Una fanza autoprodotta a Bologna nell’ambito del percorso Smash Repression, su sostanze, molestie e consenso.
Categoria: Autodeterminazione
Comunicato dell’Assemblea della D.I.L.D.A post Adunata degli alpini a Udine
Riceviamo e diffondiamo:
Da dove siamo partite
A prescindere da quanto successo l’anno scorso, noi la D.I.L.D.A – Distruggi Infùriati Lìberati e Debella gli Alpini! (sono tutti imperativi quindi non abbisognano di schwa cretini!)- per questa adunata l’avremmo fatta lo stesso. Il motivo è presto detto: l’unica eccezione di Rimini rispetto alle adunate precedenti non è stato il numero di molestie, ma l’attenzione mediatica sulle stesse.
Maschilità egemonica, tanti uomini uniti sotto il vessillo nazionalista e militare in un cameratismo da spogliatoio e imbevuti nell’alcol come ciliegine sotto spirito sono l’humus ideale per il proliferare della cultura dello stupro.
Non ci aveva stupito minimamente nemmeno la retorica cuscinetto che ne era seguita che funge solo da conferma, ovvero quella della GIUSTIFICAZIONE. Le mele marce, gli infiltrati col cappello piumato finto, la goliardia, invece di parlare di molestatori in branco, tutta roba che segue pedissequamente il solito copione mediatico.
Quindi un safer space andava creato.
Abbiamo attivato anche un numero di telefono per eventuali condivisioni e offrire ascolto, dicendo fin da subito che non siamo operatrici sociali, facendo intendere che il numero avrebbe avuto un ruolo di supporto e non necessariamente di denuncia pubblica.
Mantenere l’anonimato e la segretezza di tutto ciò che sarebbe ed è passato da lì, dire che quel mezzo era fatto per prendersi cura di noi, per solidarizzare e non per offrire sponde a carriere, giornalisti, tribunali, sbirri o altro.
Ci dispiace solo per le chiamate perse a notte fonda: semmai leggiate questo comunicato, sappiatelo.
Separatismo femminista, estimatrici e detrattori
Sicuramente siamo felici che la D.I.L.D.A sia riuscita ad essere un luogo accogliente: ce lo testimoniano i ringraziamenti delle persone che hanno potuto passare con noi qualche ora serena e complice e anche di quelle che non sono potute essere presenti, ma che ci hanno fatto sapere di aver provato sollievo nel sentire che in città esisteva un luogo di resistenza all’invasione. Come ben sappiamo, è vitale la presenza di spazi e tempi per noi. A chiunque abbia letto nel termine “separatismo” solo la parola “esclusione”, sbattiamo in faccia la realtà dei fatti: la tre giorni è stata condivisione, discussione, leggerezza e cura ed è stata costruita da (e dedicata a) persone che, invece, l’esclusione la vivono davvero, quotidianamente e su più livelli.
E’ anche importante rilevare che una visibilità mediatica espressa in termini talvolta pruriginosi e talvolta scandalistici, per niente ricercata da parte nostra, sia stata probabilmente la causa di alcune sgradite visite: persone non bene intenzionate si sono avvicinate allo spazio in occasioni diverse con fare provocatorio. Hanno provato ad entrare o hanno tentato di suscitare reazioni da parte nostra, nel tentativo -immaginiamo- di avere la scusa per passare al sodo. Tutti sono stati fatti sloggiare! Evidentemente molti UOMINIETEROCIS sono spaventati dall’esistenza di un luogo che pone in discussione la loro libertà di mettere piede e becco in cose che non li riguardano 365 giorni l’anno e 24/7. Riveliamo loro un piccolo segreto: ce ne saranno ancora di momenti così, quindi dormite pure sonni tranquilli. O agitati. O non dormite: tanto che ce ne frega, a noi?
Caccia alla streghe
Già alcune settimane prima dell’inizio di questo evento è cominciato il can can antifemminista, lo spauracchio delle molestie, il fantasma con il volto di donna che avrebbe aleggiato, vendicatore, su tutta l’adunata.
