In strada al fianco di Alfredo, contro carcere e 41 bis

Un intervento letto durante la Street Rave Parade di Bologna del 22.04.2023

Oggi attraversiamo le strade di Bologna partecipando alla Street Rave Parade, ma oggi vogliamo parlare anche di quello che succede dentro le carceri:

3 giorni fa il compagno anarchico Alfredo Cospito ha interrotto lo sciopero della fame che aveva iniziato il 20 ottobre 2022 per protestare contro il regime detentivo del 41 bis e contro l’ergastolo ostativo.
Uno sciopero della fame durato 181 giorni, durante i quali Alfredo ha perso 50 kg e la sensibilità ad un piede a causa di danni irreversibili al sistema nervoso periferico.

Ma che cos’è il 41 bis?

Si tratta di un regime di annientamento e tortura studiato per provocare danni fisici e mentali tramite la tecnica della deprivazione sensoriale e per indurre sofferenza, allo scopo di estorcere confessioni e dichiarazioni. Censura della posta. Colloqui di massimo un’ora con i familiari dietro un vetro divisorio, una volta al mese. Incontri video-registrati. La socialità, nelle due ore d’aria al giorno concesse, è limitata ad un gruppo di 4 persone. Un ambiente in cui si è costantemente osservati ed ascoltati da telecamere e microfoni, sotto il vigile occhio dei GOM, reparto speciale polizia penitenziaria noto per la sua brutalità.

Nato con il pretesto di combattere la mafia, il 41 bis punta a recidere i legami e i contatti dei reclusi con il mondo esterno. L’unico modo per uscirne è quello di pentirsi e collaborare con la giustizia: un mezzo di pressione, di tortura, per estorcere il pentimento. L’isolamento totale, l’annichilimento della personalità del recluso, si accompagna ad una realtà quotidiana fatta di abusi, torture, umiliazioni e sofferenze.

Ad oggi sono 728 le persone recluse nel regime di tortura del 41 bis: fra di loro, 3 detenuti politici, militanti delle nuove brigate rosse, vi sono rinchiusi da oltre 17 anni.

Alfredo si trova in 41 bis perché ritenuto il fondatore di un’organizzazione che non esiste (la FAI – federazione anarchica informale, che per sua stessa definizione, se è informale non può essere un’organizzazione!). Secondo politici e media, Alfredo sarebbe il “leader degli anarchici”, una sorta di boss che dall’interno del carcere impartisce ordini ai suoi seguaci tramite i suoi scritti e le sue parole.

Ci strappa un’amara risata il fatto che per lo Stato sia inconcepibile agire senza una gerarchia, un’organizzazione, un’autorità, un partito.
Noi non lottiamo né per l’egemonia né per il potere: lottiamo contro il potere, contro chi opprime, sfrutta e devasta. Contro galere e CPR, strumenti che Stato e padroni usano per mantenere l’ordine attuale fatto di oppressione e sfruttamento. Non vogliamo conquistare il potere, vogliamo distruggerlo. Non vogliamo prendere i palazzi, vogliamo demolirli. Non vogliamo la trasformazione di questa società ma la sua abolizione. Non vogliamo né obbedire né comandare.

Rispediamo al mittente l’accusa di strage per cui vorrebbero tombare Alfredo nelle patrie galere.
Oggi siamo qui per dire stragista è lo Stato non chi lo combatte! Stragista è lo stato che lascia morire le persone in mezzo al mare, nelle carceri, alle frontiere. Nonostante le sentenze che possono emettere i tribunali, nonostante gli anni di galera con cui provate a seppellire vivi i nostri compagni e le nostre compagne, noi siamo e saremo sempre

Al fianco di Alfredo
Al fianco di Anna, Juan, Ivan
Al fianco di chi lotta dentro e fuori le galere

CONTRO 41 BIS ED ERGASTOLO OSTATIVO
LIBERX TUTTX

BOLOGNA: PRESENTAZIONE OPUSCOLO “TSO – GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA”

Riceviamo e diffondiamo:

Giovedì 27 aprile in via Agucchi 126 con il collettivo antipsichiatrico Strappi:

Socialità antipsi dalle 19.00
Porta la tua esperienza e lascia a casa la performatività.

