ARRESTATO STECCO

 

Il 20 ottobre è stato arrestato a Bordighera il compagno anarchico Luca Dolce, detto Stecco, nel contesto di un’operazione del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) della polizia derivata da un’indagine della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che ha coordinato le DIGOS di Trento, Trieste, Treviso, Genova e Brescia. Il compagno è stato tradotto prima nel carcere di Imperia, poi in quello di Sanremo. Contestualmente, sono state perquisite le case di alcuni compagni a Rovereto. La perquisizione era stata disposta il 16 ottobre a carico di Stecco, per i processi “No name” e “Diana”: gli sbirri hanno sequestrato dispositivi informatici e telefoni ed inoltre si sono presentati a casa della madre e della sorella di Stecco, a Trieste.

Il compagno – irreperibile alle forze dell’ordine dal 2021 – era ricercato per via di un cumulo di condanne definitive a 3 anni e 6 mesi e per un mandato di cattura derivato dalla cosiddetta “operazione senza nome” del 25 febbraio 2022 (per cui sono già stati condannati due compagni e una compagna, tra cui Juan Sorroche, attualmente recluso a Terni). In quest’ultimo procedimento Stecco è accusato di avere favorito la latitanza di Juan con l’uso di documenti falsi. Il compagno, arrestato nel 2019 per l’operazione Renata, aveva già avuto nel successivo processo una condanna a 2 anni sempre per fabbricazione di documenti falsi. Inoltre, ha ricevuto in appello una condanna a 3 anni e 8 mesi nell’ambito del processo sulla manifestazione “Abbattere le frontiere”, tenutasi al valico del Brennero il 7 maggio 2016, e per cui non vi è ancora un pronunciamento definitivo sulla sessantina di compagni e compagne imputati.

Da parte nostra, non possiamo che solidarizzare con chi si rende irreperibile o si sottrae all’infame giustizia borghese.

Con rabbia e con amore
Stecco libero


Per scrivere a Stecco:

Luca Dolce
c/o Casa circondariale Sanremo
Strada Armea 144
18038 Sanremo

UDIENZA D’APPELLO OPERAZIONE SENZA NOME

Diffondiamo

Oggi, lunedì 23 ottobre, si è tenuta l’udienza di appello dell’operazione cosiddetta “senza nome”. Agnese era accusata di aver favorito la latitanza di Juan e di fabbricazione di documenti falsi. Massimo di estorsione per aver chiesto ad una radio locale la lettura di un testo sulle morti in carcere del marzo 2020. Juan invece di un attacco al Tribunale di Sorveglianza di Trento del 2014.
Questo l’esito della sentenza:
Agnese è stata condannata per il solo favoreggiamento a 8 mesi. La pena in primo grado era di due anni.
Massimo è stato condannato a 6 mesi per violenza privata, in primo grado invece aveva ricevuto una pena ad un anno e un mese per estorsione.
Juan, con nostra grande gioia, è stato assolto.

Sempre avanti, per la libertà!
JUAN LIBERO, STECCO LIBERO, NASCI LIBERO!
Tutti liberi, tutte libere!

TREVISO: SENTENZA DI PRIMO GRADO PER LE PROTESTE NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA EX CASERMA SERENA

Diffondiamo:

Sentenza di primo grado per le proteste nel centro di accoglienza Ex Caserma Serena (Treviso): solidarietà a Mohammed, Abdou e Amadou!

Il 20 ottobre il Tribunale di Treviso ha pronunciato la sentenza di primo grado nei confronti di Mohammed, Amadou e Abdourahmane, per le proteste avvenute l’11 e 12 giugno 2020 dentro il centro di accoglienza Ex Caserma Serena di Treviso, di cui i tre erano accusati.
L’accusa di devastazione e saccheggio è caduta, ma è rimasta quella di sequestro di persona per i fatti del 12 giugno. Il PM aveva inizialmente chiesto condanne di 6 anni, ma al termine di questa udienza due di loro sono stati condannati a 1 anno e 8 mesi, e l’altro a 2 anni.

