APPELLO PER UN CORTEO NAZIONALE ANTIFASCISTA A MILANO

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APPELLO PER UN CORTEO NAZIONALE ANTIFASCISTA A MILANO 13 GENNAIO 2024

Oltre al sempre più evidente inasprimento di politiche securitarie, misure di segregazione ed esclusione, meccanismi di controllo della popolazione, che negli ultimi decenni stanno caratterizzando la gestione del territorio definito Europa, assistiamo contestualmente al rafforzamento di posizioni di estrema destra. Gruppi neonazisti e neofascisti organizzati e con ampi margini di agibilità, fuori e dentro le istituzioni, proliferano sempre più.

Decenni di profonde crisi economiche e sociali, oltre ad aver messo in ginocchio la parte più povera e vulnerabilie della popolazione, hanno creato un terreno assai fertile alla propaganda di idee populiste, identitarie e fortemente reazionarie. Diverse forze politiche, più o meno istituzionali, stanno in questi anni raccogliendo i risultati di questa propaganda: dalla crescita del consenso registrata dai maggiori partiti di destra europei, come il Rassemblement National, la Lega e Fratelli d’Italia, l’AfD e Vox fino al successo delle manifestazioni di piazza fomentate dai fascisti. Il movimento per l’indipendenza della Macedonia in Grecia, l’infiltrazione dei fascisti in diverse piazze contro le restrizioni Covid-19, i recenti disordini in Spagna contro l’amnistia per i separatisti catalani o gli scontri razzisti scoppiati a Dublino sono solo alcuni degli esempi che ci vengono in mente.

In questo contesto di oppressione sempre più esplicita e invasiva e di brusco riassestamento del capitalismo globale, chi si organizza per resistere e combattere la violenza degli Stati, del capitale e quella dei loro cani da guardia di estrema destra si trova di fronte a una repressione sempre più estesa e aggressiva. In tempi cupi come quelli che viviamo, in cui i venti di guerra fischiano sempre più forti alle nostre orecchie, la repressione del nemico interno e la pacificazione sociale si manifestano come priorità di tutti i governi nazionali.

In questo quadro generale, mentre l’Unione Europea sta valutando la possibilità di inserire i gruppi antifascisti nell’elenco di quelli indicati come terroristi, due compagni si trovano da febbraio 2023 in carcere in Ungheria. Entrambi sono coinvolti in un’inchiesta della polizia ungherese per degli attacchi subiti da alcuni neonazisti giunti a Budapest da tutta Europa durante il weekend del “Giorno dell’Onore”. Ricorrenza in cui i nazisti commemorano l’annientamento della Wehrmacht tedesca avvenuto l’11 febbraio del ’45 da parte dall’Armata Rossa durante l’assedio di Budapest.

Il castello accusatorio dei procuratori magiari non si limita però ai fatti accaduti a Budapest né ai giorni della commemorazione: nell’ambito di una sempre più fitta collaborazione tra Stati e polizie Europee, il tentativo degli inquirenti è quello di collegare le azioni avvenute in Ungheria ad un ben più ampio procedimento aperto in Germania a partire dal 2018: la cosiddetta inchiesta “AntifaOst” che vede imputati numerosi compagni e compagne tedesche accusate di aggressioni ai danni di esponenti di spicco del mondo neonazista tedesco. Il tentativo è quello di affermare l’esistenza di una fantomatica associazione criminale che avrebbe organizzato gli attacchi avvenuti in Ungheria.

Per questo motivo oltre a Ilaria e Tobias, detenuti a Budapest, la procura ungherese ha chiesto di spiccare 14 Mandati di Arresto Europei (MAE) nei confronti di altrettanti compagni tedeschi, italiani, albanesi e siriani. Molti di loro ad oggi non sono stati trovati.
Gabriele, un compagno di Milano, si trova, invece, agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni dal 22 novembre, a seguito dell’esecuzione di uno di questi MAE.
L’iter processuale che deciderà sulla sua estradizione dall’Italia all’Ungheria si concluderà verosimilmente nel mese di gennaio 2024, mese in cui a Budapest inizierà il processo contro

Ilaria, Tobias e una terza compagna imputata insieme a loro. Sono accusati a vario titolo di aver preso parte agli attacchi e di essere membri o conoscere la supposta associazione che li avrebbe organizzati.

