Diffondiamo:
Sabato 28 ottobre al CPA Fi. Sud benefit in solidarietà con i compagni e le le compagne inquisiti per l’operazione “Scripta scelera”
Dalle 18:30 aperitivo e dj set
Ore 20:30 cena
Dalle 22:00 live
Banchi, info e distro.
Cresciamo nei terreni incolti, nelle zone asciutte e sassose, ai bordi dei viottoli
Diffondiamo:
Sabato 28 ottobre al CPA Fi. Sud benefit in solidarietà con i compagni e le le compagne inquisiti per l’operazione “Scripta scelera”
Dalle 18:30 aperitivo e dj set
Ore 20:30 cena
Dalle 22:00 live
Banchi, info e distro.
Diffondiamo il testo di un volantino diffuso a Trento da compagne e compagni anarchici che ci sentiamo di condividere. Lo condividiamo introducendolo con questa poesia.
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.Mahmoud Darwish (1941-2008),
poeta palestinese
Di seguito il testo del volantino:
A PRECIPIZIO
Mentre la repressione dello Stato colpisce sempre più duro, a Gaza si stanno spalancando le porte dell’abisso.
Ciò che da anni si sperimenta anche qui contro le minoranze ribelli – una mistificazione costante sul concetto di «terrorismo», l’isolamento carcerario di compagne e compagni per impedire loro persino di leggere e di scrivere, la chiusura di siti e la detenzione dei redattori di un quindicinale anarchico – si sta allargando a chiunque dissenta o anche solo ricordi quella storia che la propaganda di guerra vorrebbe cancellare. Direttori di giornali che auspicano nei salotti televisivi la distruzione di Gaza, studenti picchiati a Livorno per uno striscione che dice «Né con Israele né con Hamas», i governi francese e tedesco che vietano le manifestazione in solidarietà con la popolazione palestinese in quanto «apologia del terrorismo» – tutto questo sta dicendo anche ai più distratti una cosa ben precisa: siamo in guerra.
La spirale in atto non è né sorprendente né casuale. Più la classe dominante occidentale si sente fragile e più diventa feroce. Da un lato deve imporre quella violentissima ristrutturazione della società chiamata quarta rivoluzione industriale, dall’altro vede vacillare – in Ucraina, in Niger e ora con lo shock per il crollo del mito dell’invincibilità dei muro israeliano – il proprio potere globale. E allora colpisce a casaccio: ecologisti dai propositi ben poco rivoluzionari ed ex ambasciatrici che ricordano l’oppressione storica dei palestinesi, passando per un ricercatore universitario fino a ieri simbolo della libertà di parola incarcerata dalla dittatura egiziana, e ora in odore di «terrorismo» per le parole contro Netanyahu. Se all’intellettuale scomodo si tirano le orecchie, il terrore poliziesco vero e proprio è riservato ai giovani proletari di periferie sempre più grandi ed esplosive, e alle masse dei poveri in fuga. Un’umanità da tenere sotto il tallone di ferro anche grazie a quella detenzione amministrativa – cioè all’imprigionamento in assenza di qualsiasi reato – sperimentata proprio in Israele o oggi estesa in tutto il mondo.
La propaganda totalitaria ricalca sempre gli stessi schemi: non accetti la gestione autoritaria del Covid, e allora sei un «negazionista»; non ti schieri con la NATO, e allora sei un «filoputiniano»; consideri il 41 bis una forma di tortura, e allora stai con i mafiosi. Questa logica binaria sta raggiungendo ora il più ignobile parossismo: mentre in Israele giornalisti e persino ex capi dell’esercito o dei servizi segreti definiscono il governo di Netanyahu una banda del Ku Klux Klan (e come altro definire dei ministri che sostengono apertamente la superiorità del sangue ebreo e la natura animalesca dei palestinesi?), in Italia chi dice molto meno finisce alla gogna mediatica o sotto i manganelli della polizia.
