FORLÌ: ASSEMBLEA APERTA PER COSTRUIRE UNA MOBILITAZIONE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

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C’è chi dirà che è “troppo tardi”, perchè ormai i giochi nei palazzi del potere sono fatti, ma non pensiamo di costruire una mobilitzione per fare “pressione” sul governo (non esistono governi amici, e questo meno che mai!) ma per trovarci assieme, per organizzarsi tra affini e scoprire chissà nuove complicità, perchè il gioco della repressione è isolare, far prender male, illuderci della nostra impotenza.

E invece crediamo sia fondamentale, proprio nei momenti più bui, guardarsi negli occhi e desiderare di accendere quella fiamma di ribellione, ancora una volta!

ASSEMBLEA APERTA ALLE REALTà, COLLETTIVI, INDIVIDUI DELLA ROMAGNA INTERESSAT* A COSTRUIRE UNA MOBILITAZIONE CONTRO IL DECRETO SICUREZZA E LE SVOLTE REPRESSIVE DEL GOVERNO.

SABATO 22 FEBBRAIO ORE 15.30 AL CIRCOLO ASYOLI (CORSO GARIBALDI 280 FORLI)

– Collettivo Samara –
samara@inventati.org

BOLOGNA: QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLA MARCIA NEOFASCISTA CHIAMATA A BOLOGNA PER IL 15 FEBBRAIO (E POI ANNULLATA)

Riceviamo e diffondiamo queste note sulla marcia neofascista indetta a Bologna per il 15 febbraio (e poi annullata) e sulle mobilitazioni chiamate per contrastarla.

Dopo le recenti manifestazioni e ronde delle organizzazioni neofasciste Movimento nazionale rete dei patrioti e Casa Pound, in queste settimane Bologna si stava preparando a rispondere all’ennesima chiamata fascista in città. Il 15 febbraio alle 15, tale Patrick D’Amato, questo il suo nome online, aveva indetto via social una marcia per la sicurezza e contro il degrado, in stazione centrale, sotto la sigla, tutta virtuale, “Rivoluzione Nazionale”. Piu che un gruppo organizzato tale sigla, ad un’analisi più attenta dei profili social, è risultata riferirsi ad un giovane romagnolo esaltato che cerca di raccattare consenso via social per creare il suo movimento, scontento delle sigle piu organizzate. Sproloqui scritti in prima persona si possono trovare su telegram, tik tok, instagram. L’attivitá fino a ora sembra limitarsi a qualche attacchinaggio, a qualche adesivo in giro, e alla propaganda portata avanti online. La mancanza di una vera organizzazione si evidenziava dai diversi sondaggi lanciati su telegram dal giovane mitomane, che in queste settimane stava cercando di capire quanti iscritti ai suoi canali si sarebbero presentati davvero alla chiamata, segno dell’assenza di una vera rete di supporto. Negli ultimi giorni abbiamo assistito addirittura a battibecchi online tra la rete dei patrioti e questa neonata sigla, in cui i primi hanno preso le distanze dalla seconda, denigrandone l’iniziativa.

Il primo canale telegram nasce a marzo, 183 iscritti, si chiama “Rivoluzione neofascio” ma si sa, comunicativamente, suona meglio “Rivoluzione Nazionale”. Cosi da ottobre, canale nuovo.  Sul canale si incontrano diversi tentativi di organizzare ronde e pessaggiate. La modalità è la stessa, un soliloquio fatto di sproloqui, e sondaggi con un  “pubblico” pressochè inesistente. A prendere in considerazione un sondaggio per una ronda a Bologna a novembre sono in sei.

