è stato tolto per tutto il giorno impedendogli di nuovo di comunicare.

Lx compagnx hanno deciso di andare a parlare con chi in quel momento era direttamente responsabile della situazione di H e suo aguzzino. In quel lager è già morta una persona, e un’altra sta morendo ammazzata sotto gli occhi di tutti!!!

Uno sbirro e un operatore hanno cercato di convincere che tutto era fatto per il bene di H. Ci hanno detto che è voluto tornare lui dall’ospedale, rifiutando le cure e sminuendo la pratica autolesionistica come forma di protesta.  E che ha continuato l’isolamento perché era troppo agitato, il sequestro del telefono l’hanno prima negato e poi posti davanti all’evidenza l’hanno giustificato, dicendo che era per evitare che lo usasse per “farsi del male” (resistere). Chiaramente sappiamo bene qual è la verità, lx detenutx hanno dei telefoni personali e possono usarli come e quando vogliono, mentre li dentro quello che fanno sono solo abusi di potere.

Dopo pressioni e insulti sbirri e operatorx hanno deciso di far tornare H. dai suoi compagnx, che l’hanno convinto a porre fine allo sciopero.

Avvocato, operatorx, polizia si sono lamentati del fatto che H fa troppo casino, che si agita troppo, e questa cosa non gli permette di andargli incontro.  La loro pretesa è che lui, come tutti gli altri, stia zitto ad aspettare.  Come se fosse colpa sua se sta male, colpa sua se va in isolamento o se si agita, togliendosi da ogni responsabilità.

Mentre sono solo degli aguzzini, carnefici delle morti di stato che avvengono dentro questi lager; la morte arriva piano, le torture che gli infliggono non sono solo fisiche ma anche psicologiche.
L’operatore con cui abbiamo parlato, ha descritto il momento dell’assunzione della terapia come una ATTIVITÀ che lx reclusx svolgono durante la giornata . Come se fosse un gioco, o qualcosa di ricreativo, mentre viene usato per sedare ogni forma di protesta e non permettergli di reagire.

A prova di ciò, a maggio nel cpr di Brindisi Restinco è morto Abel, una persona nigeriana di 37 anni, di overdose da psicofarmaci.

Cercare di sostenere H. non era l’unico motivo per cui lx compagnx sono tornate a Brindisi (non che serva un motivo in particolare per andare sotto quei centri). Dopo le rivolte di Bari, 3 persone sono statx arrestatx, dopo essere statx trasferite in custodia cautelare nel carcere di Bari per 2 giorni sono statx processatx per direttissima.
Hanno tuttx e 3 patteggiato per 6 mesi (pensa sospesa) e sono statx tuttx portatx di nuovo in un Cpr.

J. a Palazzo S.Gervasio (liberato Venerdì)
S. e O. al Cpr di Brindisi.
Quindi dopo aver litigato al gabbiotto d’ingresso lx compagnx si sono spostate sul retro del centro da dove si salutano lx reclusx. Sappiamo che S. e O. stanno “bene” e che hanno sentito le urla di “Libertà!!”.

In questo periodo tantx detenutx sono piccolx e ribellx , vengono punitx perché hanno ancora la forza di lottare contro questo sistema. Hanno tanta forza di ribellarsi. E’ evidente la differenza, le persone più grandi recluse sono stanche. Il sistema di merda razzista reprime costantemente, e a lungo andare le forze per resistere finiscono.

“Lo stato mette il virus del razzismo e della divisione, non ci sono differenze, lo stato lo mette con televisione, loro sono un organizzazione mafiosa”.

Grazie a tuttx i rivoltosx, in strada, nelle carceri e nei Cpr.
Auguriamo una buona libertà a J e che arrivi presto anche per S.,O. e TUTTX!!🐦‍⬛🐈‍⬛

FUOCO AI CPR!!🔥🔥
ABEL VIVE!!🏴
SOLIDARIETÀ A LX COMPAGNX DENUNCIATE ALL’AEREOPORTO DI MALPENSA VENERDI 11 LUGLIO🖤🏴

PRESIDIO IN SOLIDARIETÀ AI RECLUSI DEL CPR DI GRADISCA

Diffondiamo:

