
Diffondiamo:
Venerdì 19 dicembre ore 18.30
Via Fastuca 2 (Palermo)
“EL EMPAPELADO AMARILLO” (La carta gialla) – Rappresentazione teatrale con Maria Laura Caccamo. Adattamento del testo di Charlotte Perkins Gilman. Regia di Carlos Lipsic.
In lingua spagnola con libretto in italiano.
Ingresso 7 euro
posti limitati, si consiglia la prenotazione via mail:
orticarie@bruttocarattere.net
Prenotazioni via Tel:
3278939439
338 7329206
dalle ore 20:30 ingresso libero, si mangia e si balla
Il carcere esiste soprattutto per fare paura, e spesso ci riesce. Le galere stanno lì per terrorizzare e annichilire non solo chi è dentro, ma anche chi resta fuori. In questo senso, pensiamo che cercare di conoscerlo sempre meglio, parlarne apertamente, rompere i muri di silenzio che gli si costruiscono attorno, sia anch’esso un modo che abbiamo per non restare ostaggx della paura e per opporci a questa società – carcere.
Ci siamo chieste cosa avremmo fatto se fossimo state noi a finire in carcere, se fossimo state noi a essere strappate alle nostre vite e ai nostri affetti. Poi, abbiamo spostato ancora lo sguardo: e se fosse stata la nostra compagnx a finire dentro? Abbiamo provato a immaginare cosa potesse voler dire per lei sentire il nostro sostegno da fuori, e cosa avremmo potuto fare per rompere il suo isolamento.
Da qui sono nate alcune domande per noi centrali sulle forme che assume la solidarietà nelle nostre relazioni tra compagnx, e in che modo, nel sostenere chi è dentro, si possono produrre le stesse logiche patriarcali contro cui lottiamo. Ci sembra necessario, infatti, comprendere non solo come la logica detentiva agisce nella riproduzione dei ruoli di genere all’interno del carcere, ma anche come questa estende le proprie maglie oltre quel perimetro fisico e coinvolge chi, pur non essendo reclusx, vive la vicinanza a chi sta dentro o sceglie la solidarietà come pratica quotidiana.
Sono queste ed altre le domande che ci suggerisce lo spettacolo che abbiamo scelto di ospitare. Come liberarsi e sostenere lx altrx nelle loro pratiche di liberazione, riconoscendo che le gabbie hanno mille forme diverse, spesso oltre l’immediatamente visibile?