BARI: CORTEO PER LA PALESTINA

Riceviamo e diffondiamo

Sabato 14 giugno, ore 17
Piazza Umberto (Bari)

Ultimamente la causa del popolo palestinese sta venendo sbandierata a destra e a manca: ogni giorno, dai social alla televisione, assistiamo ad un genocidio, ad una violenza rumorosa e brutale. Contemporaneamente l’unica cosa che la politica è in grado di fare, quando non reprime per conto d’Israele, sono azioni puramente simboliche. Non si vuole mai fare qualcosa di concreto. Diventa una gara a chi è più ipocrita e qui in Puglia dovremmo sapere che significa.

Chi è con la Palestina non può non riconoscere la complicità delle istituzioni della città di Bari e della regione Puglia nell’occupazione e nella guerra quotidiana al popolo palestinese. Non basta pronunciare slogan, cari Leccese ed Emiliano. Se volete sostenere il popolo palestinese bisogna interrompere i finanziamenti e i rapporti con lo stato illegittimo di Israele, le aziende belliche che continuano a fornirgli armi e le banche che continuano a dare soldi.

Non basta litigare sui social con il console d’Israele in Puglia “Luigi De Santis”. Il consolato israeliano va chiuso. Questo testo allora è rivolto a chi è stancx di sentire parole vuote, di essere presx per il culo. Vediamoci in piazza e lottiamo al fianco del popolo palestinese, assieme a tutti i popoli e le persone oppresse.

APPELLO URGENTE ALLA SOLIDARIETÀ CON IL COMPAGNO PAOLO TODDE IN SCIOPERO DELLA FAME (ITA/ENG/ESP/FRA)

Condividiamo e rilanciamo l’appello (in italiano e tradotto) alla solidarietà diffusa con Paolo Todde, compagno anarchico attualmente al 30° giorno di sciopero della fame contro le condizioni detentive del carcere di Uta. Il 9 giugno alle 18.30 è stato chiamato un presidio in Piazza Costituzione (Cagliari): sempre dalla parte di chi lotta, sosteniamo Paolo e lx detenutx di Uta!


Testo in italiano

Il compagno sardo Paolo Todde, già colpito dalla repressione nella prima metà degli anni 2000 per l’inchiesta contro il vecchio FRARIA di Cagliari, attualmente prigioniero in custodia cautelare con l’accusa di rapina dal 23 ottobre 2024 e già prigioniero pochi anni fa sempre con l’accusa di rapina a mano armata, ha iniziato il 25 aprile uno sciopero della fame insieme ad altri prigionieri per protesta contro le condizioni di vita del carcere di Uta (CA). L’intervento dei garanti con le loro vuote ed inutili promesse ha fatto sì che lo sciopero collettivo venisse interrotto dopo meno di una settimana, ma Paolo ha deciso di riprenderlo da solo l’8 maggio con il chiaro intento di portarlo avanti ad oltranza.

Specifichiamo che Paolo ha più di sessant’anni e ha iniziato lo sciopero della fame partendo da un peso corporeo di soli 61kg.

Paolo condivide con noi il sogno di mille cose: una Sardegna libera, l’odio per le galere e la società che le produce e non è mai stato indifferente di fronte alle continue violenze e prevaricazioni delle forze d’ occupazione coloniali. Per lo Stato farlo tacere o eliminarlo serve da monito per chi combatte contro il sistema e per tutti i prigionieri che si ribellano alla galera. Per questo è sottoposto a continue provocazioni e infamie da parte delle guardie penitenziarie, come il blocco arbitrario della corrispondenza, l’ingresso di denaro, non permettergli di effettuare le videochiamate con la scusa che non c’è linea, portarlo con grande ritardo ai colloqui e fare cadere nei secchi in cui lava gli indumenti i libri, la corrispondenza e tutto ciò che può rovinarsi, etc.

Tutte queste violenze si aggiungono alla situazione che vivono tutti i detenuti e che Paolo denuncia da mesi. Infatti, a Uta, l’acqua non è potabile, non può essere utilizzata neppure per cucinare, dopo che l’amministrazione l’ha mescolata al cloro per eliminare il grave inquinamento da colibatteri fecali che la rende inadatta anche per l’igiene personale. Le celle sempre sovraffollate (sono rinchiusi 140 prigionieri in più della capienza massima) sono chiuse 22 ore al giorno. L’accesso alla biblioteca e al campo di calcetto sono contingentati. Le temperature estive del sud Sardegna raggiungono spesso i 43 gradi. L’assistenza sanitaria è inesistente, le provocazioni della polizia penitenziaria sono continue tanto sui prigionieri che sui loro familiari e spesso si traducono in pestaggi.

Una vita di questo genere è insopportabile per qualunque essere umano, e ancora di più per chi in tutta la sua vita non ha mai piegato la testa ed è sempre stato solidale con i nemici del sistema a partire dal Comitato di Solidarietà con il Proletariato Sardo Prigioniero Deportato oltre 30 anni fa. Paolo, come l’anarchico rivoluzionario Alfredo Cospito, ha deciso di utilizzare il suo corpo come una barricata, iniziando, a rischio della propria vita, una lotta immensa che potrà conseguire risultati solo se saremo in grado di condurre, con la stessa determinazione, una mobilitazione di solidarietà rivoluzionaria e internazionale.

Ribadendo la nostra solidarietà ed il nostro impegno ad estendere la lotta perché l’amministrazione non possa avere pace, ricordiamo ai funzionari, alla polizia penitenziaria e ai vari garanti dei detenuti tutti corresponsabili della situazione attuale che gli oppressi hanno una lunga memoria e che se a Paolo dovesse accadere qualcosa, dovranno assumersene tutte le conseguenze.

Non lasciamo solo Paolo in questa sua battaglia.

Chi volesse anche scrivergli può farlo al seguente indirizzo:

Paolo Todde
C.C. “E. Scalas”
09068 Uta (CA)

Alcuni Anarchici Sardi e altri compagni di Paolo


Text in english

CALL FOR SOLIDARITY FOR COMRADE PAOLO TODDE ON HUNGER STRIKE

The Sardinian comrade Paolo Todde, already hit by repression in the first half of 2000 for the investigation against the old anarchist social club FRARIA in Cagliari, currently in remand with robbery charge since 23 October 2024 and already arrested a few years ago with armed robbery charge, began a hunger strike on 25 April along with other prisoners to protest against the living conditions of the prison in Uta (Sardinia). The intervention of the guarantors with their empty and useless promises caused the interruption of the collective strike after less than a week. Paolo decided to resume it alone on May 8 with the clear intention of carrying it to the bitter end.

We specify that Paolo is over sixty years old and started the hunger strike with a body weight of only 61 kg.

Paolo shares with us a thousand dream: a free Sardinia, the hatred against jails and the society that produces them and has never been indifferent to the colonial occupation forces’violence and prevarications. To silence or to eliminate him for the State is a warning for those who fight against the system and for all prisoners who rebel inside prisons. For that reason he’s subject to provocations and infamies by the prison guards, such as the arbitrary block of correspondence and of the entry of money. They don’t allow him to make video calls with the excuse that there is no line, they bring him with great delay to the talks and drop his books, his letters and everything that can be ruined in the buckets where he washes clothes.

