NAPOLI: PER MOUSSA, OUSMANE E TUTTX LX ALTRX CONTRO I CPR E IL RAZZISMO DI STATO

“PER MOUSSA, OUSMANE E TUTTX LX ALTRX CONTRO I CPR E IL RAZZISMO DI STATO”

Ousmane Sylla e Moussa Balde erano due ragazzi provenienti dalla Guinea Conakry, morti di “suicidio” mentre erano nelle mani dello Stato. Le loro storie sono simili a quelle di tante altre persone razzializzate che attraversano l’Europa, dove non avere i documenti giusti diventa un motivo legittimo per disumanizzarle, torturarle e ucciderle impunemente: per strada, sul posto di lavoro e nelle prigioni appositamente costruite dagli Stati razzisti e coloniali.

Moussa Balde muore nel maggio del 2021 nel CPR (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Torino dopo essere stato brutalmente picchiato da tre fascisti a Ventimiglia: anzichè essere assistito viene portato all’ospedaletto, reparto d’isolamento all’interno del CPR dove verrà trovato morto. 

Ousmane Sylla muore nel febbraio del 2024 nel CPR di Ponte Galeria a Roma, lì trasferito dal CPR di Trapani, a seguito delle rivolte scoppiate nello stesso anno. Anche Ousmane come Moussa viene trattenuto nel CPR nonostante le sue condizioni di malessere psico-fisico, rese note per via delle segnalazioni fatte da avvocato e psicologa. 

Moussa e Ousmane sono solo alcuni tra le tante persone che quotidianamente vengono sequestrate dallo Stato italiano e dimenticate dietro mura di cemento dove avviene ogni forma di violenze e torture. Dagli anni 90′ a oggi, ogni governo, a prescindere dal colore di partito, ha finanziato e legittimato l’esistenza di questi campi di detenzione amministrativa. 10 sono attualmente operativi in Italia: a Milano, Torino, Gradisca d’Isonzo, Roma, Palazzo San Gervasio, Macomer, Brindisi, Bari, Trapani, Caltanissetta.

I CPR sono parte integrante delle politiche migratorie europee e nazionali, che esternalizzano le frontiere attraverso accordi bilaterali (come gli accordi tra Italia e Libia) e la costruzione di strutture di selezione e di detenzione (come l’ultimo progetto di un hotspot/CPR a gestione italiana in Albania). Ma il governo italiano vuole andare ancora piu in là, perfezionando ancora di piu la macchina delle espulsioni grazie all’apertura di nuovi CPR (uno in ogni regione) e all’introduzione di uno specifico reato – nel DDL 1660 – per reprimere ancora di più chiunque si rivolti o protesti, anche in forma passiva, all’interno di queste strutture di morte.

Questo nuovo strumento repressivo é la risposta diretta alle rivolte che scuotono i CPR da quando esistono. É un dato di fatto : se dei CPR sono stati chiusi in questo paese, lo si deve solo ed esclusivamente alle rivolte dei detenuti al loro interno, anche a costo della propria vita. L’ultima chiusura è stata proprio quella del CPR di Torino, a marzo 2023, in seguito a settimane di lotte all’interno di quelle mura. É la stessa struttura in cui Moussa ha perso la vita, e di cui è stata recentemente annunciata la riapertura.  Intanto, qualche settimana fa la rivolta dei prigionieri è riuscita a far chiudere una parte del CPR di Gradisca, in Friuli Venezia Giulia, ma le proteste, i tentativi d’evasione, gli incendi sono all’ordine del giorno in tutti i CPR.

Noi scegliamo di stare dalla parte di chi si rivolta nei CPR, e al fianco di coloro che, con la loro forza, si battono non solo per la memoria degli affetti che lo Stato gli ha tolto, ma anche affinchè queste prigioni non esistano più. Per questo, in occasione dell’udienza preliminare per l’assassinio di Moussa Balde a Torino, ci incontreremo a Napoli con le famiglie di Moussa e Ousmane, per esprimere la nostra solidarietà e per continuare la lotta contro i CPR e le politiche razziste di questo paese.

Ci vediamo giovedi 20 febbraio alle 18.30, allo SKA
(calata trinità maggiore 15, napoli)

Dopo la discussione, cena benefit per le famiglie di Moussa e Ousmane.

