Diffondiamo:
Sabato 1º luglio alle 17 a Torino – Piazza Castello – corteo nazionale per mobilitarci tuttə insieme contro CPR, detenzione e contro tutte le frontiere!
Il 2 luglio invece a Porta Palazzo, dalle 11, assemblea nazionale.
Piu info qui:
Cresciamo nei terreni incolti, nelle zone asciutte e sassose, ai bordi dei viottoli
Diffondiamo:
Sabato 1º luglio alle 17 a Torino – Piazza Castello – corteo nazionale per mobilitarci tuttə insieme contro CPR, detenzione e contro tutte le frontiere!
Il 2 luglio invece a Porta Palazzo, dalle 11, assemblea nazionale.
Piu info qui:
Il governo Meloni ha dichiarato “lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi nel Mediterraneo”. Avrà una durata di sei mesi e sarà sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro che presumibilmente verranno utilizzati per dar vita a un centro per il rimpatrio dei migranti (Cpr) in ogni regione.
Link: https://www.osservatoriorepressione.info/migranti-governo-dichiara-lo-demergenza/
Da: No Cpr Torino
Dopo le forti rivolte che hanno infiammato il CPR di Torino Sabato 4 e Domenica 5 Febbraio ci è stato confermato, da chi è ancora recluso dentro, che la maggior parte delle aree sono inagibili. La capienza totale del centro è stata drasticamente ridotta dal fuoco.
Domenica 5 febbraio dopo la rivolta:
Troviamoci in strada in solidarietà ai reclusi al fianco dei rivoltosi
DOMENICA 12 FEBBRAIO CORTEO CONTRO CARCERE E CPR
Ritrovo in piazza CLN ore 14.30
SEMPRE AL FIANCO DI CHI LOTTA PER DISTRUGGERE LA PROPRIA GABBIA.
CONTRO OGNI FRONTIERA
FUOCO AI CPR
TUTTǝ LIBERǝ
28 GENNAIO 2023 – ORE 14.00 CONCENTRAMENTO ALLA STAZIONE CENTRALE DI PADOVA
Oussama Ben Rebha aveva 23 anni, dopo un fermo di polizia, il suo corpo è stato raccolto dalle acque del Brenta senza vita.
Appello per una mobilitazione nazionale contro il razzismo istituzionale, gli abusi di polizia, i cpr, per chiedere verità e giustizia per Oussama e per tuttə.
Da Giovani e Palestina
STOP ALL’AGGRESSIONE ISRAELIANA
Martedì 9 agosto ore 18, Piazza del Nettuno
DA FIRENZE A CIVITANOVA MARCHE
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ACCANTO A CHI OGGI NON C’È PIÙ, AL FIANCO DI CHI LOTTA!
Arriverà quella soglia di saturazione in cui l’insieme delle oppressioni e delle discriminazioni sistemiche diventerà inaccettabile?
Cosa unisce una professoressa trans* che sceglie il fuoco pur di smettere di subire violenze da questa societa’, due sex workers brutalmente uccise, l’omicidio di una donna trans* e l’assassinio di un uomo razzializzato ammazzato in questi giorni, mentre intorno i passanti riprendevano coi telefonini?
Li unisce il fatto di non essere episodi, fatalità, ma il preciso esito di una violenza strutturale accettata tutti i giorni.
La violenza razziale e di genere non e’ un problema di ordine pubblico, avere una vulnerabilità o una diagnosi psichiatrica non significa essere potenziali assassini diversamente da chiunque altro, non è né con la psichiatria, né col giustizialismo, che stravolgeremo alla radice la cultura segregazionista, patriarcale e machista che tiene in piedi questo sistema basato sullo sfruttamento che si riproduce nelle relazioni individuali e collettive.
Ci sono responsabilità precise che vanno indicate.
Chi arma le mani di chi uccide, ammazza?
Non è forse chi porta avanti campagne d’odio cavalcando le paure delle persone a fini economici, propagandistici ed elettorali?
Non sono media, giornali e stampa che veicolano stereotipi ed esasperano insicurezze e paure?
Non sono gli interventi di polizia e repressione che cacciano quotidianamente le fasce più povere e marginalizzate della popolazione dalle città, per fare spazio a profitto e speculazione?
Non è la dottrina securitaria e machista della “tolleranza zero”, della “guerra al nemico”, all’”invasore”?
Non è la morale “disinfettante” bigotta e borghese della “pulizia” e del “decoro” per la fortificazione/colonizzazione dello spazio, contro l’altro diverso da sé, neutralizzato come soggetto?
Non sono forse la violenza delle frontiere, il ricatto dei documenti, le discriminazioni istituzionalizzate?
Non è la delega, l’ipocrisia e l’indifferenza quotidiana?
In nome del Capitale, degli Stati e delle frontiere ogni giorno lə migranti e i migranti in fuga da guerra e povertà subiscono controlli razziali, ricatti, rastrellamenti, violenze e deportazioni. Tutto questo avviene nelle stazioni dei treni, negli areoporti, nelle questure e nei cpr, nei centri di “accoglienza”, all’interno delle città, nei luoghi dello sfruttamento di massa.
In nome del sistema patriarcale alla base di ogni Stato e di questa violenza, che necessita di muri e confini per esercitare il suo potere, ogni giorno le nostre compagnə queer, trans e gender-variant sono respintə in quanto imprevistə e indesideratə, allontanatə dalle famiglie, espostə a sfruttamento, a persecuzioni, aggressioni e vessazioni, sul lavoro, per le strade, nella vita quotidiana.
Quando sopravvivono alle aggressioni vengono incarceratə per essersi difese.
E’ importante dire forte e chiaro che la polizia non solo non ferma abusi e uccisioni ma fa parte del problema: quando non è quella che ammazza, tortura e reprime, è quella che aggredisce e umilia. Il carcere ha la funzione di difendere lo Stato patriarcale e la società borghese da eventuali minacce alla sua integrità, serve da schermo per coprire le disuguaglianze e le oppressioni su cui si regge, affinché tutto rimanga tale.
Se oggi le istanze femministe e transfemministe vengono sempre più depoliticizzate e assorbite dallo Stato e dal Capitale, strumentalizzate e spogliate della loro intrinseca conflittualità, essere oggi in strada ha una valenza doppiamente importante.
Una compagna trans è accusata di aver dato fuoco al citofono di una sede della Lega: in questura è stata descritta come “un uomo travestito da donna” nel tentativo di scalfire e umiliare ciò che vorrebbero annientare. 424 e 270bis, incendio con aggravante di finalità di terrorismo.
“Terrorismo”, la parola magica per intimidire e spaventare chi non intende più subire, la macchina della repressione ha sempre pronto come ribaltare il senso della violenza per colpire chi intende lottare, agire per difendersi.
Si, vorremmo che questa gente provasse un briciolo di quel terrore e di quella violenza di cui si serve per opprimere e opprimerci.
Non dimentichiamo nulla.
Ritrovo presso lo Stadio Comunale, Lungomare Sergio Piermanni
ROMA: CORTEO CONTRO IL RAZZISMO
In solidarietà alla comunità nigeriana di Civitanova Marche e agli affetti di Alika Ogorchuku.
DOMENICA 7 AGOSTO ORE 18:30
Largo Preneste