All these violences add up to the situation that all the prisoners live and that Paolo’s reporting since months. In fact, in Uta, water is not potable, it can’t be used even for cooking after the administration has mixed it with chlorine to eliminate the serious pollution from fecal colibacteria that makes it unsuitable also for personal hygiene. The always overcrowded cells (140 more prisoners than the maximum capacity of the jail are locked up there) are closed 22 hours a day. Access to the library and the soccer field are limited. Summer temperatures in southern Sardinia often reach 43 degrees. There is no healthcare and the prison police are constantly provoking prisoners and their families, and doing beatings against pridoners.

This kind of life is unbearable for any human being, and is even more umbearable for those who in their entire lives have never bent their heads and have always fight in solidarity with the enemies of the system starting from the Committee of Solidarity with the Sardinian Proletariat Prisoner Deported. Paolo, like the revolutionary anarchist Alfredo Cospito, has decided to use his body as a barricade, starting, risking his own life, an immense struggle that can only achieve results if we are able to lead, with the same determination, a mobilization of revolutionary and international solidarity.

We reaffirm our solidarity and our commitment to extend the struggle so that the administration have no peace. We remind that officials, the penitentiary police and the various guardians of the prisoners are co-responsible for the current situation and that the oppressed people have a long memory. If something will happen to Paolo, they must assume all consequences. Let’s not leave Paolo alone in this struggle.

Anyone who’d like to write to him can write at the following address:

Paolo Todde
C.C. “E. Scalas”
09068 Uta (CA), Italy

Some Sardinian Anarchists and other Paolo’s comrades


Texto en español

LLAMADA A LA SOLIDARIDAD CON PAOLO TODDE EN HUELGA DE HAMBRE

El compañero sardo Paolo Todde, golpeado por la represión a inicios de los 2000 por la operación contra el Fraria de Cagliari, actualmente en prisión preventiva acusado del atraco del 9 de octubre de 2024 (atraco a un local de apuestas en Sestu), inició el pasado 25 de abril junto a otros presos una huelga de hambre para protestar por las condiciones de vida en la cárcel de Uta (Cagliari). La intervención de los garantes (figura similar al Defensor del Pueblo), con sus promesas vacías e inútiles, provocó que la huelga se viese interrumpida al de una semana. Pero Paolo ha decidido reanudarla el sólo, a partir del 8 de mayo, con la intención de llevarla hasta el final. Señalamos que Paolo tiene 64 años y que ha iniciado la huelga de hambre con un peso corporal de sólo 61 kgr.

Paolo comparte con nosotrxs el sueño de mil cosas como una Cerdeña libre o el odio por las cárceles y la sociedad que las produce, y no ha sido indiferente frente a las continuas violencias y vejaciones de las fuerzas de ocupación colonial (colaboró con el Comite de Solidaridad con el Proletariado Sardo Deportado que prestó apoyo a presxs sardxs dispersadxs en cárceles italianas a finales del siglo XX). Para el Estado doblegarlo o eliminarlo sirve de aviso para quien combate contra el sistema y para todxs lxs presxs que se rebelan frente a la prisión. Por eso (Paolo) ha sido sometido a continuas provocaciones por parte de los carceleros, como el bloqueo arbitrario de la correspondencia o los ingresos de dinero, no permitirle hacer videollamadas con excusas, conducirle con retraso a las visitas, le han tirado sus libros y el correo a los húmedos cestos de la ropa sucia, etc.

Toda esta violencia se suma a la situación que viven los presos y que Paolo lleva meses denunciando. En Uta el agua del grifo no es potable, después de que la administración la mezclò con cloro para eliminar las bacterias fecales que impedían su uso incluso para la higiene personal, ahora no puede usarse ni para cocinar. Las celdas están superpobladas ( hay 140 presos más de la capacidad máxima de la prisión) y están encerrados 22 horas al día. El acceso a la biblioteca y al campo de fútbol se concede a cuentagotas. Las temperaturas veraniegas en el sur de Cerdeña alcanzan los 43 grados. La asistencia sanitaria es inexistente. Las provocaciones de la policía penitenciaria sobre los presos y sus familiares son constantes y a menudo se traducen en palizas. Está vida es insufrible para cualquier ser humano y lo es aún más para quien nunca ha agachado la cabeza y siempre ha luchado en solidaridad con los enemigos del sistema, empezando con el Comité de Solidaridad con el Proletariado Sardo Deportado.

Paolo, cómo el revolucionario anarquista Alfredo Cospito, ha decidido usar su vida como barricada, arriesgando su propia vida, ha iniciado una lucha que solo puede lograr resultados si nosotrxs somos capaces de llevar a cabo con la misma determinación una movilización de solidaridad revolucionaria e internacional. Reafirmamos nuestra solidaridad y compromiso para extender la lucha de modo que la administración no tenga paz. Recordamos que los oficiales, la policía penitenciaria y los diferentes tipos de carceleros son corresponsables de la situación y que la gente oprimida tiene buena memoria. Si algo le pasa a Paolo tendrán que asumir todas las consecuencias. No dejemos a Paolo solo en esta lucha.

Cualquiera que quiera puede escribir a Paolo a la siguiente dirección:

Paolo Todde
CC E. Scalas
Zona industriale Macchiareddu 19
09010 Uta (CA)
Sardegna (Italia)

Algunxs anarquistas sardxs y otros compañerxs de Paolo

**Paolo Todde es un conocido compañero sardo de 64 años. Ha participado en diversas iniciativas solidarias y en círculos antimilitaristas y anarquistas de Cagliari. En 2004 fue arrestado en relación al ataque a una sede de Forza Italia y en 2005 en la operación contra el círculo anarquista Fraria de Cagliari. En octubre de 2017 fue detenido tras un atraco a una oficina postal y desde el 23 de octubre de 2024 está en prisión preventiva por el atraco a una casa de apuestas.


Texte en français

Appel urgent à la solidariété avec le camarade Paolo Todde en grève de la faim

Le camarade sarde Paolo Todde a eté déjà frappé par la répression dans la prémiere moitié des années 2000, par l’enquête contre le vieux collective FRARIA de Cagliari (Sardaigne).

Dans les dernières années a eté accusé de braquage et a fait 4 ans de prison; maintenaint il se trouve en détention provisoire à partir du 23/10/2024, accusé d’un nouveau braquage.

Le 25 de avril il a commencé une grève de la faim avec des outres prisonners, pour protester contre les conditions de vie dans la prison de Uta (Cagliari).

L’intervention des médiateurs de la prison et leurs promesses vides et sans valeur a provoqué l’interruption de la grève collective, après moins d’une semaine, mais Paolo a pris la decision de réprendre la grève tout seul, le 8 mai, avec l’intention de le lever à outrance.

On veut préciser que notre camarade a 64 ans et quand il a commencé cette grève il ne pesait que 61 kg. Paolo partage avec nous le rève de mille choses: une Sardaigne liberée, la haine envers les prisons et la société que les produit, il n’est jamais eté indifférent face à les violences continuelles et les prévarications des forces d’occupation coloniales. Du côté du état faire taire Paolo, ou l’éliminer, serve d’avvertissement à qui lutte contre cet système et à tous les prisonniers qui luttent contre les prisons. C’est pour ça qu’il subit provocations continuelles et sales coups par les gardiens de prison, par exemple: lui bloquent la corréspondance; lui bloquent l’argent; lui bloquent les appelles vidéo sous le prétexte de l’absence de réseau; l’emmenent en retarde aux visites carcélaires, jusqu’a quand ne manquent que 10 minuts (en lieu d’une heure); pendant les perquisitions les gardens font tomber dans les seaux pour laver les habilles ses livres, sa corréspondace et tout ce que peut se ruiner etc.