I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO

POUR OUSMANE ET MOUSSA, NI OUBLI NI PARDON

BOLOGNA: PER MOUSSA BALDE ED OUSMANE SYLLA

Diffondiamo:

Per sostenere le loro famiglie nella ricerca di veritá e giustizia. Per la chiusura di tutti i cpr.

Mercoledì 19 febbraio alle 19:30 a La Casa del Mondo, in via Antonio di Vincenzo 18 a/b, incontro con le famiglie di Moussa Balde ed Ousmane Sylla.

A seguire cena benefit a cura dell’assemblea contro galere e cpr.

https://balotta.org/event/bologna-per-moussa-balde-ed-ousmane-sylla

BOLOGNA: MEZZ’ORA D’ARIA [RADIO]

Diffondiamo:

Ricordiamo a tuttx la puntata di Mezz’ora d’aria in onda oggi sabato 18 gennaio 2025 alle 17:30 sulle frequenze di Radio città Fujiko, FM 103.1.

In questa puntata parleremo dell’uccisione di Ramy a Milano, dello scudo penale per le forze dell’ordine e dell’istituzione di “zone rosse” all’interno di molte cittá. Infine, la collettiva anarcoerbana interverrá con la seconda pillola di erbacce anticarcerarie.

Di seguito i riferimenti della radio, a cui potete far arrivare dediche, pensieri ed esperienze:
– contatto whatsapp e telegram per chi volesse mandare con un messaggio i propri saluti dentro: 3501550853.
– per chi volesse scriverci una mail: info@mezzoradaria.com
– Per chi invece volesse inviarci una lettera: Mezz’ora d’aria, presso Radio Città Fujiko, via Zanardi 369, 40131 Bologna.⁩

BARI: AZIONE SIMBOLICA ALLA STAZIONE CENTRALE

Riceviamo e diffondiamo

Nel CARA di Bari si MUORE

A Bari Palese, all’interno della base Aeronautica si trova il CARA, una struttura nata con lo scopo di accogliere le persone richiedenti asilo è diventata invece l’ennesimo luogo di tortura e detenzione delle persone migranti.
Un luogo di tortura poiché gli “ospiti” del centro vivono in spazi stretti, fatiscenti e sporchi. Collocato in un area che aumenta la sensazione di isolamento il centro è circondato da un alta recinzione e i controlli vengono effettuati sia all’ingresso della base militare che all’ingresso del centro, un luogo tutt’altro che accogliente insomma…
Un luogo di detenzione poiché l’entrata e l’uscita dal centro sono limitate sia dalla distanza dal centro alla città, raggiungibile solo usufruendo delle pochissime navette messe a disposizione che portano a Bari Palese dove i migranti possono prendere i mezzi pubblici (una vera odissea)sia dagli orari molto restrittivi (6.30-19.30) e per uscite superiori alle 24h gli ospiti devono chiedere una specifica autorizzazione alla polizia, indicando anche un domicilio, se per qualsiasi motivo questo non avviene si perde il “diritto all’accoglienza”, ma che libertà è questa?

Potremmo scrivere pagine su pagine che parlano della situazione disperata del CARA di Bari, ma l’hanno già fatto centinaia di report vecchi e nuovi, l’hanno fatto giornalisti (malintenzionati e non) e l’hanno fatto anche indagini e sentenze di quella farsa che voi chiamate legge. Non è questo il nostro scopo, d’altronde noi non abbiamo bisogno di visualizzazioni non abbiamo bisogno di fare share e non abbiamo bisogno di consensi elettorali, siamo liberi da tutto questo, liberi di attaccare i nemici e veri responsabili di questa situazione, che non sono i 9 medici indagati per la morte di Soumaoro (sicuramente complici di questo schifo) ma le istituzioni come Comune e Asl, le associazioni e le cooperative che lucrano sulla gestione di questi centri guadagnando sulle vite di persone.
Prefetto Francesco Russo, Prefettura e Comune di Bari, La Mano di Francesco Onlus per i tagli all’ambulatorio medico.
Società Cooperativa Auxilium responsabile della gestione generale del CARA.
Ladisa Ristorazione Srl per il cibo di merda che servono mentre registrano una crescita dell’utile netto del 75%.
Lalucentezza Spa per la gestione dell’igiene.
Associazione temporanea di Impresa Gabbiano Magro per la gestione fornitura di vestiario, prodotti per l’igiene, pocket-money e schede telefoniche.