Il fatto che non sia un gruppo organizzato non deve per forza rassicurare, e anzi, potrebbe comportare un aspetto di imprevedibilitá maggiore, di fatto però è stato chiaro fin da subito che si trattava di una chiamata tutta virtuale e senza struttura, e infatti è bastato uno scappellotto dai fasci organizzati, e uno dalla questura, per far si che l’eroe annullasse la marcia e chiedesse ai “camerati” di non presentarsi il 15. Patrick però rassicura, la manifestazione verrà riproposta in altre forme, rispettando tutte le norme imposte dalla questura, ha imparato la lezione, farà le cose a modo. Alle 14:20 video e proclami sul fatto che la marcia non si sarebbe fermata, alle 18:20 tutto annullato. Una storia che ha del ridicolo.

Ai diversi sondaggi lanciati e rilanciati dal canale a sigla RN per capire in quanti iscritti al gruppo telegram si sarebbero presentati alla chiamata, avevano risposto positivamente meno di quaranta persone su uno, una ventina su un altro. Questi sondaggi e questi numeri però vogliono dire poco e niente e non possono essere considerati un elemento di valutazione attendibile, trattandosi di persone di cui è ignoto il reale coinvolgimento.

A Bologna per il 15 febbraio sono state chiamate due piazze dai movimenti per contrastare questo tentativo di adunata di feccia, una in Piazza Medaglie D’oro, nel luogo di indizione dove doveva partire questa marcia, una in Piazza dell’Unitá.

Va notato che nel movimento le informazioni circa questa “marcia” e la sigla che l’ha promossa sono girate in modo grossolano, sull’onda di un allarmismo un po’ prematuro. L’antifascismo così rischia di diventare soltanto la vetrina della realtà di turno per autorappresentarsi.

Il neo-fascismo risorgente non va assolutamente sottovalutato, ma occorre collocarlo nel contesto corretto per poterlo contrastare e combattere con metodi efficaci ed adeguati. Analizzare la natura e la geografia di queste nuove formazioni neo-nazifasciste non può essere fatto in modo superficiale, e serve a poco se questa attività non viene accompagnata da una costante vigilanza, da coerenti pratiche di mobilitazione, e dall’antifascismo militante.

Chissà, forse se si fosse evitato di ingigantire questa marcia avremmo potuto incontrare il prode Patrick alla stazione, spiegargli davvero cos’è l’antifascismo, e di non riprovarci più?

Alcune antifasciste⁩⁩⁩

 

SOLIDARIETÀ AI RIVOLTOSI DI GRADISCA D’ISONZO: PRESIDIO CONTRO I CPR

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Il 21 gennaio, nel CPR di Gradisca d’Isonzo, la paura e l’isolamento hanno cambiato campo. Dopo due giorni di scontri, diversi fuochi sono stati accesi nella notte. Com’era già successo durante la notte di capodanno, alcuni prigionieri sono saliti sul tetto in segno di protesta. Sono così iniziati degli scontri all’interno del Cpr quasi ininterrotti.

La risposta della polizia è stata manganelli, lacrimogeni e getti d’acqua contro chi si è ribellato alle torture e violenze. Le rivolte hanno portato alla chiusura dell’area rossa e 35 detenuti sono stati deportati in Tunisia e Marocco o trasferiti in carcere.

Torniamo ancora una volta sotto a quel muro che nasconde un lager etnico legalizzato, torniamo per portare solidarietà e rompere silenzio e isolamento verso chi continua a lottare per la libertà e non piega la testa verso uno Stato razzista che vuole l’omogeneità e la pacificazione sociale.

Perché i CPR si chiudono con il fuoco non sia solo uno slogan.
SABATO 8 FEBBRAIO ORE 15:30 DAVANTI AL CARA

FREDOOM-HURRIYA-LIBERTÀ
Assemblea no cpr


SULLA LOTTA DI INIZIO ANNO NEL CPR DI GRADISCA D’ISONZO:

https://nocprtorino.noblogs.org/post/2025/02/02/sulla-lotta-di-inizio-anno-nel-cpr-di-gradisca-disonzo/

PALERMO: CONTRO L’ESTRATTIVISMO E LE GRANDI OPERE

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7 febbraio
h 18.00 – via carrettieri 14

Contro l’estrattivismo e le grandi opere!