Leggiamo in questi primi giorni post evento, dei tristi racconti di tutte quelle lingue morse per evitare leggiadri commenti o complimenti, naturalmente goliardici. “Hey scusa, sai, ti direi che hai delle belle tette, ma ho davvero paura che poi mi denunci”. Poveretti questi alpini, tra una birra rinforzata alla grappa e l’altra, costretti a trattenersi in questa dittatura del consenso! Un’adunata proprio goduta a metà, anzi un coito interrotto!
Peccato comunque che le lingue morse si siano limitate alla vetrina in centro città, infatti nelle zone limitrofe si consumava l’immancabile degrado e la perdita di diplomazia alpinesca. Zombie con il cappello con la piuma barcollanti, lo sguardo vitreo, ogni tanto uno che crollava a terra come un caco maturo, qualcuno che vomitava nelle siepi di giardini privati sotto le bandierine tricolore, messe come segno di benvenuto (magari volevano restituire l’apprezzamento!). Se dovevano pisciare non facevano né tanti complimenti né un paio di metri per farla nei cessi attrezzati apposta. Ma poi in effetti perché usare quelli? Tanto erano “di bellezza” per far vedere che Udine era organizzata bene e che in un paio di ore tornava uno specchio! Ci ha fatto proprio sorridere che il furgoncino della protezione civile locale fosse usato come vespasiano Noi di certo non ci mettiamo a giudicare se hanno deciso di pisciarsi uno sull’altro eh! Ognunx ha il suo kink!
Ci fa piacere che abbiate temuto, che abbiate vissuto male quella libertà che pensate di avere sui nostri corpi, ma che non avete. E questo non perché odiamo gli uomini tout court, come qualcunx ha voluto far passare, ma perché disprezziamo la maschilità egemonica e la sua enfatizzazione (ancora peggio se dipinta in mimetica) e la combatteremo sempre. Se vi abbiamo fatto paura, allora avevamo proprio ragione!
Di video (che non ci sono) in video (che ci sono)
Come si diceva poco sopra, giravano inviti beceri tra le chat alpine che invitavano a fare attenzione alle femministe che avrebbero invaso l’adunata apposta per farsi palpeggiare. Da qualche parte si invitavano gli uomini a riprendere le scostumate provocatrici, come prova che “hanno iniziato loro!”; da altre si presentava la minaccia di complici poco distanti pronte a riprendere le manate calamitate volontariamente da scollature esibite allo scopo.
Peccato che la preoccupazione espressa sia girata sempre attorno alla presenza di una telecamera (sia come “arma” di difesa che di attacco) e non al fatto che il primo pensiero del branco sia quello di allungare le mani: un’abile e collaudata giravolta patriarcale che getta sempre e comunque tutte le responsabilità su chi questi gesti li subisce.
Allo stesso tempo, sembra che in pochx, in questi giorni, si stiano facendo le giuste domande sulla presenza di un filmato -questa volta reale- che ha trovato spazio senza vergogna e senza problematizzazione di sorta anche sui siti delle testate nazionali e che riprende un atto sessuale avvenuto in pubblico durante l’evento. L’assenza di scrupoli nel condividere queste immagini, in un misto tra voyeurismo, risatine e gomitate complici descrive ancora una volta lo spessore dei soggetti di cui stiamo parlando. Purtroppo siamo ben consapevoli di come funzionano le cose, in questi casi: esprimiamo pertanto la nostra massima solidarietà alla ragazza ripresa, nella speranza che la sua identità rimanga ignota, se è quello che desidera e che, eventualmente, possa trovare il supporto necessario ad affrontare i commenti del popolo del web, sempre pronto ad adulare le prestazioni muscolari dei pornodivi (anche improvvisati) e a seppellire di insulti le donne presenti negli stessi frame.
Solidarietà a tuttx quellx che hanno disertato l’occupazione militare della città e che hanno avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso.