Siete tutti responsabili,siete tutt* nostr* nemici!! Siete tutt* obbiettivi.
Solidarietà a tuttx lx anarchicx colpite dalla repressione dell’operazione “Scintilla”

I cieli bruciano
Fuoco ai cpr

                                                                                                 ⁃ Nemiche di ogni gabbi(A)

BOLOGNA: 13 EDIZIONI, 12 MESI SENZA CHIEDERE PERMESSO

Abbiamo cominciato quest’avventura a novembre dell’anno scorso, presentando un fumetto di Elena Mistrello* su un’esperienza di viaggio in Cisgiordania, contestando il deserto chiamato sicurezza che stanno facendo in città, il razzismo e la violenza di stato. Ad oltre un anno da quei giorni, in Palestina il genocidio continua, tra massacri, abusi, deprivazioni e violenze, senza soluzione di continuità, mentre su tutto il piano internazionale lo stato di guerra si intensifica per mano di stati ed economie assassine. La fortezza Europa serra sempre più i suoi confini esternalizzando le sue frontiere, finanziando tecnologie di sorveglianza via via più affilate e stringendo accordi per creare campi e prigioni in paesi non europei e/o di transito, mentre a livello locale aumenta lo sfruttamento, il disciplinamento e il controllo sociale (vedi il DDL 1660)*. Una realtà che si nutre di politiche razziste, proibizioniste e repressive, e che si traduce negli abusi sempre più legittimati delle forze dell’ordine, con retate nei quartieri, fermi razzisti per le strade, espulsioni, privazione della libertà e carcere.

Un attacco che ha trovato nuovo vigore a Bologna con l’asse Lepore-Piantedosi inaugurato a gennaio 2023, tra interventi ad alto impatto nei quartieri e chiusure di attivitá non idonee alla cittá vetrina per mano del questore, fino alla recente ordinanza del prefetto che vieta l’accessibilitá ad alcune zone della cittá per chi venga valutato assumere “comportamenti incompatibili con la vocazione e l’ordinaria destinazione delle aree stesse” o “ostacoli alla libera e piena fruibilità de parte dei cittadini, ingenerando una percezione di pericolo e di insicurezza.” Ordinanza che si traduce nel “divieto di stazionare” sulla scalinata del Pincio davanti all’autostazione, in piazza XX Settembre, in galleria 2 Agosto, in via Boldrini, in via Gramsci, in via Amendola e in piazza Medaglie d’oro. Il provvedimento è volto a colpire persone già denunciate per reati di spaccio, danneggiamento o contro la persona commessi negli stessi luoghi, e per tutte quelle persone che saranno valutate, da guardie e divise, avere comportamenti “aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. “Valutazioni” iper discrezionali e arbitrarie, che armano ancora di piu il senso di impunitá delle forze dell’ordine. E’ coinvolta dall’ordinanza anche la Bolognina: oggetto della misura saranno anche le zone dietro alla stazione, via de’ Carracci, via Fioravanti, via Matteotti, via Ferrarese, via Bolognese, via Nicolò Dall’Arca e le corti degli immobili Acer. Un culto della legalitá, della sicurezza e del decoro che continuerá ad esasperare discriminazioni di genere, classe, cittadinanza, e che ha aperto la strada a ronde fasciste, a presidi dell’estrema destra in Bolognina e a cortei xenofobi “contro l’immigrazione incontrollata” in cittá.
Nessuno intende negare i problemi che un quartiere popolare come la Bolognina si porta dietro, ma non possiamo permettere che proprio i responsabili di questo deserto ci speculino sopra alimentando retoriche razziste per ripulire il quartiere. Sotto attacco non è solo la Bolognina, ma la stessa solidarietá.

