MESSINA: INIZIATIVE CONTRO IL DDL 1660

Diffondiamo

Ci vediamo venerdi 25 ottobre alla piazza dell’ex fiera (passeggiata a mare) dalle ore 17.00

In un mondo sempre più scandito dal ticchettio del profitto, distruggiamo le lancette; ‘divertirsi è un bisogno vitale’.
Incontriamoci, organizziamoci, creiamo insieme gli spazi che sogniamo.

Prepariamoci al corteo contro il ‘ddl sicurezza’ di giorno 26 Ottobre.

Microfono aperto, musica e socialità.
Porta i tuoi strumenti musicali, vecchie lenzuola per striscioni, indumenti, colori e/o tutto quello che vorresti decorare con la stampa serigrafica e trovare in piazza.

CONTRO IL DDL SICUREZZA
LIBERX DI LOTTARE!

SABATO 26 OTTOBRE
CORTEO A MESSINA

Concentramento a Largo Seggiola (vicino Piazza del Popolo) alle ore 17

I FASCI IN QUARTIERE CI STANNO GIÀ: SONO QUELLI IN DIVISA

Condividiamo il testo di un volantino diffuso a Bologna il 26 settembre in  occasione del raduno “stop degrado”, promosso da un’accozzaglia fascio-leghista.

L’appuntamento che oggi, giovedì 26 settembre, la destra si è data in Piazza dell’Unità non nasce dal nulla. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento continuo delle politiche di repressione e di controllo anche e soprattutto in questa parte della città, in stretta connessione con i processi di gentrificazione e turistificazione che hanno attraversato anche questo quartiere.
A farne le spese più degli altri sono come sempre le persone che non hanno la pelle bianca, chi non ha soldi, chi non vuole farsi cacciare da ‘sto quartiere sempre più in mano a ricchi e guardie. Identificazioni, fermi, intimidazioni, retate, perquisizioni, presidi fissi di polizia e carabinieri, arresti (e tutto quello di cui non veniamo a conoscenza) sono ormai pane quotidiano in Bolognina.
A questo si sono aggiunte le ronde patriottiche dei fasci, app che permettono di comunicare direttamente alla questura atteggiamenti sospetti, scritte anti degrado e quant’altro. Questo clima di tensione e di razzismo, a suon di manganelli e di prime pagine del resto del carlino, ha dato agibilità politica a questa accozzaglia di gente che si ritroverà oggi in quella piazza. Già in passato Bologna ha vissuto chiamate fatte dai fascisti. Solitamente si trovavano in piazza Galvani, forse per visibilità, forse per essere più protetti dalle via del centro. Altre volte si spingevano nei quartieri popolari per campagna elettorale e propaganda.
Oggi invece, uniti a commercianti e speculatori sotto lo slogan di stop al degrado, si permettono di lanciare un presidio in Piazza dell’Unità, ma soltanto dopo aver fatto fare il lavoro sporco di gestione al PD. Combattere le sfilate della destra in quartiere significa anche, soprattutto, organizzarsi e lottare contro l’occupazione quotidiana della Bolognina, quella dei fascisti in divisa.

Gli unici stranieri: fasci e sbirri nei quartieri!

MILANO: RIGETTATA LA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE PER GABRIELE

La Corte d’Appello di Milano rigetta la richiesta di estradizione per Gabriele Marchesi, che torna ad essere libero.

Gabriele Marchesi, il 23enne antifascista coindagato di Ilaria Salis, detenuta a Budapest in condizioni da lei denunciate come “inumane”, non sarà trasferito in carcere in Ungheria e torna libero. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano, che ha rigettato la richiesta di consegna avanzata dalla magistratura ungherese in seguito ad un mandato di arresto europeo eseguito lo scorso novembre. Esiste il “rischio reale di un trattamento inumano e degradante” nelle carceri ungheresi e c’è fondatezza di timori di reali rischi di violazione dei diritti umani”.

Sono questi due dei passaggi delle motivazioni con cui la Corte d’Appello di Milano ha rigettato la richiesta di consegna.

