NAPOLI: IN SOLIDARIETÀ CON ZAC E TUTTI I PRIGIONIERI

Operazione repressiva a Napoli e Pozzuoli: arrestato un compagno

Il 28 marzo, in due case a Napoli e Pozzuoli, sono state effettuate perquisizioni legate ad un’indagine per 270 bis, partita in seguito ad altre perquisizioni avvenute nel maggio 2022.

L’esito preliminare delle indagini, ancora in corso, ha portato all’arresto preventivo di un compagno per un attacco incendiario al consolato greco, che l’accusa inserisce nell’ambito della campagna di solidarietà al prigioniero greco Dimitris Koufontinas in sciopero della fame.

Dopo una giornata in questura, il compagno è stato tradotto nel carcere di secondigliano in sezione AS2, mentre tre compagne sono state rilasciate. Secondo le carte i tempi dell’arresto sono stati accelerati dalle incalzanti azioni di solidarietà ad Alfredo Cospito, prigioniero anarchico in sciopero della fame contro 41 bis ed ergastolo ostativo.

Questa operazione si inserisce nel clima di caccia alle streghe che vede nellx anarchicx il nemico pubblico da eliminare. Di fronte al diffondersi delle azioni in solidarietà ad Alfredo in Italia e all’estero, il tentativo dello Stato è di soffocare ogni scintilla di ribellione.

La nostra solidarietà non si fermerà mai di fronte alla repressione.

Assemblea contro carcere e repressione

In occasione dell’udienza di riesame presidio giovedì 6 aprile alle 9 in Piazzale Cenni a Napoli.


Zac è stato trasferito a Terni e si trova in cella con Juan, per scrivergli:
Marco Marino
c.c. di Terni
Strada delle Campore, 32
05100 – Terni

SENTENZA D’APPELLO PROCESSO BRENNERO

Da La Nemesi

Il 17 marzo, presso il tribunale di Bolzano, è stata emessa la sentenza d’appello del processo per la manifestazione contro le frontiere del maggio 2016 al Brennero.

Se c’è stato un generale abbassamento delle pene (da 150 a 123 anni complessivi, con 8 assoluzioni per avvenuta prescrizione del reato), il bilancio è comunque pesante (teniamo presente che il processo era in abbreviato). 28 tra compagne e compagni hanno ricevuto pene sopra i 2 anni, mentre 5 compagni hanno preso più di 4 anni (la condanna più alta è stata a 5 anni e 1 mese di carcere) per concorso in resistenza aggravata, violenza privata, lesioni ecc. Non ha retto, come già in primo grado, l’accusa di devastazione e saccheggio.

Altro elemento significativo è che il giudice ha negato a tutte e tutti coloro che ne hanno fatto richiesta la possibilità di accedere alla cosiddetta riforma Cartabia. Benché la data della sentenza fosse stata rinviata formalmente per consentire a imputati e imputate di ricorrere alla nuova legge, la richiesta di accedervi è stata negata con il pretesto dei precedenti penali e della “pericolosità sociale” di imputate e imputati. Ma c’è un dato ancora più emblematico: l’argomento principale per il rigetto delle “pene sostitutive” è stata la mancata abiura delle proprie condotte da parte degli imputati. La natura sempre più apertamente premiale delle sentenze non vale solo per la magistratura di sorveglianza, ma anche per i tribunali ordinari. A fare la differenza sul tipo di pena non è tanto il reato in sé, ma il “ravvedimento” o meno dell’accusato.

Per più di 30 imputati e imputate, quindi, potrebbero aprirsi in futuro le porte del carcere.

Questa sentenza non fa che prolungare la violenza strutturale del razzismo di Stato, quell’insieme di leggi, pratiche neocoloniali, detenzione amministrativa e dispositivi polizieschi che producono stragi, morti in serie e un’umanità costretta in condizioni di semi-schiavitù. Dalla raccolta nei campi ai tanti settori dell’“economia informale”, dal ricatto del permesso di soggiorno – che pesa sulla logistica, sull’edilizia, sulla ristorazione, sui “lavori di cura”… – al grasso mercato degli affitti in nero, il terrore esercitato dalle frontiere è parte strategica quanto innominabile dello sfruttamento capitalistico.

123 anni di carcere per un corteo ci dicono in modo plateale che siamo in guerra, che i margini del dissenso consentito si restringono e che il conflitto non negoziato è una diserzione dal fronte da punire in modo esemplare.

