DI POSTA, PACCHI E COLLOQUI IN CARCERE: FACCIAMO CHE IL NOSTRO PROBLEMA DIVENTI UN PROBLEMA LORO

Riceviamo e diffondiamo:

Dopo 9 giorni dall’arresto per l’esecuzione della misura cautelare in carcere nella sezione comune di Poggioreale, legata ai fatti del corteo di carnevale contro il ponte sullo Stretto, Gabri non ha ancora mai avuto la possibilità di chiamare il suo avvocato.

Già per Andre la possibilità di incontrarlo prima e durante l’interrogatorio di garanzia fu impedita da un trasferimento dell’ultimo minuto al carcere di Potenza e da una connessione malfuzionante della videoconferenza; così come a Guí, al momento dell’arresto, avevano negato di nominare un avvocato di fiducia.

Trascorsi diversi giorni, a Gabri non sono state fornite le informazioni adeguate per poter sentire il suo avvocato difensore, per cui non lo ha ancora chiamato. In più non hanno fatto entrare il pacco di emergenza né quelli inviati successivamente, né ha ancora potuto effettuare i colloqui con le persone familiari. Fortunatamente, sappiamo che la solidarietá e il mutuo aiuto tra detenutx non è mancata.

Intanto, il riesame per Gabri, Guí e Andre, accusatx nello stesso procedimento, è stato fissato per il 25 settembre presso il tribunale del riesame di Messina.

A quanto abbiamo capito, si tratterebbe di intoppi procedurali e burocratici del carcere stesso di Poggioreale, una condizione strutturale legata al sovraffollamento, cosa comune specie in quei luoghi in cui masse di persone vengono riversate quotidianamente nelle galere, come fosse una discarica sociale.

Come Gabri, probabilmente, centinaia di detenutx nelle galere napoletane e in particolare a Poggioreale, uno dei più sovraffollati d’Italia (circa del 160%), vivono questo tipo di problemi come la normalità. Così come è normalità la logorante attesa delle persone detenute e loro affetti di una firma del magistrato di sorveglianza che validi le scartoffie già pronte da mesi sulla sua scrivania per concedere benefici, lavoro esterno per art. 21 o pene alternative.

“Sono veloci quando si tratta di portarti dentro e mai quando devi uscire”. 

Anche se per ragioni e contesto molto diversi, come compagnx diciamo che l’isolamento di chi è detenutx, non ci è nuovo.

Diversx prigionierx anarchicx o rivoluzionarx, nel tempo, così come nell’ultimo periodo, sia in sezioni comuni che di AS, sono statx ostacolatx o hanno subíto privazioni nelle comunicazioni con l’esterno.

Per il compagno anarchico Alfredo, ancora rinchiuso al 41bis di Bancali (Sassari), da tempo la corrispondenza è ormai totalmente bloccata, cosí come l’accesso alla biblioteca e ai pochi libri e CD giá autorizzati. La posta, anche senza passare dalla censura, sparisce nel nulla.

Al compagno anarchico Ghespe, detenuto al carcere di Spoleto, è stata applicata la censura; non abbiamo modo di sapere se la posta sparisca in entrata o uscita e una censura informale è di certo applicata ai pieghi di libri.

Al compagno Paolo, detenuto a Uta (Cagliari), è applicata ormai una censura informale per cui la posta si perde in entrata o in uscita, salvo che non sia posta raccomandata.

Che gli impedimenti a colloqui, pacchi e corrispondenza siano dati da sottorganico dell’amministrazione penitenziaria o da scopi punitivi e vendette politiche, l’effetto afflittivo sulle persone detenute e quelle a loro vicine o solidali non cambia. Allora diciamo che da un problema nostro dobbiamo farlo diventare un problema loro!

Isolare è un modo per punire chi continua a resistere anche dentro le carceri, non accettando di piegarsi ad un sistema oppressivo e repressivo. Il sistema carcerario impone un isolamento dall’esterno, dagli affetti e dallx compagnx, per cui poter ricevere lettere e pacchi è l’unico modo che si ha per oltrepassare quelle mura e mostrare vicinanza.

Negare la possibilità di comunicare con il proprio avvocato è gravissimo, poichè rappresenta la privazione di una minima consapevolezza sulla propria situazione.

Non poter ricevere il minimo indispensabile per l’igiene e una presenza dignitosa in cella è inaccettabile.

La lotta avviene sia dentro che fuori le gabbie, lo insegnano Alfredo, Anan, e tuttx lx compagnx reclusx.

In questi momenti è importante essere complici con lx compagnx, e mettere in difficoltà chi ostacola chi continua a lottare da dentro.

Raccogliendo i vari inviti a scrivere loro, come forma immediata per far sentire la nostra presenza in questi tempi bui e intasare gli uffici della burocrazia, scriviamo a tuttx!!

Sperando sia cosa apprezzata, riportiamo qui gli indirizzi di alcunx prigionierx a cui poter mandare un saluto scrivendo lettere e cartoline:

Gabriele Maria Venturi
C/o C.c. di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia”
Via nuova Poggioreale 167, 80143 – Napoli (NA)

Guido Chiarappa
C/o Casa Circondariale di Varese,
Via Felicità Morandi, 5, 21100 Varese (VA).

Andrea Berardi
C/o C. c. di Potenza “Andrea Santoro”
Via Appia 175, 85100 Potenza (PZ)

Alfredo Cospito
C. C. “G. Bacchiddu”
strada provinciale 56 n. 4
Località Bancali
07100 Sassari

(per Stecco scrivere a:)
Luca Dolce
C. C. di Sanremo
strada Armea 144
18038 Sanremo (IM)

Paolo Todde
C. C. “E. Scalas”
09068 Uta (CA)

(Per Ghespe scrivere a:)
Salvatore Vespertino
C. D. R. Spoleto,
Loc. Maiano 10
06049 Spoleto (PG)

Anan Yaeesh
C.c. di Terni
Str. delle Campore, 32,
05100 Terni TR

Mauro Rossetti Busa
C. R. di Opera
via Camporgnano 40
20141 Milano

Juan Antonio Sorroche Fernandez
C. C. di Terni
strada delle Campore 32
05100 Terni

Anna Beniamino
C. C. “G. Stefanini” – Rebibbia
via Bartolo Longo 92
00156 Roma

Dayvid Ceccarelli
C. C. “San Lazzaro”
via delle Novate 65
29122 Piacenza

Antonio Recati
c.c. Scandicci
via Minervini 2r
50142 Firenze Sollicciano (FI)

Claudio Cipriani
Via Roma Verso Scampia, 350,
80144 Napoli (NA)

Per Alfredo, Paolo e Ghespe, è preferibile scrivere tramite posta raccomandata.

Per mandare pieghi di libri è meglio informarsi prima tramite lx prigionierx o persone solidali su cosa fa piacere o meno ricevere.