BOLOGNA: ALLA BASE DEL VULCANO [26 MAGGIO – PIAZZA DELL’UNITÀ]


Diffondiamo:

Cosa accomuna l’aggressione a un ragazzo da parte dei carabinieri nel contesto di una lotta contro un piano speculativo locale, le manganellate che piovono su chi protesta contro la guerra e il genocidio di un popolo, l’inasprimento del rischio repressivo per chi protesta fuori dalle carceri, la repressione che si abbatte silenziosa su chi ha sostenuto un compagno anarchico in sciopero della fame, con tanto di misure cautelari a seguito (le ultime solo in ordine di tempo a Torino e Bologna)? Il contesto bellico in cui ciò sta avvenendo. Un contesto in cui economia, città e territori sono in fase di ristrutturazione e in cui chi domina non aspira più a un’ipocrita pace sociale, ma all’ordine puro e schietto. E il vulcano sotto ribolle. Presentiamo la rivista aperiodica “Lahar” per avere un punto di partenza per chiarirci le idee, discutere assieme e trovare delle possibili vie d’uscita.

Programma:

DOMENICA 26 MAGGIO, PIAZZA DELL’UNITÀ

Dalle 16: distro, serigrafia, birrette

Dalle 17: presentazione della rivista anarchica aperiodica “LAHAR”

Dalle 19: cibo benefit a sostegno di Ali, Anan e Mansour prigionieri palestinesi dello stato italiano.

SOLIDALI CON CHI E’ COLPITO DALLA REPRESSIONE PER ESSERE STATX A FIANCO DI ALFREDO

CONTRO IL 41BIS E L’ERGASTOLO OSTATIVO

AL FIANCO DI CHI LOTTA PER UN MONDO SENZA GUERRE NE’ GALERE

https://tribolo.noblogs.org/dom-26-mag-presentazione-di-lahar-in-pza-dellunita/

BOLOGNA: LA LIBERTÀ NON SI MISURA

Diffondiamo:

PRESENZA SOLIDALE  DAVANTI AL TRIBUNALE IN VIA D’AZEGLIO 56

A fine aprile 3 compagnx sono state sottoposte a misure cautelari (obbligo di firma per due di loro, firme, obbligo di dimora e rientro notturno per una terza). I fatti loro contestati fanno principalmente riferimento alla campagna che si è svolta a Bologna lo scorso anno, in solidarieta ad Alfredo contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. Come se ciò non fosse abbastanza il pm ha fatto appello: chiede che venga riconosciuta l’aggravante di terrorismo e che lx 3 compagnx siano messe ai domiciliari. Oggi 20 maggio si sta tenendo l’udienza.

Sempre al fianco di chi lotta!

