
Diffondiamo:
Mentre la Meloni inveisce contro lx “giovani palestinesi” e accomuna il lottare contro il genocidio di un popolo all’essere complici di un gruppo “terroristico”. Mentre se il DL Gasparri diventerà esecutivo, il solo esprimere dissenso contro lo stato sionista verrà paragonato ad antisemitismo e condannato penalmente.
Non si può che ribadire che gli strumenti per contrastare lo Stato quando incarcera i corpi e silenzia le voci sono continuare a mobilitarsi e a creare reti di solidarietà attorno o assieme (quando è possibile) a chi viene silenziatx, far sentire agli scribacchini e ai detentori del potere decisionale che c’è molta gente che continuerà a parlare e a diffondere la voce deglx oppressx!
È anche grazie alle mobilitazioni solidali che la corte di appello di Torino ha accolto il ricorso degli avvocati e disposto la liberazione di Mohamed Shahin dal CPR di Caltanissetta. Siamo contente che questo tentativo repressivo si sia dovuto scontrare con la liberazione di Mohamed!
Ma siamo anche conscie che la determinazione che c’è stata per Mohamed debba esserci per tuttx lx reclusx dentro i CPR che ogni giorno sopravvivono in condizioni disumane.
L’unione europea ha promulgato nuove leggi sull’immigrazione e reso ancora più difficile la vita a chi non è in possesso di un foglio di carta che documenti la sua identità. Mentre succede tutto questo e molto altro, a Catania, nella notte del 15 dicembre si è riattivata la ormai conosciuta macchina repressiva, con l’operazione denominata “Safe Zone”(Notare l’inglesismo). La squadra mobile di Catania e il commissariato centrale, si legge nei giornali, hanno eseguito delle misure cautelari emesse dal giudice delle indagini preliminari contro 38 persone di varie nazionalità con accuse che vanno da spaccio e ricettazione a ritorsione e rapina.
Il rastrellamento ha coinvolto il quartiere popolare di San Berillo, già da tempo obiettivo di una veloce e inumana campagna di pulizia delle strade e di un implacabile corsa alla gentrificazione. E, ancora una volta, i giornali si piegano a riportare le veline della questura, gli articoli, tutti uguali, danno una narrazione completamente dissociata dal contesto in cui le persone vivono le loro vite.
Abbiamo un sindaco che elogia il lavoro delle forze dell’ordine e che inneggia alla legalità di una vita ordinata. Ma a chi e a cosa si riferisce il nostro sindaco? Quale legalità verrà perpetuata finalmente a San Berillo? Una legalità che continuerà a portare fior fior di quattrini nelle tasche delle solite aziende edili costruttrici e delle agenzie immobiliari. E in quartiere, come tutto il centro storico, ci sarà posto solo per hotel di lusso, hub, ristoranti e bar per turisti e studentati per l’alta borghesia universitaria.
E intanto prosegue lo sfaldamento costante e feroce di comunità che si formano e che creano reti di solidarietà tra persone razzializzate, emarginate, escluse e sfruttate. A San berillo avevano trovato un posto dove non soccombere quelle persone che, a causa del razzismo, della speculazione, delle frontiere, non avrebbero mai potuto trovare una casa in città. Persone per le quali l’unica alternativa sarebbe forse stata lo sfruttamento costante perpetrato nelle campagne, dove lavorare e manco legalmente, per due euro e mezzo l’ora, tredici ore al giorno, e ringraziare se non ci si rimane uccise!
Si può parlare di “integrazione” quando ancora esistono e insistono queste forme di schiavismo? Si può perpetuare la solita, ma purtroppo efficace, narrazione della caccia alla delinquenza e all’illegalità, quando quella delinquenza e quell’illegalità sono stato e capitalismo che la producono ogni giorno col loro razzismo e odio per chi è impoveritx? Si può dare una colpa a chi per rabbia e per sopravvivenza, di fronte alle ingiustizie sistemiche che lo trattano come merce di scarto, toglie il velo dell’ipocrisia e sodalizza e si allea con lx proprix affini?
E allora si scopre che l’opportunità di denuncia per estorsione e rapina è nata da un singolo episodio, avvenuto in un contesto che non avrà mai modo di essere narrato se non attraverso le telecamere della questura e le parole di qualche giornalaio lecchino del potere.
Potessimo noi sapere che tipo di estorsioni e di rapine subiscono ogni giorno lx catanesi dalle loro istituzioni dedite al mantenimento dell’ordine!
In un quartiere come San Berillo, disossato fino a quando non ne ottenerranno la sola carcassa vuota, la solidarietà e la comunanza fanno ancora fatica a sparire. E c’è gente che non ci sta al gioco politico di rendere con sapienza crudele delle persone un problema e poi specularci sopra elettoralmente sbattendole in prima pagina come “criminali”.
Ci stringiamo forte allora, solidali con glx arrestatx e con tutte le persone che hanno subito la violenta repressione delle forze dell’ordine, il 15 dicembre e le tante tante volte prima. Con chi pensava di poter vivere migliorandosi e si è dovuto scontrare con razzismo e discriminazione quotidiani, in una Catania e una Europa sempre più dedite ad approfittare della narrazione del nemico che viene da fuori.
Uno dei capri espiatori più utilizzati dal sistema capitale.
SOLIDALI CON GLX ARRESTATX DI SAN BERILLO
SOLIDALI CON TUTTX LX CARCERATX E x RECLUSX NEI CPR
LUIGI LIBERX
BAK LIBERX
GUI LIBERX
ANDRE LIBERX
ALE LIBERX!
TUTTX LIBERX !!
E FUOCO ALLE GABBIE 🔥
alcunx catanesi infuriatx