FREE THEM ALL: SETTIMANA DI MOBILITAZIONE

Dal 18 al 23 marzo 2024
Per mantenere viva l’attenzione, per non lasciare nessuno indietro, per impedire l’estradizione di Gabriele, per una società libera da ogni carcere: in Ungheria, in Italia o in Palestina. Mobilitiamoci per una settimana, ognun come crede, con ogni mezzo che si ritiene opportuno.

  • 23 marzo Roma: corteo né prigione né estradizione
  • 28 marzo Milano: udienza per l’estradizione di Gabriele
  • 28 marzo Budapest: processo a Ilaria e lx altrx antifa

MILANO: NÉ PRIGIONE NÉ ESTRADIZIONE – MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA

Diffondiamo:

NÉ PRIGIONE NÉ ESTRADIZIONE
📢 APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA
MILANO, COLONNE DI SAN LORENZO
17 FEBBRAIO, 18.30
Dopo il corteo antifascista del 13 gennaio scorso che ha visto molte persone scendere in piazza in solidarietà agli e alle arrestate e ricercati per gli attacchi contro alcuni neonazisti a Budapest durante le celebrazioni per il “Giorno dell’onore” nel febbraio 2023, scegliamo di tornare un’altra volta in strada.
Aver attraversato così numerosi le vie di Milano dimostra che siamo tanti e tante convinte che sia giusto opporsi al fascismo e che sia importante farlo in prima persona senza delegare alle istituzioni o allo stato il compito di proteggerci dalla violenza e dall’odio fascista; che vogliamo agire fuori dal teatrino mediatico che vede in contrasto maggioranza e opposizione; che sia importante continuare a lottare.
Il 29 gennaio si è svolta la prima udienza del processo a Budapest che si prevede duri almeno un altro anno. Il 13 febbraio a Milano si è svolta un’altra udienza in merito all’estradizione del compagno ai domiciliari che è stata rinviata al 28 marzo chiedendo all’Ungheria una misura di detenzione alternativa al carcere. Anche altri due compagni in Europa sono in attesa delle procedure in seguito all’esecuzione del MAE.
Mentre sulla stampa mainstream i partiti politici fanno campagna elettorale sulla pelle delle persone arrestate e ricercate per i fatti di Budapest, noi vogliamo continuare a esprimere la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che oggi non possono essere al nostro fianco.
Sentiamo forte l’urgenza di opporci alle politiche securitarie dell’Italia e degli altri Paesi europei che collaborano sempre più strettamente nell’ambito del controllo e della repressione. Per l’indagine di Budapest sono stati infatti spiccati 14 MAE (Mandato d’Arresto Europeo), uno strumento che velocizza e semplifica la cooperazione giudiziaria europea, ridotta a pratica amministrativa sempre più basata sulle informative di polizia e priva delle garanzie della procedura giuridica ordinaria. La semplificazione delle procedure a riguardo attuata negli ultimi anni è a senso unico: avvantaggia le richieste afflittive nel mentre rende più difficili possibili alternative alla detenzione. La Ragion di Stato sgomina le tradizionali tutele di chi è “inguaiato con la legge”.
In questo momento di crisi generalizzata in cui peggiorano le condizioni economico-sociali, la guerra infuria appena fuori i confini dell’Europa e al suo interno si rafforzano gruppi e partiti nazi-fascisti, per gli Stati diventa prioritario eliminare qualsiasi forma di dissenso e chiunque decida di lottare e ribellarsi. Per essere vittoriosi sul fronte esterno il fronte interno deve essere pacificato e perciò ogni tipo di opposizione sociale e di contrasto deve essere configurata come “nemico interno da neutralizzare”.
Lo vediamo in Italia con l’inasprimento delle pene per i picchetti e i blocchi stradali, strumenti di lotta fra i più utilizzati dai lavoratori o con l’ultimo Pacchetto Sicurezza del Governo Meloni che prevede l’introduzione di nuovi reati con pene altissime per chi si rivolta all’interno di carceri e CPR, e contemporaneamente conferisce maggiori finanziamenti e poteri alle forze di Polizia.
In Francia intanto si propone di inserire nell’elenco delle organizzazioni terroristiche alcuni gruppi antifascisti mentre in Germania già da tempo la repressione verso questi collettivi e le pratiche che portano avanti è spietata e ha visto nel recente passato la revisione del reato associativo e la sua applicazione per colpirli.
Come possiamo affrontare questa situazione? La tradizione degli oppressi contiene una vasta gamma di pratiche ancora oggi attuali e da riproporre. Nel farlo, è necessario scardinare la dicotomia fra violenza e non-violenza. L’apriori pacifista e legalitario è, come ogni assoluto, un impedimento allo sviluppo di lotte efficaci; come insegnano da oltre sessant’anni gli afroamericani, ci si batte “con ogni mezzo necessario” e, come recita un antico proverbio tedesco, “quando un grave pericolo è alle porte, le vie di mezzo conducono alla morte”.
Perciò siamo al fianco di chi viene accusato di aver aggredito dei nazisti, di aver attaccato sedi dell’estrema destra, di aver contrastato con decisione i dispositivi della Fortezza Europa.
Gli Stati rafforzano i loro legami. Noi rafforziamo i nostri.
LIBERTA’ PER TUTTI E TUTTE

