Lunedì 31 luglio il carcere della Dozza di Bologna è stato visitato dal sottosegretario alla giustizia Delmastro, accompagnato dal deputato Galeazzo Bignami, dal senatore Marco Lisei e dal consigliere comunale Stefano Cavedagna, tutti di Fratelli di Italia.(1)
Fedelissimo della Meloni, al pari dei suoi colleghi Delmastro vanta una carriera di tutto rispetto: dal Fronte della gioventù del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, passando per Azione giovani di Alleanza Nazionale, il Popolo della libertà, ed infine Fratelli di Italia. Di recente lo ricordiamo come primo firmatario di un’interpellanza parlamentare al Ministero della giustizia per chiedere l’encomio solenne per i poliziotti coinvolti nei pestaggi a Santa Maria Capua Vetere, oltre che per il teatrino politico sulla pelle del compagno anarchico Alfredo Cospito.(2)
Ebbene proprio costui parlando del problema del sovraffollamento alla Dozza – circa 800 detenuti, a fronte di una capienza di 500 – ha affermato:
“Quando l’Europa parla di sovraffollamento penitenziario, la ricetta della sinistra è un bello svuota-carceri. E questa non sarà mai la ricetta della destra [..] Dobbiamo mettere in sicurezza i nostri istituti e lo si può fare solo assumendo penitenziaria e immaginando una nuova edilizia penitenziaria per contrastare il sovraffollamento”.
Tradotto: più carceri, più polizia. E in tema di “ricette” si sa, “destra” e “sinistra” si sanno alternare come due facce della stessa spregevole medaglia: a ben vedere è stata proprio la Cartabia ad approvare i finanziamenti verso la costruzione di nuovi padiglioni detentivi, la stessa che ha firmato il Decreto che ha disposto il regime di 41-bis per il compagno Alfredo Cospito.(3)
Ciò che è certo è che da una parte e dall’altra, chi continua a blaterare di “sovraffollamento” come se fosse un accidente naturale, è lo stesso che le galere le ha riempite fino a farle scoppiare, e su questa strada intende procedere.
Con i fondi del PNRR e del Piano Nazionale Complementare al PNRR saranno costruiti altri 8 nuovi padiglioni detentivi nelle città di Ferrara (dove verrà costruito un nuovo padiglione sull’area attualmente destinata ad attività all’aria aperta), Civitavecchia, Arghillà (Calabria), Rovigo (dove si parla di 240 posti ma il dato non è chiaro), Caserta (a S. Maria Capua Vetere è previsto un nuovo padiglione di 120 posti), Vigevano, Viterbo (120 posti) e Perugia.(4)
Per dare il contentino alla penitenziaria Delmastro ha annunciato anche l’arrivo alla Dozza di 10 nuovi agenti, un incremento che si inserisce nel piano del governo che prevede l’ingresso di 5 mila nuovi agenti negli istituti penitenziari, come soluzione per affrontare il sovraffollamento… col manganello.
A ciò si aggiunge l’acquisto di nuove dotazioni:
“10.200 scudi anti sommossa, 10.200 caschi, tute operative, divise, 20mila guanti antitaglio, perché mai più un agente dovrà affrontare a mani nude un detenuto con un pentolino di acqua bollente”
D’altronde, cosa possono contro un pentolino d’acqua bollente una pistola mitragliatrice Beretta M12, una Pistola Beretta 92 FS/SB, un fucile Benelli M4, una pistola mitragliatrice Heckler & Koch MP5 A5, un fucile Spas Franchi 12/70 un fucile Heckler & Koch G3-PSG1?(5)
Certo tutto in nome della “legalità” e della “sicurezza”. Non abbiamo alcun dubbio su quale sia la legalità di cui parla il sottosegretario: la stessa legalità nel nome della quale gli agenti umiliavano e torturavano i detenuti a Santa Maria Caputa Vetere e per cui sono morti 9 detenuti nel carcere di Modena a marzo 2020, la sicurezza della caserma Levante a Piacenza e delle torture in questura a Verona, per cui quotidianamente si consumano abusi e torture nelle celle di carceri, nei repartini psichiatrici e nei CPR.