Toutes ces violences s’ajoutent à à la situation que les emprisonnés vivent et que Paolo dénonce depuis des mois. En fait, l’eau n’est pas potable, on peut même pas l’utiliser pour cuisiner parce que l’administration pénitentiaire l’a melangée avec du chlore pour éliminer la forte pollution provoquée par les bactéries coli fécaux; pour ça l’eau n’est même pas utilisable pour l’hygiène personnel. Les cellules sont toujours superpeuplées (140 prisonniers en plus de la capacité maximale) et fermées 22h par jour. L’accès à la bibliothèque et au terrain de foot est accordé au compte-gouttes. Les temperatures estivales dans le sud de la Sardaigne touchent souvent les 43°. L’assistance sanitaire est inéxistante, les provocations de la police pénitentiaire sont continuelles vers les prisonniers, et ses familiares et souventelles se traduisent en tabassages.

Une vie comme ça est pénible pour n’importe qui, mais encore pire pour qui dans sa vie n’a jamais plié la tête et a eté toujours solidaire avec les ennemies du système: à partir du Comité de Solidarieté avec le Proletariat Sarde Prisonnier Deporté (CSPSPD), plus de 30 ans avant.

Paolo, comme l’anarchiste révolutionnaire Alfredo Cospito, a decidé de utiliser son corps comme une barricade. Il a mis en risque la vie, et a commencé une lutte que peut apporter des résultats seulement si on créera une mobilitation de solidarieté révolutionnaire et internationale avec la  même determination.

En reaffirmant nôtre solidarieté et nôtre engagement pour élargir la lutte, avec le but de ne jamais laisser tranquille l’administration pénitentiaire, nous rappelons aux fonctionnaires, à la pénitentiaire, et aux médiateurs de la prison, tous corrésponsables de la situation actuelle, que les oppressés ont bonne mémoire et que, si jamais ça va arriver quelque chose à Paolo, ils devront s’assumer tous les conséquences.

Ne laissons pas Paolo tout seul dans sa lutte.

On peut lui écrire à l’addresse:

Paolo Todde
CC E. Scalas
Zona industriale Macchiareddu, 19
09010 Uta (CA)
Sardegna (Italia)

Quelques anarchistes et autres camarades de Paolo


Manifesti

 

CILE: RIVENDICAZIONE DELL’ATTACCO ESPLOSIVO AI LABORATORI ABOTT – RECALCINE, MAGGIO NERO 2025 – CELLULE RIVOLUZIONARIE BELÉN NAVARRETE

Traduciamo e diffondiamo

Rivendicazione dell’attacco esplosivo ai laboratori Abbott-Recalcine, maggio nero 2025.

“I poveri si lamentano, nessuno li ascolta. Usando le armi, adesso li sentono.”

Le donne formano bande! Questa azione non è un atto di protesta né tanto meno di clemenza, è deliberatamente un atto vendicativo. Qualche anno fa la distribuzione di pillole contraccettive difettose da parte dei laboratori Abbott – Recalcine ha causato centinaia di gravidanze indesiderate, di fronte a questa situazione le aziende responsabili hanno proposto un risarcimento di 38.900 pesos, una somma nemmeno vicina alla metà di quanto ci è costato assemblare questo ordigno esplosivo, e anche se moltx non sono d’accordo con il metodo di azione, almeno siamo d’accordo che la somma offerta è una beffa, un’altra ancora da parte della dittatura democratica-aziendale.

I laboratori Andrómaco, Silesia e Abbott continuano a fare di queste pratiche una politica aziendale: continuare a distribuire contraccettivi difettosi. Niente di nuovo comunque. C’era da aspettarsi che, tanto i gruppi di impresari come lo Stato amministrato dal governo pluri-poliziesco-femminista di Boric e dello stupratore Monsalve, rimarranno in silenzio. Gli interessa solo la riproduzione del ciclo della povertà perché, in sostanza, il capitalismo amministra la vita e la morte per la generazione sistematica di ricchezza, indipendentemente dai danni che possono causare.

Unitx dall’affinità e dall’interesse comune per l’azione, organizziamo le nostre volontà nel campo pratico dell’informalità, lontano da tutti i discorsi vittimistici e pacificatori che posizionano l’azione insurrezionale al di fuori delle possibilità della lotta anarchica. È necessario prendere parte all’offensiva antiautoritaria con gli strumenti necessari per rafforzare il nostro progetto di liberazione.

Le nostre bombe sono state realizzate e trasportate anche con l’imperversare della tormenta e nell’oscurità del cielo. Gli attacchi infiammano l’orizzonte e allora, improvvisamente, cade la maschera della società… chi di voi può giudicare il sabotaggio? I valori dell’offensiva anarchica e l’azione rivoluzionaria si scontrano, con convinzione e coraggio, con l’alienazione capitalistica e con coloro che si coprono il volto con il velo della miseria.

Con questo attacco ricordiamo il compagno Mauricio Morales che a 16 anni dalla sua morte continua ad essere presente nell’avanzata della guerriglia urbana anarchica. In questo Maggio Nero, memoria e azione si intrecciano affinché né il tempo né le distanze cedano il passo alla rassegnazione e alla negazione della storia di lotta dei nostri morti.

Marianna, che il dolce profumo della dinamite passi attraverso i muri. Saremo con te fino alla fine!

Onore, memoria e azione per il compagno anarchico Kyriakos Xymitiris.

In solidarietà con i prigionieri anarchici e antispecisti, abbattiamo le mura delle prigioni!

Creiamo 1, 10, 100 cellule d’azione, continuiamo a scrivere con i fatti la nostra storia di lotta!

Per l’attacco in tutte le direzioni, puntiamo le nostre forze sulla creazione di un progetto internazionale!

“Potete distruggere la vita delle persone, non riuscirete a spegnere il pensiero e le pratiche antiautoritarie. Non riuscirete a spezzare la tensione rivoluzionaria, non riuscirete a spegnere l’anarchia.”– Anna Beniamino.

Cellule rivoluzionarie Belén Navarrete – Nuova sovversione


Testo originale: https://lazarzamora.cl/celulas-revolucionarias-belen-navarrete-reivindican-ataque-explosivo-a-laboratorios-abbott-recalcine/

FRANCIA: 3 MESI DI CARCERE PER AVER GRIDATO “ACAB”

Diffondiamo

Repressione giudiziaria in Francia

Lunedì 5 maggio si è svolto il processo a uno studente tedesco, arrestato durante un’azione di blocco in solidarietà a Georges Ibrahim Abdallah e del popolo palestinese presso l’Università Lumière Lyon il 2 dicembre 2024.

Arrivata sul posto, la polizia ha rapidamente e violentemente caricato e posto in stato di fermo diversi studenti. Durante questo scontro, Rima ha gridato ACAB. L’intero processo ruota attorno alle sue idee politiche, che il procuratore considera “di ultra-sinistra”, accusando Rima di “essere venuto in Francia per provocare disordini”, quando forse trova semplicemente i gattini troppo carini.

Per aver insultato la polizia e per essersi rifiutato di fornire le sue impronte digitali durante il fermo, è stato condannato a 3 mesi di prigione con la condizionale, a una multa di 2.000 euro e al divieto di recarsi a Lione per 5 anni.

“TUTTI GLI OCCHI SU KASHMIR. TUTTI GLI OCCHI SU PALESTINA” (ita/urdu)

Riceviamo e diffondiamo

Testo in italiano: 

TUTTI GLI OCCHI SU KASHMIR. TUTTI GLI OCCHI SU PALESTINA.

