RIAPERTURA DEL CPR DI TORINO: A SORPRESA PER LE VIE DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA

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L’apertura del CPR di Torino, prevista per il 24 Marzo, non poteva e non potrà passare nel silenzio.

A 2 anni dalle rivolte che ne hanno determinato la chiusura, 70 nuovi posti di detenzione amministrativa, in 2 sezioni delle 6 a disposizione nella struttura, verranno messi a regime da un ente gestore torinese – Sanitalia Service – che promette condizioni dignitose e progetti di sostegno con cui provare a mascherare il volto razzista dei centri di permanenza per il rimpatrio.

Se poco ci importa delle promesse e dei propositi di chi guadagna e si accanisce sulla pelle delle persone senza “giusti” documenti, riteniamo invece sia fondamentale immaginare e praticare azioni che possano mettersi di traverso al razzismo di Stato, che nei CPR e nelle deportazioni trova una delle sue massime espressioni.

Coordinarsi per cogliere di sorpresa le guardie, trovare obiettivi comuni e puntare alle parti sensibili delle strutture detentive e della macchina che le manda avanti è il minimo che possiamo fare per non lasciare che la solidarietà sia un mero slogan.
Quelle mura e quelle gabbie, quelle reti e quelle telecamere – come ci ha insegnato chi da dentro i CPR da Torino a Bari e da Trapani a Gradisca si è ribellato e continua a farlo – sono meno indistruttibili e invalicabili di quanto non sembri.

Con questa consapevolezza abbiamo attraversato le vie attorno al CPR ieri e nei mesi precedenti.

Con questa consapevolezza abbiamo attraversato le vie attorno al CPR ieri e nei mesi precedenti.

Così vogliamo continuare a fare, ricordando a gran voce che:
I CPR si chiudono col fuoco e s’è successo una volta può succedere di nuovo!