Torniamo sotto le mura del lager CPR di Gradisca d’Isonzo, per portare la nostra solidarietà agli ostaggi del razzismo di stato. Il caldo soffocante nelle gabbie, le condizioni miserabili della detenzione etnica, le diverse forme della tortura quotidiana (sanitarie, psicologiche, amministrative, repressive) mostrano il lato più spietato dei meccanismi di razzializzazione. Il CPR deve essere la gabbia dove si consuma la violenza più feroce, ma anche il monito – insieme a tutto il sistema delle espulsioni e della deportazioni – per chi non ha il documento giusto, e così rafforzare la società della segregazione e dello sfruttamento. Un pensiero, a questo punto, va alle campagne (anche quelle friulane…) dove lo sfruttamento razziale raccoglie la frutta e la verdura per le tavole delle bianche cucine climatizzate, o agli operai dell’edilizia (anche triestina…) che ripassano il cemento della riqualificazione e della speculazione.

In questa estate, mentre sarai al mare in Puglia, a pochi passi da te qualcuno sarà piegato di lavoro; mentre salirai sull’aereo a fianco a te ci sarà una persona, scortata e in manette, pronta per essere deportata; mentre starai bevendo l’aperitivo sarà in corso una retata. Per le/gli altri/e, invisibili residui delle catene di sfruttamento di forza lavoro e territori si apriranno le porte dell’inferno.

A Gradisca d’Isonzo, come negli altri lager, si tortura. A Ronchi dei Legionari, come in tantissimi altri aeroporti, si deporta. Nella campagne e nei ghetti si schiavizza.

Tutto ciò accade proprio agli angoli della baracca cadente dell’opulenza, costruita su genocidi e guerra. Questa è la realtà che si nasconde dietro le retoriche sui diritti umani, sugli stranieri, sulla (mancata) integrazione, sui maranza, sui quartieri multietnici.

Per questo stare al fianco di lotta – dei reclusi dei CPR, dei disertori della guerra interna ed esterna – è importante.

Complici e solidali con i rivoltosi!

https://nofrontierefvg.noblogs.org/post/2025/07/13/presidio-in-solidarieta-ai-reclusi-del-cpr-20-luglio-gradisca-disonzo/

SALUTO AL CPR DI BRINDISI RESTINCO

Diffondiamo:

Sabato 28 Giugno era stato chiamato un saluto al Cpr di Brindisi Restinco, in concomitanza ai presidi ai Cpr di Trapani-Milo e Torino.
L’ ultima volta che si era andatx lì fuori è stato a maggio in seguito alla morte di Abel (Mimmo per lx amicx) per salutare lx reclusx, per urlare che si sapeva la verità su quell’omicidio di stato e unire la nostra rabbia con quella dellx reclusx.
Il presidio è stato comunicato e pubblicizzato tramite una locandina pubblica ma senza comunicarlo alle merde.
Poco prima di arrivare al Cpr lx pocx compagnx che erano partite sono statx fermate da un posto di blocco di 2 macchine, dopo poco sono arrivate 3 macchine della Digos e altre volanti tra carabinieri e polizia.
Hanno preso i documenti di tuttx e hanno provato a fare una perquisizione della macchina e degli zaini personali, tutto mentre i digossini filmavano
All’interno della macchina é stato trovato uno striscione che hanno fatto tirar fuori per documentare il tutto
Alla fine del controllo un digossino ha intimato di proseguire sulla nostra strada ma senza fare quello che si aveva intenzione di fare, si è deciso di passare lo stesso in macchina davanti al cpr ma ancora una volta é stata bloccata la strada da una macchina dei carabinieri che ha occupato entrambe le corsie facendo gli abbaglianti, rischiando di far andare la macchina dellx compagnx fuori strada.
Una volta avvicinatx al cpr, il passaggio é stato bloccato una terza volta, si è riuscitx a vedere le decine di macchine di sbirri e una camionetta della celere schieratx in modo da imporre il saluto in una strada lontana dai moduli e chiusa da tutti i lati.
A questo punto lx solidalx hanno deciso di andarsene, con la promessa di tornare il giorno dopo anche se in meno persone.
Domenica 29 alle 3 del pomeriggio con il sole cocente, lx compagnx sono tornate sulla strada verso il cpr e con sorpresa si sono ritrovatx gli stessi poliziotti del giorno prima a bloccarx che nella frustrazione si sono dichiarati schiavi della digos che aveva lasciato loro sotto al sole brindisino. Stessa procedura del giorno prima, una volta finito il controllo ci si rimette in macchina direttx finalmente al cpr, determinatx a portare un saluto dentro in qualsiasi modo, anche soltanto con le urla. Il saluto è riuscito, anche solo con le 5 voci che c’erano, e nessun altro apparecchio, si è riuscitx a comunicare con dentro e ringrangraziare tuttx lx amicx dentro che ogni giorno lottano e con le loro proteste danno forza a tuttx noi ‘liberx’. Sono stati fatti degli interventi in cui si è ritenuto importante soprattutto ripetere il numero di telefono utilizzato per parlare con dentro perchè, per fortuna, la maggior parte degli amici che avevamo nel cpr di Brindisi sono usciti e perciò non avevamo quasi piú conversazione con l’interno. Proprio sotto le mura, in direzione della sezione A, li abbiamo dettato il numero: “3.. Vai.. 5 vaiii e cosi via”
Subito dopo ci sono arrivate 3 chiamate da nuovi numeri, e una chiamata da N.,che era un mese che non chiamava piu perchè aveva perso le speranze e non aveva neanche voglia di raccontarci cosa accade li dentro o chiedere qualcosa da portare con un pacco, ci ha ringraziato per essere tornatx li fuori.
Siamo molto contentx di come è andata, nonostante i bastoni tra le ruote e le provocazioni da parte della polizia, questo non sarà mai sufficiente ad isolare lx detenutx in ogni gabbia.
FUOCO AI CPR
FUOCO ALLE GALERE
VENDETTA PER ABEL! MIMMO VIVE!
PER TUTTE LE MORTI DI STATO
FUOCO ALLE LOCANDINE!
DIGOS BOIA NON SARAI AVVISATA, STAI IN ALLERTA!

