AGGIORNAMENTI DAL CPR DI PALAZZO SAN GERVASIO

Riceviamo e diffondiamo

Nelle ultime settimane la temperatura nella campagna che avvolge il Cpr di Palazzo San Gervasio è salita di tanti gradi. La vita della stagione del pomodoro inizia a popolare i bar e la zona. Come avviene ogni anno da maggio a ottobre i mezzi militari che fendono quotidianamente il paesaggio si alternano con quelli agricoli. Il vociare dei campi e i rombi assopiscono il silenzio nel quale il Cpr è catapultato durante i lunghi inverni lucani.
L’inverno che si è appena chiuso è stato un inverno in cui la macchina della criminalizzazione ha colpito forte le aree lucane di lavoro agricolo. In particolare nel Metapontino dove sgomberi, controlli e arresti si sono ripetuti continuativamente, alcune persone residenti nei casolari o nelle zone del Metapontino sono state fermate e portate nel Cpr di Palazzo. Tra questi fermi e trasferimenti, anche quello di un signore senegalese che è rimasto per un mese nel Cpr nonostante problemi psichiatrici accertati e l’azione di denuncia delle realtà che animano la zona e lo conoscevano. Tutte azioni di sgombero e bonifica finalizzate alle campagne elettorali borghesi e all’apertura della stagione turistica.
Nell’area dell’Alto Bradano, dove si trova Palazzo San Gervasio, l’ex Tabacchificio, l’anno scorso sgomberato e per il quale quest’anno è stato pubblicato il nuovo bando di gestione, resta decadente e sotto sorveglianza H24.

Nelle ultime settimane i rapporti con il dentro sono aumentati. Si è parlato con tante persone tra cui alcune trasferite a Palazzo San Gervasio dopo le rivolte nel Cpr di corso Brunelleschi e quattro persone palestinesi.
Le persone dentro muoiono di fame. Ogni giorno il pulmino bianco che, anonimo, fa la spola dal centro cottura al cpr porta dentro pasti immangiabili con l’intento di deteriorare il corpo e l’anima delle persone.
Quotidianamente il risuono del nome Officine Sociali sui vestiti delle persone che lavorano dentro, si vede nei bar o in strada. Officine sociali, cooperativa che è in attesa dell’ufficialità del nuovo affidamento della gestione del Cpr, nonostante sia stata definita non idonea alla gestione dei centri in altre città di Italia  e nonostante Oussama Darakaoui sia morto nei primi giorni di agosto 2024 (tra il 5 e il 6) dentro quelle  mura nel pieno della gestione della stessa cooperativa.
Le guardie urlano i numeri identificativi, quando alla consegna dei pacchi chi dalla cella si affaccia sul parcheggio dove si sosta e chiede se c è un pacco anche per lui, gli urlano tu chi sei? Se in risposta viene dato il proprio nome, viene chiesto l’id. Questi, a riprova della deumanizzazione e annullamento che avvengono all’interno dei cpr.
Da due settimane un sacco trasparente con roba dentro è abbandonato davanti al muro del Cpr, il numero identificativo scritto su un pezzo di scotch carta è ancora la.
La solidarietà tra compagni di cella è forte.
Arrivera la notte, quando dalla Bradanica invece della luce dei fari da stadio, si vedrà fuoco macerie e libertà per tuttx.

In regione la repressione è forte, le notifiche continuano ad arrivare, e si continua a giocare a guardie e ladre.
Solidarietà a tuttx lx compagnx che vengono affaticatx dalla macchina repressiva, dal 4 giugno ancora più forte.

Vendetta per Ozaro, Oussama, Rabi
Vendetta per tutte le vittime di stato