Aggiornamenti e cena benefit a seguire. L’iniziativa si svolgerà lo stesso giorno dell’udienza preliminare del processo “Ritrovo”.
Venerdì 20 ottobre dalle 18:30 al Tribolo – via D.Creti 69/2c, Bologna.
Cresciamo nei terreni incolti, nelle zone asciutte e sassose, ai bordi dei viottoli
Diffondiamo:
Aggiornamento sull’operazione Scripta Scelera: Gino trasferito in carcere a Massa, Veronica agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni (4 ottobre 2023)
Informiamo che il 4 ottobre è stato notificato l’aggravamento delle misure cautelari nei confronti di due compagni anarchici indagati nell’operazione Scripta Scelera dell’8 agosto contro il quindicinale anarchico internazionalista “Bezmotivny”. A seguito di alcune segnalazioni da parte della DIGOS, inerenti delle presunte violazioni nelle restrizioni, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il trasferimento in carcere per Gino Vatteroni (che si trovava agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni) e l’aggravamento della misura cautelare per Veronica (originariamente posta all’obbligo di dimora con rientro notturno dalle ore 19:00 alle 07:00 e che adesso si trova agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni).
Ricordiamo che in questo procedimento sono coinvolti dieci compagni e compagne anarchici indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico (art. 270 bis c. p.) e per istigazione a delinquere (art. 414 c. p.) con la circostanza aggravante della finalità di terrorismo (art. 270 bis 1 c. p.). A seguito dell’esito dell’udienza di riesame, tenutasi il 28 agosto al tribunale di Genova, le misure cautelari per i nove compagni e compagne agli arresti e con le restrizioni sono state confermate solo in riferimento all’art. 414 c. p. aggravato dalla finalità di terrorismo (oltre che per un reato minore, l’accusa di offesa all’onore o al prestigio del presidente della repubblica, art. 278 c. p., per cui sono indagati quattro compagni).
Seguiranno maggiori aggiornamenti.
L’indirizzo del compagno in carcere:
Gino Vatteroni
Casa di Reclusione di Massa
via Pietro Pellegrini 17
54100 Massa
Solidarietà con i compagni agli arresti e inquisiti per l’operazione Scripta Scelera! Perseveriamo nell’agitazione e nella propaganda anarchica rivoluzionaria! Né Dio né Stato, né servi né padroni!
Riportiamo qui di seguito le coordinate del conto per la cassa di solidarietà con i compagni inquisiti:
Carta postepay numero: 5333 1711 9250 1035
IBAN: IT12R3608105138290233690253
Intestataria: Ilaria Ferrario
Diffondiamo dall’Assemblea studentesca contro ogni carcere e cpr di Milano, un volantino contro cpr e frontiere.
Qui il canale Telegram dell’assemblea.
Riceviamo e diffondiamo una nuova tremenda pubblicazione “Parole domate di un cuore selvaggio” di Jean Weir, la prima della collana “Le Furie”.
Dalla quarta di copertina:
“Pensare a un mondo ideale senza cercare di costruirlo è inutile. Non ha senso. Almeno ci deve essere il tentativo di fare qualcosa, di provare. Se sei un romantico, un avventuriero, e te ne stai a casa a cercare di non far succedere niente, a che serve?” Octavio Alberola
(Dall’introduzione di Monica Caballero alla versione in spagnolo)
Parole. Semplici parole. Le pagine che seguono sono in parte trascrizioni delle parole pronunciate – “il meraviglioso operaio che non c’è più”, come scriveva malinconicamente Emma Goldman più di cento anni fa riferendosi all’inadeguatezza della parola parlata nel risvegliare il pensiero e a scuotere le persone dal loro letargo. Non siamo ancora arrivati all’eclissi totale del pensiero, dell’analisi e della sperimentazione metodologica. Quello che abbiamo abbandonato da tempo è l’ideologia (postulati fissi staccati dall’azione) e le organizzazioni di sintesi, a favore di una progettualità anarchica insurrezionalista informale.
