MILANO: SUI FATTI DI MALPENSA

Diffondiamo:

Venerdì 11 luglio si apprende la notizia dell’imminente deportazione di un ragazzo gambiano, arrestato il giorno prima in Francia ed espulso in Italia. La deportazione sarebbe dovuta avvenire dall’aeroporto di Malpensa con il volo AT00951 delle 18.05 diretto a Casablanca, della compagnia aerea Royal Air Maroc. Quattro compagnx da Milano si sono mobilitatx per recarsi all’aereoporto con l’intenzione di distribuire dei volantini per informare i passeggeri di ciò che sarebbe accaduto.

Infatti la volontà delle persone a bordo e del pilota incide sulla possibilità di fare partire o meno l’aereo e quindi fermare la deportazione.
Varcata la soglia dell’aeroporto, prima ancora di aver raggiunto la fila di persone nell’area check-in e senza aver distribuito neanche un volantino, lx compagnx sono statx circondatx da un cospicuo numero di agenti di polizia e digossini, per poi essere trattenutx in stato di fermo.

Poco dopo l’identificazione, le forze dell’ordine hanno proceduto con la perquisizione delle borse e il sequestro di qualche volantino. Al termine delle 5 ore di fermo in aereoporto, lx compagnx sono statx rilasciatx con denuncia a piede libero per i seguenti reati: istigazione a delinquere, attentanto alla sicurezza dei trasporti e interruzione di pubblico servizio. Inoltre, sono stati notificati 4 fogli di via della durata di 3 anni dall’aeroporto e dai comuni limitrofi (Ferno e Somma Lombardo). L’aereo ha preso il volo e il ragazzo gambiano è stato deportato “con successo”.

Riflettendoci, non ci sorprende la presenza degli sbirri in questo contesto e la ridicola sproporzione dei capi d’accusa rispetto all’azione che peraltro non si è realizzata (e lo comunichiamo con rammarico).
È chiaro il messaggio della Questura di Varese: l’areoporto di Malpensa è un luogo estremamente securizzato nel quale non può essere tollerata alcuna espressione di lotta. Ma soprattutto è evidente come lo Stato abbia un enorme interesse a non voler alcun intoppo nella macchina delle deportazioni ed è quindi pronto a dispiegare il suo apparato repressivo per far in modo che ciò non avvenga.

Quanto detto finora è funzionale alla tutela dei privilegi di chi detiene il Potere all’interno della fortezza Europa e non solo, e si inserisce all’interno di un progetto di controllo delle migrazioni sempre più stringente: la creazione e il pattugliamento dei confini; la costituzione di un sistema di leggi che si basa sull’individuazione di un “nemico” interno, e la criminalizzazione di chi viene targhettizzato come tale; l’esistenza di lager in cui le persone vengono recluse con la sola colpa di non avere i documenti giusti e le torture che lì dentro vengono perpetrate; la repressione che punisce qualsiasi tentativo di rivolta e mira a distruggere i legami di solidarietà che si creano dentro e fuori; fino alla deportazione forzata tramite voli di linea e voli charter appositamente designati a questo scopo.

Tutti questi ingranaggi mortiferi vanno ad arricchire schiere di spregiudicati attori: basti pensare alle cooperative a cui lo Stato delega la gestione dei cpr (che poco interesse hanno dei reclusx quanto sul lucrare il più possibile tramite gli appalti che vincono), oppure alle compagnie aeree attraverso cui vengono deportate le persone.
Queste politiche si fondano sulla configurazione di un Sistema mondo coloniale, bianco, occidentalocentrico e capitalista che si basa sulla creazione di categorie di razza e civiltà e sulla loro gerarchizzazione.
Ciò determina l’attuale ordine globale tra stati e l’ordine di privilegi all’interno di essi che giustificano lo sfruttamento sistemico.
La tensione alla libertà che ci spinge a lottare è più forte di qualsiasi tentativo di soffocarla. Non ci faremo intimorire dalle misure adottate dalla Questura di Varese, che non fanno altro che alimentare la nostra rabbia nei confronti di questo Sistema liberticida e di chi lo sostiene.

Il meccanismo delle frontiere e della loro protezione non fiaccherà la pulsione che spinge le persone ad attraversarle, e con essa nemmeno la nostra solidarietà e complicità.

Per un mondo senza Stati, frontiere e galere. Sempre solidali con chi viene oppressx e con chi si ribella.

Assemblea nocpr Milano