Autore: Brughiere
La smart city che avanza
Eccola qui la smart city. La bologna sostenibile, innovativa, pratica, competitiva, all’avanguardia.
“Il futuro del viaggio su autobus è già qui: dal 30 marzo, su tutta la Linea 25 e su 150 autobus dell’area urbana di Bologna, sarà disponibile un nuovo metodo di pagamento della corsa, mediante carta di credito contactless.
Questo nuovo sistema permetterà all’utenza di acquistare il proprio biglietto direttamente sull’autobus, passando la propria carta vicino ai nuovi validatori, consentendogli così di viaggiare col mezzo pubblico indipendentemente dal tipo di corsa effettuata e dei cambi necessari per arrivare a destinazione.”
“Caratteristica fondamentale di questo nuovo mezzo è la sua praticità, oltre che per il pagamento, anche per le corse che gli utenti dovranno effettuare. Il sistema, infatti, non comporterà modifiche di tariffario: se un utente, per necessità, dovesse cambiare più autobus nel corso della giornata non pagherebbe comunque più dei 6€ richiesti dall’attuale abbonamento giornaliero, e non dovrà neanche occuparsi di effettuare il pagamento più comodo alle sue esigenze, dato che il sistema gestirà la richiesta in automatico. E non gli sarà neanche difficile verificare il suo titolo di viaggio, dato che all’utente, quando gli sarà richiesto il biglietto, basterà dichiarare al controllore le ultime quattro cifre della propria carta, in modo che il sistema possa riconoscere chi usufruisce del servizio e garantire al contempo la sua privacy.”
Sarà tutto semplicissimo insomma! Pratico e veloce! La miglior tariffa! Il miglior vantaggio! E soprattutto per il nostro bene! Privacy garantita! Sarà tutto comodissimo!
“Questo è solo il primo tassello di un processo di sostenibilità, sicurezza e digitalizzazione di cui l’assessore regionale alla mobilità, Andrea Corsini, ha fatto accenno durante la presentazione; processo che ha lo scopo di incoraggiare l’uso del trasporto pubblico locale, soprattutto per i più giovani.”
Insomma le tre paroline magiche: sostenibilità, sicurezza e digitalizzazione.
La solita vecchia bugia per cui il digitale trasforma la merda in green e la sicurezza si fa con la sorveglianza e il controllo.
L’assessore vuole incoraggiare l’uso del trasporto pubblico locale da parte dei giovani… con il contactless?
“Il sistema, ovviamente, non sostituirà gli altri metodi di pagamento, ma si aggiungerà agli stessi”
Certo. Finchè gli stessi non verranno dichiarati obsoleti.
«I pagamenti devono essere un acceleratore al processo di digitalizzazione, perché impattano positivamente con la nostra vita quotidiana» ha dichiarato, infatti, il direttore del Public Sector di SIA, Emiliano Doveri, il quale ipotizza che questa esperienza si possa applicare in futuro non solo alla mobilità, ma anche a parcheggi, bike sharing e musei, grazie alla sua sostenibilità e praticità.”
Dunque pagamenti veloci e digitali, e abitudini e spostamenti sempre piu tracciati impatterebbero positivamente la nostra vita.
Bisognerebbe chiedere cosa ne pensano del processo di digitalizzazione le cassiere e i commessi vessati dai contapersone negli store, com’è migliorata la loro vita sui luoghi di lavoro.
E’ il modello Amazon. Con il pretesto dell’ottimizzazione si stanno trasformando le città in industrie di sfruttamento, interconnesse e digitalmente sorvegliate. Non-luoghi, ripuliti, inibiti al vagabondaggio, agli incontri estemporanei e al confronto con l’alterità.
La digitalizzazione delle città aumenterà le forme di discriminazione ed esclusione, depoliticizzando lo spazio pubblico in una sempre piu ampia disumanizzazione delle relazioni sociali. Il controllo totale e l’organizzazione algoritmica dello sfruttamento, si ripercuoterà necessariamente su chi è già vulnerabilizzato e sfruttato, e naturalmente su chi si ribella e lotta. Tutto questo si consumerà attraverso i grandi profitti finanziari dei soliti pochi, con investimenti che non hanno nulla di green se non il colore dei soldi (e nemmeno quello ormai) , e che serviranno unicamente a rafforzare il potere dei mercanti e dei loro amici governanti.
“L’obiettivo, come dichiarato dalla presidentessa, sarà quella di rendere disponibile il servizio su tutta la flotta di Tper, anche per le aree extra-urbane, entro il 2022, anche grazie ai finanziamenti regionali e comunitari già stanziati per il progetto.”
Sì, perchè avevano proprio bisogno del contactless le aree extra-urbane.
1.500 ‘validatori’ su tutto il territorio regionale per un investimento complessivo di 3 milioni e 275mila euro cofinanziati al 50% dalla Regione attraverso fondi comunitari PorFesr e per il restante 50% dalle aziende Tpl – Seta, Start Romagna, Tep e Tper – attraverso una gara che ha visto Tper nel ruolo di capofila.