Dall’introduzione :
Cuori ardenti. A chi interessano più i cuori, ormai? Si chiedeva il poeta nel lontano 1943. Cuori che non sanno più parlare, che hanno perso il senso delle parole in un mondo sovrasocializzato in cui la comunicazione sterile è in surplus. E come i cuori ardenti anche le parole non interessano più. Sono state private di significato e riempite di quel nulla derealizzante che serve a trasformare la realtà. È infatti il procedere freddo e calcolatore della tecnica che impoverisce il pensiero umano, rendendolo incapace di vedere al di là, di riflettere, ossia di comprendere il senso profondo di quello che facciamo e produciamo, a prendere il sopravvento. Questa dittatura tecnica produce un “analfabetismo emotivo”. Il linguaggio si sta già riducendo e continuerà a modificarsi seguendo la vita quotidiana. Alcuni modi di pensare, alcune parole e nozioni si atrofizzeranno e progressivamente scompariranno. Così le future generazioni non potranno sentire la mancanza di qualcosa che non hanno mai avuto.
Così anche noi ci siamo fatti addomesticare e abbiamo iniziato a parlare per slogan. Le nostre discussioni, importanti, sono diventate chiacchiere, senza alcun valore. Il senso delle parole lo abbiamo stravolto noi stessi trasformando la Signora libertà in aristocratico libertinaggio, confondendo il nichilismo anarchico di Kropotkin, che nella sua genesi storica dichiara guerra a fondo contro tutte le ‘menzogne convenzionali della civiltà’, con un nichilismo post-moderno in cui tutto perde senso, persino le parole e si svaluta ogni orizzonte di significato. Così possiamo dire tutto e il contrario di tutto in questo vuoto nascondendoci dietro le nostre contraddizioni.
Possiamo continuare a consumare ogni cosa, persino i nostri simili sostituendo individui unici con tipi rimpiazzabili in un’economia dei corpi che non ha nulla da invidiare all’economia capitalista, riuscendo persino a stravolgere l’egoismo di Stirner e trasformandolo in regola del mondo in cui gli altri esistono solo per soddisfare i nostri bisogni più che i nostri desideri, rimuovendone l’etica individualista.
Nell’epoca del dominio del sapere tecnico-scientifico, si tende ad attribuire, per di più, valore di conoscenza solo al sapere di tipo strumentale, cioè al sapere utile, finalizzato all’efficienza e all’efficacia. Non c’è bisogno di comprendere o di rifarsi a dei principi. La libertà diventa non l’anelito egoistico ma il capriccio in quanto sconnesso dalla responsabilità. Ed è quest’ultima, a nostro parere, ad essere la più grande sfida della libertà: la responsabilità delle proprie azioni.
Già dal Preambolo le parole di Jean ci sono apparse così vere da fare male. Da stordirci a tal punto da convincerci che fosse importante tradurre Tame Words from a Wild Heart come prima pubblicazione della collana “Le Furie”. Se si è alla ricerca disperata di risposte o soluzioni non le si troverà in questa raccolta. Qui ci sono proposte possibili, critiche taglienti e riflessioni feroci che colpiscono come un pugno nello stomaco. Perché stiamo perdendo il senso della nostra storia, stiamo perdendo la capacità di analisi e lo studio di ciò che sta avvenendo intorno a noi. L’approfondimento non come puro esercizio intellettuale ma per affinare l’attacco, per costruire una progettualità anarchica. Perché queste parole, così piene di significato, possano spingere ancora a scavalcare una rete, a fare una camminata sotto la luna … a fare quel salto nel buio che ci illuminerà con tutti i suoi colori. Quel giorno il poeta li avrà i suoi cuori ardenti, su cui il dubbio non avrà alcun potere, e che affronteranno la sconfitta con lo stesso invulnerabile sorriso della vittoria finale.
Agosto 2023
Prezzo 6 euro (+ spese di spedizione)
4,50 per ordini uguali o superiori a 4 copie (+ spese di spedizione)
tremendedizioni(at)canaglie.org
Sgombero del circolo Romito in corso. Celere e digos hanno chiuso la strada. Compagnx sul tetto. Chi può raggiunga la zona.
[AGGIORNAMENTO]
Le iniziative previste per oggi sono confermate e saranno spostate in piazza Tanucci. Sul tetto del circolo ancora si resiste. Chi può raggiunga il presidio in via Circondaria.