AGGIORNAMENTO:
Ad oggi mercoledì 9 luglio H. e un altra persona sono in isolamento da giorni dopo aver provato a suicidarsi facendosi la corda.
H. era in sciopero della terapia e della fame, oggi ha smesso di bere anche l’acqua.
Da giorni ci dice che si sente morire piano piano.
Ogni tanto riusciamo a fargli ascoltare della musica tramite il telefono, unica attività possibile durante le sue giornate.
Da ieri sera in tanti hanno deciso di unirsi allo sciopero della fame.
La situazione come in ogni Cpr è disastrosa.

SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ CON H. E TUTTX LX RECLUSX.
SOLIDARIETÀ CON MOMOH PORTATO AL CARCERE DI BRINDISI DAL CPR DI RESTINCO.

CPR BARI PALESE: RIVOLTE, ARRESTI E FALSI ACCERTAMENTI.

Diffondiamo:

In seguito ai tre giorni di rivolte che hanno infiammato il Cpr di Bari Palese, 3 reclusx sono statx arrestatx in flagranza lunedì sera, “ultimo” giorno di rivolte.
I tre sono statx portatx al carcere di Bari e dopo 48 ore processo per direttissima.
L’accusa era di essere i promotori e gli organizzatori della rivolta, questo poiché risultavano i più violenti e ad unx in particolare è contestata la distruzione dei motori dell’aria condizionata posizionata vicino all’ingresso.
(aria condizionata ovviamente utilizzata solo negli uffici, con questo caldo speriamo che a sbirri e aguzzinx sia piaciuto il regalo!)
I tre hanno deciso di raccontare la loro versione e ammettendo i danneggiamenti e la rabbia espressa in quei giorni hanno deciso di spiegare le motivazioni e rivendicando, non l’organizzazione ma la partecipazione alla rivolta.(anche perché organizzare in tre una rivolta nata dal basso e che ha unito più di cento reclusx di nazionalità, età e contesti completamente diversi non sembra possibile neanche a unx stupidx giudice).
Quindi hanno raccontato delle torture, della sporcizia, del cibo immangiabile e speriamo che l’avvocatx gli abbiano permesso di raccontare il più possibile di ciò che accade lì dentro (ma guardando chi difendeva i tre ci sembra improbabile).
Alla fine tuttx hanno patteggiato per 6 mesi di reclusione trasformata in condizionale.
Il giudice dopo aver sentito i racconti ha deciso di trasmettere gli atti alla procura per verificare le condizioni del centro sulla base delle testimonianze, probabilmente inorridito dai racconti sentiti.
Così tanto preoccupato su come si sta in questi centri che ha deciso di rispedire tuttx e tre in un lager, e non un lager qualsiasi, ma due dei lager più punitivi d’Italia.
J. è stato mandato a Palazzo S. Gervasio (liberato Venerdì) e S. e O. sono a Brindisi.
Lx compagnx sono già statx a salutare S. e O. a Brindisi e torneranno presto a portarli forza!!
Un’ “inchiesta” da parte di un giudice dopo una rivolta era già stata fatta nel lontano 2010, ed è successo decine e decine di volte che giudici, procure e istituzioni di tutti i tipi, da giuristx a magistratx, da parlamentarx a espertx vari, hanno “provato” ad indagare sulle condizioni di questi centri.
Hanno “cercato” di scoprire ciò che è sempre stato sotto gli occhi di tuttx.
Sono più di 20 anni che fanno finta di provarci, sono più di 20 anni che l’unico modo per chiudere davvero i Cpr è col fuoco!🔥🔥
Non speriamo neanche che le carte arrivino davvero in procura, tanto sappiamo che non cambierebbe niente…