Hindutva e sionismo: complici nella repressione.
Due ideologie forgiate nella stessa fucina dell’oppressione. Nazionalismo etnico che schiaccia interi popoli, mentre il mondo osserva in silenzio.
Non sono “conflitti”: è colonizzazione sistematica, pulizia etnica, apartheid.
Kashmir come Palestina: checkpoint, censura, prigioni senza processo, case demolite, confini imposti a colpi di fucile.
Non è questione di fedi. È la nuda logica del dominio.
Il tuo silenzio è complicità. La tua neutralità, codardia.
Resistere non è un’opzione. È sopravvivere. Resistenza è esistenza.

Transfemminist3 antirazzist3 complici e solidali con i popoli resistenti. 


Testo in urdu: 

   دںیاکےلےاعلان 
اج ہہم زالمون کے خلاف اور مظلوم کے حق میں اور انسان اور انسانی حاقوق کی پاسداری اور دنیا کی سلاتی کے لییے .
ہم سوال اٿھاتےان لوگوں 
دنیا کے لییے امن اور پایدار امن بنانے کے لیے سخت ہکمت املی کی زارورت ہے دن
تمام نظریں کشمیر پر۔ تمام نظریں فلسطین پر ہیں۔
ہندوتوا اور صیہونیت: جبر میں شریک۔
ایک ہی جبر میں دو نظریات گھڑے ہوئے ہیں۔ یہ نسلی قوم پرستی جو پوری قوم کو کچل دیتی ہے جبکہ دنیا خاموشی سے دیکھ رہی ہے۔
یہ “تنازعات” نہیں ہیں: یہ منظم نوآبادیات، نسل کشی ، نسل پرستی ہیں۔
کشمیر فلسطین کیطرح : چوکیاں، سنسر شپ، بغیر مقدمے کے جیلیں، مسمار مکانات، گولیوں سے مسلط سرحدیں۔
یہاں ایمان کا سوال نہیں ہے۔ یہ تسلط کی ایک ننگی منطق ہے۔
آپ کی خاموشی آپس میں ملی بھگت ہے۔ تمہاری غیر جانبداری، بزدلی ہے ۔
مزاحمت کرنا کوئی آپشن نہیں ہے بلکہ یہ بچاؤ کرنا ہے۔ مزاحمت ہی وجود ہے۔”

Transfeminist3 antiracist3 ساتھی اور مزاحمتی لوگوں کے حامی۔

CILE: “VI CAVEREMO GLI OCCHI” – COME I CARABINEROS GESTIVANO L’ORDINE PUBBLICO DURANTE LE RIVOLTE DELL’OTTOBRE 2019

Traduciamo e diffondiamo

Claudio Crespo è stato identificato come lo sbirro che ha sparato e mutilato gli occhi di un giovane l’8 novembre 2019, in piena rivolta di ottobre.

Pochi giorni fa, il media CIPER ha diffuso i video registrati dalle bodycam della polizia cilena[1], mostrati in occasione del processo che l’ex agente sta affrontando presso la Quarta Corte Penale di Santiago, accusato di coercizione illegittima con conseguenti lesioni gravi nei confronti di Gustavo Gatica, che ha perso la vista proprio a causa dell’impatto dei proiettili l’8 novembre 2019.
Nei video si possono sentire frasi come: “ti caveremo gli occhi”, “che bruci, quello stronzo” o “dobbiamo uccidere tutti questi stronzi”, mentre in altre registrazioni audiovisive lo si vede strappare una ciocca di capelli a unx detenutx e inviare la foto come trofeo al gruppo Whattsapp chiamato Tijera dove, a quanto pare, era consuetudine tra i miserabili poliziotti scambiarsi le foto dei loro ‘trofei’.

Giorni dopo la diffusione di questi video, lo sbirro Claudio Crespo assicura: “non mi pento di nulla” e “non me ne frega niente”.[2]

Siamo sorpresi? No. La polizia è il braccio armato al servizio dei potenti, difensori in carne e ossa della proprietà, moderni pacificatori che, in cambio di uno stipendio, hanno deciso di usare le armi contro chi sfida la normalità e, attraverso le varie pratiche di violenza politica, affronta un sistema di vita basato su gerarchie e obbedienza. In questo senso, le parole dello sbirro in questione sono una rappresentazione delle dinamiche della polizia, che non ha codici quando si tratta di scontrarsi, facendo della morbosità e dello scherno una sorta di messaggio ai propri padroni, affinché vedano che stanno lavorando per difendere i loro interessi, come un gaucho che appende il corpo smembrato di un puma nel recinto degli appezzamenti in Patagonia, in modo che i suoi capi sappiano del suo lavoro. Ignorando che, a un certo punto, i cacciatori saranno cacciati.

Tuttavia, la pratica anarchica e antiautoritaria è riuscita a colpirli in tutto il mondo, in ogni angolo dove ci sono mani e volontà disposte a pianificare e organizzare gesti di vendetta tradotti in piccole vittorie. Da Kurt Wilckens che ha giustiziato il repressore Benigno Varela[3], ai compagni anarchici insurrezionalisti negli Stati Uniti che hanno inviato pacchi bomba contro le stazioni di polizia, ai libri bomba inviati contro i poliziotti in Grecia, all’artificiere che ha perso una mano e un occhio in Italia, allo sbirro ferito in Cile dopo la detonazione di un pacco bomba all’interno di una stazione di polizia, e a molte altre azioni che hanno dimostrato che l’azione contro la polizia è sempre necessaria e urgente, perché, come abbiamo sottolineato in precedenza, essi sono i difensori in carne e ossa dell’intera infrastruttura del potere e dell’autorità.

La memoria anarchica non si limita a ricordare i compagni morti in azione o per altre cause, ma deve anche individuare e riconoscere le piccole vittorie conquistate nel corso degli anni, e fare in modo che siano elementi imprescindibili per generare un impulso pratico-morale nel presente e nei passi da compiere. In questo senso, sembra necessario ricordare l’azione compiuta qualche anno fa dalle Cellule Rivoluzionarie Mauricio Morales, quando attaccarono con degli esplosivi la sede della Fullclean Security, un’azienda creata dallo sbirro Claudio Crespo dopo essere stato dimesso dall’immonda istituzione in cui difendeva i potenti. L’azienda sotto il controllo del miserabile ha vinto importanti gare d’appalto che gli hanno riempito le tasche, contratti con l’ospedale della polizia per circa 6,5 miliardi di dollari, 3,6 miliardi di dollari con il comune di Lo Barnechea e 40 milioni di dollari con la Delegazione Presidenziale di Maipo.

In particolare, nella notte del Maggio Nero del 20 maggio 2022, intorno alle 23 si è sentito un forte botto nel quartiere Sucre di Ñuñoa, precisamente al numero civico 2161, dove tuttora si trovano gli uffici della Fullclean S.A. Nel giardino antistante l’edificio, la polizia ha trovato cavi, resti di una borsa marrone, pezzi di plastica, una batteria e dei timer, e la Procura Metropolitana del Sud ha preso in carico l’indagine, in quanto ha l’esclusiva su questo tipo di casi.

Di seguito la dichiarazione completa dell’azione esplosiva:

Rivendicazione dell’attacco esplosivo contro la Fullclean Security

Abbiamo attaccato con esplosivi la società di sicurezza privata di Claudio Crespo Guzmán, ex-sbirro mutilatore, cocainomane e parte dei gruppi d’ assalto del fascismo in Cile!

La notte di venerdì 20 maggio del Maggio Nero, ci siamo recati alla Fullclean Security in calle Román Díaz , Ñuñoa, per colpire questo mercenario che, nell’impossibilità di continuare a reprimere in uniforme, ha creato una società privata per esercitare potere e controllo come mezzo di sussistenza.