Il muro anti-immigrati al Brennero – che la polizia austriaca aveva definito una mera “soluzione tecnica”… – non è stato costruito. Forse grazie anche a chi quel 7 maggio 2016 si è battuto con generosità e coraggio.

Solidarietà alle compagne e ai compagni condannati.

RICHIESTA DI APPELLO PER IL PROCESSO “BIALYSTOK”

Diffondiamo: nelle ultime settimane sono state notificate ax imputatx del processo “Bialystok” le richieste di appello alla sentenza di primo grado presentate dall’accusa. Sostanzialmente il pubblico ministero Dall’Olio prova a riproporre lo stesso impianto accusatorio dopo aver fatto un vistoso buco nell’acqua col il processo di primo grado che non ha visto riconoscere le accuse associative (art. 270bis e 416 in subordine), di attentato (art. 280), di istigazione (art. 302 e 414 cp), e di incendio. In risposta le difese hanno presentato a loro volta richiesta di appello.

È evidente l’intenzione della controparte di tenere in vita il più possibile un procedimento che cerca di provare la pericolosità dei rapporti di solidarietà tra anarchicx, e nello specifico la possibilità di Alfredo Cospito di “influenzare” l’anarchismo d’azione all’esterno del carcere attraverso scritti e lettere.

L’udienza è stata fissata per il giorno 30 Maggio.

SENTENZA DI APPELLO PER JUAN

Sentenza di appello per Juan: il compagno è stato condannato a 14 anni e 10 mesi dalla corte d’assise d’appello di Venezia per gli ordigni contro la sede della Lega di Villorba (Treviso) dell’agosto 2018.

Per scrivere al compagno:
Juan Sorroche Fernandez
Strada delle campore 32
05100 Terni

Solidarietà rivoluzionaria con tutti i prigionieri anarchici!

ALFREDO: RIGETTATE LE RICHIESTE DI DIFFERIMENTO PENA

I tribunali di sorveglianza di Milano e Sassari hanno respinto le richieste di differimento pena – domiciliari – per Alfredo. Lo sciopero della fame è considerato “strumentale”. I giudici milanesi scrivono: “La strumentalità assolutamente certa” dello sciopero “ha dato corso alle patologie presenti”. “La condizione clinica è diretta conseguenza” della protesta al regime del 41bis cui è sottoposto.

SAINTE-SOLINE, MANIFESTAZIONE CONTRO IL BACINO IDRICO: UN COMPAGNO IN TERAPIA INTENSIVA COLPITO ALLA TESTA DA UNA GRANATA ESPLOSIVA

Diamo diffusione al comunicato sulla situazione di S., compagno colpito alla testa da una granata esplosiva a Sainte-Soline durante la manifestazione contro il bacino idrico.

Sabato 25 marzo a Sainte- Soline, il nostro compagno S. è stato colpito alla testa da una granata esplosiva durante la manifestazione contro il bacino idrico.
Nonostante il suo stato di assoluta emergenza, la prefettura ha consapevolmente impedito ai servizi di assistenza sanitaria prima di intervenire, e dopo di trasportarlo in un ospedale in cui potesse ricevere le cure adeguate. Attualmente si trova in terapia intensiva neurochirurgica. La sua prognosi vitale è ancora riservata.
L’esplosione di violenza che i manifestanti hanno subito ha provocato centinaia di feriti, con diverse lesioni fisiche gravi, come riportano i vari bilanci disponibili.
I 30.000 manifestanti erano venuti con l’obiettivo di bloccare la costruzione del mega-bacino idrico di Sainte-Soline: un progetto di monopolizzazione dell’acqua da parte di una minoranza e a vantaggio di un modello capitalista che non ha più nulla da difendere se non la morte. La violenza del braccio armato dello Stato democratico ne è l’espressione più evidente.
Nella breccia aperta dal movimento contro la riforma delle pensioni, la polizia mutila e cerca di assassinare per impedire la rivolta, per difendere la borghesia e il suo mondo.
Nulla indebolirà la nostra determinazione a porre fine al loro dominio. Martedì 28 marzo e nei giorni successivi, rafforziamo gli scioperi e i blocchi, scendiamo in piazza, per S. e per tutti i feriti e i rinchiusi dei nostri movimenti.
Viva la rivoluzione.
Dei compagni di S.
PS: Se avete informazioni sulle circostanze del ferimento di S., contattateci all’indirizzo: s.informations@proton.me.

Desideriamo che questo comunicato venga diffuso il più possibile.