FUOCO AI CPR🔥
FUOCO AI TRIBUNALI🔥
SOLIDARIETÀ E LIBERTÀ ALLX RIVOLTOSX E A TUTTX LX RECLUSX
BUONA LIBERTÀ PER J.
S. O. NON SIETE SOLX!!

PUGLIA: RIVOLTE NEL CPR DI BARI PALESE E SALUTO ALLX RECLUSX

Riceviamo e diffondiamo

Sabato 5 Luglio tantissime persone detenute nel cpr di Bari-Palese sono salite sui tetti in segno di rivolta.
La loro richiesta era di parlare con la direttrice per le condizioni invivibili del posto, dal cibo scadente e avariato, la mancanza di pulizie e la violenza poliziesca. I detenuti protestano perchè sono stanchi di essere rinchiusi da svariati mesi in dei centri da loro stessi definiti “peggio di un carcere” per il solo motivo di non avere i documenti in regola. Durante la rivolta la celere presente non è intervenuta, immobilizzata dal numero cospicuo di rivoltosx. Quasi tutti i moduli hanno partecipato alla protesta, tranne il modulo 6 che non ha accesso al tetto, ma ha partecipato con uno sciopero della fame e una persona si é fatta una corda.

La notte di domenica 6 luglio, dalle 3 di notte alla mattina tanti moduli hanno preso fuoco, e stamattina in tantx sono tornatx sul tetto per protesta, bloccando tutti gli avvocati fuori dal Cpr e impedendo lo svolgimento delle udienze. Nel modulo 2 una persona è andata in overdose da metadone e dovrebbe essere stata portata in ospedale. Sempre nel modulo 2, una persona si è provocata dei tagli e due persone hanno provato a togliersi la vita impiccandosi; non ci sono riuscite e sono state portate via. La mattina di Lunedì 7 lx reclusx hanno deciso di continuare a protestare tornando sui tetti, bloccando l’accesso di tuttx l’avvocatx e quindi le relative udienze. I nostri amicx sapevano che stavamo arrivando a dargli supporto e nonostante il caldo torrido sono rimastx sui tetti.

Al nostro arrivo, ci hanno subito sentitx e rispostx, successivamente alcunx compagnx si sono accortx che salendo su degli ulivi li vicino si riusciva a vedere i tetti e anche i nostri amicx riuscivano a vederci. L’emozione e la felicità di poter guardare e parlare con le persone con cui  hai lottato per giorni e mesi è indescrivibile. La protesta e il presidio sono durate oltre 7 ore. In queste sette ora abbiamo potuto riconoscerci (associare voci e facce) e stringere ancora di più un legame di complicità con chi è reclusx.
La sera ormai stanchx, hanno deciso di fermare la protesta e tornare in cella per riposare. Purtroppo verso le 23 ci hanno chiamato per avvisarci che avevano arrestato tre persone per i fatti avvenuti durante le rivolte di questi tre giorni.
Non sappiamo se sono lx unicx e con quali accuse sono statx arrestatx.
Proveremo a trovarli e farli sentire che non sono soli!!
LA REPRESSIONE NON VINCERÀ SULLA RABBIA!!

