Riceviamo e diffondiamo una nuova tremenda pubblicazione “Parole domate di un cuore selvaggio” di Jean Weir, la prima della collana “Le Furie”.
Dalla quarta di copertina:
“Pensare a un mondo ideale senza cercare di costruirlo è inutile. Non ha senso. Almeno ci deve essere il tentativo di fare qualcosa, di provare. Se sei un romantico, un avventuriero, e te ne stai a casa a cercare di non far succedere niente, a che serve?” Octavio Alberola
(Dall’introduzione di Monica Caballero alla versione in spagnolo)
Parole. Semplici parole. Le pagine che seguono sono in parte trascrizioni delle parole pronunciate – “il meraviglioso operaio che non c’è più”, come scriveva malinconicamente Emma Goldman più di cento anni fa riferendosi all’inadeguatezza della parola parlata nel risvegliare il pensiero e a scuotere le persone dal loro letargo. Non siamo ancora arrivati all’eclissi totale del pensiero, dell’analisi e della sperimentazione metodologica. Quello che abbiamo abbandonato da tempo è l’ideologia (postulati fissi staccati dall’azione) e le organizzazioni di sintesi, a favore di una progettualità anarchica insurrezionalista informale.
Dall’introduzione :
Cuori ardenti. A chi interessano più i cuori, ormai? Si chiedeva il poeta nel lontano 1943. Cuori che non sanno più parlare, che hanno perso il senso delle parole in un mondo sovrasocializzato in cui la comunicazione sterile è in surplus. E come i cuori ardenti anche le parole non interessano più. Sono state private di significato e riempite di quel nulla derealizzante che serve a trasformare la realtà. È infatti il procedere freddo e calcolatore della tecnica che impoverisce il pensiero umano, rendendolo incapace di vedere al di là, di riflettere, ossia di comprendere il senso profondo di quello che facciamo e produciamo, a prendere il sopravvento. Questa dittatura tecnica produce un “analfabetismo emotivo”. Il linguaggio si sta già riducendo e continuerà a modificarsi seguendo la vita quotidiana. Alcuni modi di pensare, alcune parole e nozioni si atrofizzeranno e progressivamente scompariranno. Così le future generazioni non potranno sentire la mancanza di qualcosa che non hanno mai avuto.
Così anche noi ci siamo fatti addomesticare e abbiamo iniziato a parlare per slogan. Le nostre discussioni, importanti, sono diventate chiacchiere, senza alcun valore. Il senso delle parole lo abbiamo stravolto noi stessi trasformando la Signora libertà in aristocratico libertinaggio, confondendo il nichilismo anarchico di Kropotkin, che nella sua genesi storica dichiara guerra a fondo contro tutte le ‘menzogne convenzionali della civiltà’, con un nichilismo post-moderno in cui tutto perde senso, persino le parole e si svaluta ogni orizzonte di significato. Così possiamo dire tutto e il contrario di tutto in questo vuoto nascondendoci dietro le nostre contraddizioni.
Possiamo continuare a consumare ogni cosa, persino i nostri simili sostituendo individui unici con tipi rimpiazzabili in un’economia dei corpi che non ha nulla da invidiare all’economia capitalista, riuscendo persino a stravolgere l’egoismo di Stirner e trasformandolo in regola del mondo in cui gli altri esistono solo per soddisfare i nostri bisogni più che i nostri desideri, rimuovendone l’etica individualista.
Nell’epoca del dominio del sapere tecnico-scientifico, si tende ad attribuire, per di più, valore di conoscenza solo al sapere di tipo strumentale, cioè al sapere utile, finalizzato all’efficienza e all’efficacia. Non c’è bisogno di comprendere o di rifarsi a dei principi. La libertà diventa non l’anelito egoistico ma il capriccio in quanto sconnesso dalla responsabilità. Ed è quest’ultima, a nostro parere, ad essere la più grande sfida della libertà: la responsabilità delle proprie azioni.
Già dal Preambolo le parole di Jean ci sono apparse così vere da fare male. Da stordirci a tal punto da convincerci che fosse importante tradurre Tame Words from a Wild Heart come prima pubblicazione della collana “Le Furie”. Se si è alla ricerca disperata di risposte o soluzioni non le si troverà in questa raccolta. Qui ci sono proposte possibili, critiche taglienti e riflessioni feroci che colpiscono come un pugno nello stomaco. Perché stiamo perdendo il senso della nostra storia, stiamo perdendo la capacità di analisi e lo studio di ciò che sta avvenendo intorno a noi. L’approfondimento non come puro esercizio intellettuale ma per affinare l’attacco, per costruire una progettualità anarchica. Perché queste parole, così piene di significato, possano spingere ancora a scavalcare una rete, a fare una camminata sotto la luna … a fare quel salto nel buio che ci illuminerà con tutti i suoi colori. Quel giorno il poeta li avrà i suoi cuori ardenti, su cui il dubbio non avrà alcun potere, e che affronteranno la sconfitta con lo stesso invulnerabile sorriso della vittoria finale.
Agosto 2023
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