Delmastro sottolinea quanto sia centrale il benessere psicofisico degli agenti (i reclusi e le recluse possono crepare) – tant’è che negli ultimi mesi è stato istituito il “corpo medici della polizia penitenziaria” – e quanto sia importante la formazione “affinche le guardie siano preparate ad affrontare circostanze critiche, sempre più frequenti vista la presenza massiccia di detenuti psichiatrici e con dipendenze.”
Ancora una volta di fronte la criminalizzazione di intere fasce di popolazione la soluzione non è depenalizzare, non è documenti, non è case, non è amnistia, non è accesso alla salute, non è stracciare la legge che continua a rappresentare il principale motivo di ingresso nel sistema giudiziario e di detenzione nelle carceri italiane (DPR n.309/1990, Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), ma più carceri e più polizia.
Ricordiamo alcuni dati: “circa il 35% della popolazione detenuta è in carcere per violazione della legge sulle droghe, ed oltre il 40% di chi finisce in cella in Italia fa uso di sostanze o ha problemi di dipendenza che spesso esordiscono o si cronicizzano/acutizzano proprio durante la detenzione. Questo è accaduto grazie a leggi razziste, discriminatorie e liberticide come la Fini/Giovanardi, la Bossi/Fini, la Cirielli, le leggi sulla sicurezza volute da Minniti e Salvini. Politiche repressive il cui bersaglio non è mai stato il grande narcotraffico – un giro miliardario che allo Stato e alle sue mafie fa evidentemente comodo così – ma, come sempre, chi non ha documenti, mezzi di sostentamento, reti sociali o non è spendibile in termini di profitto.”(6)
Infine, citando le micidiali ondate di calore di giugno e luglio, Delmastro dice:
“Le ondate di calore accadono, ma non possono e non devono mettere in crisi le regole carcerarie. Dobbiamo fare il possibile per rendere la pena meno inumana e meno degradante possibile, ma non penserò mai che con le ondate di calore vadano immaginate regole carcerarie diverse”. Confermando di fatto come la pena SIA GIA’ inumana e degradante.
Mentre i reclusi ammassati crepano di caldo, e tecnici e politici blaterano di “eventi critici” in aumento da contenere e sedare, alla Dozza, dopo la ristrutturazione dell’Articolazione Tutela Salute Mentale femminile (repartino psichiatrico) con l’istituzione di un “asilo nido” proprio accanto (7), non sappiamo che tipo di ristrutturazioni si stanno svolgendo al suo interno e a che punto è il progetto del nuovo padiglione che prevederebbe addirittura di estendere il carcere a 200 posti in più.(8)
PIÙ FORTE DELL’AMORE PER LA LIBERTÀ C’È SOLO L’ODIO PER CHI CE LA TOGLIE
Note
(1) https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/carcere-dozza-delmastro-10-agenti-0c0bb622
https://www.bolognatoday.it/cronaca/dozza-visita-delmastro-bignami.html
(2) https://ristretti.org/santa-maria-capua-vetere-ce-pestaggi-in-carcere-fdi-chiede-di-premiare-gli-agenti
(3) https://ilmanifesto.it/cartabia-nel-pnrr-fondi-per-ledilizia-carceraria
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/07/21/cospito-delmastro-a-processo-per-aver-difeso-il-41-bis-e-donzelli-attacca-il-m5s-la-replica-bufale-doveva-dimettersi-mesi-fa/7236982/
(4) https://www.giustizia.it/giustizia/page/it/pnrr_piano_nazionale_complementare
(5) Armi in dotazione alla polizia penitenziaria, ognuna assegnata a un particolare reparto
https://www.leduecitta.it/index.php/7-rivista/2150-le-armi-del-mestiere#:~:text=Le%20armi%20in%20dotazione%20alla,Heckler%20%26%20Koch%20G3%2DPSG1.
(6) https://www.osservatoriorepressione.info/bolognina-un-deserto-chiamato-sicurezza/
(7) https://brughiere.noblogs.org/post/2022/01/19/per-un-mondo-senza-psichiatria-senza-carcere-e-senza-frontiere/
BOLOGNA: GIORNATA ANTIPSICHIATRICA. MORTO UN OPG SE NE FA UN ALTRO
(8) https://bologna.repubblica.it/cronaca/2018/10/27/news/il_carcere_di_bologna_si_allarga_nuovo_padiglione_da_200_posti-210116804/
https://www.bolognatoday.it/cronaca/carcere-dozza-nuovo-padiglione-protocollo-2019.html