I cpr sono dei luoghi di tortura, dove abusi di potere da parte delle forze dell’ordine, mancanza di trattamenti sanitari fondamentali e somministrazione di grandi quantità di psicofarmaci usati come sedativi rappresentano la quotidianità. A questi abusi i detenuti rispondono con le rivolte, ed é importante in questi momenti solidarizzare e appogiarli. Per questo un gruppo di solidali é stato ore sotto le mura del cpr in presidio, è stato su gli alberi, a salutare da lontano chi lotta ogni giorno contro un sistema che punta ad annichilirci tuttx.

SOLIDARIETÀ A CHI SI RIVOLTA!!!
FUOCO AI CPR!
MORTE ALLA POLIZIA!!!

AGGIORNAMENTO:
Oggi Martedì 8 nel modulo 7 alcune lenzuola e coperte sono state incendiate con la necessità di chiamare i vigili del fuoco per un intervento.
FUOCO FUOCO FUOCO AI CPR!!

CPR GRADISCA: I FUOCHI DENTRO E I FUOCHI FUORI

Riceviamo e diffondiamo

Continua la violenza per mano dello Stato nel CPR di Gradisca, tra caldo insopportabile e i diversi livelli di tortura a cui sono sottoposti i catturati dalla macchina delle espulsioni.

Manganelli sì, ambulanze no

Nella notte tra il 12 e il 13 giugno nell’area blu si è verificato l’ennesimo pestaggio. A seguito di un litigio all’interno di una cella è intervenuta la polizia in tenuta antisommossa picchiando i reclusi. Un prigioniero in particolare ha riportato diversi ematomi e graffi ben visibili su tutto il corpo e ha raccontato di esser stato picchiato anche in testa, da dietro. Come ormai avviene quasi sempre nel lager di Gradisca, nessun soccorso, nessuna visita, anzi, alle ambulanze non viene permesso di entrare, altrimenti “vedono cosa ci hanno fatto”. Viene chiamato il 118 da dentro, ma la chiamata viene passata ai carabinieri che affermano di non poter fare niente. Viene chiamato il 118 anche da fuori, ma comunque non arriva nessuna ambulanza. Da dentro sentono le sirene avvicinarsi e poi andarsene. Solo la sera tardi, dopo le chiamate esterne, il detenuto viene portato in infermeria, dove viene visitato per finta, senza venire nemmeno toccato, e gli viene dato un antidolorifico. Sta male, ha mal di testa, capogiri e nausea. Eppure lo lasciano lì. La stessa sera un altro recluso sta molto male, è malato da diversi giorni ed è stato imbottito di farmaci per “non farlo parlare”. Anche lui è stato visitato superficialmente qualche giorno prima, gli viene data prima una crema che peggiora la situazione, poi una puntura. Sembrerebbe essere scabbia. Un prigioniero che i giorni scorsi aveva bevuto dello shampoo ed era stato portato in ospedale, è ancora in attesa di essere visitato dallo psichiatra. La visita è stata fissata solo fra due settimane.

Dove non arrivano le botte, arrivano gli psicofarmaci

Le condizioni di “vita” sicuramente non sono d’aiuto: le celle sono sporchissime, gira la scabbia e altre malattie infettive, l’acqua non solo non è potabile, ma è anche calda ed esce direttamente dal muro perchè i rubinetti sono stati rimossi – probabilmente durante le rivolte precedenti – e i prigionieri attuali si stanno arranggiando attacando una bottiglia al muro a mò di rubinetto. L’acqua potabile che ricevono per ogni cella si limita a 6 litri due volte al giorno, chiaramente non abbastanza. Il cibo è quasi immangiabile, quando non ci vengono mischiati psicofarmaci. La pratica del rifiutare il cibo è sempre più diffusa.Le giornate sono calme, perché i reclusi sono stati pacificati “con le gocce”. C’è chi le odia e chi invece le accetta per calmarsi – i meccanismi di sopravvivenza sono molteplici e diversi fra loro, per qualcuno cambiano a seconda di come si sente quel giorno.