  • Proiezione del documentario sulla lotta antiestrattivista del popolo mapuche “inkayan gnen ko” (in difesa del fiume Cholchol – Wallmapu)
  • Approfondimento con un compagno cileno sulla lotta Mapuche
  • Aggiornamento sulla repressione in Cile
  • Discussione sulle lotte contro il ponte di Messina e presentazione del corteo Noponte di sabato 1 marzo.

A seguire cena e birrette!

MILANO: GIORNATA ANTICARCERARIA

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Il 9 febbraio al Cox 18 (via Conchetta 18)

dalle 15:00
presentazioni e aggiornamenti
– Presentazione del progetto: “HAIKU SENZA HAIKU”
Raccolta di versi scatenati e sillabe Incendiare ispirata da Juan Sorroche
– Presentazione dell’opuscolo “ERBARIO ANTICARCERARIO”
Scritto da un ex detenuta sulle sue esperienze di utilizzo di piante medicinali in carcere
– Presentazione dell’opuscolo di OLGa
– Presentazione del “Vademecum sulle misure alternative”

dalle 19:30
aperitivo benefit per il processo al corteo dell’11 febbraio per lo sciopero della fame di Alfredo Cospito

Assemblea milanese contro il 41bis e l’ergastolo

TORINO: MISURE CAUTELARI OPERAZIONE CITY

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Nuove misure cautelari per l’Operazione City

Il 30 gennaio la Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi (sia della Procura di Torino sia della difesa), disponendo tre nuove misure cautelari – che si aggiungono alle 14 già applicate da mesi –, questa volta  per altrettanti compagni trentini: due obblighi di dimora e di firma giornaliera (per una compagna già da tempo in detenzione domiciliare per dei definitivi di pena e per un compagno già sottoposto da qualche settimana alla “libertà controllata”, cioè ad obbligo di dimora e firme, per un decreto penale di condanna) e le firme quattro volte alla settimana per una terza compagna.

L’Operazione City è l’inchiesta per la manifestazione in solidarietà con Alfredo Cospito che si era svolta a Torino il 4 marzo 2023, per la quale si aprirà il processo nel maggio prossimo contro 19 imputate e imputati di “devastazione e saccheggio” (https://ilrovescio.info/2025/01/13/aggiornamento-sulloperazione-city/).

Quel 4 marzo c’eravamo tutti. Solidarietà agli imputati e alle imputate. Fuori Alfredo dal 41 bis!

USO DI SOSTANZE E CULTURA DELLO STUPRO

Riceviamo e diffondiamo:

Questo scritto è il frutto di alcune riflessioni che ho fatto, da solo o con compagnx, nel corso degli ultimi anni. Chi scrive è una persona socializzata maschio, cis, bianco, europeo, che vive in un ambiente piccolo borghese (perlopiù ex studentx universitarix), utilizzatore di sostanze e frequntatore di rave party e serate di musica elettoronica. Mi rivolgo, principalmente ma non solo, ai maschi cis etero, sperando di stimolare riflessioni personali e dibattiti, in una prospettiva di distruzione di privilegi e per essere alleati migliori delle lotte transfemministe.

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NUOVO OPUSCOLO: PRIMI PASSI… ATTRAVERSO IL DDL SICUREZZA VERSO UNO STATO DI GUERRA

A cura di Materiale Piroclastico

«È la preparazione della guerra in altri ambiti – politici e sociali – che da lungo si preparano ad essere qui arrivati ad un punto di svolta. Dopo i passi che la legislazione emergenziale ha approntato in questi anni, con il ddl 1660-1236 è la volta di scoprire le carte, con un bel salto in avanti. Il terreno è finalmente fertile per l’accrescersi del sentimento patriottico, il pozzo è avvelenato, la costruzione del nemico è ultimata, le forche sono distribuite ai passanti.»

