VINCENZO LIBERO

Da fb: Galipettes Occupato

Sabato 8 ottobre un corteo di circa trecento persone ha percorso le strade fra Porta Genova e il carcere di San Vittore a Milano in solidarietà a Vincenzo, compagno condannato per devastazione e saccheggio per le giornate di protesta e scontri contro il G8 di Genova 2001 e che ora rischia di venire estradato in Italia dalla Francia per scontare una pena di oltre dieci anni di carcere.

Durante il percorso gli interventi hanno ricordato quelle giornate di ventun’anni fa e le ragioni che spinsero in piazza centinaia di migliaia di persone, ragioni che oggi rimangono purtroppo valide in questo presente fatto di guerre, disastri ambientali, emergenze e crisi.
E’ stata inoltre urlata forte la solidarietà a Dayvid, Anna, Alfredo, Juan e a tutti i compagni e le compagne che lo Stato vuole seppellire con anni di galera per aver lottato, aver partecipato alle rivolte di piazza e aver attaccato i responsabili della miseria quotidiana in cui viviamo, compagni e compagne che oggi si trovano in galera, spesso nei circuiti differenziali di AS2 o in 41bis, regime di tortura e annichilimento dell’individuo.
Sono apparse numerose scritte in città: dai muri dei locali della movida milanese fino a quelli di San Vittore dove il corteo si è concluso fra fuochi d’artificio e saluti ai prigionieri che hanno risposto con cori e agitando braccia e bandiere improvvisate.

Da segnalare il dispiegamento di reparti della celere e Digos che hanno accompagnato tutto il corteo, posizionandosi anche sui lati per difendere le sacre vetrine di banche e negozi, e che hanno creato alcuni momenti di tensione tentando di tirar giù cappucci o proteggendo qualche bottegaio amante del decoro.
Forse le forze dell’ordine ricordavano ancora l’ultimo corteo in solidarietà a Vincenzo (nel settembre 2019, poco dopo il suo arresto in Francia) durante il quale centinaia di persone erano scese per le strade di Milano e alcune vetrine avevano deciso di ricordare la rabbia di Genova frantumandosi, oppure la solidarietà verso i prigionieri e le prigioniere e il fatto che si scriva e si parli del 41bis -regime in cui è detenuto anche Alfredo, condannato per la gambizzazione di Adinolfi nel 2012 e per l’op. Scripta Manent- danno fastidio. Appare comunque chiaro che non è tollerato nessun corteo che non sia una passeggiata.

Tornare nelle strade non deve essere solo uno slogan, ma un impegno.
Consapevoli delle difficoltà, sappiamo anche che tutto lo spazio che non ci prendiamo è spazio che lo Stato ci toglierà.
La vicenda di Vincenzo non è ancora finita: ieri la Corte di Cassazione francese ha rimandato la decisione sulla sua estradizione al 29 novembre prossimo.
Non è finita neppure la nostra rabbia e non si è spento il desiderio di portare solidarietà a lui e a tutti i compagni e le compagne che lo Stato ci vuole strappare.

Facciamo in modo che questo fuoco non si spenga.
Libertà per tutti e tutte!