Le gabbie del campo sono roventi e le alte dosi di valium somministrate si uniscono al caldo asfissiante di questi giorni nel contribuire a soffocare ed abbattere sul nascere slanci di ribellione e resistenza. Molti dormono e basta, altri non riescono nemmeno a muoversi.Essendo il dolore, il malessere, i problemi di salute, di igiene, burocrazia et similia normale amministrazione, questi non bastano ad attirare l’attenzione di chi lavora nel CPR – l’unico modo sono gli atti di ribellione che non possono essere ignorat: autolesionismo, proteste del cibo, fuochi o rivolte continue che siano.

Infatti, alle 19 circa del 16 giugno viene acceso un bel fuoco, sempre nell’area blu, sembrerebbe per una richiesta di confronto con l’ufficio immigrazione. Poco dopo arriva un lavoratore con l’idrante a spegnere le fiamme, ma i danni sono ormai fatti. La notte successiva, tra il 17 e 18, un altro prigioniero bisognoso di cura psichiatrica si agita per vari motivi, tra cui il fatto che da tempo gli viene impedito di sapere il nome del proprio psichiatra. Viene portato in ospedale e dopo mezz’ora di nulla si taglia per poter finalmente essere visitato. Ad un certo punto si ritrova piegato e circondato:

—”Cosa state facendo?”— chiede.

—”Altri esami.”

—”Io non sono qui per fare altri esami.”

E dopo il dissenso arrivano le botte. Calci e pugni su un corpo già maltrattato, raggomitolato a terra. Poi arriva la puntura di sedativo, che lo farà dormire fino al pomeriggio del giorno dopo, l’istituzione medica sempre pronta al servizio della repressione.Racconta poi che gli sbirri gli hanno rubato le poche pastiglie della terapia che era riuscito a procurarsi da solo. Oltre a non sapere il nome di chi lo cura, non ha accesso ai propri certificati medici e prescrizioni e i guardiani della coop Ekene che gli danno le medicine nel CPR non seguono le indicazioni date dalla psichiatra del CSM. La sera il recluso si taglia di nuovo, questa volta per far arrivare l’infermiera e farsi dare la terapia di cui ha bisogno. Nel frattempo il recluso picchiato nella notte 12-13 viene ricoverato in ospedale e dopo qualche giorno riportato in CPR. Per una volta la visita dal medico sembra essere andata a buon fine, con la prescrizione di una terapia adeguata.

L’uso sproporzionato e pacificatore degli psicofarmaci è pratica quotidiana, indispensabile per poter anestetizzare e depotenziare chi rifiuta di piegarsi alla privazione della propria libertà, per annichilire in partenza ogni tensione alla ribellione e alla distruzione delle proprie gabbie. L’autolesionismo, recentemente strumentalizzato dai giornali per giustificare i pestaggi, è anch’esso uno strumento usato per ottenere ciò di cui si ha bisogno, come i fuochi.

Varie deportazioni e una fuga felice

Il 19 giugno un prigioniero marocchino sembra venire trasferito in un altro CPR senza preavviso, i compagni di cella non sanno dove: si scopre, alla fine, che si trattava di una deportazione, tramite volo di linea. Lo stesso giorno viene trasferito un altro detenuto. Il 20 giugno attorno all’ora di pranzo viene acceso un altro fuoco nell’area blu. Sembrerebbe in risposta alla minaccia di botte da parte di un lavorante.

Non si ferma, inoltre, la macchina delle espulsioni. Negli ultimi giorni è sicuramente partito un volo charter per la Nigeria: almeno cinque i prigionieri prelevati da Gradisca. Per l’Egitto la solita deportazione dell’ultima venerdì del mese è stata anticipata al mercoledì: da Gradisca, come in altri CPR, in piena notte sono stati presi alcuni reclusi egiziani e trasferiti a Roma Fiumicino, da cui è partito il charter per il Cairo, con scalo a Palermo. Ma, nella giostra di trasferimenti interni – quasi mai motivati ai prigionieri, ma rispondenti alle necessità di controllo, funzionamento e logistica dei campi (ad esempio, alcune celle dell’area blu sono al momento vuote per probabili lavori di ristrutturazione) – almeno un recluso è stato trasferito nella colonia CPR di Gjader. Di altri, sappiamo semplicemente che vengono prelevati, sequestrati nel sequestro, senza sapere la destinazione – altri CPR, un volo di linea – numeri di una macchina anonima che fa sparire persone dopo aver mediaticamente costruito e legittimato l’archetipo dell’altro/diverso, per definizione pericoloso, sulle esistenze delle persone migranti, degli “stranieri”.