BOLOGNA: RONDE FASCISTE IN BOLOGNINA

⁨E’ di questi giorni la notizia della ronda di un gruppo di fascisti legati alla Rete dei Patrioti, costola di Forza Nuova nata ufficialmente nel 2020. La notizia viene rilanciata da Bulaggna Dsdadet, gruppo locale di ultras di estrema destra.
Una trentina di uomini si sono aggirati nelle zone della Bolognina e della Stazione mirando in particolare a “pusher magrebini e del centrafrica” per restituire la zona “agli italiani per bene”. Risulta chiara la commistione di fascismo, razzismo, proibizionismo e odio per chi sta al margine.
Se i fasci sono sempre più a loro agio nello sfilare nelle città, come il 29 aprile a Milano in ricordo di Sergio Ramelli, o come è accaduto gli scorsi anni durante la chiamata nazionale del primo maggio a Bologna, è anche grazie al clima di costante legittimazione politica da parte dei media e dell’informazione mainstream, in cui PD e destre non sono altro che due facce della stessa medaglia. Vediamo infatti la costante giustapposizione tra una notizia del poliziotto buono che fa la spesa alla signora in difficoltà, alternata a ronde, retate o a notizie che criminalizzano spacciatori e giovani migranti, o strumentalizzano episodi di cronaca . L’abbiamo visto con Caivano, con le retate in Bolognina, con le carceri sempre più piene: dove lo Stato nelle sue forme repressive istituzionali non arriva si lascia lo spazio alle ronde degli ex forzanovisti.
E mentre i picchiatori fascisti riprendono terreno nelle strade, i cattofascisti lanciano la loro campagna territoriale verso le europee con lo slogan “No al diritto all’aborto”.
Ma è proprio questa la prassi inaugurata negli ultimi anni da figure di spicco della destra fascista del territorio, come Massimiliano Mazzanti, sedicente giornalista, che fa da connettore tra la destra extraparlamentare e i fasci nelle istituzioni, anche attraverso mirate operazioni di revisionismo storico, come nel caso di interi seminari che Mazzanti tiene sulla Uno Bianca e sulla strage del due agosto del 1980.
“Movimento nazionale rete dei patrioti”, “Bologna gente libera”, “Una Bologna che cambia”, “Bulaggna Dsdadet”… tanti nomi, stesse facce, stessa feccia. Fasci 4.0 che hanno imparato ad usare i social e la comunicazione, a farsi camaleonti per cavalcare ansie, malcontento e paure: in pandemia li abbiamo trovati insieme a padroncini e ristoratori, accanto ai costruttori edili contro il blocco degli sfratti, di recente li abbiamo visti cavalcare le proteste contro Bologna città 30 e prossimamente forse li ritroveremo anche ecologisti contro il taglio degli alberi! Per quanto si ridipingano di cittadinismo, la loro puzza rimane inconfondibile.

Vogliamo sbirri e fasci fuori dai quartieri! Vogliamo strade solidali, antifasciste, antirazziste, tranfemminsite, antiproibizioniste!

FUORI I FASCI DAI QUARTIERI⁩

BOLOGNA: MEZZ’ORA D’ARIA [RADIO]

Diffondiamo:

Di seguito la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione per un mondo libero da tutte le gabbie sulle frequenze di Radio Citta Fujiko (FM 103.1), andata in onda sabato 11 maggio alle 17:30. Si tratta della prima di una serie di puntate per rompere l’isolamento del carcere e cercare di superare le mura che ci dividono tra dentro e fuori. Uno spazio a disposizione delle persone private della libertà, e di chi gli è accanto.

Per scrivere a Mezz’ora d’aria:
Via Zanardi 369, 40131, Bologna
E-mail: mezzoradiliberta@autistici.org

https://www.autistici.org/mezzoradaria/

BOLOGNA: VOI DECORO. NOI DE CORE

Riceviamo e diffondiamo:

Aggiornamento sul processo per alcune scritte comparse sui muri della città durante il corteo dello sgombero dell’occupazione di Via Zago 1 , che vede coinvolto come parte civile nientepopodimeno che il signor Sindaco di Bologna, Matteo Lepore.

In data 22 marzo 2024 presso il tribunale di Bologna si è tenuta la discussione relativa al processo che vede coinvolt tre compagn con l’accusa di imbrattamento e minaccia. Entrambi i reati si riferiscono ad alcune scritte comparse sui muri della città durante il corteo dello sgombero dell’occupazione di Via Zago 1 a Bologna, nel maggio del 2022: “Lepore infame” e “Lepore nel cofano: 180 in curva”.
Per entrambi i reati viene contestata anche l’aggravante del concorso.
Non è tutto. L’ultimo dei due capi di accusa vede coinvolto come parte civile nientepopodimeno che – udite! udite! – il Mega-Sindaco-Progressista-Galattico della democratica ridente città di Bologna, Matteo Lepore in persona, il quale, per il grave oltraggio subito e per potersi garantire vacanze estive coi fiocchi, richiede al giudice la condanna per tutt e tre i compagn ed un risarcimento di 25.000 euro, di cui 10.000€ come provvisionale subito.
Non è tutto. Per non farsi mancare niente sua maestà il Sindaco richiede inoltre al Gup che la condizionale sia subordinata solo ed esclusivamente al pagamento della provvisionale di 10.000€, pertanto, qualora i compagn condannat non volessero o non fossero nelle condizioni di pagare, si vedrebbero preclus l’accesso alla sospensione della pena, il che significherebbe il gabbio.
Diversamente, il Pm chiede al giudice la condanna di 4 mesi per un compagno per il reato di minaccia, e di 1 mese per il reato di imbrattamento, mentre per le altre 2 persone coinvolte chiede l’assoluzione.
L’udienza di primo grado é stata fissata per il 5 luglio 2024.