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NUOVA PUBBLICAZIONE (PRIMA VOLTA IN ITA): PREPARARSI ALLA TORMENTA. RIFLESSIONI ANARCHICHE SULL’ORGANIZZAZIONE

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Prepararsi alla tormenta. Riflessioni anarchiche sull’organizzazione.
Di Grupo Tensión (Madrid). Titolo originale “Prepararse para la tormenta. Reflexiones anárquicas en torno a la organización” pubblicato originariamente da Afilando Nuestras Vidas, febbraio 2024.
Traduzione a cura di La Riada, editato da Robin Book, dicembre 2024.

«Quali contribuiti, quali esperienze troviamo nel nutrito arsenale delle idee anarchiche, rispetto a strumenti così comuni come l’organizzazione, l’assemblea, la conflittualità, la progettualità, l’azione diretta o le relazioni tra individui e collettivo?

Come affermiamo la negazione del principio di autorità in forma di lotta permanente contro la stagnazione, la burocrazia, il culto del feticcio organizzativo, l’identità corporativa, il consenso, la democrazia, l’assemblea, lo schiacciamento dell’individuo, la rinuncia ai principi e all’essere inghiottiti dai meccanismi dell’integrazione, riproduzione e assimilazione al sistema capitalista e allo stato?

Cosa intendiamo per conflitto, attacco, azione diretta, sabotaggio, agitazione? Qui troverete un punto di partenza per porci queste domande a partire dall’esperienza pratica dei gruppi d’affinità anarchici, cellula primordiale di un invariabile numero di possibilità orientate al conflitto permanente come unica via per evitare la pacificazione e l’integrazione nelle logiche del sistema.

La cospirazione anarchica assume molte forme.»

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ROMA: FIERA DELL’EDITORIA E DELLA PROPAGANDA ANARCHICA [4-5-6 APRILE 2025]

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Fiera dell’editoria e della propaganda anarchica 4/5/6 aprile 2025
C/O STRIKE, via Umberto Partini 21, Roma.

E’ nel contesto di un tessuto sociale che fatichiamo a riconoscere come interlocutore, “neutralizzato” da quegli apparati del capitale impegnati a distorcere la propria immagine al fine di giustificare la corsa agli armamenti ed il raggiungimento della sovranità tecnologica, che tentiamo di riconoscerci come elementi di sovversione anarchica.

Tentiamo di comprendere e dissipare quelle massicce gettate di fumo negli occhi di chi, attorno a noi, conformatosi ai canoni narrativi della società politica, si avvicina sempre più prepotentemente ad una visione della propria identità basata su retoriche reazionarie e sovraniste. Imperversa quel sentimento emergenziale su cui si fondano le mosse di governi che, strumentalizzando fenomeni diffusi o avvenimenti circostanziali, persistono in un processo volto ad instaurare lo spettro dell’insicurezza generalizzata, di una “deriva criminale” della marginalita’ sociale, creando così le basi che assicurino una tacita accettazione di continue riforme repressive. Esili, invece, ci appaiono le voci di dissenso che fanno perno su un’inconciliabilità strutturale e totale nei confronti di quegli stati che, se silenziosamente rispolverano le vesti di un imperialismo colonial-estrattivista, si esibiscono intanto in amplessi corali ammantati da “volontà” direzionate ad un illusorio benessere collettivo.

Ad orecchie ben allenate giunge la disturbante dissonanza di un’esibizione che annaspa, di un fronte atlantista che continua nella sua opera d’assopimento con le favolette della non-violenza mentre arma di tutto punto il conflitto ucraino e supporta il genocidio del popolo palestinese; di una fortezza europea che si cimenta in un’alternanza di volti umani e caritatevoli (baluardo di un modello democratico ormai desueto) e di posture muscolari e compatte, pronta ad ogni evenienza di fronte al ritrovato nemico esterno. L’implemento della macchina repressiva che ha gettato a pioggia reati associativi negli ultimi anni e che si riscopre adesso concentrata sui “reati d’inchiostro”, è proporzionale al livello di credibilità che l’apparato statale può permettersi di perdere in un momento storico di tale stampo.
Ci imbattiamo, ad esempio, in uno stato italiano che mira, come nel caso del trasferimento di Alfredo al 41BIS, alla soppressione di una propaganda che dia luce al proprio agire, mettendo a tacere e rendendo innocux x “facinorosx della penna”: deviatx e devianti “istigatorx delle masse” provenienti dal movimento anarchico… movimento che, si concorderà, trova attualmente difficile istigare perfino se stesso, inducendoci a riflettere sulle motivazioni della nostra odierna inefficacia e sulle nostre enormi contraddizioni.