In questo luogo, è evidente che lo Stato e le imprese di sicurezza private mantengono una relazione necessaria per perpetuare i loro privilegi e la loro autorità. Le attività repressive sono una parte essenziale del loro meccanismo di convalida, quindi non c’è e non ci sarà uno Stato che non imprigioni, mutili o uccida coloro che si oppongono alla sua devastazione e violenza permanente. Queste azioni corrispondono alla continuità di una politica statale che trascende i governi di turno, siano essi di destra, di sinistra, plurinazionali o convenzionali. Non c’è bisogno di separare i leader dalla mafia: tutte le autorità sono ugualmente cattive.

Di fronte a questa realtà repressiva, solidarizziamo combattivamente con il prigioniero sovversivo Marcelo Villarroel, che è ancora in carcere solo a causa delle sentenze emesse dalla giustizia militare, eredità del dittatore Pinochet e perpetuata dai governi e dalle dirigenze intellettuali della democrazia, compreso ciò che resta del governo Boric. Chiamiamo all’agitazione tra il 23 e il 30 maggio per la libertà del nostro compagno.

Poiché un fuoco potente è solo la continuazione di una piccola scintilla, questa azione è in memoria del nostro fratello e compagno Mauricio Morales, le cui idee e pratiche di libertà continuano a essere una bomba contagiosa.

Salutiamo i compagni che nei licei e nelle strade mantengono viva la lotta per la libertà, disprezzando la speranza istituzionale con il fuoco e la disobbedienza.

Un abbraccio fraterno e rivoluzionario a Pato Gallardo, instancabile combattente che si è spento in questi giorni, lasciando una storia impegnata di lotta nella dittatura e nella democrazia.

Saluti e libertà per i nostri prigionieri.

Siamo arrabbiati e stiamo finendo la pazienza, non dite che siamo pochi, dite che ci siamo.

Mandiamo saluti e forza a La Negra Venganza, Grupo Autónomo Revolucionario del Maule, Grupo de Respuesta Animal, Fracción Autonómica Cristián Valdebenito, Células Revolucionarias Nicolás Neira, Célula Anticapitalista Simón Radowitzky e a chi persiste nell’attacco in tutto il mondo.

Nuova sovversione

Libertà o morte

Cellule rivoluzionarie Mauricio Morales

Lo sbirro ha fatto riferimento all’azione intimidatoria sul suo account Twitter, assicurando che “ieri sono stato vittima di un vile attacco terroristico in azienda. Hanno installato una bomba e grazie a Dio non ci sono stati feriti e la mia famiglia sta bene”. A quanto pare, non sa che non è opera divina il fatto che finora le azioni contro di lui siano finalizzate ad assediarlo, e come dicevano i compagni del Gruppo Autonomo Weichafe Matias Katrileo qualche anno fa: “I materiali, gli orari e gli obiettivi li stabiliamo solo noi e avanziamo secondo il senso della guerra… quando pretenderemo che i danni-distruzione siano diversi, lo faremo e tutta la pianificazione sarà finalizzata in quella direzione.[4]

Ci viene in mente questa azione di fronte a tanti commenti – anche da parte di “anarchici” – che tendono ai diritti umani, allineando posizioni e discorsi a settori riformisti, piattaformisti e/o popolari, che cercano solo di riordinare lo scacchiere del potere. Il discorso dei diritti umani non è affatto vicino alle nostre idee, poiché la sua stessa esistenza è strettamente legata alla tutela della democrazia, e la democrazia è di per sé la tutela dello Stato.

Esortiamo a non perdere il nostro fiuto antiautoritario, a non arrendersi e a rafforzare la nostra memoria anarchica, le nostre idee e i nostri orizzonti di confronto.


[1] https://www.ciperchile.cl/2025/04/28/te-vamos-a-sacar-los-ojos-imagenes-revelan-como-claudio-crespo-y-su-equipo-de-fuerzas-especiales-enfrentaban-ataques-durante-el-estallido-social/

[2] https://eldesconcierto.cl/2025/04/29/claudio-crespo-tras-video-donde-amenaza-con-sacarle-los-ojos-a-un-joven-no-me-arrepiento-de-nada

[3] https://informativoanarquista.noblogs.org/post/2023/01/27/memoria-un-dia-como-hoy-en-1923-el-anarquista-kurt-wilckens-asesino-al-coronel-del-ejercito-argentino-varela/

[4] https://es-contrainfo.espiv.net/2018/01/25/santiago-chile-reivindicacion-de-ataque-incendiario-a-bus-del-transantiago/

FRANCIA: AGGIORNAMENTI SU LOUNA, COMPAGNA TRANS ANARCHICA ARRESTATA PER UN ATTACCO INCENDIARIO E ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

Diffondiamo da Transenne – Barricate contro la transfobia

Louna è una compagna trans anarchica arrestata a metà ottobre 2024, e trattenuta da allora fino a febbraio 2025 in custodia cautelare nel carcere maschile di Tarbes.

Louna è stata accusata di aver dato fuoco a un macchinario utilizzato per la costruzione dell’autostrada A69 tra Castres e Tolosa, un progetto tanto inutile quanto mortifero. È stata rilasciata dal carcere il 14 febbraio 2025, dopo quattro mesi di prigione preventiva. La settimana precedente aveva avuto luogo il suo interrogatorio con il giudice istruttore, durante il quale lx avvocatx di Louna avevano anche presentato una richiesta di rilascio, che è stata poi accettata.

Durante il colloquio con il giudice istruttore, Louna ha rivendicato la responsabilità dell’azione di cui è accusata. Ha detto: “Rivendico di aver tentato di danneggiare un’attrezzatura da costruzione. Tuttavia, non mi scuserò, perché lo considero un atto di legittima difesa dell’ambiente. Ricordiamo che negli anni ’40 lx combattentx della Resistenza erano etichettatx come terroristx: mi chiedo come saremo chiamati in futuro…”. Allo stesso tempo non ha risposto alle viscide richieste del giudice di collaborare alle indagini e fornire informazioni su altre persone.

Il caso non è tuttavia terminato. Louna non è più in carcere, ma è sottoposta a una stretta sorveglianza giudiziaria: ha l’obbligo di rientro notturno, deve presentarsi in caserma una volta alla settimana, le è vietato lasciare la provincia e soprattutto le è vietato avere contatti con le persone a lei vicine…

Seguiranno aggiornamenti sulle indagini in corso e sul futuro processo.

Sito di supporto per aggiornamenti e comunicati: https://soutienlouna.noblogs.org/

Contatti: soutien-louna@riseup.net

Raccolta fondi per le spese legali: https://www.helloasso.com/associations/alerte-planete/collectes/a69-solidarite-face-aux-proces

Un riassunto più dettagliato della vicenda

A metà ottobre 2024, 4 persone sono state arrestate in diverse parti della Francia, per strada in arresti mirati o a casa propria alle 6 del mattino. Ognunx di loro è statx portatx a Tolosa per essere tenutx in custodia di polizia per 94 ore, nell’ambito di un’indagine su una “associazione a delinquere” legata alla lotta contro l’A69. Al termine della custodia di polizia, Louna è stata l’unica persona a essere indagata ed è stata inviata in carcere in detenzione preventiva. È accusata di aver distrutto una scavatrice utilizzando una sostanza esplosiva e di associazione a delinquere con mezzi pericolosi.