Sarà il fascino discreto della pista anarchica a solleticare la pancia del Sindaco, un’occasione per vendicarsi di quella melassa anarcoide senza referenti, come la definì il suo assessore Daniele Ara, che sgombero dopo sgombero, nonostante il deserto sociale imposto, continua ad insidiare dai bassifondi suburbani l’inesorabile messa a profitto di ogni angolo di città. Sarà perchè la Trap non incontra i gusti del Sindaco, con i suoi testi decisamente irrecuperabili per una persona per bene come lui, sarà perchè 180 km all’ora sono troppi e che 30 è meglio, ma il Sindaco si è offeso, e a questi compagn intende farla pagare.

D’altronde di questi tempi la vita non è facile per Sua Altezza Reale: se dopo lo sgombero di via Zago aveva annunciato alla stampa la fine “dell’epoca delle occupazioni”, in questi anni a dirla tutta T.A.Z., occupazioni, riappropriazione di spazi e lotte contro i processi di gentrificazione e speculazione in città, non solo non si sono mai fermate, ma si sono riprodotte, moltiplicate.

A chi vorrebbe fare di Bologna un museo per turisti e pensa di spaventarci con queste assurde richieste, rispondiamo con la nostra solidarietà indecorosa, partigiana e bandita, voi decoro, noi de core!

Più forte dell’amore per la libertà c’è solo l’odio per chi ce la toglie!

AGGIORNAMENTI SULLE INDAGINI IN CORSO A BOLOGNA A SEGUITO DELLA MOBILITAZIONE IN SOLIDARIETA’ AD ALFREDO COSPITO, CONTRO IL 41BIS E L’ERGASTOLO OSTATIVO

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che per 3 compagne/i sono state disposte delle misure cautelari – obbligo di firma per due compagne/i, obbligo di dimora, firme e rientro notturno per una compagna -nell’ambito delle indagini per 270 bis, condotte dalla procura di Bologna e inerenti la mobilitazione in solidarietà ad Alfredo, contro il 41 bis ed ergastolo ostativo.

Ricordiamo che lo scorso novembre erano state perquisite 19 persone tra Bologna e il Trentino e per tutte era stato successivamente richiesto il prelievo del DNA. All’epoca delle perquisizioni, per 11 persone l’ipotesi di reato era di associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico, e vari fatti specifici ovvero: il tentato danneggiamento di alcuni mezzi della MARR, l’incendio di alcuni ripetitori, l’interruzione di una messa, l’occupazione di una gru e il blocco di una via con dei cassonetti incendiati (qualificato come art. 280).

Altre 8 persone tra i/le perquisiti/e risultano indagati/e unicamente per la partecipazione al presidio solidale svoltosi in occasione dell’occupazione di una gru nel centro di Bologna. La richiesta di misure cautelari, depositata dal PM Gustapane l’11 gennaio, prevedeva domiciliari per 4 compagne/i individuati come promotori dell’associazione e responsabili a vario titolo dell’occupazione della gru, dell’interruzione della messa e dell’incendio dei ripetitori. Per altri 11 veniva invece richiesto l’obbligo di dimora e di firma con rientro notturno per favoreggiamento nell’occupazione della gru.