Chiedere o prendere?
Una carota troppo corta, un bastone sulle teste di tuttx.
Mezzo chilometro di fila a Milano per ricevere sostegno alimentare.
https://ilmanifesto.it/senza-reddito-la-lunga-fila-in-italia-per-il-pasto-di-pasqua/
Esproprio proletario a Livorno.
Proteste nel CAS di via Mattei
A Bologna i migranti nel CAS di via Mattei hanno protestato con un blocco per le condizioni di vita all’interno del centro. –> qui e qui
“In più di duecento viviamo ammassati nello stesso campo: il CAS di Via Mattei a Bologna. Alcuni di noi sono in Italia da pochi mesi, altri vivono nel CAS da anni. Siamo sfruttati da agenzie e cooperative nei magazzini della logistica, come quelli dell’Interporto, oppure lavoriamo come rider. Altri di noi non hanno lavoro e non vedono davanti a sé alcuna prospettiva. Le condizioni in cui viviamo sono state enormemente peggiorate dalla pandemia, perciò abbiamo deciso di denunciare pubblicamente la nostra situazione.”
“Viviamo in camerate, o container, con poca areazione, che ospitano oltre dodici persone. Non viene mai misurata la temperatura, né a migranti né a operatori che entrano ed escono dal centro continuamente, di giorno e di notte. Una sola volta ci hanno fatto un tampone senza dire alla città e alla stampa quanti di noi erano positivi. Non sappiamo chi di noi è positivo al Covid-19, viviamo tutti costantemente esposti al pericolo del contagio e non sappiamo se e quando verremo vaccinati.Spesso capita che, nonostante la presenza di un medico, chi sta male o si ferisce venga lasciato solo, senza cura o assistenza. Molti di noi non hanno medico di base né un codice fiscale e non hanno quindi la possibilità di curarsi come si deve. Chi va dal medico della struttura poi deve recarsi in farmacia o negli ospedali pagando le cure di tasca propria, senza possibilità di riduzioni. Chi non lavora non può permettersi nemmeno un biglietto dell’autobus per raggiungere medici e ospedali. Molto spesso ci viene dato del cibo insufficiente e cattivo.”
Qui tutta la lettera
Ad oggi due persone sono ancora in carcere e una agli arresti domiciliari.
“Il 19 agosto Mohammed, Amadou, Abdourahmane e Chaka vengono arrestati per devastazione, saccheggio e sequestro di persona e portati nel carcere di Treviso. Il 7 novembre Chaka, 23 anni, viene trovato morto nel carcere di Verona.
Secondo le accuse, sono colpevoli di aver “capeggiato” le proteste che tra giugno e luglio hanno travolto il Cas ex caserma Serena di Treviso.”
Qui info dalla pagina facebook del Comitato lavoratori delle campagne
Primo maggio neofascista a Bologna?
Convocato a Bologna un primo maggio sovranista, ultranazionalista, omofobo, xenofobo, rossobruno e neofascista dal “Movimento Nazionale Lavoratori Patrioti”.
Sul sito è possibile visionare il manifesto del ‘movimento’. Anche il canale facebook offre qualche informazione.
Movimento Nazionale Lavoratori e Patrioti a Bologna alla manifestazione nazionale del 1 maggio 2021
Riconoscersi e cercarsi
Sardegna: solidarietà a Paolo
La vostra gabbia, la nostra rabbia
Dopo il marzo 2020 se la situazione nelle carceri non è migliorata, nemmeno il fermento e la rabbia sono cessati. Episodi in cui singoli o gruppi di detenuti e detenute alzano la testa e prendono coraggio contro i loro aguzzini si sono susseguiti numerosi in quest’anno. Fra questi c’è Paolo.
Paolo è un compagno sardo che vive e lotta a Cagliari da molti anni, il 31 ottobre 2017 è stato arrestato immediatamente dopo aver rapinato un ufficio postale insieme a due altri complici. In secondo grado è stato condannato a 5 anni di reclusione. In questi primi tre anni e mezzo di carcerazione a Uta non è riuscito a godere nenache una volta del beneficio dei 45 giorni di sconto di pena previsti per ogni sei mesi senza rapporti. La sua instancabile tenacia a non voltare lo sguardo di fronte ai soprusi delle guardie oltre ai rapporti gli è costata anche la denuncia per cui il 12 aprile verrà portato a giudizio.
Pochi giorni fa il direttore del carcere ha sottoposto la sua corrispondenza a censura perché “corrisponde con anarchici e organizzatori di presidi al carcere”.
Non abbiamo intenzione di lasciarlo solo. Storie simili alla sua nelle galere sono il quotidiano. Se qualcuno, un compagno questa volta, ha deciso di non lasciar correre e lottare avrà allora tutto il nostro sostegno. Alzare la testa contro l’abominio carcerario è un atto di coraggio. Sostenere questo coraggio è il minimo che chi sta fuori può fare per riconoscerlo.
