Dalla pagina fb del Comitato lavoratori delle campagne,(qui)
Contro la repressione e il razzismo, solidarietà agli imputati!
Link:
Cresciamo nei terreni incolti, nelle zone asciutte e sassose, ai bordi dei viottoli
Dalla pagina fb del Comitato lavoratori delle campagne,(qui)
Contro la repressione e il razzismo, solidarietà agli imputati!
Link:
Un saluto a tutt*
La mattina del giorno 15/07/2019, mi ritrovai gli sbirri in casa che mi chiesero di seguirli per la firma di una notifica.
Arrivati in questura scoprii che la notifica riguardava la mia espulsione per il giorno seguente, così mi portarono e trattennero all’aereoporto di malpensa.
Naturalmente lo stesso giorno del trattenimento ci fu un processo in stile medievale con tutto già deciso in partenza.
Il giorno seguente, a Malpensa, mi fu detto da uno sbirro che l’espusione era stata bloccata dalla CEDU (corte europea dei diritti umani), così che invece di liberarmi e basta, non soddisfatti degli esiti della corte europea, decisero di rinchiudermi nel cpr di Bari.
Se fino allora gli sbirri erano stati legalisti, nel cpr di Bari gli sbirri sono tutt’altro che sbirri “legalisti”. Vorrei soffermarmi su alcune precisazioni riguardanti il cpr;
1) All’interno del cpr è vietato introdurre telecamere o cose simili.
2) I telefoni vengono forniti dalla struttura stessa (a me personalmente non è mai stato dato…)
3) All’entrata del cpr vieni perquisito come all’entrata di un carcere (il carcere è decisamente meglio) i tuoi effetti personali vengono custoditi da loro, e nel caso tu abbia soldi verranno contati ed anche essi “custoditi” (o meglio incustoditi in tasca altrui dato che all’uscita mi sono quasi fatto menare per averli indietro).
4) La struttura è formata da bracci (spesso nei bracci vieni messo con i tuoi connazionali) ed io ero all’interno di un braccio con una prevalenza di Albanesi.
All’interno del braccio l’aria è nauseante (un mischio di urina e feci), i bagni sono di fronte alle camere, inoltre c’è un soggiorno con una tv dove si mangia ed un campetto dove stare all’aperto.
-Le camere sono formate da semplici file di letti nei quali non ci sono nemmeno lenzuola.
-I bagni sono senza water e l’aria è irrespirabile, con pezzi di escrementi e urina decennali attaccati sulle pareti del bagno e delle docce (le docce sono di fianco al water)
i lavandini anche essi di fianco ai water (ugualmente sporchi di escrementi).
5) Il cibo viene drogato di psicofarmaci tranquillizzanti.
Ora, a distanza di quasi due anni, si è tenuta l’udienza definitiva della corte europea, la quale ha delegato la decisione sulla mia espulsione al governo italiano, che ovviamente mi ha espulso.
L’elenco è lungo ma le cose principali sono queste. Io non sono sorpreso dal trattamento riservato ai senza documenti. Non sono sorpreso dal fatto che mi vogliano espellere; del resto lo stato è lo stato, e come tale vuole salvaguardare i suoi interessi! Sappiamo tutti come si comporta lo stato con i suoi nemici. E nulla ci deve più sorprendere, ma al contrario prepararci a sferrare un pugno più potente cercando di schivare i colpi. Siamo noi che dobbiamo sorprendere loro e non viceversa.
Divine.
Link: https://roundrobin.info/2021/06/un-testo-di-divine-sulla-sua-espulsione-dallitalia/
Liberiamo nelle brughiere:
Oggi 14 maggio, mentre nel tribunale di Bolzano si stava pronunciando la sentenza per 63 compagne\i accusate\i di devastazione e saccheggio per il corteo contro le frontiere al Brennero del 7 maggio 2016, per le\i quali l’accusa ha chiesto oltre 300 anni di carcere, un gruppo di compagne è entrato nella stazione di Bologna raggiungendo il binario da cui partiva il treno Obb diretto a Munich, treno che attraversa quella frontiera dove si sarebbe dovuta costruire nel 2016 una barriera anti-immigrati voluta dallo stato italiano e austriaco. Per mesi su quei treni chiunque non avesse una faccia bianca veniva sottoposto ai controlli della polizia. Questa mattina, su quel binario è stato quindi aperto uno striscione e fatto un intervento, mentre venivano distribuiti dei volantini ai passeggeri del treno, per ricordare loro e a tutti che le frontiere continuano ad uccidere e che chi vi si oppone o cerca di attraversarle è duramente represso.
A Bologna i migranti nel CAS di via Mattei hanno protestato con un blocco per le condizioni di vita all’interno del centro. –> qui e qui
“In più di duecento viviamo ammassati nello stesso campo: il CAS di Via Mattei a Bologna. Alcuni di noi sono in Italia da pochi mesi, altri vivono nel CAS da anni. Siamo sfruttati da agenzie e cooperative nei magazzini della logistica, come quelli dell’Interporto, oppure lavoriamo come rider. Altri di noi non hanno lavoro e non vedono davanti a sé alcuna prospettiva. Le condizioni in cui viviamo sono state enormemente peggiorate dalla pandemia, perciò abbiamo deciso di denunciare pubblicamente la nostra situazione.”
“Viviamo in camerate, o container, con poca areazione, che ospitano oltre dodici persone. Non viene mai misurata la temperatura, né a migranti né a operatori che entrano ed escono dal centro continuamente, di giorno e di notte. Una sola volta ci hanno fatto un tampone senza dire alla città e alla stampa quanti di noi erano positivi. Non sappiamo chi di noi è positivo al Covid-19, viviamo tutti costantemente esposti al pericolo del contagio e non sappiamo se e quando verremo vaccinati.Spesso capita che, nonostante la presenza di un medico, chi sta male o si ferisce venga lasciato solo, senza cura o assistenza. Molti di noi non hanno medico di base né un codice fiscale e non hanno quindi la possibilità di curarsi come si deve. Chi va dal medico della struttura poi deve recarsi in farmacia o negli ospedali pagando le cure di tasca propria, senza possibilità di riduzioni. Chi non lavora non può permettersi nemmeno un biglietto dell’autobus per raggiungere medici e ospedali. Molto spesso ci viene dato del cibo insufficiente e cattivo.”
Qui tutta la lettera
Ad oggi due persone sono ancora in carcere e una agli arresti domiciliari.
“Il 19 agosto Mohammed, Amadou, Abdourahmane e Chaka vengono arrestati per devastazione, saccheggio e sequestro di persona e portati nel carcere di Treviso. Il 7 novembre Chaka, 23 anni, viene trovato morto nel carcere di Verona.
Secondo le accuse, sono colpevoli di aver “capeggiato” le proteste che tra giugno e luglio hanno travolto il Cas ex caserma Serena di Treviso.”
Qui info dalla pagina facebook del Comitato lavoratori delle campagne