Diffondiamo:
Comunichiamo che il compagno anarchico sardo Davide Delogu è stato scarcerato dopo 14 lunghi anni, di cui 12 deportato nelle galere del continente. Ora trascorrerà un periodo agli arresti domiciliari. Seguiranno aggiornamenti.
Cresciamo nei terreni incolti, nelle zone asciutte e sassose, ai bordi dei viottoli
Diffondiamo:
Comunichiamo che il compagno anarchico sardo Davide Delogu è stato scarcerato dopo 14 lunghi anni, di cui 12 deportato nelle galere del continente. Ora trascorrerà un periodo agli arresti domiciliari. Seguiranno aggiornamenti.
Radio Ondarossa: puntata di lunedì 16 ottobre 2023
Insieme a 3 compagne e compagni del fu Asilo occupato, che per 15 anni hanno portato avanti un percorso di lotta contro i Cpt-Cie-Cpr per il quale l’occupazione fu sgomberata e loro accusati di associazione sovversiva contro lo Stato, processo che a breve entra nel vivo del secondo grado di giudizio e con Gianluca Vitale dell’ASGI parliamo di centri di detenzione per migranti.
Nella prima parte del redazionale facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei migranti, dai primi sbarchi di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. Parliamo inoltre delle lotte dei migranti dentro ai centri, che hanno portato a chiusure ripetute di diversi di essi, e del sostegno a queste lotte di solidali in tutta Italia.
Nella seconda parte approfondiamo dal punto di vista giuridico l’approccio tenuto fino ad oggi dal governo di destra attuale, con il DL Cutro e le successive disposizioni ministeriali sul tema delle migrazioni, che prevedono l’inasprirsi di una vera e propria lotta ai migranti, visti come invasori e nemici da tenere lontani dalle frontiere di una fortezza Europa che continua a fare il conto dei cadaveri nel mediterraneo e delle vite recluse dentro centri di accoglienza e di detenzione, per la sola ragione di non avere il corretto foglio di carta fra le mani, o di 5000 da corrispondere allo stato italiano.
Link: http://www.ondarossa.info/redazionali/2023/10/centri-detenzione-migranti-dagli-anni-90
Puntata del 10 ottobre di ri-Congiunzioni, trasmissione dedicata alla salute di, da, con e tra tutti e tutte.
Partendo da due comunicati pubblicati dalla Rete Assemblee Antipsichiatriche proviamo a riflettere sulla morte della psichiatra Barbara Capovani e sulle violenze che si sono verificate in Stella Maris, Comunità Shalom e Cooperativa Dolce.
Link alla puntata QUI
Link ai comunicati della rete antipsichiatrica:
– In questo paese i morti non sono tutti uguali QUI
– Residenze psichiatriche: abusi, maltrattamenti, uccisioni QUI
“Protesta di un gruppo di detenuti della casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani”
Dai media apprendiamo di una sollevazione la sera del 12 ottobre al carcere di Trapani: un gruppo di detenuti della Sezione Tirreno (dove sono reclusi i detenuti rivoltosi o ritenuti “aggressivi”) avrebbero occupato un intero piano della sezione per diverse ore.
Presidio solidale il 19 ottobre, giorno in cui presso il tribunale di sorveglianza di Roma si terrà un’udienza riguardante la permanenza di Alfredo in 41 bis.
Chiudere il 41 bis
Contro la tortura di stato
Tuttx liberx
Quando qualcuno assimila il carcere al manicomio non lo fa per esercizio di retorica: se a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 il Dottor Coda torturava i “malati” applicando elettrodi alle tempie, procurando infinite scariche e insopportabile dolore – un “trattamento” praticato di fronte a tutti, perché tutti vedessero cosa li aspettava se… – nel 2023 nelle carceri i detenuti vengono pestati e torturati allo stesso modo, a Cuneo, anche con l’ausilio del taser.
https://www.osservatoriorepressione.info/torture-carcere-cuneo-indagati-23-agenti-penitenziari
Diffondiamo il testo di un volantino distribuito ieri a Bologna al presidio in solidarietà al popolo palestinese:
“Israele si deve difendere” è il leitmotiv che viene ripetuto ogni qual volta Israele viene colpito e l’invincibilità del suo esercito viene scalfita, passando da brutale forza di occupazione a vittima di un’aggressione.
È la prima volta che dai territori occupati parte un’offensiva di questo livello. Ma deve essere chiaro: la guerra che lo Stato di Israele ha dichiarato contro i palestinesi è iniziata da molto tempo. Parliamo di decine e decine di anni di furto della terra, dell’acqua, di apartheid, sfruttamento, espropri, arresti, detenzioni amministrative, morti, uccisioni, aggressioni, umiliazioni e torture.
Il sostegno e l’impunità che Stati Uniti e Europa hanno sempre assicurato alle forze di occupazione Israeliane è responsabile della degenerazione di questo conflitto.
In un contesto del genere non ci stupisce il successo di Hamas, unica organizzazione sul territorio con gli appoggi per organizzare una resistenza armata di tale portata. Dopo il fallimento degli accordi di pace e del così detto “diritto internazionale”, con il progressivo retrocedere di qualsiasi istanza di autodeterminazione e liberazione, davanti alla corruzione e al collaborazionismo di Al-Fatah, non ci coglie alla sprovvista il consenso che questa organizzazione – Hamas – continua a raccogliere. Sappiamo che le destre estreme in ogni tempo hanno fondato il loro potere sul governo della paura.