Ricordiamo il programma:
Ore 13: pranzo sociale
Ore 16: workshop contro il carovita, condividiamo pratiche e saperi per abbattere il costo dell’esistenza
Ore 19: iniziativa con la “città invisibile” sui processi di gentrificazione a Firenze
Ore 21: slam poetry
Diffondiamo questo documento prodotto dall’Assemblea della Rete Antipsichiatrica:
“Questo testo affronta la violenza strutturale che regola la vita all’interno di moltissimi centri residenziali per persone con disabilità o fragilità psichica. Si parte dai maltrattamenti avvenuti nella struttura di Montalto di Fauglia gestita dalla Stella Maris, passando per gli abusi all’interno delle strutture della Cooperativa Dolce di Bologna, per arrivare agli orrori della Comunità Shalom, nel bresciano. Una violenza capillare sostenuta quotidianamente dal silenzio di moltissimi “professionisti”, tecnici dei servizi, operatori, assistenti ed educatori.”
Qui il testo: https://assembleareteantipsichiatrica.noblogs.org/post/2023/10/02/residenze-psichiatriche-abusi-maltrattamenti-e-uccisioni/
Condividiamo da Oltre il ponte l’appello alla solidarietà per le/i condannati del Brennero:
Una cassa di solidarietà per i condannati/e del Brennero
La sentenza d’appello nel processo per la manifestazione al Brennero del 7 maggio 2016 ha distribuito più di 120 anni di carcere. Se le condanne fossero confermate in Cassazione, una trentina tra compagne e compagni potrebbero finire dietro le sbarre, vari altri avranno bisogno di una casa dove svolgere i domiciliari e in tutti i casi non mancheranno le spese da sostenere.
Collettiva è stata la manifestazione “Abbattere le frontiere” e più collettivo possibile vorremmo che fosse il modo di affrontare la repressione, affinché nessuno/a si ritrovi solo/a.
Per questo abbiamo deciso di creare un’apposita Cassa di solidarietà.
Non solo un numero di conto a cui far arrivare contributi economici, ma anche un contatto per avere materiale informativo, concordare eventuali interventi a concerti o altre iniziative di solidarietà, uno spazio in cui confrontarsi.
Mentre continuano le stragi di immigrati in mare, si allargano i recinti della detenzione amministrativa e aumenta il terrore poliziesco verso chi non ha in tasca i documenti giusti; mentre i lavoratori della logistica e delle campagne si organizzano e resistono contro il razzismo di Stato e lo sfruttamento padronale; mentre s’intensificano i piani di riarmo e di guerra, che sradicano milioni di umani dal loro mondo e colpiscono chi non si allinea; mentre il controllo tecnologico separa sempre di più gli inclusi dagli esclusi, le ragioni per cui siamo andati/e al Brennero quel 7 maggio non hanno fatto che moltiplicarsi. Se è soprattutto nella continuazione della lotta contro guerra e frontiere che si esprime la solidarietà ai condannati/e per quella giornata, una cassa di sostegno è un piccolo – ma necessario – pezzo.
I contributi economici possono essere versati sull’IBAN:
IT04H3608105138216260316268
intestato a Kamilla Bezerra (specificando “solidarietà Brennero”).
Per contatti: cassasolidarietabrennero@riseup.net
Qui alcuni link utili sui motivi, le modalità e le conseguenze della manifestazione del Brennero:
https://abbatterelefrontiere.blogspot.com/p/documenti.html
https://abbatterelefrontiere.blogspot.com/2016/05/7-maggio-una-giornata-di-lotta.html
https://ilrovescio.info/2021/05/16/manifestazione-al-brennero-condanne-per-166-anni/
https://ilrovescio.info/2023/03/19/sentenza-dappello-del-processo-brennero
Lunedí 2 ottobre alle 20 al Tribolo (via D.Creti 69/2 Bologna)
Ci vediamo un lunedì ogni 2 settimane per condividere proposte e riflessioni tra individui e realtà di Bologna e dintorni in solidarietà con lx prigionierx, lx inguaiatx con la legge e contro le galere.
Diffondiamo:
È nata la T.A.Z LA PIENA in via Scipio sighele 64.
Abbiamo deciso di occupare temporaneamente questo luogo, di aprirlo e sebbene per una sola settimana restituirlo alla città. Questo luogo infatti, il circolo del Romito, è un luogo di aggregazione storico in città, un circolo amico, un luogo per tutti. Quest’estate è stato chiuso, il comune ha preferito lasciare questo luogo di socialità vuoto per poterlo svendere al migliore offerente.
Nella nostra città in cui ogni luogo occupato vuol essere distrutto, ogni piazza svuotata, ogni luogo di socialità mercificato e turistificato, pensiamo che anche una settimana di iniziative, workshop e teatro, una settimana in cui incontrarsi e parlare, una settimana in cui vivere gli spazi che ci mancano possa essere utile affinché si riesca ad immaginarsene di nuovi.
