SULL’OPERAZIONE MAISTRALI A CAGLIARI

Diffondiamo:

Testo in PDF

NON PIEGARE LA TESTA DI FRONTE ALLO STATO E AI SUOI SERVI

CONTRO LA GUERRA DEGLI STATI

CONTRO LA PACE SOCIALE

Ci sono molti modi di uccidere. Si può infilare a qualcuno un coltello nel ventre, togliergli il pane, non guarirlo da una malattia, ficcarlo in una casa inabitabile, massacrarlo di lavoro, spingerlo al suicidio, farlo andare in guerra ecc. Solo pochi di questi modi sono proibiti nel nostro Stato.
B. Brecht “Il libro delle svolte”

Il 21 novembre ancora una volta la Digos di Cagliari e il tribunale lanciano una maxioperazione, denominata “Maistrali”, in cui sono indagatx 36 compagnx per vari reati e 10 di questi anche per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (il famigerato 270-bis), per le lotte anticarcerarie, antimilitariste e antifasciste, scritte sui muri comprese, condotte dal 2020 sino ad oggi. Fatti che sbirri e tribunale cuciono insieme in maniera bizzarra per poter giustificare le loro interpretazioni e le loro richieste. Nonostante lo Stato accusi di terrorismo chi lotta, l’unica motivazione di questa operazione è ancora una volta diffondere paura per combattere il conflitto sociale emergente in gran parte del pianeta.

Mentre l’opinione pubblica è stordita dai social e dai bombardamenti mediatici sulla sicurezza, gli stati e i loro eserciti continuano ad armarsi, con enormi investimenti senza precedenti, impoverendo lavoratorx e sfruttatx. Per giustificare questa politica hanno bisogno di creare un nemico. Infatti, la soluzione più facile è classificare la popolazione in amici e nemici, individuando come nemici coloro che non vogliono o non possono ottemperare alle prescrizioni di un sistema capitalistico diretto, con sempre più determinazione, verso l’annientamento dell’essere umano. I nuovi reati, le misure di prevenzione, il carcere, la tortura sono un utile monito verso chi non sia ancora convinto di schierarsi dalla parte dello Stato.

Ogni volta che il conflitto sociale prende forza, lo Stato emana leggi che rilanciano norme per controllare ogni dissenso in qualunque forma si manifesti. Norme scritte in maniera da dare la possibilità ai giudici di interpretarle, variando arbitrariamente la fattispecie di reato e colpire più pesantemente tuttx coloro che si oppongono e tuttx coloro che sono solidali.

L’irrogazione sfrenata di misure preventive per chi tenti di lottare nei luoghi, siano piazze, carceri o cpr, in cui lo Stato esercita la sua violenza razzista contro poverx e migrantx, ha il solo fine di proteggere quei luoghi che servono per separare il proletariato dai potenti e dai padroni. La continua collaborazione tra forze di polizia ed esercito è utile allo Stato per proteggere gli sfruttatori e i loro servi, picchiatori fascisti e i militari, tutti criminali assassini appena capita l’occasione, tanto in tempi di guerra come in tempi di pace.

Siamo convinti che l’unico modo per protestare contro le regole sia infrangerle; quanto più il sistema ha paura più cerca di incuterne a chi si oppone, anche normalizzando l’uso della violenza verso chi non si adegua. La voglia di libertà non può essere fermata dalle concessioni del potere, la libertà ce la si prende. Non facciamo e non faremo nessun passo indietro rispetto alle nostre scelte e alle nostre lotte ribadendo che non saranno i loro processi, con le sentenze che vorrebbero già scritte, le loro minacce e le loro torture ad impedirci di stare sempre dalla parte dei deboli e degli sfruttatx che lottano.

TUTTX LIBERX

SEMPRE DALLA PARTE DI CHI LOTTA

FUOCO ALLO STATO E ALLE GALERE

Anarchicx contro carcere e repressione

BOLOGNA: AGGIORNAMENTI SULLE ULTIME OPERAZIONI REPRESSIVE  AL SUD E CENA BENEFIT INGUAIATX NO PONTE E OPERAZIONE IPOGEO

Diffondiamo:

Mercoledì 26/11 ore 19:00 al Tribolo, via Donato Creti 69/2, Bologna.