Il 13 gennaio scenderemo in strada non solo per esprimere in maniera netta la nostra solidarietà e vicinanza ai prigionieri di Budapest così come a Gabriele e ai compagni che sono ricercati; vogliamo anche ribadire chiaramente che abbiamo scelto da che parte stare. Abbiamo scelto di non delegare la lotta contro fascisti e nazisti a quegli apparati istituzionali democratici che non fanno altro che difenderli e legittimarli in nome di una millantata “libertà d’espressione”. Siamo convinti che i fascisti vadano combattuti in maniera diretta, in questo momento storico più che mai. Rivendichiamo le pratiche militanti e crediamo necessario attuarle ad ogni latitudine per fermare i gruppi nazisti.

Anche nelle città italiane, se pur in maniera meno violenta che in altri contesti europei, i fascisti sono presenti e provano ad alzare la testa. Questi servi del capitale, finti ribelli utili solo a mantenere l’attuale l’ordine sociale, vanno fermati sul nascere!

Ogni giorno nelle nostre lotte, nei nostri percorsi, scegliamo di stare con chi si oppone ai padroni, chi è sfruttato, chi subisce la repressione, chi resiste alle guerre imperialiste e decide di rispondere, con chi non delega la propria libertà.
Scegliamo di schierarci contro i confini, che vengono controllati militarmente e chiusi impedendo a chi fugge dalla miseria di trovare un luogo più sicuro e di fatto mettendo a rischio la loro vita.

Gli stessi confini che quotidianamente uccidono chi emigra sono, da sempre, terreno di repressione politica e controllo capillare del territorio. Di recente si sono affinati strumenti amministrativi, più veloci e, nella forma, “spoliticizzati”. Per fare solo qualche esempio, pensiamo ai compagni italiani trattenuti a Parigi e rimpatriati i primi di giugno in occasione della commemorazione di Clement Meric, o alle decine di compagni e compagne bloccate in frontiera con un’interdizione ad entrare nel territorio francese per la manifestazione No Tav in Val Maurienne a fine giugno, o ancora alle interdizioni apparentemente “a vita” di entrare in Francia notificate in seguito alla grande giornata di lotta contro il mega bacino di Saint Soline del 25 marzo. Se da una parte questi esempi ci mostrano un controllo del dissenso politico sempre più pesante e una collaborazione tra polizie Europee molto stretta, contestualmente assistiamo ad un utilizzo di strumenti come i MAE sempre più spregiudicato ed “efficace”.

Non ci faremo piegare dalla repressione, e non rinunceremo a spostarci in contesti di lotta anche lontani da dove stiamo tutti i giorni.
Siamo per l’agire in prima persona, non delegando le nostre lotte alle istituzioni e allo Stato che accolgono tutto ciò che rientra nel loro canone di democrazia e pacificazione tentando di ripulirsi la faccia con belle parole che solo parole rimangono.

È possibile un mondo libero da fascismi e fascisti, sta a noi costruirlo. LIBERTA PER ILARIA, TOBIAS E GABRIELE!
SOLIDARIETÀ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE INQUISITE E LATITANTI! LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE!

Compagni e compagne di Milano

MILANO: SOTTO SEQUESTRO IL CPR DI VIA CORELLI

Da: Osservatorio Repressione

La procura di Milano ha disposto il sequestro d’urgenza del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli, a Milano.

La procura di Milano ha disposto il sequestro d’urgenza del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di via Corelli, a Milano, e dell’ente gestore Martinina Srl. I pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri hanno preso controllo della struttura in attesa dell’eventuale convalida del Gip e la nomina di amministratore giudiziario.

BOLOGNA: NUOVA OCCUPAZIONE IN VIA PRATI CAPRARA

Diffondiamo:

Santa Lucia porta nuova luce in città: TAZ TAZ TAZ! Dal 13/12 al …

NUOVA OCCUPAZIONE TAZ IN VIA PRATI DI CAPRARA 10, BOLOGNA

Contro questa città e il suo governo torniamo a occupare ancora.