RAGGIUNGETECI
Ieri a Modena alcuni compagnx hanno portato la loro voce nei pressi di un convegno organizzato dalla Camera Penale di Modena su 41-bis e deontologia penale. È stato appeso uno striscione ISOLAMENTO É TORTURA. NO 41-BIS, sono stati fatti interventi al megafono e distribuiti volantini. La stessa voce è stata portata anche in centro, con particolare riferimento alla strage al Sant’Anna del marzo 2020 e al silenzio complice che la circonda. Sono state lette le testimonianze dei detenuti ed è stato ribadito che nessuna indagine per diffusione di notizie false e tendenziose fermerà la verità sui pestaggi e sulle uccisioni di quei giorni.
Stato assassino.
Di seguito il testo distribuito all’iniziativa:
Abbiamo deciso di dar voce in strada a tutto ciò che probabilmente là dentro non verrà detto perché non fa più notizia, nella città che ha visto la strage al carcere Sant’Anna dell’8 marzo 2020. Non ci va giù che si parli a cuor leggero di “deontologia penale” facendo riferimento ad una forma di tortura di Stato come il 41bis, un dispositivo repressivo nato col pretesto della lotta alla mafia, esteso nel 2002 a prigioniere e prigionieri politici e rivoluzionari e alle associazioni cosiddette eversive, col chiaro intento di perfezionare l’armamentario della repressione preventiva e intimidire chi intende lottare. Concepito come una vera e propria tomba per vivi, il regime di 41bis mira a recidere i legami e i contatti con il mondo esterno di chi vi è ristretta/o col proposito di costringerla/o a collaborare con la giustizia. L’isolamento totale e l’annichilimento della personalità che subisce chi vi è internata/o si aggiunge ad una quotidianità carceraria fatta di privazioni, umiliazioni e sofferenze. Un mezzo di pressione pari ai metodi dell’inquisizione, costruito per provocare danni fisici e mentali tramite la tecnica della deprivazione sensoriale allo scopo di indurre al pentimento, estorcere confessioni e dichiarazioni.
Ricordiamo gli oltre 700 detenuti in 41-bis. Ricordiamo la compagna Diana Blefari che si tolse la vita dopo la permanenza in questo regime. Ricordiamo Nadia Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma, tutti militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, che vi resistono da oltre 17 anni. Ricordiamo il compagno anarchico Alfredo Cospito, che dopo l’intensa mobilitazione contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo sviluppatasi tra maggio 2022 e aprile 2023, e uno sciopero della fame di oltre sei mesi, continua ad essere recluso in questo duro regime detentivo, l’udienza riguardante la sua permanenza in 41 bis si svolgerà questo 19 ottobre presso il tribunale di sorveglianza di Roma. Ricordiamo Domenico Porcelli, ormai in sciopero della fame da aprile e sepolto nel silenzio. Anche lui ad ottobre avrà udienza al Tribunale di sorveglianza di Roma per discutere la sua detenzione in regime di 41-bis.
Allo stesso modo, ci rifiutiamo di dimenticare i nove detenuti morti a seguito della rivolta del carcere S.Anna di Modena (8 marzo 2020). Lo Stato e i media hanno prontamente tentato di motivare i decessi rinconducendoli a overdose da metadone e farmaci. Noi sappiamo che la realtà è un’altra. E sono proprio i cadaveri dei detenuti in questione a parlare chiaro, assieme ai segni di percosse, ai traumi e agli ematomi su di essi riscontrati (quando è stato possibile fare le autopsie),ma anche alle testimonianze di altri detenuti presenti quel giorno e poi trasferiti in altre galere, che raccontano i mancati soccorsi durante quegli stessi trasferimenti punitivi. Si tratta di assassinii di Stato, di una strage di Stato. Le indagini relative a quanto accaduto durante e a seguito di quella rivolta sono state prontamente archiviate. Non verrà fatta alcuna luce nemmeno sulle guardie penitenziarie (oltre 100), indagate per torture ai danni dei detenuti in rivolta del carcere di Modena. Ricordate le immagini di Santa Maria Capua Vetere? La giustizia e la rieducazione di Stato passano attraverso i manganelli, i pestaggi e le torture dei secondini, coperti dalla magistratura democratica, sui corpi e le menti dei detenuti.