– Il 9 settembre 2025 un’operazione della questura ha coinvolto diverse cittá con perquisizioni e arresti per colpire la lotta contro il ponte sullo stretto di Messina e tre compagnx, Andre, Bak e Gui, sono stati portati in carcere in via cautelare. Bak è statx arrestatx a Napoli e rinchiusx nel carcere di Poggioreale, Andre è statx trasferitx dal carcere di Bari a quello di Potenza come probabile ritorsione, mentre Gui è stato rinchiuso nel carcere di Varese. Tra le accuse, resistenza e lesioni gravissime. I fatti imputati si riferiscono al primo marzo 2025, giorno in cui un vivace corteo attraversò le strade di Messina per dire no al ponte sullo stretto. Dopo due settimane di detenzione preventiva in carcere ai tre compagnx sono stati riconosciuti i domiciliari con l’infame divieto di comunicazione con l’esterno e il braccialetto elettronico, in attesa del processo, previsto per il 17 dicembre.

– All’alba del 20 novembre con un’altra infame operazione, chiamata Ipogeo, la digos ha fatto irruzione nelle case di diversx compagnx a Catania, Palermo, Messina e Bari, compiendo perquisizioni a tappeto. Tredici compagnx sono stati denunciatx a piede libero, due compagnx, Luigi e Bak,  sono stati arrestati preventivamente e tradotti in carcere, rispettivamente a Brindisi e Catania. Unx compagnx è invece braccato da un  mandato di cattura europeo. Bak stava gia scontando una misura alternativa preventiva in relazione al corteo no ponte. Tutte le denunce si riferiscono al Corteo del 17 maggio a Catania contro il DDL sicurezza.

Su un’isola sempre più deserta che apre le sue porte solo a turisti e militari, con la base “americana” di Sigonella che non perde occasione di esportare democrazia a suon di droni, l’aeroporto di Trapani che si appresta ad accogliere a braccia aperte gli addestramenti dei piloti di caccia F-35, le due sedi di Leonardo S.p.a. a Palermo e Catania, il tutto condito e servito dal fantasma della grande opera strategica e militare del ponte, in un contesto di guerra aperta lo Stato colpisce con nuove operazioni repressive chiunque si oppone ai suoi piani di sfruttamento e dominio nella speranza di eliminare cosi ogni briciola di conflitto sociale al suo interno. Ci vediamo perciò mercoledi 26/11 al Tribolo per sostenere i/le compagnx colpitx, per condividere proposte e riflessioni e rilanciare le lotte.

Dalle 19:00 aggiornamenti sulle ultime operazioni repressive al Sud Italia, dalla lotta contro il Ponte, alla lotta contro il ddl sicurezza, l’economia di guerra e contro tutte le galere.

A seguire cena vegana benefit inguaiatx, birrette e tisanine.

Complici e solidali con lx arrestatx No ponte e operazione Ipogeo.

GUI, ANDRE, BAK E LUIGI LIBERX! TUTTX LIBERX, MORTE ALL’OPPRESSORE

Per scrivere ax compagnx reclusx:

Luigi Calogero Bertolani
C/o casa circondariale
Piazza Lanza 11
95123 Catania

Gabriele Maria Venturi
C/o Casa Circondariale
Via Appia 131
72100 Brindisi

FIORI, POMPELMI E GRANATE. Note sulla logistica di guerra a partire dal Mercato AgroAlimentare di Padova


Diffondiamo questa zine sul Mercato AgroAlimentare di Padova, uno studio della logistica del cibo legata a Israele e alcune necessarie riflessioni.