Dopo 5 giorni senza leggi e senza costrizioni non ne volevamo sapere di tornare nelle nostre piccole e anguste case, per questo oggi apriamo uno spazio per lanciare un messaggio a noi stesse, a chi ci è complice: ribellarsi è possibile, praticare questa libertà è possibile. Diventiamo implacabili e disperdiamoci ovunque.

Altri giorni insieme senza leggi, vincoli, capi o costrizioni. Porta la tua distro, cosa, banchetto, fai la tua assemblea, se vuoi cucinare.. cucina, gioca! Pittate libere, tira su il rusco. Riempi lo spaziotempo come piace a te e coinvolgi chi ti sta attorno.

Solo autogestione per nuove cosmogonie sovversive.

Non vi libererete mai di noi, il possibile è ovunque.
https://balotta.org/event/nuova-occupazione-taz-di-santa-lucia

BOLOGNA: CARCERE DELLA DOZZA AL GELO

Il carcere della Dozza è al gelo: sui media locali si parla di una sola caldaia in funzione per tutto il carcere, di temperature insostenibili, acqua e docce fredde. Al di là del sensazionalismo e delle lamentele delle guardie, si tratta di una situazione che si ripete cronicamente da anni, non solo alla Dozza, estati bollenti ed inverni al gelo. Nei giorni scorsi alcuni detenuti avrebbero dato fuoco alla loro cella.

SENTENZA DI SECONDO GRADO PROCESSO BIALYSTOK

Da: Il Rovescio

Martedì 28 Novembre è stata emessa la sentenza di secondo grado riguardo l’“Op. Bialystok”. La richiesta d’appello del Pubblico Ministero è parsa fin dall’inizio povera dal punto di vista motivazionale, tanto che il Procuratore Generale (rappresentante l’accusa in questa fase di giudizio) ha chiesto alla fine della fase dibattimentale la conferma delle pene inflitte nel primo grado.

La Corte ha confermato l’assoluzione della persona già assolta per la collocazione dell’ordigno esplosivo presso la caserma dei Carabinieri di San Giovanni e l’ha ulteriormente assolto anche dalle altre accuse. L’anarchico condannato precedentemente per le macchine del car sharing Eni-enjoy andate a fuoco si è visto confermare la pena (1 anno di reclusione, pena sospesa).

L’anarchica condannata in primo grado a 7 mesi è stata assolta da tutte le accuse, mentre altrx 3 si sono vistx ridurre le pene a 3 mesi in seguito all’assoluzione da alcuni reati specifici minori.

I giudici hanno i soliti 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.

L’ennesimo castello di carte della Procura (o meglio del ROS) ordito per colpire l’anarchismo nostrano è in buona parte caduto, per l’inconsistenza non solo delle prove specifiche, giudicate insufficienti ai fini di una condanna per quanto riguarda i reati scopo, ma anche dell’impianto accusatorio stesso che prevedeva l’ipotesi di un’associazione di tipo terroristico in linea con le proposte organizzative informali dell’anarchico prigioniero Alfredo Cospito. Accogliamo positivamente questa sentenza in quanto ci sembra che essa vada a togliere un ulteriore tassello della rete tessuta dalla DNAA per tentare di isolare e silenziare i contributi di Alfredo, costruendone un profilo di “pericolosità sociale” atto a giustificarne la collocazione all’interno del regime di 41bis.

Sorridiamo di fronte a quest’ennesimo fallimento dei progetti repressivi dello Stato, e salutiamo con l’occasione tuttx x prigionierx anarchicx e ribellx rinchiusx in ogni parte del mondo, tuttx coloro che sono colpitx da misure giudiziarie o di polizia, x indagatx, quellx sotto processo e tuttx quellx che sfuggono alle maglie del potere.

Come sempre per l’Anarchia e la liberazione totale!

Alcunx di Bialystok

CORTEO CONTRO LEONARDO: LA GUERRA COMINCIA DA QUI


Riceviamo e diffondiamo:

CORTEO CONTRO LEONARDO – RONCHI (GO) – Sabato 16 dicembre h 10.30

LA GUERRA COMINCIA DA QUI!

La guerra comincia qui, l’Italia è co-belligerante nella guerra russo-ucraina e nel massacro israeliano nella Striscia di Gaza, una spirale di morte e distruzione che potrebbe portare ad un conflitto mondiale globale e nucleare.