Possiamo dire che tale impianto accusatorio viene ampiamente ridimensionato dalla GIP: ritenuta non sussistente l’ipotesi associativa e le aggravanti di terrorismo contestate per i fatti specifici, le misure trovano fondamento solo nei fatti specifici imputati ai 3 compagni: “attentato ad impianti di pubblica utilità” (art. 420 c.p.) per il danneggiamento dei ripetitori e “danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche” (art. 365 c4 c.p.) relativamente alla rete che sarebbe stata tagliata in occasione dell’occupazione della gru. Per il momento tra i vari indizi a carico nessuno ha a che vedere con i prelievi del DNA, effettuati in gran parte dopo la richiesta di misure di gennaio. Tuttavia le indagini sono ancora aperte. Rispetto ad un passato non troppo lontano è evidente che la procura abbia richiesto misure atte a non creare troppo scalpore e che la GIP si sia spesa addirittura in considerazioni di merito, ridimensionando ulteriormente quanto richiesto dal PM sia rispetto ai reati contestati che alle misure cautelari disposte. Probabilmente i buchi nell’acqua su ipotesi associative, collezionati da diverse procure d’Italia negli ultimi anni, hanno portato ad una rimodulazione delle strategie repressive.

Come già avvenuto in passato, un effetto immediato di questo tipo di approccio è quello di fare poco rumore, mitigando il moto solidale che negli ultimi anni ha invece accompagnato le operazioni e i conseguenti arresti di compagni/e. Crediamo che se questa strategia inizia a diventare la norma, come sembra indicare anche l’Operazione City per cui numerosi compagni/e sono sottoposti/e a varie misure cautelari, diventa altrettanto necessario dal canto nostro trovare nuovi modi per mantenere alta l’attenzione e non lasciare indietro nessunx.

Ogni azione a sostegno della campagna in solidarietà ad Alfredo contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, in Italia e nel resto del mondo, ci ha scaldato il cuore. Quel 4 marzo a Torino c’eravamo tuttx.

Oggi la tortura del 41bis è ancora realtà per Alfredo e centinaia di detenuti, la tortura rimane quotidianità nelle carceri nostrane. La guerra che ci avvolge e coinvolge sempre di più, nonché il massacro del popolo palestinese appartengono allo stesso orizzonte di un mondo dominato da Stati e Padroni.

Ora come allora, sta a noi invertire questa rotta e non lasciare indietro nessunx è il primo passo per ricordare al nemico che la ferita e il conflitto sono ancora aperti.

PER UN MONDO SENZA GUERRA NE’ GALERE! SEMPRE A FIANCO DI CHI LOTTA! TUTTX LIBERX!

Anarchiche e anarchici

BOLOGNA: RESOCONTO DEL PRESIDIO AL CARCERE DELLA DOZZA [SABATO 27 APRILE]

Riceviamo e diffondiamo:

Sabato 27 aprile ci siamo incontrate in tantissimx a Bologna sotto le sezioni femminili del carcere della Dozza per portare tutto il nostro calore e la nostra solidarietà alle detenute, contro il nuovo piano carceri e le violenze di Stato.

Sapevamo che non avremmo ricevuto nessuna risposta da dentro perché la posizione più vicina alle sezioni femminili non permette una vera e propria comunicazione dentro-fuori, nonostante ciò ci siamo radunate in tantx sul lato di via Ferrarese, perchè abbiamo notizia che qualcosa delle nostri voci riesce a superare quelle sbarre, e che se anche noi non sentiamo le detenute, loro possono sentirci. Successivamente ci siamo spostatx dal maschile, in posizione più privilegiata, e lì la comunicazione è stata diretta ed efficace.

Nemmeno una manciata di mesi fa le istituzioni cittadine propagandavano sui media il femminile della Dozza come “modello da seguire”, esempio di come dovrebbe essere un “carcere che funziona”. Nonostante le retoriche della direttrice del carcere e del sindaco di Bologna, su una Dozza progressista che rieduca con clemenza superando gli standard italiani di condizioni di vita nelle carceri, di recente al femminile a Bologna due donne si sono tolte la vita.