Troppo spesso sembra che la macchina bellica risieda in zone ben precise delle nostre città, spesso ben delimitate e controllate. Ma sappiamo bene che non è così. La macchina bellica è la nostra stessa città, i rapporti che essa ci costringe ad intrattenere, la repressione che disegna indisturbata il tracciato che le nostre vite devono seguire.
La guerra è un assetto che informa tutti i rapporti sociali, economici e relazionali, che ci colonizza ogni giorno: è nelle nostre vite che si gioca la guerra sociale, perché è nelle vite di tutti i giorni che viene intessuta la trama della guerra, delle alienazioni, delle dipendenze, delle piccole e grandi sconfitte.
Ci siamo direttx, con questa consapevolezza, al cuore di ciò che è sottratto alla vista, di quei luoghi (fisici, sociali o personali) che sono stati spersonalizzati, resi astratti, smaterializzati e dislocati in mille punti. Con la volontà di ridare consistenza alle cose a cui hanno tolto ogni concretezza abbiamo ritrovato quei potenziali punti d’attrito che erano stati strategicamente spezzettati a tal punto che le loro mille parti, prese per singole, non sembravano nemmeno tanto male. Seguendo queste intuizioni, calandole nella nostra geografia urbana, siamo arrivatx al cibo. Al Mercato AgroAlimentare di Padova.
E’ più facile che le persone si mobilitino contro Israele parlando di armi. Le armi rendono tutto più comprensibile, anche solo perché sollecitano empatia, ispirazioni umanitario, o qualche straccio di principio. Le armi sono brutte, uccidono i civili, mutilano i bambini, distruggono gli ospedali. Ma questo nesso non basta.
Appena perdiamo il contatto con i container pieni di componentistica o ci allontaniamo da una fabbrica della Leonardo, ecco che quelle persone che si erano mobilitate tornano alle loro vite, con quel velo di soddisfazione di aver fatto la loro parte in una sceneggiatura in cui facevano parte dellx buonx della storia.
Dobbiamo svincolarci dal solo distacco e dalla semplice disapprovazione emotiva degli orrori della guerra, per afferrare che quella guerra passa nella nostra quotidianità, nel cibo che mangiamo, nelle risorse che consumiamo, nei luoghi che attraversiamo. La guerra è qui, e se le persone afferrassero quanto sia ingombrante nei nostri giorni e nelle nostre città non sarebbero così tranquille e placide al ritorno da un corteo.
Un drone, una mina, è il frutto ultimo del complesso bellico, che si sostanzia del nutrimento delle radici di un sistema che è il nostro sistema, che è la nostra società. La costruzione di una granata non parte dalla fabbrica di granate, né dall’ufficio di un progettista o dal ministero che trova i fondi per le spese, ma inizia quando compriamo un fottuto pompelmo, quando accettiamo gli sbirri nei nostri quartieri, quando tolleriamo una molestia.
Il cibo sporco di sangue palestinese, coltivato su terreni espropriati dagli israeliani, è un veicolo immediato e spendibile per agganciare una consapevolizzazione diffusa più profonda e diretta sulla macchina bellica, che lega la guerra non a un post instagram, ma a un cibo che si ha in casa, che si mangia quotidianamente. La guerra è arrivata fin dentro i nostri frigoriferi, e nessunx se ne è accortx.

PDF:  FIORI, POMPELMI E GRANATE. Note sulla logistica di guerra a partire dal Mercato AgroAlimentare di Padova

MONTASICO: ECHI DAL SUDAN IN LOTTA

Diffondiamo:

Dal 2023 in Sudan è in corso una guerra civile tra l’esercito e le milizie RSF. Nelle0 ultime settimane la città di El-Fasher, nel Darfur, è stata conquistata dalle milizie RSF con massacri e pulizia etnica. Una guerra che ha fatto decine di migliaia di morti e milioni di sfollatx, e che ha soffocato nel sangue i movimenti che dal 2019 occupavano le piazze del paese contro il regime militare islamista, distribuendo pasti, medicinali e provando a immaginare un superamento del settarismo religioso, etnico e tribale. Ne parliamo il 30 novembre dalle 18, in collegamento con compagnx dal Sudan e dalla Francia. A seguire cena benefit per le compagnx in Sudan. Alla Bisaboga, Montasico, Marzabotto.


AGGIORNAMENTI SUL SUDAN: CHE LA RIVOLUZIONE SIA UN PUGNALE AVVELENATO NEL CUORE DEI TIRANNI

SICILIA: ALCUNI APPUNTI SULLE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE IN OCCASIONE DELL’OPERAZIONE “IPOGEO”

Diffondiamo

La scoperta di una camera funeraria scavata nella pietra da il nome alla Via Ipogeo che precede Piazza Lanza, luogo della casa circondariale di Catania. Proprio dal nome di questa via prende il nome dell’operazione condotta dalla procura di Catania ed il reparto antiterrorismo della digos in sinergia con quelli di altre province.

Un’operazione che ha portato alla perquisizione delle abitazione di diversx compagnx tra Catania, Palermo, Bari, Messina, Siracusa e Brindisi ed il trasferimento rispettivamente alla casa circondariale di Piazza Lanza e di Brindisi di due di loro, L. e B. Una terza persona sarebbe soggettx a mandato di cattura europeo ed attualmente (sembrerebbe) ricercata. Unx di loro, B., si trovava già in custodia cautelare presso la sua residenza per i reati contestatele dalla procura di Messina in occasione del carnevale no ponte dello scorso primo di marzo.