Quella che si è svolta a Udine dal 12 al 14 maggio è stata una specie di grande sagra che ha visto la città invasa da coglioni invasati col cappello pennato. Ma dietro il grande luna park si celava il vero fulcro della festa: la cittadella allestita al Parco Moretti, vetrina espositiva ed interattiva dei più moderni mezzi ed equipaggiamenti in dotazione alle Truppe Alpine, dove il corpo militare metteva in bella mostra muscoli e armamentario. Si poteva accedere all’area, recintata per l’occasione, solo dall’ingresso principale e attraversando una moltitudine di sbirri d’ogni sorta ed energumeni in mimetica impalati come telamoni ostili, per poi essere accolti da giovani leve con il compito di reclutarti per i campi estivi o gioviali donne alpino (non si declina al femminile, che ci si potrebbe confondere con il fiore!) in carriera, che descrivevano la professione militare come se fosse la più eccitante del mondo, ma che si scandalizzavano se veniva pronunciata la parola GUERRA (no! In guerra no! Non è mica un gioco!). Al parco potevi portare a spasso la famiglia tra cannoni e mortai, fare un salto sul carro armato trasformatosi magicamente in giostra, oppure semplicemente curiosare tra le bancarelle di mitra, fucili e visori notturni… con la stessa serenità con la quale si potrebbe fare un giro alla fiera dei fiori o alla mostra dell’attrezzatura da giardino, senza badare al fatto che si stesse trattando di strumenti di morte progettati e usati con il solo scopo di uccidere altri individui e devastare interi territori! Un dettaglio, al quale nessunx dei presenti pareva badare. Nessun simpatico ubriacone qui, solo giovani leve, veterani nostalgici e alte uniformi a perpetrare e imbastire la cultura della guerra, alla quale pare che moltx siano oramai assuefattx.
Sono già tre anni che ci troviamo in una situazione di emergenza permanente e di stato di polizia. La gestione autoritaria e repressiva dell’epidemia da covid 19 ha rappresentato per lo Stato l’occasione per fare una prova generale di addomesticamento e sottomissione della popolazione, con tanto di confinamenti, coprifuoco, caccia alle streghe renitenti alle politiche di controllo e conseguente loro ghettizzazione.
E ora con la guerra e l’incremento esponenziale dell’industria bellica, vogliono farci accettare tutto: i militari per le strade, l’impoverimento generalizzato, l’obbedienza assoluta verso il potere.
Siamo quindi solidali e complici con le tre compagne che sono state tenute in fermo di polizia per una notte e che sono state denunciate con l’accusa di imbrattamento e vilipendio per possesso di adesivi di protesta contro l’adunata degli alpini e la militarizzazione della società.
Niente fermerà la nostra ribellione, non staremo mai zitte e buone, continueremo a dire NO e a lottare giorno dopo giorno.
D.i.l.d.a
BOLOGNA: PRESENTAZIONE OPUSCOLO “TSO – GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA”
Riceviamo e diffondiamo:
Giovedì 27 aprile in via Agucchi 126 con il collettivo antipsichiatrico Strappi:
Socialità antipsi dalle 19.00
Porta la tua esperienza e lascia a casa la performatività.
Presentazione dell’opuscolo
“TSO – Guida molto pratica all’autodifesa. Cosa può fare chi è dentro, cosa può fare chi è fuori”
Cenetta sociale, o anche non.
Ci si fa da mangiare per autofinanziare la biblioteca di informazione e controinformazione antipsichiatrica, che sarà presto spulciabile.
antipsi.noblogs.org
OPUSCOLO: “FUORILEGGE. Uscire dal recinto della repressione”
A cura della cassa di solidarietà La Lima
“Questo lavoro è il frutto di un incontro di approfondimento che la cassa di solidarietà La Lima ha avuto con due avvocati (che ringraziamo) ai quali abbiamo posto delle domande. Il lavoro non è naturalmente esaustivo, la materia è ostica e magari anche un po’ noiosa. Ciò che ci ha spinti a volere quell’incontro (e quindi a trascriverne i contenuti e decidere di pubblicarli) non è stato l’interesse per i tecnicismi giuridici, bensì la convinzione che
conoscere quel che accade e come accade possa aiutarci a comprendere anche perché accade e verso quale direzione sta andando la società che vorrebbero plasmare con la repressione.