Per questo non intendiamo lasciare solx chi ha scelto di non rimanere indifferente: la cena di questo mercatino sará benefit per unx compagnx che è intervenutx per mediare un fermo di polizia per la strada e ora subisce gli effetti della repressione, con importanti spese legali da sostenere. Invitiamo tutte e tutti alla solidarietá e a prenderci un momento per ragionare insieme su quanto sta avvenendo in cittá, come difenderci, individualmente e collettivamente, da questa deriva.

Ci vediamo giovedi 7 novembre sotto la Tettoia Nervi, 13 edizioni, 12 mesi di autogestione e riappropriazione! Ad un anno di distanza, si riparte!

Dalle 17:00 allestimento del mercatino, birrette, vin brulè benefit prigionierx, caldarroste e microfono aperto!

Dalle 19:30 chiacchiera sulla deriva securitaria in cittá: come difenderci, individualmente e collettivamente, dagli abusi sempre piu legittimati delle forze dell’ordine e da un contesto di repressione e controllo sociale sempre piu esteso?

A seguire cena benefit per sostenere unx compagnx che non è rimastx indifferente davanti ad un fermo di polizia per la strada e ora subisce gli effetti della repressione, con importanti spese legali da sostenere.

Alle 21:00 da Saronno FASS BADDA ANTIFA RAP

Never forget what you are and where you come from


Note:
*(proprio in questi giorni sono stati diffusi alcuni appunti illustrati da Elena Mistrello sul DDL 1660 che linkiamo qui https://boccaccio.noblogs.org/files/2024/10/Deliri-Di-Legge-1660_Elena-Mistrello.pdf)

BOLOGNA:  CONTRO GALERE E CPR, JONATHAN LIBERO, TUTTX LIBERX

Bologna 40127 – Ponte di San Donnino
Fuoco ai CPR

Riceviamo e diffondiamo:

Negli scorsi giorni, in San Donato, è avvenuto un fatto gravissimo, l’ennesimo atto di repressione e abuso da parte della polizia e degli apparati di potere: forme di violenza in divisa che negli ultimi mesi si stanno moltiplicando nel quartiere.
A dicembre ci manganellavano davanti alla sede della RAI, proprio sotto i palazzi della Regione Emilia-Romagna, mentre si protestava contro la complicità dello stato e dei mezzi di comunicazione governativi con il genocidio in corso a Gaza. Ad aprile invece provavano a sgomberare il presidio resistente del parco Don Bosco: quel giorno siamo riusciti ad allontanare le divise, ma al prezzo di decine e decine di feritx, 7 alberi del parco e un arresto violentissimo due giorni più tardi, proprio dentro al parco, che oltretutto ha visto l’utilizzo di taser, per la prima volta usato in Italia contro qualcunx del movimento.
Oggi invece hanno deciso di colpire Jonny, un ragazzo che è cresciuto in San Donato, dove vive, e che ha attraversato il quartiere fin da bambino. Lì si trova la sua famiglia, lx amicx, la casa.
Dopo essere stato fermato in via Andreini per un controllo di routine, Jonny è stato portato con l’inganno in questura per “accertamenti”. Qui è stato trattenuto due giorni in una cella senza cibo e acqua, fino a sabato, giorno in cui è stato trasferito in fretta e furia nel CPR di Via Corelli a Milano in attesa della decisione sul suo espatrio, udienza prevista per martedì 28. Un ragazzo che ha costruito a Bologna tutta la sua vita, i suoi affetti e i suoi ricordi, è stato preso a forza dai Carabinieri e dal mattino alla sera rischia di essere espatriato a Cuba, senza possibilità di vedere la sua famiglia, lx sux amicx, anche solo prendere i suoi oggetti personali.
Tutto questo in vista delle elezioni europee dove il governo Meloni vuole portare la sua politica razzista, omofoba e militarista in un’Europa che sembra sentirsi sempre più vicina a questi ideali.
Ribadiamo che un pezzo di carta non può determinare le nostre vite, che è inaccettabile che per mancanza di quest’ultimo la vita di un ragazzo possa essere stravolta per la decisione arbitraria di uno stato che determina come e dove dobbiamo esistere. Se questo è quanto, allora Noi non riconosciamo questo stato.

Al fianco di un amico che ha attraversato e che vuole continuare ad attraversare le strade del suo quartiere.

Fuoco a Frontiere e CPR.
Tuttx Liberx.⁩

TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETÀ A BACHCU!