Lo stesso ipogeo in cui rinchiudono quotidianamente quelli che loro definiscono corpi carapaci dei loro personalissimi interessi. Il buio della detenzione, ostaggi di stato in una guerra interna tutta voluta da un sistema, quello capitale-coloniale, che non gradisce intoppi alla sua “normale” azione di intumescenza della vita in virtù dello sgocciolante guadagno. Ma il buio del loro sottosuolo non sarà mai veramente così oscuro fino a che a proliferare vi sarà anche il micelio della solidarietà, le luci dell’incendiaria complicità.

Così mentre il procuratore di Catania, F. Curcio, rivendica il diritto al rispetto ed alla dignità del personale in divisa; bisogna ricordarsi di Carlo Giuliani, Aldrovandi, Cucchi, Uva, Riccardo Rasman, Ramy, Rachid Nachat, Ugo Russo…. bisogna ancora ricordarsi di tutte le vittime della reclusione, dai CPR, alle galere, passando per ogni altra forma di localizzazione forzata di corpi nello spazio. Le 55 persone suicidate negli istituti detentivi italiani solo da gennaio a luglio del 2025; Moussa Balde, Ousmane Sylla, Wissem Ben Abdel Latif e tutte le altre persone barbaramente uccise dal sistema di confinamento e deportazione dello stato italiano… domandarsi dove sia il diritto alla dignità e il rispetto per tutte queste persone; prima differenziate dalle molteplici frontiere di questo mondo (tanto interne, quanto esterne; tanto geografiche, quanto morali), poi gerarchizzate, poi marginalizzate, poi risucchiate e poi interrate nell’ipogeo del capitalismo. Ma di questa parola, DIRITTO, non ci si può fidare troppo, dato che strabocca dalle cloache del sistema solo quando serve loro a difendersi, quando serve a PUNIRE.

Continua il procuratore parlando di “attacco gratuito” alle istituzioni. Lo stesso attacco gratuito che i loro squadroni della morte fanno nelle palazzine abitate da gente altrimenti senza casa? Oppure lo stesso che vede i gellieri dei reparti mobili sbombazzare di lacrimogeni le città e i volti delle persone? O forse lo stesso che avviene a Gaza, di cui anche lo stato italiano e i suoi apparati portano le tracce di sangue sulle mani? Lo stesso che ogni manganellata fa schioccare insanguinando persone nelle piazze? Lo stesso attacco fatto dalla loro propaganda di guerra?

È davvero in discussione la possibilità di poter saccheggiare le città? O è assolutamente inconcepibile qualunque intralcio al saccheggio totale non solo delle città?

Cosa saccheggia la vita allora? Cemento? Campi sterminati di pannelli solari? Cavi sotterranei che penetrano terra e fondali? Turismo vorace?Cantierizzazione? Cemento a volontà? Lo stupro quotidiano del lavoro? L’espandersi continuo e ossessivamente vorace del loro progresso (vedi morte)? Le loro infrastrutture della comunicazione e del commercio?

LA VITA È SACCHEGGIATA SOLO DAI LORO PUTRIDI INTERESSI, DIFESI DAI LORO ESERCITI, POLIZIE E TRIBUNALI.

LUIGI, BAK, ANDRE, GUI LIBERX SUBITO!!
LIBERX TUTTX!!!
PALESTINA LIBERA!
NO AL PONTE SULLO STRETTO!

Per scrivere a compagnx reclusx

Luigi Calogero bertolani
C/o casa circondariale
Piazza Lanza 11
95123 Catania

Gabriele Maria Venturi
C/o Casa Circondariale
Via Appia 131
72100 Brindisi

NUOVA PUBBLICAZIONE: NEXT STOP MODENA 2020 VIAGGIO TRA LE CARCERI

Diffondiamo:

E’ giunto alle stampe il libro di Claudio Cipriani sulle rivolte nelle carceri del 2020, in particolare quella di Modena, e sulla strage di Stato che in reazione ne seguì, nella quale morirono 14 persone detenute.

Due righe sulla distribuzione

La diffusione del testo procederà su due diversi binari: una che verrà gestita dalle edizioni di Sensibili alle foglie attraverso i suoi canali di distribuzione libraria; mentre l’altra sarà una distribuzione autorganizzata che permetterà di effettuare ulteriori ristampe e insieme rispondere alle volontà di Claudio, cioè di destinare come benefit gli introiti del libro a supporto dei familiari dei morti di Stato di marzo 2020 nelle carceri (es. sostenere spese processuali per eventuale riapertura del procedimento per le morti in Italia o altre proposte che rispettino l’obiettivo prefissato esplicitato anche nel libro).