L’ingrossamento delle fila di un esercito da parte di presuntx anarchicx, il divario instauratosi a partire dalle risposte date a quell’esperimento di controllo totalitario chiamato pandemia e l’intramontabile oscurantismo reazionario della corrente anti-femminista (riscopertasi queer-transfobica ove accompagnata dalla -più che mai necessaria- critica antitecnologica) sono solo alcune di quelle antinomie che si stagliano a monito nel ricordarci che in questo stagno intorbidito non c’è ossigeno per tuttx. Non c’è e non ci potrà essere alcuna imposta comunanza a priori che non ci trovi succubi di un tensione repressa, smantellata della sua estasi distruttiva o mutilata della gioia della complicità. I perché della nostra inefficacia in questo presente, dove il mondo assume le sembianze tanto più reali (e quanto meno colte) del malanno tecno-militar-capitalista, sono da ricercare anche in questo, anche e soprattutto rivolgendo lo sguardo al nostro interno, alle nostre contraddizioni, al nostro sentire come movimento rivoluzionario e al nostro chiederci per chi, oggi, ascoltare il richiamo all’azione. Per noi stessx in prima istanza? Per chi sentiamo vicino come compagnx? Per chi riconosciamo come oppressx? Per il solo amore del nostro mondo di rabbia che ci trova affini nel convergere all’attacco di questa società?

E’ per condividere le risposte a queste domande, per consolidare, creare e riscoprire i sentieri dell’affinità che ci fanno percepire come consapevolmente unitx (o volutamente divisx), che pensiamo importante una fiera dell’editoria. Senza discussioni e dibattiti su quelle che sono le nostre idee, la nostra storia e i nostri sogni rischiamo infatti di diventare solo un’altra porzione del mondo antagonista: settario, ideologico, identitario, definitivamente inoffensivo perché soggiogato al pensare politico e non inebriato dal sogno sovversivo. Un libro, un dibattito e un linguaggio che, tramite la nostra pubblicistica, si fa collettivo favorendo la cospirazione è mai più d’oggi necessità volta a distruggere l’avvenire che ci viene prospettato, per accelerare la schiusa dell’azione da quella crisalide che chiamiamo parola.
Quello a cui miriamo e’ un momento di incontro con compagnx di diversi contesti, che tenti di abbattere i confini, anche quelli culturali e linguistici e che tenda verso una crescita qualitativa nella condivisione di analisi ed esperienze che travalichino i nostri orizzonti territoriali apportando così nuovi stimoli al nostro desiderio di sovversione. Riprendiamo in mano lo strumento della solidarietà anarchica, per spezzare l’isolamento in cui x prigionierx sono costrettx e intrecciarci con proposte di lotta in corso altrove per moltiplicare le potenzialità del nostro intervento, nell’ottica d’una concreta progettualita’ che non conosca frontiere.

Tessiamo le reti della complicità per tornare a scorgere gli sfumati contorni della volontà liberatrice tra le fosche tinte dell’esistente.

Di seguito il blog di riferimento della fiera su cui verranno pubblicati il programma e altri materiali utili:

https://romeanarchistbookfair.noblogs.org/post/2025/01/25/testo-di-presentazione-fiera-delleditoria-e-della-propaganda-anarchica-roma-4-5-6-aprile-2025/