Presentazione dell’opuscolo
“TSO – Guida molto pratica all’autodifesa. Cosa può fare chi è dentro, cosa può fare chi è fuori”

Cenetta sociale, o anche non.
Ci si fa da mangiare per autofinanziare la biblioteca di informazione e controinformazione antipsichiatrica, che sarà presto spulciabile.

antipsi.noblogs.org

BOLOGNA 8 MARZO: SAREMO TUTTE LIBERE SOLO QUANDO TUTTE SARANNO LIBERE

Contro la guerra, contro la pace, del patriarcato, dei produttori di armi, delle stragi sul lavoro, nelle carceri, alle frontiere
Stragista è lo Stato non chi lo combatte! Alfredo, Anna, liberx tuttx
Contro le basi Nato in Sardegna e ovunque! Con le compagne in lotta
Scalinata del Pincio, Bologna.
Saremo tutte libere solo quanto tutte saranno libere. Fuoco alle galere

Di seguito un testo scritto da alcune compagne l’anno scorso, ristampato e distribuito con qualche piccolo aggiornamento legato al contesto attuale, l’8 marzo 2023 a Bologna.

NIENTE DA SPARTIRE

– Niente da spartire nè col machismo omofobo, transfobico, misogino e assassino di Putin, nè con la chiamata alle armi degli alleati Nato, pronti a dividersi il mondo a costo di un bagno di sangue.

– Niente da spartire con le analisi geopolitiche, non è affar nostro scegliere sull’altare di quale stato e a quali interessi si può sacrificare la vita delle persone.

– Niente da spartire con i mercanti e produttori di armi, prestigioso comparto dell’export Made in Italy che fanno soldi a palate e non hanno cessato i loro sporchi traffici neanche un giorno in piena pandemia, attività essenziali, dicevano, mentre milioni di persone vivevano confinate nelle loro case senza deroghe a costo di sofferenze mentali e fisiche.

– Niente da spartire con l’economia della guerra su cui il capitalismo strutturalmente si regge.

– Niente da spartire con lo spettacolo della guerra. I media sciacalli vanno in cerca instancabilmente di immagini e storie tragiche da dare in pasto all’opinione pubblica al servizio della propaganda guerrafondaia dell’Occidente.

– Niente da spartire con le retoriche del pietismo e dell’eroismo dei politicanti di turno sulla pelle delle donne ucraine,
che fino a quando non sono diventate funzionali alla narrazione dei governati di casa nostra erano invisibili, democraticamente sfruttate e ricattate col cappio al collo dei permessi di soggiorno.

– Niente da spartire con il razzismo dell’accoglienza per cui sulla linea del colore si decide chi far passare e chi far inseguire coi cani alle frontiere e far morire in mare.

– Niente da spartire con i signori del nucleare e della guerra (che sono gli stessi, fatalmente) quelli che di mestiere producono devastazione ambientale e morte. Sono il problema e non la soluzione.

– Niente da spartire con chi ha fatto dei nostri territori una polveriera disseminando basi Nato massicciamente nel sud dell’italia e nelle isole,e reprimendo duramente chi vi si oppone. In queste periferie dell’impero, a Taranto, in Sardegna e in Sicilia le acciaierie e l’industria pesante avvelena e fa ammalare ad ogni respiro e uno dei motivi per cui non si può dismettere è la natura “strategica” della produzione per l’autarchia dell’industria bellica.

– Niente da spartire col silenzio complice di tanta società “civile” di fronte ad uno Stato che pur di difendere un dispositivo di tortura, sta uccidendo un compagno nelle patrie galere.

Sappiamo di vivere in un mondo che si regge sulle stragi in mare, al lavoro, nelle carceri, nelle case, nei campi di concentramento ai confini dell’Occidente in cui milioni di persone vengono usate come strumenti di pressione e merce di scambio, una guerra a bassa intensità in cui, come per la pandemia, il problema dei governanti è stabilire quante morti e quanta sofferenza è “tollerabile” dalla società civile come danno collaterale procurando di spostare il limite sempre un po’ più in là. Sappiamo altresì che la rimozione collettiva di questa ferocia serve allo Stato per conservare saldamente il primato della violenza.

Guerra alla vostra guerra e Guerra alla vostra pace