Da allora è stata detenuta nel carcere maschile di Tarbes, nonostante sia una donna trans. E proprio perché è una donna trans, è stata messa in “isolamento”. In concreto, l’isolamento ha significato che il suo unico contatto sociale era con gli sbirri, e che poteva uscire dalla sua cella soltanto quando tutti gli altri detenuti erano nella loro. Questo ha reso estremamente difficile, se non impossibile, fare una passeggiata, fare una doccia o partecipare a qualsiasi attività. Ha subito transfobia a tutti i livelli del sistema giudiziario, dal costante misgendering alle invadenti domande di un giudice che le ha chiesto se voleva sottoporsi a un intervento chirurgico ai genitali e che si è stupito che non ci fosse un follow-up da parte di uno psichiatra per la sua transizione… Malgrado la transfobia e le condizioni di isolamento, Louna ha mantenuto alto il suo spirito durante la detenzione.

Il suo arresto si inserisce in un contesto di mesi di repressione estremamente brutale verso lx attivistx contro l’A69. Oltre alla presenza sproporzionata di sbirri, questa repressione si manifesta anche nel centinaio di processi attualmente in corso, nelle decine di espulsioni di attivistx ordinate dai tribunali, in poliziotti che buttano giù attivistx da 6 metri di altezza e nelle pene detentive già comminate ad altrx due attivistx.

Gli elementi dell’inchiesta

Nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2024, un’attrezzatura edile è stata incendiata non lontano dal tracciato della A69. Secondo gli inquirenti, i filmati di videosorveglianza della scena mostravano due persone che davano fuoco a un escavatore e poi una di loro aveva un ritorno di fiamma. La sera stessa, una persona è stata ricoverata d’urgenza in uno degli ospedali più vicini al luogo dell’incendio, con ferite che potevano essere compatibili con l’incidente filmato. Si tratta di Louna, ricoverata in ospedale quella stessa notte.

Secondo i filmati delle telecamere a circuito chiuso dell’ospedale, sembra che tre persone la accompagnassero. Gli investigatori hanno individuato l’auto con cui Louna era arrivata in compagnia di queste tre persone e hanno preso il numero di targa e trovato quindi l’identità dellx proprietarix. Inoltre, Louna ha fornito il numero di telefono di unx parente su un modulo di emergenza, numero che i poliziotti sembrano aver associato a una delle persone che la accompagnavano. Gli agenti di polizia hanno anche sequestrato i suoi vestiti mentre era in ospedale e hanno prelevato del DNA da un paio di pantaloncini e da una mascherina anti-covid. Questo DNA è stato attribuito a una delle persone sospettate di aver accompagnato Louna in ospedale. Durante la visita, i poliziotti hanno anche scattato delle foto allx compagnx, di qualità migliore rispetto alle immagini di videosorveglianza perché scattate con uno smartphone. Questo probabilmente per tentare un riconoscimento facciale, ad esempio confrontandole con le foto dei loro archivi o con quelle dellx attivistx già notx contro l’A69.

Dopo due giorni di degenza, Louna ha deciso autonomamente di lasciare l’ospedale.

Sulla base di questi elementi, a metà ottobre sono state arrestate quattro persone: Louna, due persone sospettate di averla accompagnata e lx proprietarx dell’auto. Sono statx tenutx in custodia dalla polizia per 94 ore e interrogatx. Gli investigatori hanno anche approfittato del tempo trascorso in custodia per recuperare il DNA di Louna da una tazza che aveva usato, oltre ad averlo probabilmente già preso dai suoi vestiti in ospedale. Hanno dichiarato che lo stesso DNA era stato trovato su una mascherina anti-covid lasciata sulla scena dell’incendio. Di conseguenza, Louna è stata incriminata nell’ambito dell’indagine e le altre tre persone sono state rilasciate.

A metà novembre, gli investigatori hanno effettuato una nuova perquisizione e un nuovo arresto a casa di unx attivista, notx alla polizia per il suo attivismo nei circoli ecologisti della sua città, sempre alla ricerca di almeno una delle persone che avevano accompagnato Louna in ospedale. Anche lxi è statx rilasciatx senza ulteriori provvedimenti.

Tra le altre tecniche che la polizia ha detto di aver usato o che presumiamo abbia usato, ha messo sotto controllo le chiamate e i messaggi di testo non criptati di una o più delle persone sospettate, e avrebbe seguito i loro spostamenti tramite il controllo dei loro telefoni cellulari. Sembra inoltre che abbiano chiesto gli estratti conto bancari (anche dellx parenti dellx indagatx) e, dato che lo fanno quasi sistematicamente, possiamo immaginare che abbiano chiesto alle aziende telefoniche i metadati dei numeri che hanno attribuito a unx o più dellx indagatx. Infine, lx parenti di alcune delle persone sospettate sono statx convocatx per essere interrogati durante il fermo di polizia dellx congiuntx, nei casi in cui erano stati designati come parenti da avvisare da parte dellx sospettatx in custodia.

Un’altra indagine è stata aperta a metà dicembre, quando tre persone sono state trattenute in stato di fermo per 36 ore, e poi rilasciate senza ulteriori provvedimenti. L’indagine riguardava diversi incendi in cantieri edili dell’A69.

Concludiamo con alcune parole di Louna dal carcere:

“Per tutte le lettere di sostegno, grazie per la vostra forza <3 È confortante vedere tanto sostegno nelle mie mani. Come dice una delle lettere “i muri sono spessi, ma la solidarietà è potente!”. Tutti questi piccoli e grandi disegni, poesie, aneddoti, parole d’amore, di tenerezza, di rabbia, di abbracci, di ammiccamenti… Siamo qui! Un grazie speciale alle sorelle trans, noi ci conosciamo, forza!
Grazie per le serate di sostegno, le cene e tutto il resto.
Un pensiero a chi sta lottando qui e altrove, siamo insieme <3 Forza a chi sta costruendo, curando, resistendo <3 Amore e Rabbia
TranS RightS “

Il suo gruppo di supporto segnala alcuni materiali per continuarsi a formarci e ad aggiornarci sulle tecniche di polizia e sulle pratiche di difesa collettiva per preservarci dalla repressione (in francese):

Petit manuel de défense collective:
https://infokiosques.net/spip.php?article1788
Affaire « Lafarge » moyens d’enquêtes:
https://infokiosques.net/spip.php?article2042
Les chouettes hiboux face la répression:
https://infokiosques.net/spip.php?article1706
Sito No trace project:
https://www.notrace.how/fr/

USA: MARIUS MASON RISPEDITO IN UN CARCERE FEMMINILE DOPO LE ORDINANZE ANTI-TRANSGENDER DI TRUMP

Diffondiamo da Transenne – Barricate contro la transfobia

Marius Mason, prigioniero anarchico, fece coming out come persona trans in carcere nel 2016. Dopo dure battaglie ottenne di iniziare le terapie ormonali e cambiò i suoi documenti legali. Nel 2022 venne trasferito in un carcere maschile come da sua richiesta. Oggi, il governo sempre più transfobico dei cosiddetti Stati Uniti lo ha ritrasferito in un carcere femminile in seguito alle ordinanze di Trump.

Marius ha ancora poco meno di due anni da scontare. È un anarchico ecologista e antispecista che fu condannato nel 2009 a 22 anni di carcere con l’accusa di terrorismo per il suo coinvolgimento in danni alla proprietà contro aziende ecocide. Il suo arresto faceva parte di quella campagna repressiva oggi nota come “Green scare”. La condanna a 22 anni di carcere inflitta a Marius non gli ha impedito di continuare a lottare contro l’ingiustizia, e mentre era dietro le sbarre si è instancabilmente battuto per i diritti delle persone trans detenute.