Paolo libero!
Solidali contro il carcere
Udine: denunce per istigazione a delinquere
Siamo spiacenti: continueremo a fare apologia della ribellione e ad oltraggiare l’oppressione.
Alcuni giorni fa, una compagna e un compagno hanno scoperto di essere nuovamente indagat* per istigazione a delinquere-apologia (art. 414 c.p.) e diffamazione (art. 595 c.p.) per alcuni contenuti della trasmissione radiofonica Zardins Magnetics, realizzata dalla nostra Assemblea e messa in onda ogni giovedì alle 20.00 su Radio Onde Furlane.
Si tratta dell’ennesimo attacco poliziesco e giudiziario alle attività dell’Assemblea tramite accuse basate su reati definibili come “d’opinione”. Infatti, la compagna e il compagno sotto indagine stanno già subendo un processo, per i medesimi reati, presso il tribunale di Udine per vari interventi a manifestazioni e un’intervista radiofonica nel 2019.
Analogamente, una compagna sta subendo ben tre processi a Trieste per imputazioni di istigazione e oltraggio, per vari interventi sotto il locale carcere. Pare che le Digos e le procure di Udine e di Trieste vogliano farci pesare penalmente ogni nostra parola che, superando la sterile libertà di indignarsi, rivendichi la libertà di lottare.
E così, tanto per fare degli esempi dei nostri capi di accusa, affermare che è giusto colpire con l’azione diretta chi (veramente) istiga al razzismo e alla guerra tra poveri, come la Lega, diventa istigazione a delinquere. Dire che la malasanità in carcere è tortura e dunque denunciare come torturatori i medici che se ne fregano dei/delle detenut*, diventa diffamazione.
Raccontare ad un presidio presso un carcere di una rivolta accaduta in un altro carcere, diventa anch’essa istigazione. Gli orizzonti miseri del diritto borghese si rivelano appieno. Con le nostre parole, infatti, non vogliamo spingere nessuno a fare nulla, né intendiamo sporcare il nome di chicchessia che non sia già sporcato dal suo ruolo e dalle sue azioni.
Vogliamo invece valorizzare -questo sì -la ribellione e le lotte che inevitabilmente sorgono, senza bisogno di fantomatici istigatori o istigatrici, dall’oppressione. Riconosciamo in quest’ultima l’unica vera istigatrice alla ribellione, aldilà di tutti gli incubi di una pace sociale totalitaria da parte dello Stato e delle classi dominanti.
Nel nostro piccolo, noi siamo parte di questa ribellione e lotta inestinguibile. Siamo, ad esempio, stat* al fianco dei detenuti del carcere di Udine, quando ci hanno denunciato la loro condizione di malasanità. Così come delle detenute del Coroneo di Trieste, quanto hanno rivendicato sanità, salute e libertà nel pieno dell’attuale epidemia. Siamo stat* e saremo al fianco delle prigioniere anarchiche e dei prigionieri anarchici, rinchius* nelle galere perché lottano per distruggerle.
Pensiamo che sia la nostra pratica in tal senso, più che le parole in sé, a voler essere colpita con questi procedimenti. Si sforzino pure i nostri inquisitori di centellinare ogni parola per darvi un “rilievo penale”.
Noi continueremo a dire quello che pensiamo e soprattutto a praticare l’appoggio e la solidarietà a chi si ribella, lottando contro il carcere e resistendo alla repressione.
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
liberetutti@autistiche.org
Piacenza: “Vaffanculo, questore pezzo di merda!”
1 aprile 2021
Insulta il questore più volte urlando al microfono “VAFFANCULO, QUESTORE PEZZO DI MERDA!” Denunciato per vilipendio alle istituzioni un sindacalista del S.I.Cobas
Link: https://www.ilpiacenza.it/cronaca/insulta-il-questore-piu-volte-urlando-al-microfono-denunciato-un-si-cobas.html“La norma tutela le istituzioni, il sentimento di italianità [e infatti nell’articolo si ribadisce più volte ‘marocchino’ ] e i simboli rappresentativi dello Stato, così da non intaccare il principio di autorità” colpendo quella “critica che ecceda i limiti di decoro e correttezza e del prestigio delle stesse.”
https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-i/capo-ii/art290.html
Bologna: multe antibivacco e accattonaggio in via Indipendenza
03 Aprile 2021
BOLOGNA – I carabinieri di Bologna, insieme alla polizia locale, hanno sanzionato sei clochard durante un servizio finalizzato alla tutela della salute pubblica, con riferimento alla norma che vieta “bivacco e accattonaggio” e che prevede una multa che va dai 100 ai 500 euro. L’intervento, si legge in una nota, “è stato necessario per risolvere una situazione che stava turbando i residenti per la presenza assidua dei sei clochard, di nazionalità rumena, che si erano accampati con materassi, coperte e cartoni in vari punti di via Indipendenza, rifiutandosi di ricevere gli aiuti sociali”