QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLO SCANDALO DELL’ESCLUSIONE

Riceviamo e diffondiamo questo contributo in risposta a dei testi usciti sulla Fiera dell’editoria e della propaganda anarchica di Roma  e, più in generale, al contesto anarchico e alla tendenza antifemminista portata avanti da qualche persona.

QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLO SCANDALO DELL’ESCLUSIONE

Da diversi anni giro nel contesto anarchico e sicuramente non sono
estranea alla lettura di articoli su siti di movimento, né tantomeno al
commentarli e confrontarmici su. Purtroppo capita che alcuni di questi,
pur trovandoli di dubbio interesse in termini di contenuto, mi risultino
poi utili a capire una tendenza oramai consolidata su cui penso sia
arrivato il momento di soffermarsi.

Onestamente, sono convinta che non siamo d’accordo su quali siano le
basi che dovrebbero accomunarci nell’ideologia anarchica e va bene
discutere di questo, ma per favore facciamolo con quest’assunto.
Io mi sento di rivendicare la scelta politica di organizzarmi per
affinità e di scegliere in base a questa, come quella di diffondere
contributi che considero interessanti in base al contenuto e alla
persona che li produce. D’altra parte credo che ognun di noi si dia
criteri più o meno definiti in questa direzione, altrimenti gli stessi
blog non sarebbero più tali, ma piuttosto dei forum dove qualsiasi
internetnauta direbbe la sua con o senza pertinenza con i concetti che
si vorrebbe diffondere, o una “Fiera del Libro Anarchico” potrebbe
trasformarsi in un “Salone dell’Editoria”, se vogliamo, indipendente. Ma
diciamoci anche che di saloni del libro già uno ce n’è e basta e avanza.
Io mi rivendico di scegliere di diffondere idee che condivido e di
riunirmi con chi trovo affine nel voler distruggere ogni gabbia,
sabotare la guerra, far fronte al suprematismo scientifico e
l’avanzamento tecnologico e, sopratutto, riconoscere e abbattere il
dominio umano, bianco e patriarcale.
Non vedo dove sia il problema in questo e anzi ringrazio chi si impegna
a creare situazioni in cui ciò sia possibile.

Il tema dell’esclusione, d’altra parte, è un tema che sembra essere
davvero caro a molti e su cui c’è chi prova a batter chiodo da molto
tempo. Che sia per un’insidiosa FOMO (Fear Of Missing Out: Paura di
perdersi qualcosa – e spiego a chi è più avvezzo al latino che questo
sì, è un anglicismo, mentre un testo scritto in inglese per un evento di
taglio internazionale è una scelta di renderne accessibile il contenuto)
che colpisce gli umani con tendenza più sociale, o per una mera
questione di principio, a me purtroppo ancora non è chiaro perché
risulti una punizione così feroce e sopratutto un gesto irrivendicabile.
D’altra parte non mi sono mai posta il problema vedendo cacciare infami
o gente che si è intascata soldi da casse benefit. E allora qua la
domanda che mi sorge spontanea è: non siamo d’accordo sull’esclusione o
sui motivi che spingono a questa? E se fosse la seconda ipotesi, perché
allora non si parla di questo?

Trovo che la scelta di dirottare la discussione sui metodi, piuttosto
che sul contenuto, sia fin troppo forviante. E quasi mi viene il
sospetto che non sia un caso.
Quel che sto riconoscendo in determinate argomentazioni è la tendenza a
portare delle narrazioni di fatti in maniera già ben veicolata in
termini di concetti da divulgare. Un tipo di narrazione oserei dire
sfacciatamente mendace che credevo di attribuire all’informazione di
regime e che mi imbarazza riconoscere in quella antagonista.
Posso fare l’esempio di testi che han girato nell’internet che si
riferiscono a psicosette transfemministe che avrebbero minacciato e
aggredito fisicamente i loro oppositori, o a diffusioni di volantini
raccontate come violenti blitz femministi. Mi sembra un po’ come quando
la Stampa descrive un presidio sotto al carcere con qualche slogan e due
torce come un incursione armata in cui decine di poliziotti restano
feriti. Non saremo mica troppo abituati a leggere le carte dei nostri
P.M.?
Questa necessità di inventar storie, ingigantirle o diffonderle, mi
lascia davvero allibita.
Immaginarmi, poi, intere collettività riunirsi a discutere attorno a
queste fandonie mi fa rendere conto di quanto sia scarsa la capacità di
certi individui di sviluppare un proprio pensiero critico, o comunque,
di quanto sia forte questo senso di appartenenza, questa voglia di esser
parte “del giro”.
Personalmente inorridisco quando vedo l’unione fare la forza a discapito
del pensiero individuale e sono disgustata dagli atteggiamenti gregari e
omertosi che ho visto mettere in atto negli anni.
Mi dispiace davvero che il dibattito anarchico si trovi così povero di
argomenti e contenuti.

Io, di mio, di fronte a giornalisti di ogni sorta e a chi si atteggia
come tale, posso dire quel che ho pensato tante volte leggendo carte o
giornali e cioè che, ancor più se la reazione è così spropositata,
tanto vale farsi sempre meno remore: vendetta feroce e violenta contro
oppressori di ogni tipo, sbirri e stupratori.

Per l’anarchia.


Link di riferimento:

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https://ilrovescio.info/2025/04/02/lettera-aperta-sullinvito-alla-fiera-delleditoria-e-propaganda-anarchica-di-roma-di-juan-sorroche/

https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/04/07/la-disputa-del-sacramento/