Quello che è appena accaduto a Marius è quello che sta accadendo in massa alle persone trans detenute negli Stati Uniti dopo le ordinanze anti-transgender di Trump, nonostante le molteplici sentenze dei tribunali che bloccano le politiche del presidente. Nell’ordinanza di Trump vi è anche l’ordine di bloccare le terapie mediche di affermazione di genere per le persone trans in custodia federale e il misconoscimento del loro cambio di nome legale in favore dei dati anagrafici assegnati alla nascita. I funzionari del Dipartimento dell’Amministrazione Carceraria chiedono ora che il personale si riferisca allx detenutx trans con i loro nomi di nascita e con pronomi non corretti, oltre a negare le richieste di abbigliamento adeguato al loro genere. Il Dipartimento ha anche revocato le politiche che consentivano alle donne trans di essere perquisite da guardie di sesso femminile.

Ovviamente tutto questo significa un incremento dei già elevati livelli di violenza sessuale e discriminazione dietro le sbarre nei confronti delle persone trans.

Per scrivere a Marius e inviargli un po’ di affetto e sostegno, indirizzate le lettere a:
MARIE MASON -061 FCI Danbury ROUTE 37 DANBURY, CT 06811, USA

https://supportmariusmason.org

NUOVA PUBBLICAZIONE: “NON SIAMO STATI NOI AD ASSASSINARE PUIG ANTICH” DEI GRUPPI AUTONOMI RIVOLUZIONARI INTERNAZIONALISTI

Riceviamo e diffondiamo

Gruppi Autonomi Rivoluzionari Internazionalisti
NON SIAMO STATI NOI AD ASSASSINARE PUIG ANTICH

Titolo originale: NO FUIMOS NOSOTROS QUIENES ASESINAMOS A PUIG ANTICH
(Grupos Autónomos Revolucionarios Internacionalistas)
Prometeo Ediciones, primavera 2024.

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Per tradurre un libro editato in una lingua diversa occorrono energie e tempo, è necessario quindi dare un senso perchè questa energia e questo tempo non siano sprecati.
Le parole danno un significato all’agire (anche se spesso l’azione si spiega da sola) che è essenziale per costruire la propria forma di e nel mondo. Le parole da sole non sono sufficienti per comprovare la pratica dell’utopia.
Le parole ci aiutano però a non dimenticare, a far conoscere la nostra storia, la storia dei vinti quando a scrivere la Storia sono i vincitori, la storia delle e degli audaci, di coloro i/le quali azzardano e arrischiano, che lanciano il cuore oltre l’ostacolo. Perché come è apparso sulle colonne de «l’anarchie»: La vita, tutta la vita, è nel presente. Aspettare è perderla.
In queste pagine parleranno i GARI e i prigionieri accusati di far parte dei GARI, come sempre nelle nostre pubblicazioni abbiamo voluto dare risalto alla testimonianza diretta per non travalicare l’esperienza soggettiva del percorso individuale di chi ha voluto intraprendere la propria rivolta contro il Sistema; da qui lo sciopero della fame di quarantatré giorni visto con gli occhi di chi lo ha intrapreso, benché contrario a tale pratica,  come unica possibilità per sottrarsi alle continue umiliazioni ci ha riportato alla mente la vicenda di Alfredo Cospito e dei suoi centoottanta due giorni  di sciopero della fame. Ci ha ricordato che dobbiamo avere fiducia nella capacità di auto-critica di chi lo inizia, come hanno ludicamente dimostrato i compagni dei GARI nella Lettera da Fresnes.
Inoltre ci sembra interessante affrontare la questione del terrorismo, questo mostro spaventoso che solo al sentirlo nominare ci azzittisce atterrite dalla paura dei nostri pensieri. In questo testo troverete una visione differente da quella che apparirà nei libri della Collana La vita non attende di prossima uscita, tratti da Programma della fazione terroristica di Narodnaja Volja e da La lotta terroristica (Morozov 1880).
Come anarchiche non abbiamo risposte certe ma solo una selva di punti interrogativi. Ognuna cercherà le proprie risposte e speriamo che nel farlo la terra ci tremi sotto i piedi.

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Dal prologo di Francisco Solar
Carcere di La Gonzalina – Rancagua
Gennaio 2024