L’invito è quello di incentivare chiaramente la seconda modalità di distribuzione, anche tramite l’organizzazione di presentazioni che ciascun territorio può scegliere liberamente come declinare, considerando la possibilità di informare e coinvolgere Claudio tramite lettera. Ricordo che è tuttora detenuto al carcere di Secondigliano.
La prefazione del libro è di Stecco, anch’egli tuttora recluso al carcere di Sanremo.

Quindi, il prezzo di acquisto delle copie, per raggiungere il doppio obiettivo della ristampa e del benefit, è quello di copertina del libro, cioè di 15 euro, anche per le distribuzioni, almeno per la prima fase. Le ristampe vanno di 200 copie in 200 copie. Ora siamo alla prima tornata.

Questa sarà la mail di riferimento a cui chiedere le copie  prossimafermata@anche.no e da cui vi saranno forniti i dati per effettuare il pagamento via postepay, ma anche avanzare ogni domanda, richiesta, dubbio, critica. Nonchè la mail utilizzata per dare ulteriori aggiornamenti riguardanti il libro.

Ricordiamo inoltre che il compagno Stecco è dall’8 novembre in sciopero della fame in adesione alla campagna Prisoners for Palestine, e che da qualche giorno gli è stata applicata la censura alla posta, motivata dall’aver denunciato le condizioni detentive del carcere in cui è detenuto. Che questo libro esca proprio nel giorno in cui gli è stata disposta, potrebbe rappresentare un segnale, a ricordarci che per questo Stato stragista, chi parla e alza la testa deve stare zitto.

Un buon motivo che a nostro avviso rievidenzia l’importanza di supportare la diffusione di ogni testo da dentro che racconti ciò che accade, che mostra la vera faccia dello Stato e della detenzione, non sottostando alle forme di censura più o meno implicita che vengono costantemente applicate.

I ringraziamenti da parte di Claudio vanno a chi ha voluto supportare la realizzazione di questo libro, sia a livello di sostegno e vicinanza, sia a livello pratico, in particolare a chi si è prodigatx per supportare i fondamentali costi economici della stampa. Le copie omaggio che ci ha fornito la casa editrice sono state spedite a prigionierx dentro le galere italiane.

Solidarietà a chi si ribella nelle patrie galere di tutto il mondo e a tuttx lx prigionierx per la Palestina in sciopero della fame!

Pdf scheda libro

LECCE: ASSEMBLEA PUBBLICA SU CPR E FRONTIERE

Diffondiamo:

21 novembre ore 18.30
Zei Spazio Sociale
Corte dei chiaramonte 2 – Lecce

Assemblea aperta su Cpr e frontiere per confrontarci sulle esperienze di lotta passata e presente contro i Cpr pugliesi.

I CPR, sotto la formula della detenzione amministrativa, sono un modo per torturare e rinchiudere i corpi delle persone migranti.

La Puglia è da sempre un punto fondamentale per l’intercettazione, identificazione, smistamento e detenzione dellx migrantx.
Sin dalla nascita delle prigioni per migranti nel ’98, la Puglia ne ha ospitate sempre almeno una: Il Cpt di San Foca (chiuso nel 2006) e in seguito con i CIE di Bari Palese e Brindisi Restinco

Il 21 raccontiamo e ci confrontiamo sulle esperienze di lotta che ci sono state negli ultimi decenni contro questo sistema infame, dalla lotta al Cpt di San Foca e al Cie di Brindisi Restinco, fino alle esperienze piu attuali di lotta contro i Cpr di Bari e di Palazzo San Gervasio (Pz).

Presenteremo gli opuscoli:
“A Palazzo san Gervasio c’é un lager di stato”
“Esperienze di lotta dentro e fuori il cpr di Bari”

TRENTO: PRESENTAZIONE DI “RITORNO A GAZA” – SCRITTI DI DONNE ITALO-PALESTINESI SUL GENOCIDIO

Diffondiamo

SABATO 22 NOVEMBRE – Spazio Piera (Via Lavisotto 9, Trento)

Ore 15
Presentazione del libro Ritorno a Gaza (scritti di donne italo palestinesi) con una delle autrici, Sara Rawash

A seguire, dj set con Fragmental, castagne e brûlé benefit per Anan Yaeesh, prigioniero politico palestinese

Per tutto il tempo ci sarà anche un angolo swap e uno con banchette di autoproduzioni (tuttx benvenutx a partecipare con le proprie!)

Femminismo e anticolonialismo non sono due percorsi distinti. Sono la stessa lotta. PALESTINA LIBERA!