La repressione che i tre hanno subìto ha voluto fin da subito essere esemplare: si voleva punire una rivolta per dare un segnale a tutte le altre, in un’estate in cui le proteste si moltiplicavano in tutti i luoghi di reclusione per persone immigrate in Italia.
Il quarto imputato di questo processo, Chaka Ouattara è morto in isolamento nel carcere di Verona il 7 novembre 2020 nel silenzio e nell’indifferenza generale.

Abdou, Mohammed e Amadou hanno passato tre anni tra carcere, arresti domiciliari e obblighi di firma. A tutto questo si aggiunge il ricatto quotidiano di non riuscire più a ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno, di non avere abbastanza mezzi economici e reti di relazioni per sostenere le spese legali e tutto il peso della repressione.
Per questo è importante tenere viva la solidarietà nei confronti dei tre e di tutt* quell* che spesso nell’isolamento più totale lottano per la propria libertà.

Venerdì mentre il Tribunale di Treviso pronunciava la sua sentenza, c’è stato un presidio solidale davanti al tribunale e diversi striscioni di solidarietà sono apparsi in diverse città d’Italia: a Torino, a Roma in occasione del corteo per la Palestina nelle strade di Torpignattara, e anche a Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, per ribadire ancora una volta che chi lotta non è mai solo.

Per Chaka, in solidarietà con Abdou, Mohammed e Amadou, TUTT LIBER!

BOLOGNA E RESIDENZE PSICHIATRICHE: ANCORA ABUSI E MALTRATTAMENTI

Di recente l’Assemblea della Rete Antipsichiatrica ha fatto emergere gli abusi e i maltrattamenti che regolano la vita all’interno di moltissimi centri residenziali per persone con disabilità o fragilità psichica: dai maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Stella Maris, passando per gli abusi all’interno delle strutture della Cooperativa Dolce di Bologna, per arrivare agli orrori della Comunità Shalom di Brescia.

Dopo gli abusi che hanno visto coinvolta di recente la Cooperativa Dolce, di nuovo a Bologna si parla di maltrattamenti sistematici all’interno di una residenza psichiatrica: persone legate a terra con del nastro isolante, utilizzo punitivo della così detta ‘camera morbida’ su ospiti ritenuti particolarmente ‘problematici’, chiusi anche per giorni, somministrazione di farmaci in dosaggi superiori rispetto a quanto prescritto.

Questa volta si tratta di una struttura socio-assistenziale per persone con disagio psichico di Bazzano, in Valsamoggia, gestita dalla cooperativa Altius. A seguito della denuncia di un ex dipendente la struttura è stata chiusa e le persone trasferite in altre strutture.

Sono state emesse sei misure cautelari nei confronti della direttrice e di altri cinque dipendenti, indagati a vario titolo per maltrattamenti e sequestro di persona. La direttrice si trova attualmente ai domiciliari, i cinque dipendenti della struttura hanno invece ricevuto un provvedimento di divieto di avvicinamento alle persone offese.

Sappiamo che nessuna sentenza e nessun tribunale metterà fine o scalfirà questa violenza. È importante non spegnere i riflettori su una brutalità così estesa, capillare, non episodica, rompere il silenzio che sorregge questi abusi, che non sono episodi, ma più spesso la prassi che regola queste strutture.


Link:

https://assembleareteantipsichiatrica.noblogs.org/post/2023/10/02/residenze-psichiatriche-abusi-maltrattamenti-e-uccisioni/

https://www.bolognatoday.it/cronaca/maltrattamenti-sequestro-persona-struttura-sanitaria.html

https://www.lastampa.it/cronaca/2023/10/21/news/pazienti_maltrattati_nel_bolognese_venivano_legati_e_chiusi_in_un_seminterrato_ai_domiciliari_una_responsabile_e_altri_5_i-13800822/

FUORI ALFREDO DAL 41-BIS! FUORI TUTTX DAL 41-BIS!

La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e gli organi centrali di polizia, nell’udienza di ieri davanti al tribunale di sorveglianza di Roma hanno chiesto la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito. Il tribunale si è riservato di decidere.