Questo opuscolo è rivolto non solo a coloro che già hanno avuto modo di conoscere o vivere sulla propria pelle queste esperienze, ma soprattutto a chi comincia a lottare e ad affrontare i nuovi dispositivi con cui lo Stato si aggiorna a maggior tutela dei propri affari. Chi lotta di solito lo fa al di là delle conseguenze cui va incontro, lo fa semplicemente perché non può farne a meno, e questo testo può dare più consapevolezza delle possibili conseguenze del proprio agire.
Chi si ritrova a lottare per condizioni di vita o di lavoro incontra prima o poi la repressione e questo opuscolo può essere uno strumento in più per pararne i colpi e per proseguire a lottare consapevoli che la distinzione tra buoni e cattivi (a seconda delle modalità di lotta più o meno radicali) fa gioco solo al potere che da sempre divide per meglio comandare. I decreti sicurezza e la versatilità delle misure preventive ci dimostrano che basta poco per spazzare via anche le residue forme di opposizione “democratica”.
Non possiamo certo combattere il potere con le sue stesse armi, cioè le leggi, ma conoscerle aiuta a riconoscere l’ingiustizia di fondo del cosiddetto Diritto e della società che lo esercita.”
STATO D’EMERGENZA ANTI-MIGRANTI
Il governo Meloni ha dichiarato “lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi nel Mediterraneo”. Avrà una durata di sei mesi e sarà sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro che presumibilmente verranno utilizzati per dar vita a un centro per il rimpatrio dei migranti (Cpr) in ogni regione.
Link: https://www.osservatoriorepressione.info/migranti-governo-dichiara-lo-demergenza/
CESENA: CORTEO IN SOLIDARIETÀ AX COMPAGNX COLPITI DALLA REPRESSIONE PER I FATTI DEL CORTEO CONTRO IL GREEN PASS DEL 13/11/2021
BOLZANO: AMMANETTATA E BUTTATA A TERRA DAI VIGILI
Diffondiamo da Non una di meno Bolzano e Bolzano Antifascista
Bolzano, 8 marzo 2023 – Buona “festa della donna”. Il patriarcato, con le sue modalità di abuso di autorità, violenza e oppressione, e’ riuscito anche stavolta a farci gli auguri.
Urla disperate squarciano il corteo transfemminista.
Sappiamo solo che al margine di una manifestazione che pone l’attenzione verso la violenza strutturale nei confronti di donne, persone lgbtq* e persone marginalizzate,come le persone disabili, la violenza della polizia municipale di Bolzano era sotto gli occhi di tuttə e che questa violenza non resterà senza risposta.