UDINE: TATTO CIRCUS TRANSFEMMINISTA – IN SOSTEGNO ALLE LOTTE DENTRO E FUORI I CPR

Diffondiamo

7/8 dicembre 2025
Spazio Autogestito Via De Rubeis 43 (Udine)

Da più di 25 anni in Italia esistono dei centri di detenzione cosiddetta amministrativa per persone senza documenti regolari, che sono di fatto dei lager etnici dove donne e uomini provenienti da paesi esterni alla comunità europea, sprovvistx di permesso di soggiorno oppure destinatarie di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale, vengono trattenutx in attesa della deportazione coatta nei paesi d’origine.

Istituiti nel lontano 1998, con il Testo unico sull’immigrazione voluto dal governo di centro-sinistra e firmato da Livia Turco e Giorgio Napolitano, hanno cambiato nome nel tempo, prima CPT (centri permanenza temporanea), poi CIE (centri identificazione ed espulsione) e infine, ad oggi, CPR (centri di permanenza per il rimpatrio).

Nel 2006 è stato aperto uno di questi lager nella nostra regione, precisamente a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, chiuso grazie alla forza delle rivolte interne avvenute nel 2013 e ritornato operativo come CPR nel 2019.

I cpr che nel passato sono stati chiusi, lo sono stati grazie al fuoco e ai colpi delle rivolte dei prigionieri al loro interno.

Non è un caso che il “pacchetto sicurezza”, ora legge 80/2025, dedichi particolare attenzione sia a chi si ribella al loro interno – e all’interno delle carceri del circuito penale – sia a chi tenta di spezzare l’isolamento a cui vengono sottoposti i reclusi portando loro solidarietà dall’esterno, introducendo a questo scopo nuovi reati e inasprendo le pene.

I CPR sono luoghi di tortura, segregazione e morte: a Gradisca nel 2013 muore Majid El-Khodra e dal 2020 ad oggi ricordiamo le vite spezzate di Vakhtang Enukidze, Orgest Turia, Anani Ezzedine,Arshad Jahangir.

Quell’”eccedenza umana” che non è più ricattabile nel girone infernale dei documenti, dello sfruttamento nelle campagne, dei cantieri, della logistica e del lavoro nero, chi non “serve” più alla macchina capitalista, viene spremuto un’ultima volta, fatto diventare mera materia prima per creare ancora una volta profitto attraverso la costruzione, il mantenimento e la gestione di questi lager e il funzionamento del business delle deportazioni.

Abbiamo deciso di dedicare questa Tattoo circus alle lotte dentro e fuori ai CPR per prendere posizione esplicita contro questi luoghi, che sono la rappresentazione più concreta e feroce del razzismo di Stato e della violenza delle frontiere, di cui non si può e non si deve in nessun modo essere complici.

Per info: https://laboratoriatfqudine.noblogs.org

UDINE: SOSTENIAMO IL LIBRO DI CLAUDIO! CENA SOCIALE BENEFIT

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Le rivolte carcerarie del marzo 2020 sono state le più potenti dell’intera storia dello stato italiano e hanno mostrato un’anticipazione di una torsione autoritaria su tutta la società, fino a quel momento inedita. In risposta alla crisi sanitaria e alla richiesta di scarcerazione temporanea da parte dei detenuti, che si sentirono immediatamente in trappola, lo Stato rispose sospendendo colloqui, permessi e con altre misure punitive. In risposta alle giuste rivolte dei detenuti, lo Stato reagì sparando e manganellando.

Claudio, uno dei cinque detenuti che decisero di esporsi nel 2020 presentando un esposto in cui denunciavano ciò che lo Stato aveva agito in quei giorni, ha scritto un libro che ripercorre dalla sua prospettiva gli accadimenti di quelle giornate. La pubblicazione di questo libro, che sta per approdare alla fase di stampa, rappresenta una coraggiosa presa di parola da parte di chi vive l’oppressione e non vi si rassegna. Per questo è importante sostenerla e diffonderla il più possibile.

SOSTENIAMO IL LIBRO DI CLAUDIO!
CENA SOCIALE BENEFIT
SABATO 22 NOVEMBRE 2025 ORE 20.00

SPAZIO AUTOGESTITO DI UDINE
V. DE RUBEIS 43


Assemblea permanente contro il carcere e la repressione del Friuli e di Trieste

liberetutti@autistiche.org

Associazione “Senza sbarre”
c.p.129, 34121 Trieste