Link: https://www.osservatoriorepressione.info/la-direzione-nazionale-antimafia-antiterrorismo-chiede-la-revoca-del-41-bis-alfredo-cospito/

TRENTO: A PRECIPIZIO [TESTO]

Diffondiamo il testo di un volantino diffuso a Trento da compagne e compagni anarchici che ci sentiamo di condividere. Lo condividiamo introducendolo con questa poesia.

Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.

Mahmoud Darwish (1941-2008),
poeta palestinese

Di seguito il testo del volantino:

A PRECIPIZIO

Mentre la repressione dello Stato colpisce sempre più duro, a Gaza si stanno spalancando le porte dell’abisso.

Ciò che da anni si sperimenta anche qui contro le minoranze ribelli – una mistificazione costante sul concetto di «terrorismo», l’isolamento carcerario di compagne e compagni per impedire loro persino di leggere e di scrivere, la chiusura di siti e la detenzione dei redattori di un quindicinale anarchico – si sta allargando a chiunque dissenta o anche solo ricordi quella storia che la propaganda di guerra vorrebbe cancellare. Direttori di giornali che auspicano nei salotti televisivi la distruzione di Gaza, studenti picchiati a Livorno per uno striscione che dice «Né con Israele né con Hamas», i governi francese e tedesco che vietano le manifestazione in solidarietà con la popolazione palestinese in quanto «apologia del terrorismo» – tutto questo sta dicendo anche ai più distratti una cosa ben precisa: siamo in guerra.

La spirale in atto non è né sorprendente né casuale. Più la classe dominante occidentale si sente fragile e più diventa feroce. Da un lato deve imporre quella violentissima ristrutturazione della società chiamata quarta rivoluzione industriale, dall’altro vede vacillare – in Ucraina, in Niger e ora con lo shock per il crollo del mito dell’invincibilità dei muro israeliano – il proprio potere globale. E allora colpisce a casaccio: ecologisti dai propositi ben poco rivoluzionari ed ex ambasciatrici che ricordano l’oppressione storica dei palestinesi, passando per un ricercatore universitario fino a ieri simbolo della libertà di parola incarcerata dalla dittatura egiziana, e ora in odore di «terrorismo» per le parole contro Netanyahu. Se all’intellettuale scomodo si tirano le orecchie, il terrore poliziesco vero e proprio è riservato ai giovani proletari di periferie sempre più grandi ed esplosive, e alle masse dei poveri in fuga. Un’umanità da tenere sotto il tallone di ferro anche grazie a quella detenzione amministrativa – cioè all’imprigionamento in assenza di qualsiasi reato – sperimentata proprio in Israele o oggi estesa in tutto il mondo.

La propaganda totalitaria ricalca sempre gli stessi schemi: non accetti la gestione autoritaria del Covid, e allora sei un «negazionista»; non ti schieri con la NATO, e allora sei un «filoputiniano»; consideri il 41 bis una forma di tortura, e allora stai con i mafiosi. Questa logica binaria sta raggiungendo ora il più ignobile parossismo: mentre in Israele giornalisti e persino ex capi dell’esercito o dei servizi segreti definiscono il governo di Netanyahu una banda del Ku Klux Klan (e come altro definire dei ministri che sostengono apertamente la superiorità del sangue ebreo e la natura animalesca dei palestinesi?), in Italia chi dice molto meno finisce alla gogna mediatica o sotto i manganelli della polizia.