Diffondiamo:

Tutta la nostra solidarietà a Bachcu, arrestato lo scorso 11 aprile. Chiunque conosca Bachcu come lo conosciamo noi, grazie alle battaglie in cui siamo spesso fianco a fianco, contro politiche migratorie assassine e vessatorie, contro carceri e CPR, per la liberazione degli spazi e dei corpi, sa perfettamente che il teorema accusatorio che lo ha investito è pura invenzione. Ci stringiamo alla famiglia e alla comunità bengalese di Roma, di cui Bachcu è un punto di riferimento imprescindibile proprio per le sue battaglie contro quelle violenze di cui ora lo si accusa. Chiunque voglia metterlo a tacere sappia che questo non potrà mai accadere, e che la sua voce è anche la nostra, e continueremo a portarla nelle strade e nei quartieri come abbiamo sempre fatto, fianco a fianco. Bachcu libero!

https://www.facebook.com/share/p/y9KcLaePgi2hGr4T/ via Campagne in Lotta

MILANO: PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR

MOBILITAZIONE PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CPR

MILANO, 6 APRILE ORE 15, DA P.ZZA DEL TRICOLORE

La tortura dei lager di Stato è ormai un’innegabile certezza documentata da centinaia di foto, video, dossier e testimonianze arrivate anche nelle aule giudiziarie, davanti alle quali non si più più fingere di non sapere.

E’ tempo di pretendere la fine della violenza legalizzata che nei CPR vede la punta dell’iceberg e che ha la stessa matrice della violenza che insanguina le frontiere europee e di quella che, sulla finzione di un’emergenza permanente ispirata al subdolo binomio immigrazione-sicurezza, trova il pretesto per introdurre norme liberticide e di repressione del dissenso a danno di tutte e di tutti.

E se alla favoletta del modello di CPR in cui i diritti vengano monitorati e rispettati non abbiamo mai creduto, non cominceremo proprio ora che le più recenti vicende di Milano ne dimostrano l’irrealizzabilità: commissariato dalla Procura, il CPR di via Corelli resta il lager di sempre.

Non possiamo pertanto assistere inerti alla moltiplicazione di questi luoghi di repressione e di lenta tortura psicofisica, né tantomeno alla loro rimozione forzata dalla visuale della società civile per essere trasferiti altrove e continuare ad operare indisturbati: ne va della tutela dei diritti di tutte e di tutti.

🔶 UN LAGER COMMISSARIATO RESTA SEMPRE UN LAGER: NON ESISTE UN MODO GIUSTO PER FARE UNA COSA INGIUSTA.

🔶 I CPR VANNO CHIUSI TUTTI E SUBITO, COMINCIAMO DA VIA CORELLI!

🔶 NO CPR NO LAGER DI STATO, NE’ A MILANO, NE’ ALTROVE, NE’ IN LIBIA NE’ IN ALBANIA!

BOLOGNA E MODENA: RAZZISMO ISTITUZIONALE E VIOLENZA POLIZIESCA

A Bologna il 10 marzo un ragazzo egiziano è stato colpito col taser al CAS di via Mattei dopo che un operatore ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.

A Modena il 14 marzo un ragazzo guineano è stato preso ripetutamente a calci e pugni durante un controllo dei documenti.

Modena: i carabinieri prendono a calci e pugni un uomo

MODENA: UN DESERTO CHIAMATO SICUREZZA

Siamo tuttx invitatx a questa chiacchiera sulla repressione che sta colpendo molti quartieri, sul razzismo istituzionale che esprime, sulla così detta “emergenza droga” e i vari allarmi lanciati in materia di “sicurezza”. Un’occasione per parlare del necessario legame tra le lotte anitproibizioniste e le lotte contro il carcere. 🔥🖤 Il 15 marzo al Ligera a Modena.

Più info qui: https://brughiere.noblogs.org/events/event/modena-un-deserto-chiamato-sicurezza/

“Città in cui il continuo rinforzarsi delle retoriche della legalità e del decoro si traduce negli abusi sempre più legittimati delle forze dell’ordine e nella violenza del carcere. Un tempo che rende sempre più evidente la necessità di sovvertire l’esistente e lottare.”