Ma la macchina, come sappiamo, è tutt’altro che perfetta. Un ex-prigioniero marocchino proveniente dal CPR di Gradisca è riuscito a darsi alla fuga quando era in procinto di essere caricato su un volo di linea, all’aeroporto di Bologna. La notizia è uscita anche sui media di regime nazionali : una corsa, due guardie che arrancano e un fuocherello alle sterpaglie in questa afosa estate sono bastate a riguadagnargli la libertà.

Che la sua corsa possa continuare leggera! E quella di tutti e tutte verso la libertà!

Fuoco ai Cpr e a tutti complici del loro funzionamento

NOTTE DI ORDINARIA VIOLENZA: AGGIORNAMENTI SUL CPR DI PALAZZO SAN GERVASIO

Riceviamo e diffondiamo:

A Palazzo San Gervasio nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 l’elisoccorso ha raggiunto la struttura detentiva per portare in pronto soccorso reclusx che dopo aver subito pestaggi e ingerito detersivo erano in condizioni critiche di salute e venivano lasciatx agonizzare al centro della gabbia arancione dove si fa l’aria.
Dalla sera precedente quando un altro detenuto, dopo essere tornato dal pronto soccorso, è stato nuovamente male, le ambulanze non sono state chiamate e le persone tenute sotto sorveglianza in infermeria per evitare che le condizioni di salute potessero essere pubbliche. Alle chiamate delle persone recluse e di solidalx fuori, il 118 ha risposto dicendo che non si sa di cosa parla, che c’è del personale sanitario e che non si ha titolo per chiedere l’intervento.
La tensione provocata dall’ordinaria gestione delle crisi da parte di Officine Sociali, e la ricerca di invisibilizzazione di tutte le condizioni critiche è sfociata nelle proteste durate tutta la giornata del 20 giugno, a cui hanno provato a rispondere prima con gli psicofarmaci e poi con il peso dei manganelli, le botte, udite anche a telefono sono state generali, l’ingresso delle guardie in tutti i moduli ha fatto si che la tensione aumentasse.
Solo verso le due della notte del 21 le persone agonizzanti sono state portate in ospedale.
La responsabilità del personale sanitario degli ospedali regionali, che ignora la natura del lager con cui interagisce costruisce ancora una volta il sistema su cui Stato e Cooperative infliggono violenza sulle persone.
Una violenza che sfocia anche nel controllo e nelle minacce delle azioni di solidarietà portate da fuori, come pacchi trattenuti per ore solo per provocare e ricattare le persone detenute.
A palazzo ogni souvenir sparisce subito. Dentro si lotta. Ci dicono che stanno impicciati.

Officine Sociali, Guardie e Stato aguzzino
Occhi aperti nelle vostre notti di ordinaria violenza

Solidarietà con le persone recluse
Fuoco ai CPR


Puntata di Mezz’ora d’aria a cura dell’assemblea contro galere e cpr con all’interno aggiornamenti su Palazzo San Gervasio.
Qui l’archivio con le puntate precedenti.

Segnaliamo inoltre a Bologna:

Sabato 5 luglio al Lazzaretto autogestito, via Pietro Fiorini 12:
“A Palazzo San Gervasio c’è un lager di Stato”

CPR MACOMER: TORTURARE CHI PROTESTA

Diffondiamo:

Giungono aggiornamenti da Macomer

Mentre nel blocco C prosegue la protesta, uno dei due prigionieri in sciopero della fame è stato riportato, ieri notte, nel blocco, profondamente sedato, dopo essere stato minacciato di un’ulteriore periodo di isolamento se non avesse posto fine allo sciopero della fame. Il prigioniero ha comunque deciso di proseguire lo sciopero fino alla liberazione che dipende soprattutto dalla consegna di alcuni moduli da parte della direttrice Elisabeth Rijo, che ci dicono sia sempre assente.