Abbiamo condiviso con le detenute la nostra rabbia e portato loro tutta la nostra solidarietà. Abbiamo riportato gli scioperi e le proteste in corso nelle altre carceri, e ribadito l’importanza del legame tra le lotte dentro e le lotte fuori, contro le politiche classiste, razziste e repressive che vedono sempre piu persone private della libertà. Abbiamo inoltre ribadito la nostra ostilità alla sezione “nido” istituita in carcere e al repartino psichiatrico femminile.

Giuntx dal maschile, appena ragginuta la cinta muraria, immediatamente dalle celle grida di aiuto, cori e saluti sono esplosi. Tantissime le risposte, gli scambi e le urla: “libertà”, “agente corrotto”, “indulto”. I detenuti hanno raccontato di moltissime persone recluse in condizione di grave sofferenza psichica, dei problemi con il cibo e con l’acqua, dei pacchi che non arrivano, ed, in reazione a quanto accaduto al Beccaria, degli abusi e delle violenze delle guardie anche alla Dozza.

Abbiamo condiviso coi detenenuti il presidio al femminile, e riportato anche a loro degli scioperi e delle lotte nelle altre carceri, oltre che delle retate e dei blitz di polizia che vedono le strade dei quartieri sempre più militarizzate, colpite da controlli, abusi e fermi razziali.

In Italia nelle carceri sovraffollamento e psichiatrizzazioni aumentano esponenzialmente. In soli 4 mesi nel 2024 si contano già 32 suicidi, mentre proteste, scioperi e rivolte continuano ad accendersi in tutta la penisola. A tutto ciò lo stato risponde con un piano che intende ampliare il sistema repressivo e detentivo investendo in nuove galere e padiglioni. La mappa va da Roma e Milano, Cagliari e Sulmona, Brescia e Forlì. A Cagliari, nel capoluogo sardo a marzo è stato inaugurato un padiglione da 92 posti per detenuti in 41-bis. Altri ottocento posti letto saranno presto pronti a Milano e Roma: quattrocento nel carcere di Opera, altrettanti a Rebibbia, nel nuovo complesso dell’istituto romano. Nuovi spazi si ricaveranno in Emilia-Romagna, duecento posti a Bologna, duecentocinquanta a Forlì. Ancora al Nord: Bollate, Gorizia, Pordenone. Ruspe al lavoro, garantisce Nordio.

Sotto entrambe le sezioni abbiamo lasciato riferimenti per scrivere e rilanciato la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione per un mondo libero da tutte le gabbie, che andrà in onda sabato 11 maggio alle 17:30 sulle frequenze di Radio Città Fujiko (FM 103.1)

Non c’è liberazione finché esisteranno carceri, frontiere e cpr.
La città per cui lottiamo non ha quartieri con le sbarre!

Compagnx solidalx⁩

BOLOGNA: MISURE CAUTELARI PER LA MOBILITAZIONE IN SOLIDARIETÀ AD ALFREDO E CONTRO IL 41BIS

Diffondiamo:

A Bologna sono state disposte 3 misure cautelari (obbligo di firma per 2 compagnx, obbligo di dimora con rientro notturno e obbligo di firma per una compagna) in relazione all’indagine in corso a seguito della mobilitazione in solidarietà ad Alfredo e contro il 41 bis. Le misure sono disposte per 2 reati: il danneggiamento della recinzione di un cantiere durante l’occupazione di una gru in centro città con presidio solidale per Alfredo nel dicembre 2022 e danneggiamento di alcuni ripetitori nel maggio 2022. Le indagini sono ancora in corso per 270bis, ma in sede di applicazione delle misure cautelari la GIP non ha ritenuto sussistenti il reato di associazione con finalità di terrorismo e delle aggravanti con finalità terrorismo.
Seguiranno aggiornamenti.

TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETÀ E COMPLICITÀ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE COLPITE

ALFREDO LIBERO, 41BIS TORTURA