ESITO UDIENZA PER GABRIELE

Il 13 febbraio si è tenuta un’udienza per decidere in merito alla possibile estradizione di Gabriele in Ungheria. L’udienza è terminata con un ulteriore rinvio al 28 marzo.
Nonostante il giudice si fosse ritirato in camera di consiglio per prendere una decisione a fine udienza la scelta finale è stata quella di un nuovo rinvio.
Il giudice italiano ha infatti deciso che venga chiesta all’Ungheria la possibilità di una misura detentiva alternativa al carcere, quindi i domiciliari in Ungheria o in Italia. Questo perché sono state riconosciute delle criticità nelle condizioni di detenzione in carcere in Ungheria.
L’Ungheria dovrà rispondere entro i 15 giorni antecedenti all’udienza del 28 marzo.
Nel frattempo Gabri resta ai domiciliari con tutte le restrizioni.

ROMA: IL CORTEO PER ILARIA E LE ALTRX ANTIFA BLOCCATO PER ORE E CARICATO

Diffondiamo:

“Dall’Ungheria alla Palestina Free Them All: al fianco di Gabri, Ilaria, Tobias e i/le compagn* sotto processo, detenut*, ricarcat* “

Il corteo in solidarietà a Ilaria e a tuttx i/le prigionierx è stato bloccato per circa due ore nei pressi dell’ambasciata dell’Ungheria e poi attaccato con una pesante carica per impedire ai compagnx di raggiungere il corteo per la Palestina. Alle 17.30 il corteo è riuscito a ripartire.

LIBERTÀ PER TUTTX LE ANTIFA!

FREE ALL ANTIFAS! ALLARGHIAMO LA SOLIDARIETÀ

Diffondiamo:

Dopo la chiusura delle indagini per i fatti di Budapest e l’emanazione di 14 Mandati d’Arresto Europei, ad ottobre 2023, con l’arresto di Gabriele in Italia e di Maja in Germania tra novembre e inizio dicembre il lavoro congiunto delle polizie Europee stringe la sua morsa repressiva attorno ai compagni.

Ci troviamo di fronte a questo grave attacco con un tempo molto ridotto per immaginarci e organizzare la nostra solidarietà prima della decisione per l’estradizione del nostro compagno Grabri e di Maja. Altri arresti potrebbero avvenire nel prossimo periodo.

L’inizio del 2024, ed in particolare gennaio, saranno momenti cruciali per i compagni e le compagne colpiti/e. Invitiamo tutti e tutte a condividere e diffondere le informazioni e gli aggiornamenti relativi a questa vicenda, a mobilitarsi ed esprimere in qualsiasi modo la solidarietà!