Ci preoccupa però, questo si, come alleate e solidali, come dissidenti sessuali, come persone che lottano contro ogni forma di dominio e oppressione, che la resistenza palestinese venga assimilata ad una forza fondamentalista di estrema destra. Ci chiediamo a chi fa comodo che la brutalità dell’occupazione israeliana venga rappresentata come “scontro tra civiltà”. Non è uno scontro tra civiltà. E questo dobbiamo dirlo forte e chiaro. Non è uno scontro tra l’ “occidente civilizzato” e il “brutale mondo arabo”. Questa narrazione è falsa, tendenziosa, distorta. In un contesto di guerra globale rifiutiamo il ruolo di facili pedine da usare dall’asse imperialista di turno sullo scacchiere internazionale.
Vogliamo anche dire molto chiaramente che rifiutiamo la normalizzazione della tortura e della cultura dello stupro come possibile arma di liberazione. Combattere per l’autodeterminazione e la libertà ammettendo come possibili queste azioni significa già aver rinunciato ad un mondo di libere e uguali.
Rifiutiamo altresì la narrazione propugnata dai media, dove non si esita a strumentalizzare episodi violenti, facendo leva sulla morbosità del pubblico, per fare tabula rasa delle uccisioni e degli abusi quotidiani compiuti sui palestinesi.
La nostra solidarietà è internazionalista, anti-coloniale, antirazzista, antisessista, contro qualsiasi forma di dominio e oppressione.
From the river to the sea Palestina will be free
Diffondiamo:
Operazione Scripta Scelera: Gino Vatteroni è stato trasferito dal carcere di Massa a quello di Alessandria (9 ottobre 2023)
Il compagno anarchico Gino Vatteroni è stato trasferito dal carcere di Massa a quello di Alessandria, nella sezione di “Alta Sicurezza 2”, dove sono stati imprigionati in passato molteplici compagni anarchici e dove sono attualmente prigionieri alcuni militanti comunisti rivoluzionari. Il compagno si trova nel circuito di Alta Sicurezza in quanto l’accusa di istigazione a delinquere (art. 414 c. p.) ha la circostanza aggravante della finalità di terrorismo (art. 270 bis 1 c. p.).
Ricordiamo che il compagno – arrestato l’8 agosto per l’operazione Scripta Scelera contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny” e inizialmente posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico – è stato tradotto in carcere il 4 ottobre per via di un inasprimento della misura cautelare disposto dal GIP a partire da una segnalazione della DIGOS. Nella stessa giornata anche un’altra compagna, Veronica, ha ricevuto la notifica dell’aggravamento della misura cautelare dall’obbligo di dimora con rientro notturno dalle 19:00 alle 07:00 agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni e il braccialetto elettronico (si veda l’“Aggiornamento sull’operazione Scripta Scelera: Gino trasferito in carcere a Massa, Veronica agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni”).
Pertanto a seguito dell’inasprimento delle misure cautelari, la situazione dei dieci compagni e compagne per cui in due occasioni il PM Manotti aveva richiesto l’arresto in carcere è la seguente: oltre a Gino in carcere ad Alessandria, altri quattro si trovano agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni, tre all’obbligo di dimora con rientro notturno dalle 19:00 alle 07:00, uno anch’esso all’obbligo dimora e con rientro notturno dalle 21:00 alle 06:00. Infine, un decimo compagno è indagato senza alcuna restrizione.
Con queste continue provocazioni da parte della DIGOS (ricordiamo che in questi due mesi un compagno era stato posto in carcere per qualche notte in attesa di individuare il domicilio e un altro ha ricevuto un aggravamento della misura in arresti domiciliari per un mese come monito per una presunta violazione delle prescrizioni) la polizia politica è infine riuscita – per la prima volta nella storia recente – a collocare un compagno anarchico in custodia cautelare in carcere, per giunta in AS2, sulla base di un reato oggettivamente di opinione. Il fatto si pone come ennesima escalation repressiva contro la stampa e le idee dell’anarchismo rivoluzionario in Italia, in continuità con l’operazione Sibilla e con il trasferimento di Alfredo Cospito in regime di 41 bis al fine di colpire il contributo che il compagno ha continuato a dare al movimento per dieci anni da dietro le sbarre. Di fronte all’offensiva repressiva dello Stato, non ci faremo intimidire da queste vere e proprie politiche di guerra: perseveriamo nell’agitazione e nella propaganda anarchica.
Solidarietà con Gino e con tutti gli anarchici e i rivoluzionari prigionieri!
Alcuni anarchici indagati e solidali
L’indirizzo del compagno:
Gino Vatteroni
C. R. “S. Michele” – Alessandria
strada statale per Casale 50/A
15121 Alessandria
Riportiamo qui di seguito le coordinate del conto per la cassa di solidarietà con i compagni inquisiti:
Carta postepay numero: 5333 1711 9250 1035
IBAN: IT12R3608105138290233690253
Intestataria: Ilaria Ferrario
Solidarietà ai reclusi in lotta.
Domenica 15 ottobre ore 15.00. Fermata Fiera di Roma del treno per Fiumicino.
Non vogliamo i lager, la lunga storia di violenze deve finire per sempre.