Se stiamo parlando di espressioni di solidarietà rivoluzionaria, solidarietà incentrata sulla liberazione dei compagni imprigionati, è impossibile non citare l’interessante e particolare attività dei Gruppi di Azione Rivoluzionaria Internazionalista (GARI).
Costituito appositamente per sostenere e solidarizzare con i prigionieri del Movimento di Liberazione Iberico (MIL), ha realizzato molte azioni su larga scala per far conoscere e denunciare il brutale trattamento riservato dalla dittatura franchista a questi combattenti imprigionati, che comprendeva anche la pena di morte, come nel caso di Salvador Puig Antich.
Pertanto, l’esperienza di GARI è inseparabile da quella del MIL, dove molti dei suoi membri entrarono a far parte del primo, dando continuità ad approcci e pratiche basati sulla lotta. Così, il modo in cui i membri incarcerati del MIL hanno inteso la solidarietà con i compagni incarcerati, che si riflette in: “[…] l’intensificazione della lotta per distruggere il sistema che genera la repressione è il modo migliore per sviluppare la solidarietà dei rivoluzionari con i prigionieri” , è diventato parte costitutiva delle idee che hanno dato contenuto alle azioni del GARI. Tuttavia, mentre continuare a colpire il potere sarebbe stata la forma più appropriata di solidarietà, che indubbiamente caratterizzava questo gruppo internazionalista, tutta la loro attività ruotava intorno ai prigionieri del MIL. Tutte le loro azioni erano in diretta relazione con la realizzazione di una solidarietà rivoluzionaria che irrompesse con forza sulla scena sociale europea e diffondesse in questo modo la situazione dei compagni imprigionati e la brutalità esercitata dagli ultimi anni del regime di Franco. L’obiettivo era chiaro: evitare le condanne a morte di diversi prigionieri e ottenere la liberazione dei militanti del MIL.
La vita dei GARI fu breve ma di notevole intensità. Scossero la tranquilla normalità di Paesi come l’Olanda, il Belgio e la Francia con ordigni esplosivi, mirando fondamentalmente agli interessi spagnoli. La maggior parte delle loro azioni ottenne, per la loro ampiezza e particolarità, una grande copertura mediatica che, in parte, permise di far conoscere la realtà affrontata dax  prigionierx rivoluzionarx e di generare, in una certa misura, sostegno alla campagna internazionale per la loro liberazione.
L’assassinio di Stato di Salvador Puig Antich da parte della vile garrota segnò un prima e un dopo per l’ampio movimento antifranchista e, in particolare, per l’attività del GARI, con l’entrata in gioco di un fattore decisivo: la vendetta.
L’esecuzione del compagno, lungi dal provocare l’immobilismo dei membri del GARI, costituì una chiara chiamata all’azione che completò e intensificò la lotta per la liberazione dei membri del MIL. La rabbia e l’impotenza si trasformarono rapidamente in attacchi energici contro gli interessi spagnoli, dando un segnale di risposta immediata all’aggressione ricevuta.
Le azioni incorniciate dalla vendetta di Puig Antich riflettono, da un lato, la reazione quasi istintiva dei compagni, che decidono di contrattaccare, e dall’altro la capacità di portare a termine attacchi potenti e immediati, dando un chiaro segno di forza.
Rispondere, vendicare, ripagare ogni aggressione da parte del Potere significa affrontare la guerra in prima persona, significa farsi carico della complessità del conflitto e significa anche saper prendere la parola, capire che non si è spettatori e che le situazioni non sono inavvicinabili.
Sono state queste idee a dare contenuto alle azioni vendicative del 2019 a Santiago [Cile] per le quali sono stato condannato e per le quali sono stato rinchiuso per diversi decenni. Nonostante siano passati vent’anni, il vile assassinio della compagna Claudia López è stato vendicato con una potente esplosione che ha scosso la stazione di polizia dei Carabineros, utilizzata come centro di pianificazione e protezione quella notte del settembre 1998, ferendo diversi poliziotti. Così come gli assassinii e le ondate repressive protette e promosse dall’ex ministro degli Interni Rodrigo Hinzpeter hanno avuto una risposta che ancora oggi tiene in allerta i rappresentanti del potere.
La vendetta, quindi, si inscrive all’interno delle pratiche politiche offensive, dando loro senso e contenuto, costituendo un motore che spinge l’azione vendicativa. Strettamente legata alla memoria, ha la capacità di trovare il momento giusto per entrare in scena, a volte immediatamente, a volte nel corso degli anni. L’importante, ovviamente, è che diventi presente.
In questo senso, la vendetta, oltre al fatto concreto che rappresenta, contiene una dimensione simbolica rilevante nella misura in cui dà conto di un universo di codici condivisi che danno coesione, rafforzano e danno continuità a un determinato gruppo. Non lasciare impunito l’omicidio dex compagnx, praticare la solidarietà rivoluzionaria con x nostrx prigionierx, fanno parte di quell’impalcatura storica che ci permette di continuare a stare in piedi e di non vivere esclusivamente nei libri di storia come molti vorrebbero.
La comprensione della lotta in questo modo spazza via ogni forma di delega che mette nelle mani di terzi la speranza di prendere in mano la situazione.
I GARI non si sono costituiti per ordine di alcun partito o sindacato, né per direttive o mandati di alcun tipo. Ciascuno dei suoi membri, molti dei quali provenienti dal MIL, decise liberamente di dare vita a questo gruppo con lo scopo di sostenere attivamente x proprix compagnx di prigionia. Pertanto, fin dalla sua genesi, l’autonomia è stata un fattore fondamentale che ha determinato ogni loro decisione, che ha dato loro il dinamismo e la flessibilità che ha permesso di adattare le loro pratiche a situazioni e contesti specifici.
Sono stati, in misura maggiore o minore, la continuazione dei MIL, portando avanti l’“intensificazione della lotta per distruggere il Sistema che genera la repressione”, come modo più appropriato e coerente di praticare la solidarietà con x rivoluzionarx imprigionatx, un approccio sviluppato dai MIL, adottato dai GARI e, successivamente, anche da Action Directe.
Questa posizione rompe radicalmente con il vittimismo che generalmente caratterizza la solidarietà con x detenutx, anche quelli che si dichiarano attivx e militantx, ed è per questo che è fondamentale conoscerla e tenerla in considerazione oggi, dove le pratiche assistenziali sono sempre più ricorrenti, dimenticando o tralasciando il fatto e le motivazioni che hanno portato x nostrx compagnx in carcere.

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SOMMARIO

Comunicati
SUL SEQUESTRO DI ANGEL SUAREZ[I]
SUL SEQUESTRO DI ANGEL SUAREZ [II]
SUL SEQUESTRO DI ANGEL SUAREZ [III]
SUL SEQUESTRO DI ANGEL SUAREZ [IV]
COMUNICATO STAMPA INVIATO A «LIBERATION»
PER QUANTO RIGUARDA GLI ARRESTI    “IL CASO SUAREZ”.
ALCUNE PRECISAZIONI POLITICHE SU QUELLO CHE NON È UN FATTO DI INTERESSE GIORNALISTICO
LA SOLIDARIETÀ IN AZIONE.
TELEGRAMMA ALLE AUTORITÀ SPAGNOLE
18 LUGLIO DEL 1974
MI CHIAMO MARIA, ABITO A LOURDES E QUESTA NOTTE ASPETTAVO CHE MI PORTASSERO IN CIELO
LETTERA APERTA A «LA DE PECHE DU MIDI»
ULTIMO COMUNICATO STAMPA
IL NOSTRO E’ TERRORISMO?
AUTODISSOLUZIONE DEI GARI
ELENCO DEI SOGGETTI INCRIMINATI (O IN FUGA)

Testi dei gruppi che parteciparono ai gari
DICHIARAZIONI
A «LIBERATION»
DOBBIAMO ULULARE CON I LUPI
IL SEQUESTRO DEL PRINCIPE DELLE ASTURIE
A COSA VI RIFERITE QUANDO PARLATE DI VIOLENZA GRATUITA?
6 GENNAIO DEL 1975
22 APRILE 1976
23 APRILE 1976
TESTO DI UN GRUPPO CHE PARTECIPO’ AI GARI
LETTERE DALLA PRIGIONE
LETTERA DAL CARCERE DE LA SANTE’
NON SIAMO STATI NOI AD ASSASSINARE PUIG ANTICH
SECONDA LETTERA DALLA PRIGIONE DEGLI ACCUSATI DEL GARI
LETTERE DEI PRIGIONIERI DEI GARI DAL CARCERE SULLO SCIOPERO DELLA FAME
LETTERA DA FRESNES
LETTERA DALLA PRIGIONE DI SAINT-MICHEL
LETTERA DEI PRIGIONIERI PER UN NUOVO SCIOPERO DELLA FAME
LETTERA A UN GIUDICE APOLITICO E INDIPENDENTE
LETTERA DEI PREGIONIERI POLITICI DI LA SANTE’

Appndice
IL M.I.L. E LA RESISTENZA ARMATA IN SPAGNA
COMUNICATO PER GLI ARRESTI DOPO IL RILASCIO Dl SUAREZ. – N. 1
COMUNICATO PER GLI ARRESTI DOPO IL RILASCIO Dl SUAREZ. – N. 2
GRUPPI D’AZIONE RIVOLUZIONARIA INTERNAZIONALISTA COMUNICATO STAMPA DEI GRUPPI AUTONOMI INVIATO A «LIBERATION»
DOCUMENTI RELATIVI ALL’ARRESTO Dl COMPAGNI DEL GARI

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pagine 124
formato 12×16,5 cm
1 copia 6 euro
dalle 4 copie 5 euro
spese di spedizione 1,50 euro piego di libri
pacco tracciabile 5 euro
per informazioni: tremendedizioni@canaglie.org


“E sarà terribile la Federazione del Dolore”

SPAGNA: LIBERTÀ PER ABEL, OSTAGGIO DELLO STATO DA 10 MESI

Diffondiamo

Il nostro compagno Abel da 10 mesi è tenuto in ostaggio dallo Stato, imprigionato con una condanna a 3 anni e 9 mesi per aver aggredito un nazi nel 2018, durante una manifestazione antifa contro JUSAPOL, un “sindacato” poliziesco di estrema destra.

E’ recluso per essere anarchico, dato che gli hanno applicato un aggravante di “delitto d’odio”, facendo riferimento alla sua militanza politica.

Solidarietà con Abel!
Viva l’azione diretta antifascista!
Libertà per lx prigionierx!

Più info qui: https://brughiere.noblogs.org/post/2024/11/29/spagna-a-6-mesi-di-reclusione-del-compagno-anarchico-abel/