Mentre quasi un milione di palestinesi sono in fuga da un lato all’altro della prigione di Gaza con un’unica destinazione consentita: il deserto del Sinai, per sopravvivere nel quale l’ONU si dichiara pronta ad offrire ai fuggiaschi delle generose tende; mentre il ministro della guerra israeliano definisce gli abitanti di Gaza «animali dalle sembianze umane» e una deputata suo stesso partito Likud invoca il «giudizio finale» con la distruzione totale dei gazawi; mentre in quelle terre l’utopia anarchica di una libera federazione, egualitaria e senza Stati, tra arabi ed ebrei giace nel fango e nel sangue, è necessario più che mai non rinunciare né alla propria umanità né alla propria facoltà di giudizio. Il nostro campo è quello delle sfruttate e degli sfruttati contro tutti gli Stati e tutte le borghesie. Siamo senza alcuna ambiguità con le masse palestinesi contro il colonialismo e il razzismo del sistema-Israele. Se affermiamo chiaro e tondo che la violenza dell’oppresso è sempre responsabilità dell’oppressore, l’unica violenza che difendiamo è quella liberatrice e rivoluzionaria: una violenza che non colpisce nel mucchio, che distingue governi e popolazioni, classi dominanti e classi dominate. Dal momento che è proprio per aver sempre difeso – e, nel limite delle nostre capacità, praticato – questo posizionamento etico e sociale che veniamo colpiti dal carcere e dalla repressione, saranno gli stessi princìpi a orientarci anche nel precipizio dell’orrore e delle parole che lo giustificano.

anarchiche e anarchici

STRAGE A GAZA E RAPPRESAGLIA DI ISRAELE SUI PRIGIONIERI

Gaza: ieri sera è stato colpito l’ospedale al-Ahli Aarab Hospital, conosciuto anche come Baptist Hospital. Si parla di oltre 500 persone rimaste uccise tra pazienti, personale sanitario e famiglie che cercavano rifugio, ma il numero di morti potrebbe essere molto più alto. Mobilitazioni in tutta la Cisgiordania. Ad Amman, in Giordania, assaltata la sede dell’ambasciata israeliana.

https://www.osservatoriorepressione.info/strage-gaza-bomba-sullospedale-1000-morti

Israele: per bloccare ogni accesso ai media e ai mezzi di comunicazione da parte dei detenuti, le autorità israeliane hanno interrotto la fornitura di elettricità e acqua ai prigionieri palestinesi (oltre 5.000 detenuti).

https://www.osservatoriorepressione.info/israele-interrotta-la-fornitura-elettricita-acqua-oltre-5-000-detenuti-palestinesi/

BOLOGNA: CONTAPERSONE E PIAZZA ALDROVANDI A NUMERO CHIUSO PER HALLOWEEN

Mentre continuano le retate interforze inaugurate a gennaio con il patto integrato sulla sicurezza, il Sindaco più smart di sempre fa sapere che per Halloween Piazza Aldrovandi sarà ad “accesso limitato”, gestita con l’ausilio di contapersone. La retorica della “sicurezza”, del “decoro” e del “degrado” diventa sempre più aggressiva: si punta il dito contro la “malamovida”, neologismo che si vuole contrapposto a “buona movida”, cioè a quella socialità che rientra perfettamente negli spazi e nei tempi del consumo stabiliti dai padroni. Una città sempre più escludente ed esclusiva, dove mentre si sgomberano sistematicamente spazi sociali ed esperienze di autogestione, si espelle dal territorio e si marginalizza chi non può permettersi i costosi aperitivi del centro.


Link:

Contapersone per gestire piazza Aldrovandi
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/halloween-2023-piazza-aldrovandi-numero-chiuso-f3rs0pcf

Posto di blocco in via Stalingrado con le auto fatte fermare nell’area di servizio

Alcol alla guida, maxicontrollo della polizia in via Stalingrado

Controlli interforze in stazione e centro
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/spaccio-degrado-piazza-verdi-cani-e69086ff

DUEMILA EURO PER ACCEDERE AL SERVIZIO SANITARIO

I cittadini extracomunitari residenti in Italia dovranno versare un contributo di 2mila euro all’anno per iscriversi al Servizio sanitario nazionale. L’importo sarà ridotto solo per chi ha il permesso di soggiorno per motivi di studio.

Link: https://www.osservatoriorepressione.info/manovra-bilancio-migranti-dovranno-pagare-2000-euro-accedere-al-servizio-sanitario/


Aggiornamento:

In merito al contributo di duemila euro per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, qui un’avvocata specifica cosa prevede il provvedimento e quali  categorie di permesso saranno coinvolte.