Nella guerra russo-ucraina l’Italia è implicata non solo con la fornitura di armamenti ma anche con la presenza alle frontiere della Russia di un migliaio di soldati e di centinaia di mezzi militari. Ed è complice della mattanza di civili palestinesi a Gaza, perché la Base siciliana di Sigonella, viene utilizzata come ponte con quella di Ramstein in Germania per rifornire quella di Nevatim, quartier generale degli squadroni dell’Aeronautica israeliana equipaggiati con i recenti cacciabombardieri F-35 a capacità nucleare. E sono prodotti da Leonardo i sistemi di puntamento laser utilizzati nei bombardamenti.

La guerra comincia qui, in questo Friuli storicamente colonizzato ed asservito dallo Stato italiano e dalla Nato, attraverso un’occupazione militare che ancora oggi continua con caserme disseminate in ogni dove, alcune delle quali destinate a diventare Smart Military District, cioè caserme che invadono e  pervadono il territorio civile e le sue attività (Comprensorio “La Comina” di Pordenone, Comprensorio “Spaccamela-Bevilacqua-Zavattaro” di Udine, Caserma “Montesanto” di Gorizia,…); con poligoni di tiro ed esercitazioni aeree e terrestri che, oltre a molestare la vita degli abitanti, sono la causa dell’inquinamento di zone di rilevanza ambientale come i Magredi del Meduna-Cellina; con la Base aerea di Rivolto dove ha sede la famigerata Pattuglia di addestramento dei cacciabombardieri noti come Frecce Tricolori; con la presenza della Base Nato di Aviano, quella con il maggior numero di testate nucleari in Italia.

La guerra comincia qui, nei nostri paesi, anche a Ronchi, dove ha sede il gruppo industriale Leonardo Spa, il n°1 tra i produttori di armi in Italia nel settore high tech, ai vertici a livello europeo e mondiale delle compagnie del settore difesa. Nello stabilimento isontino, dove operano 278 addetti, si progettano e si realizzano gli aerei robot a guida remota, chiamati “droni”, come ad esempio il Falco Xplorer che “potrà essere equipaggiato con armamenti fino a 6 missili o 12 razzi, compresi i missili Brimstone «prodotti da Mbda, altamente efficaci contro i carri armati e in grado di colpire le navi a una distanza di circa 12 chilometri.» A Ronchi si produce il Mirach 40, già utilizzato da svariate forze aeree militari come bersaglio negli addestramenti tattici. Più che di velivoli occorre parlare di sistemi d’arma autonomi (cioè senza equipaggio) per applicazioni aeree, fuori dal gergo militare: sistemi di assassinio mimetizzato – è così che dominio e capitale organizzano la massima intensità per cancellare dai soggetti agenti (i soldati) la loro personalità e la loro responsabilità.

LA GUERRA COMINCIA QUI. RIBELLIAMOCI QUI!
BLOCCHIAMO LA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ!

Assemblea “Sabotiamo la guerra” – Friuli e Trieste

BOLOGNA: SENZA CHIEDERE PERMESSO

Giovedì 7 dicembre abbiamo partecipato con la nostra distro alla seconda edizione della rassegna SENZA CHIEDERE PERMESSO – Mercatino autogestito delle autoproduzioni, ogni primo giovedì del mese in Bolognina.

È con piacere che diffondiamo qualche foto della serata, un momento di riappropriazione nella cornice di un quartiere di cui si vorrebbe cancellare finanche la storia, una boccata d’aria per ridarsi spazio e contestare una sedicente “piazza pubblica” privatizzata, parlare di antirazzismo con un fumetto incredibile e rompere l’isolamento contro la repressione e la violenza di Stato. 💜

Rap con i Senza Palle
Mostra sul DL Caivano

Mostra: Un deserto chiamato sicurezza
Digiuno

Non poteva mancare un pensiero ai caduti durante il violento sgombero dell’occupazione abitativa Social Housing in via di Corticella 115, mentre contemporaneamente veniva sgomberato anche lo Student Hostel occupato in Viale Filopanti 5/A.

In serata il corteo che dalla prefettura ha attraversato la città contro l’attacco sferrato alle lotte per la casa e l’abitare ha raggiunto la tettoia, unendo le voci del corteo a quelle del mercatino, contro la violenza di Stato.