Mentre quasi un milione di palestinesi sono in fuga da un lato all’altro della prigione di Gaza con un’unica destinazione consentita: il deserto del Sinai, per sopravvivere nel quale l’ONU si dichiara pronta ad offrire ai fuggiaschi delle generose tende; mentre il ministro della guerra israeliano definisce gli abitanti di Gaza «animali dalle sembianze umane» e una deputata suo stesso partito Likud invoca il «giudizio finale» con la distruzione totale dei gazawi; mentre in quelle terre l’utopia anarchica di una libera federazione, egualitaria e senza Stati, tra arabi ed ebrei giace nel fango e nel sangue, è necessario più che mai non rinunciare né alla propria umanità né alla propria facoltà di giudizio. Il nostro campo è quello delle sfruttate e degli sfruttati contro tutti gli Stati e tutte le borghesie. Siamo senza alcuna ambiguità con le masse palestinesi contro il colonialismo e il razzismo del sistema-Israele. Se affermiamo chiaro e tondo che la violenza dell’oppresso è sempre responsabilità dell’oppressore, l’unica violenza che difendiamo è quella liberatrice e rivoluzionaria: una violenza che non colpisce nel mucchio, che distingue governi e popolazioni, classi dominanti e classi dominate. Dal momento che è proprio per aver sempre difeso – e, nel limite delle nostre capacità, praticato – questo posizionamento etico e sociale che veniamo colpiti dal carcere e dalla repressione, saranno gli stessi princìpi a orientarci anche nel precipizio dell’orrore e delle parole che lo giustificano.
anarchiche e anarchici
Gaza: ieri sera è stato colpito l’ospedale al-Ahli Aarab Hospital, conosciuto anche come Baptist Hospital. Si parla di oltre 500 persone rimaste uccise tra pazienti, personale sanitario e famiglie che cercavano rifugio, ma il numero di morti potrebbe essere molto più alto. Mobilitazioni in tutta la Cisgiordania. Ad Amman, in Giordania, assaltata la sede dell’ambasciata israeliana.
https://www.osservatoriorepressione.info/strage-gaza-bomba-sullospedale-1000-morti
Israele: per bloccare ogni accesso ai media e ai mezzi di comunicazione da parte dei detenuti, le autorità israeliane hanno interrotto la fornitura di elettricità e acqua ai prigionieri palestinesi (oltre 5.000 detenuti).
Mentre continuano le retate interforze inaugurate a gennaio con il patto integrato sulla sicurezza, il Sindaco più smart di sempre fa sapere che per Halloween Piazza Aldrovandi sarà ad “accesso limitato”, gestita con l’ausilio di contapersone. La retorica della “sicurezza”, del “decoro” e del “degrado” diventa sempre più aggressiva: si punta il dito contro la “malamovida”, neologismo che si vuole contrapposto a “buona movida”, cioè a quella socialità che rientra perfettamente negli spazi e nei tempi del consumo stabiliti dai padroni. Una città sempre più escludente ed esclusiva, dove mentre si sgomberano sistematicamente spazi sociali ed esperienze di autogestione, si espelle dal territorio e si marginalizza chi non può permettersi i costosi aperitivi del centro.
Link:
Contapersone per gestire piazza Aldrovandi
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/halloween-2023-piazza-aldrovandi-numero-chiuso-f3rs0pcf
Posto di blocco in via Stalingrado con le auto fatte fermare nell’area di servizio
Alcol alla guida, maxicontrollo della polizia in via Stalingrado
Controlli interforze in stazione e centro
https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/spaccio-degrado-piazza-verdi-cani-e69086ff
I cittadini extracomunitari residenti in Italia dovranno versare un contributo di 2mila euro all’anno per iscriversi al Servizio sanitario nazionale. L’importo sarà ridotto solo per chi ha il permesso di soggiorno per motivi di studio.
Aggiornamento:
In merito al contributo di duemila euro per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, qui un’avvocata specifica cosa prevede il provvedimento e quali categorie di permesso saranno coinvolte.
Dai canali dell’occupazione Corsica:
Stanno sgomberando viale Gramsci 41! Un compagno è riuscito a prendere il tetto e sta resistendo. Chiunque può raggiunga il posto, un’altra settimana di resistenza sta per iniziare.
Viene segnalato inoltre un fatto grave: la polizia questa mattina ha raggiunto il tetto tramite scale esterne con le torce spente e le pistole in mano.
Diffondiamo da Il Rovescio:
Qualche notizia in più sul nostro amico Nasci e sulle vicende che hanno portato alla sua carcerazione a Spini di Gardolo.