Il prigioniero rimasto in isolamento nella cella situata nel sottosuolo, prosegue lo sciopero della fame e riferiscono che ieri notte è stato ferito da una quindicina di antisommossa che sono entrati nella cella con un’infermiera, lo hanno afferrato di malomodo procurandogli lesioni agli arti e al collo, per trascinarlo nei locali dell’infermeria, issandolo sul lettino e infine lanciandolo a terra e poi saltandogli sopra per immobilizzarlo affinchè l’infermiera gli praticasse due iniezioni di un sedativo potente che lo ha reso incapace di muoversi sino alla mattina. Un dispositivo di tortura medico-poliziesco a tutti gli effetti.

Ancora una volta in questi “non luoghi” razzializzati il sistema esercita tutta la sua violenza nascosta a qualunque sguardo. Allo stesso tempo, per mostrare la maschera democratica, permette gli spettacoli “a sorpresa” di politici, garanti e loro accoliti a cui viene permesso, attraverso il privilegio razziale, di entrare per riportare all’esterno soltanto ciò che l’amministrazione permette che si veda.

Intanto all’interno si continua a torturare..

CHIUDERE CPR E GALERE

TUTTX LIBERX

“VORREI ESSERE LIBERO COME UN UCCELLINO” – SALUTO AL CPR DI CALTANISSETTA

Diffondiamo:

Martedì 17 giugno, in seguito alle notizie di reclusx in sciopero della fame, ci siamo recatx sotto le grate del CPR di Caltanissetta.

Questo non luogo disumano, nel pieno centro assolato della Sicilia, trae la sua forza dall’invisibilità. Difatti la struttura, trasformata nel tempo in “Centro governativo polifunzionale per migranti”, è il luogo perfetto dove nascondere un lager.

Con l’arrivo delle temperature sempre più alte, lx reclusx lamentano condizioni sempre più stringenti, che insieme all’ingiustizia sistemica dello stato e dei suoi guardiani rende ancora più crudele lo stato detentivo.

Non usciremo mai da qua“, ci grida una persona da dietro le sbarre.

A testimonianza dell’effetto devastante delle angherie del Giudice di Pace che rinnova di tre mesi in tre mesi la detenzione: questo il motivo dello sciopero della fame di una parte del CPR di Caltanissetta.

Al nostro arrivo lx reclusx hanno gridato da dentro delle loro condizioni, ci hanno detto che un ragazzo si era sentito male.

Voglio essere libero

Vorrei essere un uccellino per volare via da qui dentro

Sono alcune delle frasi che ci hanno colpito e che ci rendono piccolx ed inermi di fronte ad una violenza che in questo paese non ha eguali. Ribadire qui, che lo stato tumula, annienta, deporta e nel migliore dei casi uccide le persone migranti ci sembra scontato.

Ma vogliamo preservare la speranza di chi urla nella notte che vorrebbe essere un uccellino per volare via, preservare questi momenti per riservare allo stato ed ai suoi guardiani la stessa violenza alla quale costringe le persone recluse.

FREEDOM, HURRIYA, LIBERTA’

SALUTO ALLX DETENUTX DEL CPR DI BRINDISI-RESTINICO

Riceviamo e diffondiamo

SABATO 28 GIUGNO ORE 18 SALUTO ALLX DETENUTX DEL CPR DI BRINDISI-RESTINCO.

PER ABEL E TUTTE LE PERSONE UCCISE DALLO STATO.

Le istituzioni e i media sembrano aver dimenticato l’omicidio di Abel, anche alcunx professionistx che sembrava volessero fare uscire la merda che c’è nascosta ora sembrano tacere.
Noi non abbiamo dimenticato Abel, così come i suoi amicx, o anche le persone che l’hanno visto morire in cella nel Cpr di Brindisi Restinco.
Brucia ancora dentro, noi sappiamo sempre con più certezza chi e cosa ha ucciso Abel, così come sappiamo delle torture e degli abusi che ogni giorno ci sono in questo e in tutti i Cpr.
In attesa della vendetta, sabato 28 Giugno alle 18 torniamo davanti al Cpr di Brindisi Restinco per urlare che Abel non verrà dimenticato e per unirci alla rabbia dei reclusi!!🏴🐈‍⬛🔥

ABEL VIVE!!
VENDETTA PER ABEL!
VENDETTA PER TUTTX GLI OMICIDI DI STATO!
FUOCO AI CPR!
FREEDOM HURRIYA LIBERTÀ!