SARDEGNA: CORTEO TRANSFEMMINISTA ANTIMILITARISTA – BASE NATO TEULADA
Dall’Assemblea lotto3antimilitarista – femministe antimilitariste
Stendi le Basi 2023 “Sardegna: Una lavatrice al centro del Mediterraneo”
APPUNTAMENTO A SANT’ANNA ARRESI IN PIAZZA MARTIRI (scalinate della Chiesa di Sant’Anna)
A bordo di scintillanti navi Ro-Ro e mimetici aerei, ecco qua migliaia di soldati portatori di panni sporchi da lavare e stomaci da riempire! E non solo! Vedendo quale paradiso sia quest’isola, POTREBBERO ADDIRITTURA TORNARCI IN VACANZA CON LA FAMIGLIA! CHE CULO! Come da tradizione colonialista, la Sardegna viene offerta come parco giochi a turisti e militari. Noi che ci abitiamo, circondate da petrolchimici, pale eoliche, cattedrali nel deserto, gasdotti reali e prospettati, continuiamo ad essere mera manodopera in funzione di queste economie di sfruttamento. Prepariamo i fustini di detersivo, l’alta stagione quest’anno inizia prima! I quotidiani garantiscono che dal 17 aprile al 26 maggio le esercitazioni nei poligoni sardi non si fermeranno mai: Mare Aperto 2023, Joint Stars 2023 (JOST23), Noble Jump 2023 (NOJU23), potremo vedere e lavare uniformi non solo italiane, ma pure quelle esotiche degli eserciti appartenenti alla NATO! Siamo accoglienti e inclusive: qui si lavano tutte le divise, senza discriminazioni. Evidentemente c’è bisogno di fare pulizia: è di poche settimane fa la notizia che il Ministero della Difesa ha richiesto alla Regione Sardegna la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) per effettuare una fantomatica bonifica della penisola Delta, qualche anno fa dichiarata praticamente imbonificabile. Bombardato da decenni durante le esercitazioni a mare nel poligono di Teulada, questo Sito di Interesse Comunitario (SIC) è talmente contaminato da far tremare i polsi pure ai soldati, che vogliono ripulirlo per poi… TORNARE A BOMBARDARLO!
Ci disgusta che le forze armate lavino di verde le loro devastazioni (greenwashing) e che persino la fabbrica di bombe e droni killer Rheinmetall-RWM a Domusnovas si tinga di rosa (pinkwashing) e venga premiata per la sua “attenzione alla gender diversity” e al multiculturalismo, mentre continua impunita la sua produzione letale con la nuova commessa per Israele. Laverete caro, laverete tutto!
Siamo coscienti di vivere in un territorio dove, sì, le armi vengono prodotte e sperimentate e l’ambiente viene devastato e inquinato, ma facciamo anche parte di quell’occidente dove la guerra viene preparata per continuare a colonizzare, distruggere e uccidere altrove. Tutto questo serve alla fortezza Europa per depredare altri territori e risorse, oliare il business degli armamenti, difendere gli interessi di poche persone a costo di molte morti e vite spezzate. Per questo ci sentiamo di dover partire da qui. Non vogliamo lasciare agire indisturbati coloro che, tramite un’ordinanza di Stato, impediscono alla popolazione di nuotare, ormeggiare, lavorare o anche semplicemente di recarsi in quel tratto di costa definendolo pericoloso perché costellato di ordigni inesplosi lasciati dagli stessi militari. Poi di colpo il pericolo e l’ordinanza spariscono quando è Prada a volerlo usare come scenario per la sua nuova collezione, come è successo nella primavera 2021! La guerra inizia qui, fermiamola qui.
Appuntamento a Sant’Anna Arresi in piazza Martiri (scalinate della Chiesa di Sant’Anna).
Assemblea Lotto3antimilitarista
facebook @FemministeAntimilitariste
instagram lotto3antimilitarista
CESENA: SOLIDARIETÀ AI COMPAGNX COLPITI DALLA REPRESSIONE PER I FATTI DEL CORTEO CONTRO IL GREEN PASS
Con colpevole ritardo condividiamo questo manifesto in solidarietà ai compagnx colpiti dalla repressione per i fatti del corteo contro il green pass a Cesena il 13 novembre 2021, e un testo portato quel giorno.
Un testo portato da alcuni compagnx il giorno del corteo, che integra materiale proveniente da differenti contributi, in particolare condivisi su le Brughiere, scritti nati da collettivi ed individualità che si sono interrogate sui problemi quali greenpass, autotutela della salute, sfruttamento in ambito lavorativo e criticità rispetto ad una Scienza presentata come monolite perfetto o neutro. Per ricordare, a dispetto del processo di rimozione collettiva.
Torniamo in strada – Corteo a Cesena
Un abbraccio complice e solidale a tuttx le compagne ed i compagni detenuti, TUTTE E TUTTI LIBERX