Nasci è stato arrestato dalla DIGOS la mattina dello scorso martedì 10 ottobre per un cumulo di un anno e due mesi di condanne per tre diversi episodi: l’occupazione, nel febbraio 2017, del Municipio di Mori (un paese di circa 10.000 anime vicino a Rovereto), nel corso di una partecipata e vivace mobilitazione contro un progetto – purtroppo poi realizzato – di devastazione ambientale; una scritta vergata su un muro di Firenze nell’agosto di quell’anno, durante un’iniziativa in solidarietà agli arrestati e arrestate dell’Operazione Panico; i fatti del 9 febbraio 2018 a Trento, quando compagni e compagne contestarono con modalità creative (tra le quali dei seri danni al negozio di abbigliamento di un fascista accoltellatore) la consueta kermesse di Casapound in occasione della “Giornata delle Foibe”.
Determinante, nello spedire in galera il nostro compagno, è stato il rifiuto di ogni misura alternativa al carcere (che normalmente avrebbe dovuto ottenere, dato che il cumulo di condanne rientrava nei termini di legge) da parte del Tribunale di Sorveglianza di Trento, opportunamente istruito dall’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) che ha preteso e non ottenuto da Nasci la cosiddetta “revisione” delle sue idee e scelte di vita. Ancora una volta, dopo l’Operazione Renata e i casi di Poza e Rupert (e quello di Sasha, tuttora in detenzione domiciliare solo perché madre di una bambina piccola): o l’abiura, o la galera.
Dalla visita del suo avvocato sappiamo che Nasci sta bene. Uscito dai “nuovi giunti”, si trova adesso in sezione, in cella con un ragazzo giovane e tranquillo.
Ha sentito il partecipato e rumoroso presidio tenuto sotto al carcere nella serata di martedì 10 ottobre. Sa dell’ampia solidarietà che sta ricevendo (non solo da compagni in senso stretto) e ne è molto felice. Ha ricevuto regolarmente i telegrammi che gli sono stati spediti.
Solidarietà, complicità e affetto a Nasci!
Libertà per tutti e tutte!
Per scrivere al compagno:
Matteo Nascimben
CC di Spini di Gardolo
Via Cesare Beccaria, 13
38121 Località Produttiva, Trento (TN)
Diffondiamo:
Comunichiamo che il compagno anarchico sardo Davide Delogu è stato scarcerato dopo 14 lunghi anni, di cui 12 deportato nelle galere del continente. Ora trascorrerà un periodo agli arresti domiciliari. Seguiranno aggiornamenti.
Resoconto del presidio solidale al CPR di Ponte Galeria su Radio Ondarossa
Link QUI
Radio Ondarossa: puntata di lunedì 16 ottobre 2023
Insieme a 3 compagne e compagni del fu Asilo occupato, che per 15 anni hanno portato avanti un percorso di lotta contro i Cpt-Cie-Cpr per il quale l’occupazione fu sgomberata e loro accusati di associazione sovversiva contro lo Stato, processo che a breve entra nel vivo del secondo grado di giudizio e con Gianluca Vitale dell’ASGI parliamo di centri di detenzione per migranti.
Nella prima parte del redazionale facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei migranti, dai primi sbarchi di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. Parliamo inoltre delle lotte dei migranti dentro ai centri, che hanno portato a chiusure ripetute di diversi di essi, e del sostegno a queste lotte di solidali in tutta Italia.
Nella seconda parte approfondiamo dal punto di vista giuridico l’approccio tenuto fino ad oggi dal governo di destra attuale, con il DL Cutro e le successive disposizioni ministeriali sul tema delle migrazioni, che prevedono l’inasprirsi di una vera e propria lotta ai migranti, visti come invasori e nemici da tenere lontani dalle frontiere di una fortezza Europa che continua a fare il conto dei cadaveri nel mediterraneo e delle vite recluse dentro centri di accoglienza e di detenzione, per la sola ragione di non avere il corretto foglio di carta fra le mani, o di 5000 da corrispondere allo stato italiano.
Link: http://www.ondarossa.info/redazionali/2023/10/centri-detenzione-migranti-dagli-anni-90